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Autore: merryghostround    11/08/2018    1 recensioni
Romualdo si sveglia in mezzo a degli alberi, cammina un paio di orette ma il panorama non cambia.
Ad un tratto si mette le mani in tasca, e trova un cubetto di legno levigato dipinto di nero.
Genere: Drammatico, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Romualdo si sveglia in mezzo a degli alberi, cammina un paio di orette ma il panorama non cambia.
Ad un tratto si mette le mani in tasca, e trova un cubetto di legno levigato dipinto di nero.
Non è la prima volta che Romualdo vede un cubetto del genere. Ricorda di averlo visto in paese, tra le mani di un ragazzo, quest'ultimo lo stava agitando, lo scuoteva come volesse sussurrargli qualcosa. Non ricorda di esser riuscito a udire cosa di preciso, ricorda però il nome dei ragazzo. Geome, il figlio del panettiere del suo piccolo paesino. È da un po' che non lo vede in giro, ora che ci pensa bene, è proprio da quell'episodio che non lo sente più far schiamazzi con gli amici, che non sente più la madre rimproverarlo perché ha regalato loro del pane.
"Geome?", chiede dunque al cubetto di legno, scuotendolo delicatamente.
Il cubo non sembra far nulla.
'Geome?', sussurra.
Il cubo inizia a bruciare, dapprima a Romualdo sembra solo un'impressione, poi si sente costretto a lasciarlo cadere per il dolore.
Nell'aria inizia a sentirsi odore di pane appena sfornato. Romualdo annusa l'aria, il vento, sente un flebile calore sotto il naso, raccoglie il cubo e segue la scia del profumo. Il panorama inizia a cambiare, la testa inizia a fargli meno male. Doveva essere caduto da qualche parte, e doveva aver battuto la testa. Che ora era?
Vede un gruppo di uomini corrergli incontro gesticolando in agitazione. Sembrano sorpresi, felici.
"Ti cerchiamo nel bosco da due giorni, tua madre era disperata", gli dice uno dei signori, la voce rotta.
Lo portano al paese, alla sua vista la madre inizia a corrergli incontro per stringerlo. Piange disperatamente, è felice.
Romualdo non sa cosa dire, ha un nodo in gola e sente di non poter parlare. Istintivamente porge alla madre il cubetto di legno levigato dipinto di nero.
Lei impallidisce. "Tuo padre lo cerca da anni', gli dice, "pensa che il suicidio sia stata colpa sua. È convinto che tuo fratello glielo abbia voluto far capire facendo sparire il piccolo dono che gli aveva fatto. Avevano litigato". Non riesce a trattenere le lacrime, "Geome non è mai stato bravo con le parole, viveva di segnali, e di sussurri."

   
 
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