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Autore: Theaeht    07/08/2018    0 recensioni
Sognavo un posto, completo di noi. Strade. Paesaggi così straordinari da rendere tutto più bello, anche se il 90% del lavoro lo facevi te. Sognavo un posto dove essere felici e non additati e guardati; un posto privo da sguardi sul passato ma solo sul presente. A volte il tuo, giustamente più lungo, passato mi distruggeva, per quanto capissi ed accettassi ogni cosa. Mi feriva, mi riempiva di dolore, e difficilmente riuscivo a parlarne, soprattutto con te. Sognavo di partire con te, rendendoci per mano per affrontare il nostro stupendo futuro, sicuramente pieno di vita e gioia ma di altrettanto dolore. Sognavo un NOI privo di dolore su cose dette o fatte ma non credo che sarà mai possibile. Avevamo solo il dovere di tenerci per mano e andare avanti. Ma non sempre questo era possibile.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ero, a quei tempi, una ragazzina di 21, che veniva da una situazione familiare difficile e a volte violenta. Ero stata costretta a lasciare l’università perchè non volevo assolutamente piegare la testa alle volontà dei miei genitori. 

I miei genitori, agli occhi di tutti sembravano persone normali, ma a noi figli sembravano più due Hitler. Erano apatici con noi  e molto egoisti; se loro erano apposto non c’era nulla che potesse eliminare le loro convinzioni. Questo era brutto da percepire soprattutto per chi, esattamente come me, è sensibile e credulone. Ogni volta ci speravo, ogni volta credevo che tutto si sarebbe aggiustato anche con loro, ma se mi cercavano era solo per dirmi che senza laurea non avrei fatto nulla e che ero una figlia davvero orrenda. 

I miei fratelli erano molto simili a loro, egoisti e pensavano solamente ai soldi. Una qualità molto brutta, ma purtroppo apparteneva alla mia famiglia da sempre; basti pensare che mio zio era in prigione perché era stato beccato a dare delle mazzette. 

Io ero diversa da loro e si evinceva sia dall’aspetto esteriore che dal carattere. Ero uno spirito libero dagli occhi verdi che sognavo di fare fare qualcosa che piacesse davvero. 

Non somigliavo ai miei parenti in nessun modo, tutti dicevano che ero uguali a mio nonno, e questo un po’ mi rincuorava. Avevo diverse passioni che andavano dall’ambito del mangiare a quello del ricamo. A 21 anni trovai lavoro in una pizzeria della mia piccola città, e appena possibile scappai da quella realtà paurosa di casa mia.

Il lavoro da pizzaiola, non era sicuramente quello più importante del mondo, ma mi piaceva, mi entusiasmava. Ero cresciuta in quel l’ambito; avevo imparato a spianare ed a impalare usando il forno a legna. Sembrava facile, ma posso assicurare che non lo era per niente. Tutto era importante dalla quantità della farina sul banco, alla potenza del fuoco, ogni particolare non poteva essere assolutamente trascurato, sennò il prodotto non sarebbe venuto perfetto. Sul posto di lavoro eravamo in due: io e il mio capo; Thomas. Thomas aveva 47 anni ed una situazione difficile da tenere a bada. Negli occhi aveva molto tristezza, profonda come i suoi occhi azzurri, ma non si abbatteva mai, era agguerrito, pronto a farsi valere nelle cose in cui credeva, è una di quelle ero io. Spesso mi chiedevo come un uomo, soprattutto se affascinate come lui si potesse annullare per 17, non capivo come era possibile. 

“Non si parla di amore” mi diceva “ma di bontà,  come posso lasciarle sole, come posso abbandonarle, da sole non faranno mai nulla, senza di me non possono stare. Sono la mia famiglia, anche se mi sento di non aver concluso nulla. Ho pensato spesso di scappare da lì, non potevo farlo, il senso di colpa mi avrebbe ucciso”. Ogni volta che mi parlava in questo modo, capivo che persona avevo accanto: amorevole, sincera e molto rispettosa. Era sicuramente una persona stupenda. Mi sentivo stranamente legata da lui, come se ci fosse qualcosa che ci univa, che ci attraeva uno all’altro, come se lo conoscessi da tutta la vita. Questo legame era nato dal mio primo giorno di lavoro, e mi aveva dato davvero moltissime libertà, che nessun altro avrebbe mai concesso. Mi stava dietro e mi insegnava ogni cosa con passione. Era davvero incredibile quell’uomo. La notte dormiva sul divano, perché non voleva abbandonare la famiglia, ma la compagna non lo voleva nel letto, e dalle 13 a mezzanotte passata stava in pizzeria a pensare come poter migliorare il lavoro, in un modo o nell’altro. Lo stimavo davvero molto.

   
 
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