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Autore: Slytheringirl093    03/08/2018    1 recensioni
Narrami, o musa, del dolore...
Hermione Granger ha amato Draco Malfoy.
Lo ha amato in maniera confusa, distratta e altre volte con premura ed attenzione.
Lo ha amato in silenzio e ad alta voce.
Lo ha amato nei suoi momenti più fragili e in quelli più coraggiosi.
Ha amato il ragazzo dietro gli occhi grigi.
Il ragazzo dietro gli occhi grigi è morto oggi.
E parte di lei, è morta con lui.
Storia partecipante al Contest “Narrami, o musa, del dolore... ” di Neera Sharim.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Titolo della storia: Just like this

Note dell'Autore:

- La storia è una One-shot strutturata in cinque parti.

-  In grigio sono indicati i Flashback.

- La storia segue un filo leggermente confuso in quanto ho cercato di rispecchiare quanto più possibile la mente confusa di Hermione, emozioni diverse che si susseguono senza sosta.

- La canzone che si trova al lato ho voluto inserirla semplicemente perché mi è stata di ispirazione nel corso della scrittura. Si tratta di Gravity di Sara Bareilles.

- Piccolo avvertimento: molto velatamente è trattato il tema del Suicidio, ma non sono scesa troppo nel particolare ecco perché credo che il rating possa rimanere ancora giallo.

- Conteggio parole: 5476

 

 

Sinossi:  

 

Narrami, o musa, del dolore...

Hermione Granger ha amato Draco Malfoy.

Lo ha amato in maniera confusa, distratta e altre volte con premura ed attenzione.

Lo ha amato in silenzio e ad alta voce.

Lo ha amato nei suoi momenti più fragili e in quelli più coraggiosi.

Ha amato il ragazzo dietro gli occhi grigi.

 

Il ragazzo dietro gli occhi grigi è morto oggi.

E parte di lei, è morta con lui.

Storia partecipante al Contest “Narrami, o musa, del dolore... ” di Neera Sharim.



Just like this.

I

 
 
La guerra è finita.
Si stenta a crederlo, ma a dirlo è stato il Bambino Sopravvissuto, e nessuno, questa volta, sembra aver qualcosa da ridire alla sua affermazione. Hermione non ha avuto bisogno di ascoltare le parole del suo migliore amico per giungere alla stessa conclusione; l’improvviso silenzio nel quale il Castello è piombato, è abbastanza. Un silenzio pesante, di vittoria e di sconfitta, fatto di sussurri, di sofferenza, di lacrime e di una muta disperazione. Hermione non sa se troverà il coraggio di rimettere piede in Sala Grande, dove hanno raccolto tutti i caduti. Avverte dentro di sé la voglia di urlare, di piangere, di cadere in ginocchio sul pavimento freddo e cosparso di sangue e polvere.
Riesce a trattenersi, tuttavia.
Hanno vinto. La guerra è finita. E nonostante tutto riesce a ingoiare quella disperazione con un mesto sorriso.
 
Quando esce dall’Ufficio del Preside però, non si unisce a Harry e Ron che vogliono far ritorno dagli altri.
Chiede scusa ai suoi amici, chiede loro di poter passare qualche minuto da sola, con se stessa. Harry non dice nulla, come sempre comprendendola come nessun altro. Le poggia una mano sul braccio e le dona un piccolo sorriso, quasi come a volerla tranquillizzare. Le sta dicendo di prendersi il suo tempo, e Hermione gli sorride di rimando, seppur debolmente.
Gli occhi di Ron la cercano e lei si lascia trovare con facilità.
Fred.
Il dolore è ancora troppo acuto anche solo per parlarne.
Hermione gli si avvicina con cautela, portando una mano ad accarezzargli il viso. Lui trattiene con coraggio le lacrime che premono sulle iridi celesti. Dolce e coraggioso, Ron.
Non hanno bisogno di dirsi nulla. E poi, nulla in fondo c’è da dire.
Si salutano con un casto bacio sulle labbra, così diverso da quello di qualche ora prima.
 
Vorrei riuscire ad amarti come meriti, Ron.
Lo pensa mentre lo vede andar via, quando prima di scendere le scale, si volta nuovamente verso di lei e cerca di sorridere, mostrando ancora una volta di voler essere forte fino alla fine.
Forte e coraggioso, Ron.
Cresciuto in pochi mesi, molto più di quanto non abbia fatto in anni.
Le immagini di un bacio disperato e appassionato le tornano in mente, provocandole un brivido.
Quante volte hai sognato questo momento, Hermione?
Troppe.
Eppure...
Eppure in quel bacio hai cercato qualcun altro.
 
Something always brings me back to you
 
It never takes too long
 
La realizzazione di quella piccola e semplice verità la colpisce solo adesso, nitida e solenne.
Fortunatamente riesce a non pensarci, riesce ad allontanare momentaneamente immagini e ricordi che vogliono sostituire l’intimità di quel momento vissuto insieme a Ron.
Chiude gli occhi. Prende un respiro.
Non è tempo adesso di mettersi a pensare a queste frivolezze, una voce nella sua testa le sussurra accusatoria. Abbiamo appena vinto una guerra, La Guerra. Prenditi un momento, Hermione. Fai un altro respiro.
 
Le gambe iniziano a muoversi di proprio conto, senza quasi che ne abbia il controllo. Ogni passo è cadenzato, un nuovo e faticoso respiro in quell’aria ancora pesante, pregna di morte, dolore e disperazione. Il Castello è in parte distrutto, un po’ come loro, d’altra parte. Hogwarts, teatro e memoria dei suoi più bei ricordi e ora anche un po’ spettro di quelli peggiori.
No, Hermione. Non è questo il teatro dei tuoi incubi.
L’irritante sussurro dei suoi pensieri glielo ricorda con saccenza, facendola quasi inciampare sui propri passi.
Sporca mezzosangue.
Bellatrix Lestrange. Villa Malfoy. Crucio.
Sporca mezzosangue.
Draco Malfoy. Hogwarts. Secondo anno.
 
No matter what I say or do
 
I still feel you here 'til the moment I'm gone
 
Draco.
Innamorarti di un Malfoy. Certo che te le vai proprio a cercare...
Hermione vorrebbe zittire quell’insopportabile vocina della sua testa e mettere fine a quella sfilza di sciocche sentenze che le continuavano a risuonare nelle orecchie. Vuole mettere a tacere quella voce tanto quanto vorrebbe mettere a tacere il suo stupido cuore che ha iniziato a battere un po’ più forte, quasi come a chiedere di più.
Non dovresti battere così forte, non per un Malfoy.
Ma quando mai il suo cuore le ha dato ascolto?
La verità brucia come sale cosparso su una nuova ferita: Hermione Granger ama Draco Malfoy.
 
You hold me without touch
 
You keep me without chains
 
Anche lui qualche volta l’ha amata.
L’aveva amata sotto la pioggia, in una notte di un freddo marzo, poco più di un anno prima.
 
La pioggia batte forte, ma questo a Draco Malfoy sembra non dare peso. Se ne sta tranquillo, poggiato con la schiena alla grande quercia in riva al lago nero, con le ginocchia al petto, il capo poggiato al tronco dell’albero e lo sguardo perso in punto incerto del terriccio tra le sue gambe. Lo aveva trovato così, Hermione, con le braccia poggiate sulle ginocchia, completamente zuppo.
“Granger” le aveva detto, a mo’ di saluto.
“ Puoi insultarmi dopo, ora alza il culo da terra e andiamo via da qui prima che ti prendi una polmonite”
Hermione non ha mai usato mezzi termini con lui, e non ha la minima intenzione di iniziare a farlo in quel momento.
Lui si limita a squadrarla dal basso, con un’espressione tutto fuorché compiacente.
“ E se il mio intento fosse proprio quello?” le dice, un sorriso sardonico contornato da un velo di disperazione.
“ Ci sono modi migliori di tirare le cuoia, Malfoy. Magari posso consigliartene qualcuno più originale” replica piccata. Il biondo ancora non accenna a muoversi.
“ Uno vale l’altro, a questo punto. Non credi?”
Il suo tono di voce è basso e tetro e per un attimo Hermione scorge una tristezza pericolosa negli occhi del ragazzo. Non può lasciarlo lì fuori, non in quello stato.
“ Draco...”
“ Non devi preoccuparti per me, Granger” taglia corto lui, non appena sente lei chiamarlo per nome. Orgoglioso e stupido come solo lui sa essere.
“E poi... credevo ti piacesse la pioggia...”
Ovviamente, lui cambia argomento. È la sua strategia preferita, dopotutto.
“Sei uno stupido, Malfoy”
“Me lo dicesti anche allora”
“ Eri uno stupido anche allora”
“ Ma mi hai baciato ugualmente”
Hermione si morde la lingua, la risposta morta sulle labbra. Draco non si muove di un millimetro e nemmeno sembra abbia intenzione di farlo. Vorrebbe insultarlo, riempirlo di epiteti coloriti, girare i tacchi e tornare al castello. Avrebbe dovuto, forse. Probabilmente qualche mese prima non avrebbe avuto problemi a lasciarlo lì, sul prato.
Ma sono tempi diversi, è tutto diverso. Non può più far finta di non conoscere, di non capire, non dopo che lui le ha permesso di intravedere il ragazzo che si nasconde dietro quegli occhi grigi.
“ Dovresti tornare dentro” le dice, con finta non curanza, e improvvisamente Hermione sa cosa fare.
Chiude l’ombrello di scatto, lasciando che la pioggia battente colpisca anche lei, e si mette a sedere accanto a lui. Distende le gambe incrociando le caviglie e si mette un po’ più comoda. La sorpresa sul volto del giovane Malfoy è impagabile.
“ Che c’è?” si limita a commentare in risposta al suo sopracciglio sollevato “Mi piace la pioggia”

 
I never wanted anything so much
 
Than to drown in your love and not feel your rain
 
Draco Malfoy l’amava.
Gliel’aveva anche detto.
L’ha detto senza parole tante volte, come quella sera di Marzo quando sotto la pioggia battente si era messo in piedi, seppur controvoglia, e l’aveva riaccompagnata al castello perché, a detta sua, non voleva aver rogne per aver fatto prendere la polmonite a Hermione Granger. Hermione non aveva commentato e si era lasciata accompagnare fino al portone, dove, lontano da sguardi indiscreti, lo aveva baciato di nuovo.
 

“ Perché tocca fare sempre questi giochetti con te?” gli chiede, carezzandogli le guance rosse per il freddo.
“ Perché sono uno stupido”

 
E da stupido qual era, ancora una volta non le aveva rivelato davvero cosa lo stesse opprimendo davvero. Non le aveva rivelato quale fosse la sua missione. Forse avrebbe potuto fare qualcosa, se gliel’avesse detto allora. Hermione non può fare a meno di pensarlo.
 
Draco Malfoy era stata la sua personale maledizione.
Per errore aveva avuto modo di conoscerlo davvero. Si era trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
 
Aveva sentito qualcuno lamentarsi, gemiti di dolore. Era entrata in bagno senza pensarci due volte, la sua indole di Grifondoro coraggiosa e altruista a guidarla.
 
Lui le aveva puntato la bacchetta alla gola.
“ Se solo ti azzardi a dirlo a qualcuno”
Il marchio nero ancora in vista sull’avambraccio del giovane Malfoy, sembrava pulsare di vita propria.
Hermione era troppo sconvolta per dire qualunque cosa.
Lui aveva letto nelle iridi castane un muto assenso, e aveva abbassato la bacchetta.
Lei, per un motivo che ancora oggi sfugge alla sua comprensione, aveva tenuto il segreto.
 
Set me free, leave me be
 
I don't wanna fall another moment into your gravity
 
Non c’è molto da dire in verità.
Non ci sono giustificazioni per aver mentito ad Harry e Ron per così tanto tempo. Più che mentire, ha omesso. Le piace correggersi anche solo quando lo pensa. Perché omettere, in qualche modo, suona meno grave, meno colpevole.
In fondo su cosa hai mentito? Una stupida cotta da sedicenne?
Hermione vorrebbe tanto credere che sia così facile perdonarsi.
 
 
La Torre di Astronomia, in parte distrutta, è la parte più alta del castello. Hermione guarda i primi raggi di sole illuminare le mura, seppur in parte deteriorate. Chiude il portone alle sue spalle e incerta muove qualche passo in avanti. Quasi si trattiene dal guardare giù, ma ormai non soffre più le vertigini e ha smesso di aver paura più o meno di tutto, per cui non si fa troppi problemi. Sotto di lei i giardini di Hogwarts sono ancora lo scenario di una guerra appena terminata, ma il silenzio e il leggero venticello che soffia sulla torre insieme al calore di un raggio di sole, per la prima volta da giorni le provocano un senso di pace. Ed ecco che finalmente le parole prendono piede nel suo cuore, nel suo cervello, nel suo animo: la guerra è finita.
 
 
Here I am and I stand so tall
 
I'm just the way I'm supposed to be
 
But you're on to me and all over me
 
“Vieni via con me”
“Non posso”
 
Draco.
Quando la guerra sarà finita.
Deve trovare Draco.
Tutto il resto sembra passare in secondo piano.
La guerra è finita.
 
Lo ha mandato via.
Lui era tornato indietro e lei l’ha mandato via.
Scappa con me, ha detto.
Sono innamorato di te, le ha confessato.
Ma lei non ha detto nulla.
Quando la guerra sarà finita.
Gli doveva delle risposte.
 
D’istinto porta lo sguardo verso le rive del lago nero.
Lui è lì, le suggerisce l’istinto.
Lei cerca di scorgere la figura familiare del giovane erede di casa Malfoy, nei pressi di quella solitaria quercia, testimone della loro storia, di quella relazione impossibile che le aveva fatto battere il cuore.
Non aveva più senso negarlo.
 
Stenta a crederci.
Quando lo vede, quasi le manca il respiro.
Lui è lì.
In piedi, sulle sponde del lago.
È lui?
Sì, sembra lui.
 
Prima che il suo cervello riesca a decidere se le immagini siano affidabili o meno, Hermione sta già correndo.
Scale, corridoi, angoli di Hogwarts le scivolano intorno mentre senza fiato continua a correre.
Quando la guerra sarà finita.
Lui è lì. La guerra è finita e lo sa anche lui.
Ed è qui per lei, per loro.
 
 
Quando si trova a passare davanti alla Sala Grande, la porta è semichiusa.
Per un attimo si blocca, a pochi metri dal portone, indecisa.
Forse questo è il vero momento di fare una scelta, non è troppo tardi.
Una chioma di folti capelli rossi s’infila tra i suoi pensieri.
Ron.
 
Vorrei amarti come meriti, Ron.
“ Mi dispiace” mormora verso la grande porta, prima di voltarsi e riprendere a correre.
Vorrei amarti come meriti, ma non posso. Non potrò mai farlo. Non finché sono innamorata di lui.

II
 
Fenrir Greyback è morto.
O almeno, questo è quello che Hermione aveva pensato fino a qualche minuto fa, prima di ritrovarselo di fronte.
Durante la battaglia aveva avuto modo di intravederlo, ma mai di combatterci direttamente. Le ferite di Malfoy Manor bruciava ancora, e Greyback era entrato a far parte dei suoi incubi ricorrenti dopo quella notte. Troppe volte i suoi occhi scuri e iniettati di sangue avevano fatto capolino nei suoi pensieri, svegliandola nel cuore della notte.
 
Greyback è morto.
Chi gliel’aveva detto?
Il sadico mostro che attaccava bambini, per trasformarli in giovani lupi mannari e addestrarli a odiare i maghi, per farli rivoltare contro la comunità magica.  Hermione non aveva mai gioito della morte di qualcuno, ma quando le avevano detto che Greyback era morto aveva sorriso.
 
Ma Greyback non è morto.
È lì davanti a lei e in nessuno dei suoi peggiori incubi le aveva generato così terrore.
Terrore perché era immobile, bloccata da un incantesimo che le impediva di muoversi e tantomeno di parlare.
Terrore perché il lupo mannaro aveva Draco Malfoy braccato contro il suo corpo.
 
“ Tutto questo è mille volte meglio di come l’avessi immaginato”
Persino le sue parole sono sadiche, viscide all’udito. Draco tenta di dimenarsi ma Greyback è più forte, e i suoi tentativi falliscono per far sì che il lupo con ancora più vigore aumenti la stretta su di lui.
 
Non hanno avuto il tempo nemmeno di dirsi una parola.
Non hanno fatto in tempo.
Greyback le era saltato addosso prima che potesse raggiungerlo.
Fortunatamente o sfortunatamente, il lupo mannaro non aveva operato esattamente in silenzio e aveva attirato l’attenzione di Draco, che si era catapultato verso di loro. Con un paio d’incantesimi era riuscito a permettere a Hermione di liberarsi, ma a quel punto Greyback si era lanciato contro di lui. Hermione, che nel frattempo aveva perso la bacchetta, si era lasciata andare a un grido disperato. Poi era successo tutto molto velocemente.
 
Draco intrappolato da Greyback, senza bacchetta.
Hermione immobilizzata da un incantesimo scagliato da Greyback.
 
Il mostro aveva sorriso.
E aveva capito tutto.
 
“ Che ci fai qui? Credevo...”
“ No, mezzosangue. Adesso parlo io”
La battaglia infervora, crudele e violenta, ma una volta che la porta dell’aula viene chiusa, tutto tace. Hermione fa per andare verso la porta, ma Draco le si para davanti.
“ Sei forse impazzito!? C’è una guerra la fuori, lasciami andare!”
“ Granger, fermati!”
“ Lasciami andare, ti ho detto!”
“ Non finché non mi avrai lasciato parlare”
“Lasciami andare, ho detto!”
“ Hermione, guardami!”
Hermione improvvisamente si blocca. Solleva lo sguardo ferito fino a incontrare quello di Malfoy, che determinato a non lasciarla andare le tiene ancora saldi i polsi. L’aveva chiamata per nome. Non sentiva pronunciare il suo nome da lui da quel pomeriggio maledetto, quando gliel’aveva sentito sussurrare prima di perdere i sensi tra le braccia di Ron e smaterializzarsi, lontano da Malfoy Manor. Draco con cautela le lascia i polsi e lei sembra quasi essersi calmata.
“ Non voglio trattenerti. Pochi minuti e potrai tornare a combattere questa stupida guerra...”
“ ... stupida...”
“ ...oppure venire via con me”
La bacchetta scivola dalle sue dita e con un tonfo sordo finisce sul pavimento.
 
“Non toccarla, Lascialo stare...” ripete cantilenando, spostando lo sguardo dall’uno all’altro.
 
“ Perché mi sono innamorato di te, Granger! Maledizione!”
Ed improvvisamente Hermione sembra non riuscire più a trovare le parole giuste per offenderlo.
 
“ Uccidervi sarà ancora più piacevole adesso”
 
“ Come puoi dirmi una cosa simile dopo che...” le parole le muoiono in gola.
Dopo avermi lasciato. Dopo Malfoy Manor.
Lui non sembra starla neanche a sentire.
“ Vieni via con me”
 
“ Sei un ottimo occlumante, Malfoy. Devo ammetterlo. Sei riuscito a tenere nascosto il tuo sporco segreto perfino al Signore Oscuro”
 
Le sue labbra sono morbide e umide.
Nemmeno si era accorta di aver iniziato a lacrimare.
Le loro fronti sono ancora unite e le mani di Draco sono ancora sul suo viso.
“ Vieni via con me, Granger”
L’ultima supplica, l’ennesimo sussurro. Questo è il suo ultimo tentativo.
 
“ Se solo avessi saputo, Malfoy... Se avessi saputo che lei ti apparteneva... Oh... l’avrei desiderata ancora di più”
 
È solo una sillaba. Coraggio, Hermione.
“No”
 
“Ma voglio che tu sappia, che non appena ti avrò strappato il collo a morsi davanti ai suoi occhi, non appena ti avrò lasciato sul prato in una pozza di sangue e fango, non appena l’avrò spezzata definitivamente... oh, Malfoy... mi divertirò con la tua mezzosangue fino a che di lei non resterà che un cumulo di ossa da dare in pasto ai cani”
 Seppur  immobile, Hermione è percorsa da un brivido lungo la schiena. Trema sotto lo sguardo di Greyback, che non l’ha mai lasciata un momento e sa che ogni parola che esce dalla bocca di quel mostro è una promessa.
Il suo sguardo si posa su Draco, intrappolato tra le braccia del lupo mannaro. L’avambraccio destro a bloccargli il collo e la mano sinistra sulle costole. Lo guarda e le sue parole le tornano in mente.
Hai mai pensato a come vorresti morire, Granger?
 
“Dovevo provarci”
Lui non sembra sorpreso e nemmeno deluso.
Lascia scivolare le sue mani e si allontana da lei causandole un’improvvisa mancanza d’aria.
 
Non ha mai pensato che sarebbe morta così.
Nonostante Draco, nonostante la guerra l’avevano fatta pensare spesso alla morte, alla sua e a quella dei suoi cari, Hermione non aveva mai pensato che sarebbe morta in quel modo. Fatta a pezzi da un lupo mannaro.
Eppure le viene facile accettare la sua morte.
Con sorpresa si accorge di non star pensando alla sua morte, di non essere preoccupata, no.
L’unica morte che non riesce ad accettare è quella di Draco.
Forse non vuole dargliela vinta. L’ennesima volta che Hermione Granger impedisce a Draco Malfoy di togliersi la vita?
O forse è ancora più semplice di così.
Lo ama.
 
“ Quando la guerra sarà finita”
Il suo viso è attraversato da una smorfia triste.
“ Quando la guerra sarà finita”
Lui si chiude la porta alle sue spalle ed Hermione si lascia andare ad un agognato sospiro.
Forse c’è ancora una speranza per loro.
Forse non lo ha perso, non ancora.
“Quando la guerra sarà finita...” mormora tra sé.
Una speranza, una promessa.
Poi anche lei lascia la stanza.
 
La guerra deve ancora finire.
 
“ Sei pronto a morire, Malfoy?”
Hermione vorrebbe rispondere al posto suo, urlare che no, non è pronto perché non è il suo momento.
Sta per farlo, ma non ne ha il tempo.
Draco ha la sua risposta.
 

III
 
You loved me 'cause I'm fragile
 
When I thought that I was strong
 
 
 
L’urlo le si è spezzato in gola.
L’incantesimo la tiene ancora bloccata, non riesce a muoversi e tutto ciò che può fare è urlare in silenzio con tutta se stessa. Non può finire così, non doveva finire così.
 
Grayback ha tenuto lo sguardo fisso su di lei, un sorriso sadico ad illuminargli il volto martoriato e cosparso di sangue.
Lo tiene ancora per la gola con un braccio, impedendogli di respirare. Respira ancora?
 
Draco ha gli occhi spalancati, ma fissi nei suoi.
Dalla sua bocca inizia a fuoriuscire un rivolo di sangue.
La sua mano destra tiene ancora con fermezza il manico della spada.
La spada che ha trafitto Greyback. La spada che ha trafitto anche lui.
               
“ Lo sono ”
Lo sussurra a fatica, ma è abbastanza perché lo sentano entrambi.
Il lupo mannaro emette a malapena un suono, gli occhi sgranati e sorpresi.
Draco Malfoy lo ha ucciso.
Draco Malfoy ha ucciso entrambi.
 
L’incantesimo sta perdendo efficacia, Hermione riesce ad avvertirlo.
Pensa che cadrà al suolo ancor prima di arrivare da lui, e si impegna con tutta se stessa per non farlo.
Draco estrae la spada cosparsa di sangue da entrambi e la lascia cadere di lato, sul prato.
Greyback cade al suolo qualche secondo dopo.
 
Non è morto. Non è morto.
La sua mente non riesce che a formulare questo singolo pensiero. Lo vede ancora in piedi, abbassare lo sguardo sulla ferita allo stomaco. Troppo sangue. Sta perdendo troppo sangue.
Non ha parlato, ma lui sembra sentirla, perché improvvisamente porta entrambe le mani sulla ferita quasi come per darle ragione. Troppo sangue.
L’incantesimo si rompe. Ed Hermione copre la breve distanza tra loro nell’esatto momento in cui Draco perde l’equilibrio.
Finiscono sul terriccio, lei lo ha fatto cadere sulle sue gambe.
Lui si lascia andare.
È  tra le sue braccia.
But you touch me for a little while
 
And all my fragile strength is gone
 
“ Gran…Gran –ger...”
“Shh, non parlare Malfoy”
Hermione preme sulla ferita con entrambe le mani per cercare di bloccare la fuoriuscita di altro sangue.
Posso salvarlo, posso bloccare la ferita. Ho bisogno di qualcosa per bloccare... una benda, qualcosa.
Lui tossisce, ed Hermione è troppo presa dalla ferita sullo stomaco per realizzare che sta sputando sangue anche dalle labbra.
“Devo fermare il sangue. Una volta fermato, posso chiamare Harry…”
“ No, non Potter...”
Hermione ignora il suo lamento e con uno scatto repentino si toglie la giacca di jeans e la poggia sulla ferita, premendo con forza. Lui geme per il dolore, ma neanche tanto, ed Hermione per un attimo pensa di star facendo la cosa giusta.
Posso salvarlo, continua a ripetersi come un mantra, mentre usa le maniche della giacca per fare un nodo e stringere la presa. È solo quando si trova a stringere che si ricorda che la spada lo ha trapassato da entrambe le parti. E che lei è stata così stupida da farlo sdraiare sulle sue gambe, e non sul suolo.
“ Devo metterti a terra, devo... devo premere e bloccare”
“ Hermione...”
“ Ti metto a terra ora, okay?”
Hermione sente stringere lamano di lui sul suo avambraccio e finalmente distoglie lo sguardo dalla ferita e i suoi occhi incontrano quelli di Draco.
La sua è una muta supplica.
Non lasciarmi.
La stretta sul suo avambraccio si affievolisce.
È troppo tardi.
 
“Ci deve essere qualche altro …”
“No, non c’è” taglia corto lui.
Il corridoio del settimo piano è silenzioso a quell’ora della notte. Non c’è nessuno a parte loro.
“ Non puoi dire sul serio, Draco”
“ Ho preso la mia decisione, Granger. Questo è quanto”
“È davvero una tua decisione?”
Lo sguardo nervoso che le indirizza alla sua insinuazione le indica che no, non lo è. 
“ Draco...”
I leave here on my knees
 
As I try to make you see
 
 
 
“ Draco...”
“ Non devi preoccuparti per me, Granger” riesce a dirle, un mesto sorriso a incorniciargli il viso pallido più del solito.
“ Non... non puoi...”
Vorrebbe riuscire a pronunciare più di qualche parola sconnessa, ma il suo cervello si rifiuta di prestare collaborazione. Non può, non vuole accettare quanto sta accadendo. Non può semplicemente accettare di non poter fare nulla per evitare che accada. Sente le lacrime premere, le sente lottare per uscire, con violenza, con disperazione.
Lui le prende una mano e la stringe a sé, portandosela al petto.
“ Va bene così” le sussurra, con un’espressione quasi serena sul viso.
 
“È la mia famiglia. Non posso… non posso abbandonare mia madre”
“ Non ti sto chiedendo di farlo. Voglio solo aiutarti...”
“Nessuno può aiutarci, Granger. Perchè non capisci?” la interrompe brusco.
Hermione boccheggia interdetta alla fermezza con la quale il ragazzo le ha parlato.
Legge la determinazione nei suoi occhi ed una muta e accennata disperazione che la detiene dal replicare immediatamente.
Quando riprende la parola, il suo tono è definitivo.
“È finita”
 
“È colpa mia”
Lo ammette quasi con vergogna, mordendosi il labbro e lottando per trattenere le lacrime.
È colpa mia, è colpa mia, è colpa mia, si ripete e sente il peso di una verità scomoda, schiacciarle ogni fibra del suo essere.
Stupida, stupida, stupida! Avresti potuto salvarlo se solo lo avessi allontanato, come ti eri ripromessa di fare.
 
 
That you're everything I think I need
 
Here on the ground
 
Hermione non batte ciglio alle sue parole.
Se lo aspettava, d’altra parte.
“ Okay”
Ed è lui ad avere un’espressione sorpresa, quasi ferita adesso.
Hermione non ha intenzione di contraddirlo o di convincerlo a cambiare idea.
È chiaro che non era questa la reazione che aveva previsto.
Vorrebbe dire qualcosa, e forse sta per farlo ma poi cambia idea improvvisamente e tace.
Si limita a fare qualche passo indietro, mani nelle tasche e sguardo altrove.
“ Okay”
Fa per andarsene ma lei lo richiama di colpo.
“Malfoy?”
 
Era colpa sua, e questo semplice fatto la stava logorando dentro.
“ Hermione...” tenta lui, ma lei scuote il capo con forza.
“ Avrei dovuto lasciarti andare” lo interrompe, mentre una lacrima traditrice le riga la guancia “ E tu non saresti dovuto tornare, non per me, non per noi
È quel noi, che la uccide, che le preme sul cuore come il peggiore dei peccati.
Draco Malfoy doveva essere lontano da qui, lontano dalla guerra, sano e salvo.
Ma Draco Malfoy era tornato, per lei, per loro.
E ora ne avrebbe pagato caro il prezzo.
Non doveva andare così, non sarebbe dovuta andare così.
 
“ Solo... promettimi che quando arriverà il momento non ci troveremo schierati in fronti opposti”
A pochi metri di distanza lo vede annuire, seppur con poco fervore.
“ Questa non è la mia guerra, Granger”
“ E allora non combatterla” gli dice, una nuova determinazione nel suo tono di voce “ Scappa”
“ Non preoccuparti, Granger. Sono un codardo, ricordi?” le dice, allontanandosi lungo il corridoio.
 
“ Avrei dovuto lasciarti andare...”
Glielo ripete mentre con arrendevolezza lascia finalmente che le lacrime le marchino le guance. Tenta di rimandare indietro un singhiozzo, ma persino il suo tono di voce cambia, si affievolisce e inizia a diventare più acuto.
Lui trema, ma continua a stringere la sua mano, senza lasciarlo andare.
“ Puoi farlo adesso ...” dice e le sorride debolmente.
No, non posso. Non posso.
Sì che puoi, sembra risponderle con quel sorriso che davvero Hermione trova fuori posto, quasi fastidioso. Come può sorridere, come può sorridere quando... quando...
Avanti Hermione, non ha più senso negarlo.
Sangue, troppo sangue.
“ Stai morendo, Draco...”
But you're neither friend nor foe
 
Though I can't seem to let you go
 
 
Avrebbe volute dirgli tante cose.
Avrebbe voluto dirgli che l’amava, prima di tutto.
Avrebbe voluto raccontargli della prima volta in cui si era resa conto di amarlo, un pomeriggio in riva al lago. Non era stato un giorno particolare, non era accaduto niente di speciale. Ma poi la luce del sole al tramonto gli aveva illuminato il viso. Lei lo aveva preso in giro, lui aveva riso e poi si era voltato a guardarla. E lei lo aveva amato. Da allora.
 
Avrebbe voluto dirgli che si era sbagliata.
Avrebbe voluto dirgli che era dispiaciuta di non aver capito davvero il suo dolore, di non aver compreso, non fino in fondo. Avevano parlato di morte così tante volte, lui le aveva confidato di pensarci spesso, di aver pensato di mettere fine alla sua vita e lei non gli aveva creduto all’inizio. Avrebbe voluto chiedergli scusa per aver sottovalutato il suo dolore, per aver cercato di curare un male di cui non aveva compreso bene le cause.
 
Avrebbe voluto chiedergli scusa per non esserci stata, quando aveva promesso di esserci, per non aver combattuto per loro quando avrebbe dovuto e per non aver avuto la forza di lasciarlo andare quando avrebbe dovuto. Chiedergli scusa per non aver mai avuto la forza di dirgli di andare per la sua strada, di lasciarla perdere o di prendere coraggio e scappare insieme a lui, senza guardarsi indietro.
 
Avrebbe voluto dirgli che quando qualche ora prima lui le aveva chiesto di fuggire, aveva effettivamente considerato di farlo.
 
Quante cose ancora avrebbe voluto dirgli. Troppe.
Pensava di avere tempo, pensava di avere una vita davanti, una vita insieme.
Sì, perché aveva pensato ad una vita insieme a lui e la verità è che non appena Harry pronunciato quelle tre tanto agognate parole, la guerra è finita, era stato esattamente quello il suo primo, unico e frivolo pensiero: una vita insieme a lui.
Quando la guerra è finita, si erano detti.
Una promessa, un muto arrivederci, non un addio.
 
Ma quella promessa... non era stata forse quella promessa ad ucciderlo?
 
 
Avrebbe volute dirgli tante cose, ma è difficile cercare di far entrare tutto in poche frasi, in poche parole.
Lui è lì, e la guarda, la guarda e ci riesce. Lui ci riesce.
Non ha bisogno nemmeno di parlare, a lui basta guardarla.
Tutto ciò che è stato, tutto ciò che sarebbe potuto essere.
La stretta sulla sua mano inizia ad allentare.
Il tempo sta scadendo e lui le sta scivolando tra le dita.
 
“ Mi dispiace” riesce finalmente a sussurrare, mordendosi le labbra con più forza.
Mi dispiace per non averti amato abbastanza, o forse per averti amato troppo.
Mi dispiace per non averti salvato, ne prima ne adesso.
 
Piccole lacrime solcano anche il suo viso.
Hermione con un gesto spontaneo porta l’altra mano ad accarezzargli i capelli.
Le è sempre piaciuto accarezzargli i capelli. Lo ha fatto così tante volte, a volte fino a farlo addormentare.
Come una malinconica ninnananna, con movimenti lenti e continui lo sente rilassarsi sulle sue gambe, socchiudendo gli occhi.
 
“Draco...?” lo chiama titubante.
Non ancora, ti prego. Non ancora…
Lui riapre gli occhi e le regala un ultimo sorriso.
“ Esattamente così...”
 
Le ultime parole di Draco Malfoy si perdono nel vento, ad orecchie altrui parole prive di significato.
Ma Hermione sorride tra le lacrime.
“ Esattamente così...”

IV
 
 The one thing that I still know
 
Is that you're keeping me down
 
Tutto tace.
O meglio, tutto suona come un sordo sottofondo.
Hermione ha smesso di sentire le gambe qualche minuto fa. La sua mente riesce a metabolizzare la momentanea disabilità con una razionalità che la lascia senza fiato. Non riesco più a sentire le mie gambe, vorrebbe dire, ma è una tale sciocchezza. Qualcuno potrebbe spostarlo. Qualcuno potrebbe trascinarlo via dalle sue gambe per far riprendere la circolazione e questo è semplicemente inconcepibile. Non c’è fretta, conviene. Solo... lasciatelo qui, solo ancora per un po’.
 
“ Promettimelo”
Lui non ha il coraggio di guardarla negli occhi.
“ Non posso”
“Sì che puoi” gli sussurra, carezzandogli la guancia accaldata “ non voglio pensare che...”
Le parole le si sono fermate in gola, il respiro mozzato dall’improvvisa immagine di lui, sul pavimento con la schiuma tra le labbra. La presa sulla guancia diventa più forte, quasi come per assicurarsi che lui è  davvero lì con lei, sotto le coperte e non fosse solo tutto frutto della sua fervida immaginazione. Lui è vivo ed è lì con lei.
“ Non... non pensare che sia colpa tua” le dice, e Hermione può leggere nelle sue parole un barlume di sincerità.
“ Che cosa sarebbe successo se... se tu non avessi, se io...”  neanche riesce a formulare una frase di senso compiuto, si rende conto.
“ Hermione...”
 
Una mano sulla spalla.
Avverte il tocco, e quasi come se la realtà stesse bussando con violenza alla sua porta, improvvisamente il sottofondo inizia a colorarsi di voci lontane, ma poco a poco più chiare.  Ancora un po’, prega silenziosamente, mentre con un gesto porta la mano destra a carezzargli il viso.
 
“ Non è la prima volta”
La sua non è una domanda e lui lo sa bene. Ragion per cui, non mente.
“No, non è la prima volta”
La freddezza con cui lo dice, l’indifferenza con cui riesce a parlarne la colpisce peggio di uno schiaffo. 
“Vuoi farla finita, Draco?”
Durante quei pochi attimi di silenzio, Hermione spera silenziosamente in una risposta che sa non è quella che riceverà.
 “ A volte”
Avrebbe preferito mille volte sbagliarsi.
 
 
Sangue.
Non se ne era nemmeno accorta.
La sua mano destra è cosparsa di sangue, sangue che ora è anche sulla sua guancia.
No, non può essere.
Solleva la sua mano, guardando il palmo pregno di sangue, il suo sangue. Il suo sguardo riesce a mettere a fuoco la ferita all’altezza del torace sulla quale con tanto fervore aveva premuto fino a poco prima.
Riporta lo sguardo al suo viso e in un attimo il torpore nel quale sembrava essersi rinchiusa smette di esistere all’improvviso.
“No...”
Il respiro diventa affannoso, gli occhi si offuscano e il capo diventa pesante, troppo pesante per continuare a guardare in basso. Il sottofondo smette di essere tale, e una serie di voci iniziando a diventare più acute, stridenti.
“Hermione, ti prego...”
Con fatica, Hermione riesce a sollevare il capo riprendendo contatto col mondo reale.
Harry è di fronte a lei, accovacciato e con una mano sulla sua spalla. Non ha nemmeno gli occhiali.
“ Harry” sussurra, ma è troppo tardi.
Gli occhi le si riempiono di lacrime e anche il bambino sopravvissuto finisce per essere un immagine sfocata del suo campo visivo.
 
“A volte penso a come mi ucciderà. A come ucciderà me, la mia famiglia, i miei amici”
Hermione sta in silenzio. Gli da ancora le spalle, ma non ha intenzione di interromperlo.
“ Non ho mai potuto scegliere niente nella mia vita. E a volte penso che ... mi rimane ancora una scelta”
“ Come morire” conclude lei per lui.
 
“ Devi lasciarlo andare”
 
You're keeping me down
 
V
 
 
Hermione Granger ha amato Draco Malfoy.
Lo ha amato in maniera confusa, distratta e altre volte con premura ed attenzione.
Lo ha amato in silenzio e ad alta voce.
Lo ha amato nei suoi momenti più fragili e in quelli più coraggiosi.
Ha amato il ragazzo dietro gli occhi grigi.
You're on to me, on to me and all over
 
Il ragazzo dietro gli occhi grigi è morto oggi.
E parte di lei, è morta con lui.
 
Draco Malfoy ha esalato l’ultimo respiro tra le sue braccia.
Il ragazzo che non ha mai avuto scelta, alla fine è riuscito a scegliere.
Ha scelto di morire per salvarle la vita.
Ha scelto di morire per salvare la vita a chissà quante persone.
 
“ Sai cosa, mezzosangue?”
“Mmh?” chiede lei continuando a carezzargli i capelli.
“ Credo di sapere come voler morire”
Hermione leva lo sguardo al cielo esasperata.
 “ Tra molto, molto tempo...intendi” precisa e a lui quasi scappa un sorriso.
“ Quando sarà....” si corregge, e stavolta sorride anche lei.
“ Ecco” sussurra, portando i suoi occhi a specchiarsi perfettamente nei suoi “ Esattamente così
 
 
Quante persone possono dire di aver lasciato questo mondo esattamente come avevano desiderato farlo?
Poche, forse nessuna.
 
E tra le lacrime e la disperazione, il pensiero che lui abbia avuto questa piccola vittoria, riesce a  strappare ad Hermione un sorriso.
 
Something always brings me back to you
 
It never takes too long
 

 
 
 
 
 
 
 



Angolo Autrice

Salve a tutti!
Se siete arrivati fin qui, grazie .
Questa storia è si è scritta un pò da sola, più e più volte. Avevo voglia di tornare a scrivere e il Contest indetto da Neera Sharim mi ha dato la spinta giusta.
Scrivere di Draco e Hermione non è mai facile, non se cerchi di farli rimanere il più OC possibile e di evitare di finire a scrivere le solite storie, le solite trame...
Io li trovo due personaggi molto complessi, a dire il vero, e ogni volta che scrivo di loro è come scoprire una nuova sfaccettatura, un nuovo colore della loro personalità.
Non sono un asso nello scrivere, anzi... sono convinta che la mia sia una scrittura più di pancia , come mi piace definirla. Ma scrivo e continuo a farlo, perchè a volte ne sento la necessità.
Spero di avervi regalato una lettura piacevole, di avervi coinvolti, cari lettori.
Questo è ciò che più di tutto mi interessa.
Un grazie di vero cuore a Neera, e agli altri partecipanti del Contest (e un in bocca al lupo).
See you soon.


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