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Autore: KuraCchan    12/08/2018    0 recensioni
Il soldato scelto Sebastian Moran aveva poco più di diciotto anni ed era l'unico, lì, con quei suoi occhiali di tartaruga dalle lenti violacee, che sapeva di essere stato mandato per morire. Come una pedina sacrificabile percorreva in cielo, seduto sullo scricchiolante sedile in pelle di quell'aereo, fingeva con i suoi commilitoni (tutti dei perfetti idioti e soprattutto dei perfetti palloni gonfiati) di vivere quella esperienza come la prima di una lunga serie.
Genere: Angst, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Jim Moriarty, John Watson, Nuovo personaggio, Sebastian Moran
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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KASHMIR (I)
2000
 
Tigre! Tigre! Divampante fulgore / Nelle foreste della notte
Quale fu l’immortale mano o l’occhio / Ch’ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria?
(William Blake)
 
In India c'è caldo e tutto puzza. Puzza tutto così tanto che i levrieri della British Army, addestrati ad anni ed anni di annusate e respiri sembrano essere caduti dal pero, confusi dagli odori misti di spezie e sudori.
Ah, no. Precisiamo.
Non sono i levrieri della British Army, la British Army in Kashmir non c'è. E' una lotta intestina quella del Kashmir, sono indiani, pakistani e cinesi a contenderselo. Nessuno sta intervenendo.
Nessuno. Prima di spedire quel gruppo di giovani militari senza stemmi de stelle sulla divisa i luogotenenti avevano fatto tutto un discorso pieno di passione per la patria, pieno di stretto coinvolgimento, grande forza nelle cause altrui e nessuno si stava chiedendo perché a salire su quell'aereo di linea c'erano tutti giovani e nessun grande e grosso generale era salito con loro.
Il soldato scelto Sebastian Moran aveva poco più di diciotto anni ed era l'unico, lì, con quei suoi occhiali di tartaruga dalle lenti violacee, che sapeva di essere stato mandato per morire. Come una pedina sacrificabile percorreva in cielo, seduto sullo scricchiolante sedile in pelle di quell'aereo, fingeva con i suoi commilitoni (tutti dei perfetti idioti e soprattutto dei perfetti palloni gonfiati) di vivere quella esperienza come la prima di una lunga serie.
Sicuramente per lui lo sarebbe stato, ma tentò di non guardare troppo negli occhi i compagni di squadra per non ricordarne il volto. Non voleva avere nella mente il ricordo della morte di quelle persone, nonostante il gelido freddo che - con sua sorpresa - incontrò una volta atterrato nell'aereoporto più vicino a Muzaffarabad dal lato del Kashmir pakistano e da lì avrebbero proceduto a piedi.
O su un mezzo sgangherato, oppure direttamente in una bara.
Moran, che nella sua giovane vita ne aveva viste anche di peggiori, aveva acceso una sigaretta una volta sceso dall'aereo, deriso dai compagni, ben più grandi di lui veri maschi alpha che non hanno bisogno del fumo di una sigaretta per sembrare grandi e forti. Inclinando la testa, mentre teneva la sua valigia con la destra e la sigaretta con la sinistra si era voltato verso di loro adesso ben deciso a fissarli dritti negli occhi. Era volubile, il giovane Moran. Cambiava idea da un momento all'altro, con quei suoi occhi verdi adesso fissava ogni dettaglio di ognuno di loro con l'intento di ricordarli. Inspirò un lento sospiro di nicotina che scese rapida dentro la sua gola e giù dritta verso i polmoni: «Ricordate la faccia di chi vi salverà il culo, mentre voi tremerete di paura.» Mormorò, tirando su un sospiro di lungimirante attenzione ai dettagli.
Già le mani di alcuni di loro tremavano.
Sapevano perfettamente che non li avrebbe aiutati.
Aveva acceso e spento circa cinque sigarette mentre attendevano tutti l'arrivo di colui che, per vie traverse, li aveva ingaggiati volenti o nolenti. L'uomo che si ritrovarono davanti aveva il viso completamente deturpato da una serie di cicatrici concentriche che sembravano ancora pulsare di carne viva mentre con un sorriso li aveva accolti chiamandoli "Comrades", compagni. Sembrava come se i luogotenenti che li avevano spediti lì avessero inviato per fax il copione da recitare, dato che l'uomo che li accompagnò ad una sgangherata Jeep senza targa sembrava avere lo stesso tono meravigliosamente ottimista dei suoi colleghi.
Sulla macchina vi erano caricati del cibo e delle armi. Nessuno di loro, nemmeno Sebastian osò alzare il telo nero che copriva l'arsenale d'armi da guerra che si stavano portando appresso e partirono, lasciandosi alle spalle il compatriota che, come Sebastian, aveva ben chiaro che fossero diretti verso l'inferno.
  
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