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Autore: Dregya    10/08/2018    1 recensioni
- «La signorina Granger, giusto?»
«Ehm… sì. Io... stavo aspettando un’altra dottoressa, però…»
«Oh, sì, sì. La collega è indisposta. Io sono Bellatrix Black, ma puoi chiamarmi Bella. Allora… certo che è coraggiosa, sa, a farlo da sola.»
[...]
«C-Cosa ci fai qui, Astoria?»
«Doveva essere una sorpresa,ma ormai lo avrai letto! Ho fatto scongelare lo sperma di Draco. Avremo un bambino!»
Bellatrix Black si sentì mancare: aveva appena inseminato la donna sbagliata.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Harry/Hermione
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Prologue
 
La prima volta che le labbra di Hermione Jean Granger furono sfiorate – alla veneranda età di quindici anni – i suoi sogni si frantumarono, assieme al cuore di Viktor Krum.
Forse fu il fastidio provocatole dai leggeri quanto ispidi baffi neri del bulgaro che le sfiorarono la pelle, o, ancor più plausibile, la voce gracchiante di sua nonna Joanne nella mente che le urlava: peccatrice!
E così, sotto lo sguardo perplesso della sua migliore amica, Hermione aveva deciso che, tra il dire e il fare, era meglio scappare.
E l’immaginare, ovviamente.
«Oh, piccola, non devi lasciare che nonna Joanne ti condizioni…» le aveva detto sua madre, quella sera stessa, dopo averla trovata accucciata a letto, Grattastinchi ben stretto fra le braccia. Suo padre, invece – inguaribile curiosone e, dunque, origliatore di professione, aveva esordito con un «Hai fatto bene, invece!», per poi essere malamente scacciato dalla moglie.
«Ma ora che nonna non c’è più, dovrei onorare il suo volere, no?», Jane Granger aveva scrollato le spalle, cercando di nascondere il bagliore che d’improvviso le scintillò negli occhi – lacrime che non sarebbero uscite.
«Ma devi anche seguire il tuo cuore, Herm. Devi fare ciò che desideri…»
E, riflettendoci – cosa che Hermione adorava fare – Viktor Krum non era, in fondo, la scelta adatta.
Sarebbe tornato in Bulgaria quell’estate e lei, si promise dopo essersi infilata fra le coperte con lo stomaco pieno di un ottimo spezzatino, voleva una storia seria e duratura.


[…]


«Penso che Harry voglia farti la proposta!»
Il biscotto al cioccolato sprofondò nella tazza, galleggiando pochi secondi nel latte prima di affondare come il Titanic; Hermione, gli occhi ancora pesanti per il sonno, guardò sua madre, stravolta.
«No, no… insomma. No!: è presto, e abbiamo una tabella di marcia da seguire!»
«E’ un bravo ragazzo, però, tesoro…», Richard Granger le arruffò i capelli – covo di nodi, ricci scarmigliati ed imprecazioni mattutine – portandosi, poi, una fetta di pane intrisa di marmellata alla bocca. «E sei all’ultimo anno di Legge!(1)»
«E il lavoro che ancora non ho? Non posso certo continuare a fare la cameriera. »
« E’ solo una supposizione!»
«E se lo facesse? Cosa gli risponderesti, Hermione?» chiese Jane, alla quale il pettegolezzo sembrava sicuramente più appetitoso del suo porridge.
«Basta così, mamma. Devo andare – mi dai uno strappo, papà?»
Richard annuì, afferrando la ventiquattro ore dal divano e sistemandosi, davanti allo specchio, la giacca, imitato subito dopo da sua figlia.
Dalla corporatura esile, Hermione, la pelle olivastra e gli occhi cioccolato, indossava una semplice camicetta bianca accompagnata da un jeans perfettamente sobrio. Legato al polso, un piccolo bracciale color argento spiccava, assieme al ciondolo ad esso abbinato: una clessidra(2) in miniatura, regalatole da una delle sue professoresse(3) delle superiori come dono dell’ultimo anno. Armandosi, infine, di un sorriso – da cui finalmente spuntava una dentatura se non perfetta ma almeno accettabile (4), infilò nella tracolla le ultime cose – cellulare, chiavi e fazzolettini – e si abbandonò contro il sedile dell’auto.
«Sei tesa, tesoro?»
«No, insomma… è solo una visita di routine.» perché no, non stava andando né ad un colloquio né a lezione né a lavoro: negli ultimi mesi, infatti, il suo ciclo era stato decisamente ballerino, e, con quel controllo, avrebbe finalmente deciso se prendere o meno la pillola. E se ci fossero altri problemi, ovvio.
«Ho chiesto ad un collega – non guardarmi così!, e potrebbe derivare semplicemente dalla tua alimentazione.»
«Ehi, io mangio!»
«Tesoro, l’ultima sessione d’esami non ti ho praticamente vista per g-»
Vari clacson riempirono l’aria, assieme ai mugolii di dolore di Hermione e Richard che, riaprendo gli occhi, si ritrovarono faccia a faccia con l’espressione iraconda di un biondo ossigenato.
Con cui avevano appena avuto un tamponamento.
E che, si rese conto la ragazza, altro non era se non il suo datore di lavoro. Oh…
«Chi diamine gliel’ha data, la patente?!» ruggì il giovane, uscendo dall’abitacolo della sua vettura per constatare i danni. Richard, la cintura appena slacciata, sussurrò ad Hermione: «Lì c’è la fermata. Qui me la vedo io. »
E, benché volesse decisamente restare, fu costretta ad allontanarsi – cercando accuratamente di non farsi vedere da Draco Malfoy –, brandendo lo smartphone a mo’ di arma. Doveva distrarsi, in fondo, e si rese conto solo in quel momento della notifica di casella vocale piena.
Buongiorno!, stasera cinema? Fammi sapere come va la visita.
La voce di Harry riuscì a rilassarla – calda e familiare com’era – e, mentre saliva sul bus per affrontare l’ultima parte del suo tragitto, gli rispose con una semplice emoji. Non poteva di certo infastidirlo, preso com’era dal suo lavoro. Si erano conosciuti alle scuole medie – periodo in cui, tra l’altro, era cotta di Ronald Weasley -, ma il loro amore era sbocciato solo due anni prima, quando lo aveva aiutato a prepararsi per i test attitudinali di polizia.
Erano usciti insieme una volta («Abbiamo bisogno di una pausa, no?»), poi una seconda («Le patatine del Paiolo Magico (5) sono le migliori») e, alla terza, si erano ritrovati sul divano di casa Potter a baciarsi.
Lingua contro lingua, quando le mani di Harry si erano ritrovate a sfiorare la curva dolce delle natiche di lei, quest’ultima si era irrigidita come la vittima di un basilisco(6). Dirglielo o meno?, si era chiesta ma, alla fine, gli aveva rivelato la verità tutta d’un fiato: vogliorestareverginefinoalmatrimonio.
Lui si era preso un momento per pensare – e per raffreddare i bollenti spiriti – ma, alla fine, l’aveva attirata a sé in un abbraccio. No, le aveva detto, quel piccolo particolare non avrebbe rovinato la loro relazione.
Quei ricordi si infransero quando, ancora seduta al suo posto, il pianto di un bambino le perforò i timpani. Tornata alla realtà, Hermione si concentrò sulla lista delle cose da fare per quel giorno.
La clinica Siriu&Black si occupava di fertilità e benessere della donna: la receptionist, una giovane dai capelli colorati, accolse Hermione con un sorriso. «La dottoressa sarà da lei fra un secondo» le disse, facendola accomodare. Si spogliò, posizionandosi sul lettino ginecologico, gambe all’aria, e socchiuse gli occhi.
«Oh… eccoci qui!», la porta si richiuse alle spalle di una giovane donna dai capelli scuri, bella quasi quanto una modella – benché, alcuni tratti, parevano rovinati da tempo stesso (7) - «La signorina Granger, giusto?»
«Ehm… sì. Io... stavo aspettando un’altra dottoressa, però…»
«Oh, sì, sì. La collega è indisposta. Io sono Bellatrix Black, ma puoi chiamarmi Bella. Allora… certo che è coraggiosa, sa, a farlo da sola.»
Le sopracciglia di Hermione si corrucciarono in un’espressione interrogativa, mentre Bella si posizionava proprio fra le sue cosce. Con una… cosa?, che aveva fra le mani? Si zittì, però, quando sentì quella cosa dentro di lei e, subito dopo, una sensazione fredda a riempirla le membra. Il gel, si disse.
«.. Ed ecco fatto! Ora aspetti dieci minuti, ok? Io vado un secondo da un’altra paziente, mh?»
Le labbra di Bellatrix si incurvarono in un sorriso mentre, togliendosi i guanti e gettandoli nel cestino, riprese le cartelle cliniche che aveva dapprima abbandonato sulla scrivania. Fece cenno alla giovane di aspettarla ed uscì, decisamente entusiasta: il suo primo giorno di tirocinio stava andando alla grande!, e non aveva nemmeno alle calcagna il supervisore, per di più. E così, su di giri, si fermò di fronte la porta della sua seconda visita della giornata e della sua intera vita. Prese un profondo respiro, andrà tutto bene, e si infilò nella stanza.
«Bellatrix?»
Il cuore le perse un battito: Astoria Greengrass, decisamente stupita, la guardava con i suoi occhioni, intrisi di perplessità e fretta. «C-Cosa ci fai qui, Astoria?»
«Devo… insomma, è una sorpresa – non sapevo oggi ci fossi tu e ti facessero già lavorare con le pazienti…»
«Eh…»
«Ma ormai lo avrai letto! Ho fatto scongelare lo sperma di Draco. Avremo un bambino!»
La vista di Bellatrix si offuscò e a nulla servì aggrapparsi al pomello: sentiva le gambe liquide, dispettose e decisamente non disposte a collaborare. E come poteva?
Aveva appena inseminato la donna sbagliata.

 
ANGOLO AUTORE:
Finalmente siamo arrivati alla fine del nostro prologo. E’ da tanto che non scrivo seriamente, ed ancor più tempo non pubblico su EFP. Ho deciso di tornare colta dall’ispirazione data dalla lettura di Harry Potter in contemporanea con la visione di Jane The Virgin.
E dal balenare di una associazione nella mia testa: Jane è praticamente Hermione.
E così è nata questa fanfiction, liberamente ispirata alla serie tv della CW, con, però, i personaggi del mondo potteriano.
Ovviamente cercherò di essere un minimo IC, ma, in alcuni casi, dovrò per forza sfociare dell’OOC. Ho cercato il più possibile di abbinare i personaggi in modo coerente… spero di esserci riuscita e che vi crei curiosità: cercherò di aggiornare ogni settimana ( tra il sabato e la domenica, per la precisione). Ho dovuto improvvisare i nomi dei genitori di Hermione, che, però, hanno tutti una linea guida: Joanne, Jane e Jean.
Qualcuno avrà notato che, al fianco di Hermione, anziché Ron c’è Harry – le ragioni sono due: Ron avrebbe perso fin troppo la testa (nella mia testa, è eternamente infantile) e, ho sempre shippato, se proprio dovevo, la grifoncina con il Bambino Sopravvissuto. E poi, beh… non dico altro. ;)
  1. Hermione, nel libro, finisce per lavorare nell’Ufficio Applicazioni delle Leggi Magiche: mi sembrava coerente, quindi, farla studiare Legge.
  2. La clessidra è un chiaro riferimento alla Giratempo, di cui Hermione fa uso nel Terzo Libro della saga.
  3. La professoressa in questione è, ovviamente, Minerva Mcgonagall.
  4. Non potendo usufruire della magia, Hermione ha dovuto utilizzare l’apparecchio che le ha risolto, in parte, il problema degli incisivi sporgenti.
  5. Il Paiolo Magico è un locale per maghi, nella saga. Poiché è il primo reale contatto che Harry ha con la magia nella Pietra Filosofale, ho deciso di utilizzarlo come punto di incontro con Hermione.
  6. Riferimento a La Camera dei Segreti.
  7. Bellatrix Lestrange, come descritta nel libro, è una donna decisamente bella, benché ne abbia persa un po’ a causa del tempo passato ad Azkaban.
  
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