Fanfic su artisti musicali > Jack White
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Autore: ArielleKay    08/08/2018    0 recensioni
Gli Stripes non avevano più pubblicato nulla e Meg era convinta di esserne la causa principale. Si sentiva ancora in colpa per quel tour annullato anni prima a causa dei suoi disturbi d’ansia. Probabilmente Jack la odiava per questo, e come biasimarlo? Pure lei lo odiava, comunque.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Meg White era in piedi davanti alla finestra della sua cucina. I raggi di un sole molto debole che stava pian piano tramontando attraversavano il vetro, sfiorandole dolcemente il viso. Chissà come doveva essere bello abitare in un posto dove d’inverno si aveva la neve, pensava guardando il suo triste giardino al di fuori.
Nell’aria c’era un leggero odore di menta e anice, dato da una delle sue tante candele accesa poco prima. Sarebbe stato davvero un peccato rovinare quell’atmosfera con una sigaretta.
Girò leggermente il viso per cercare con lo sguardo il suo pacchetto. Strano, era sicura di averlo lasciato lì, vicino ai fornelli… Non era la prima volta che lo perdeva, comunque, così come molti altri oggetti. Jack glielo ripeteva in continuazione: «Hai la testa tra le nuvole, Megan».
Quello che l’uomo però non comprendeva era che lei, la testa, ce l’aveva ben piantata sulle spalle. Anzi, con molto probabilità quella con più sale in zucca, tra i due, era proprio lei.
L’unico vero difetto di Meg era quello di essere troppo empatica; forse proprio per questo era portata a ragionare più con la testa che col cuore.
Poteva sembrare un controsenso agli occhi dei più, ma lei sapeva bene cosa voleva dire soffrire per ogni minima cosa, sentirsi mancare il respiro e stare così male da avere quasi paura di impazzire. Quando il cuore batte così forte da perdere il suo regolare ritmo, allora è lì che la mente deve mettere un freno.
Lei aveva imparato a farlo, silenziosamente, nel corso degli anni.
Fece qualche passo verso il frigorifero, per poi accorgersi del pacchetto bianco di sigarette spuntare dalla fruttiera. Come ci era arrivato lì?
Poco male. Tanto valeva accendersene una, ormai.
Si sedette su una delle sedie che attorniavano il tavolo da pranzo, mentre cercava di far andare un accendino praticamente finito. Dopo qualche tentativo, riuscì ad accendere la sigaretta e ne inspirò una lunga boccata di fumo.
Fu come riscaldarsi il cuore.
L’ultimo periodo non era stato dei migliori per lei… Tralasciando alcuni problemi personali, gli Stripes non avevano più pubblicato nulla e Meg era convinta di esserne la causa principale. Si sentiva ancora in colpa per quel tour annullato anni prima a causa dei suoi disturbi d’ansia. Probabilmente Jack la odiava per questo, e come biasimarlo? Pure lei lo odiava, comunque. Si era resa conto che era cambiato da un pezzo, ed ormai non era più la persona che tempo prima aveva addirittura sposato. La fama lo aveva reso antipatico, a tratti insopportabile. Ogni tanto le veniva persino da pensare che l’inizio del suo calvario, la fonte principale dei suoi attacchi di panico fosse proprio lui. Aveva imparato a controllarli comunque, quegli attacchi, ma ogni tanto ripensava a tutte quelle cose ed allora era punto e a capo.
Anche in quel momento di solitudine provava una sensazione sfavorevole che la stava colmando da testa a piedi, e senza nemmeno accorgersene aveva già finito la sua sigaretta.
Solitamente avrebbe dato retta al suo istinto, facendosi sopraffare da un senso di negatività che l’avrebbe portata alla nausea o, nel peggiore dei casi, allo svenimento, ma si disse che quel giorno sarebbe stata più forte lei.
Sì, in quella sera di fine Gennaio tanto triste e senza neve, Meg White decise finalmente di rialzarsi in piedi e combattere il nemico più arduo di tutti: sé stessa.
Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il suo cellulare con l’intento di chiamare la persona di cui si fidava di più al mondo, il suo migliore amico, per renderlo partecipe di quest’importante cambio di rotta nella sua vita. Meritava di saperlo per primo.
Quasi come fosse stata telepatia, il telefono iniziò a squillarle in mano. Era lui, e la stava chiamando.
Meg sorrise e rispose immediatamente.
 
«Ciao, Jack!».
  
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