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Autore: Cissy04    15/08/2018    0 recensioni
La Battaglia di Hogwarts è finalmente giunta al termine. Maghi e streghe si radunano in memoria dei loro cari deceduti. Anche i Malfoy sono riuniti tra le rovine di Hogwarts, in attesa di decidere quale sarà la loro sorte. Tra ricordi e tormenti, questi dolorosi giorni segneranno la vita di questi personaggi per sempre. Ma se il Ragazzo-Che-E'-Sopravvissuto sconvolgesse di nuovo il destino di questa famiglia?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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ONE SHOT
The day after
 
Narcissa fissava quella che era stata, un tempo, la Sala Grande. Colonne distrutte, resti di pareti che ora giacevano nel terreno polveroso, brandelli di arazzi distrutti disseminati in giro e calpestati dalla folla, che ora si accingeva a osservare i parenti deceduti, gli amici cari feriti o ad osservare la gente circostante, sospettando che qualcuno potesse iniziare a gridare che Voldemort non era morto, e che subito si sarebbe scatenato di nuovo il combattimento, provocando altri morti.
Distogliendo lo sguardo da quello scenario di distruzione, Narcissa si voltò e incrociò lo sguardo di suo figlio, Draco. Guardando quei due occhi argentati, la donna provò di nuovo l'ondata di emozioni che l'aveva tormentata fino a quel momento: la disperazione nel cercare il figlio, il terrore di aver mentito a Voldemort, la rabbia quando aveva constatato che Potter era ancora vivo, e quando avrebbe voluto strappargli il cuore dal petto con le unghie. Risvegliandosi dai propri pensieri, si ritrovò di nuovo a fissare Draco, che teneva lo sguardo basso, temendo di aver sbagliato qualcosa.
  - Madre, io... ho rovinato tutto. - disse ad un certo punto il figlio prendendo coraggio, la voce rotta dall'emozione e dalla paura.
  - Non dire così. Non è stata colpa tua. Draco, se c'è qualcuno che non ha colpe qui, quello sei tu. - le rispose sua madre.
Draco alzò lo sguardo. Per la prima volta si rendeva conto di cosa doveva aver passato sua madre. Aveva gli occhi lucidi, le vesti strappate, lo sguardo stanco e i capelli, in genere perfettamente in ordine e rigidamente raccolti, sparsi sciolti sulle spalle. Si sentiva terribilmente in colpa, nonostante sua madre gli avesse appena detto che di colpe lui non ne aveva. Ma Draco non pensava che nemmeno lei ne avesse. E neanche suo padre, in un certo senso.
Il ragazzo si avvicinò alla madre. Era poco più alto di lei, ma si sentiva ugualmente piccolo e indifeso. Quanto avrebbe dato per tornare indietro nel tempo, quando lui e i suoi genitori si divertivano in giardino, o quando sua madre lo abbracciava scaldandogli il cuore altrimenti gelido. E proprio in quel momento, strinse quella donna in un forte abbraccio, che lei ricambiò immediatamente.
Il vento fischiava forte e faceva freddo, nonostante fosse maggio. Maghi e streghe si stringevano nei mantelli laceri per scaldarsi, mentre percorrevano sentieri intorno alle macerie. Narcissa e Draco sedevano su degli enormi massi disposti casualmente per terra. La donna stava percorrendo con lo sguardo il panorama intorno a loro, quando i suoi occhi azzurri si posarono sui corpi delle vittime radunati nel salone. C'erano uomini e donne, ragazzi e ragazze, con i visi pallidi e lo sguardo vuoto, circondati da parenti e amici in lacrime. Vide sua nipote Nymphadora Tonks accanto a Remus Lupin, con le mani che quasi si toccavano e i volti che si guardavano l'un l'altro attraverso le palpebre chiuse. Spostò lo sguardo verso destra, e la sua attenzione fu attirata dal corpo di una donna con un abito nero e capelli incolti. Narcissa notò che non c'era nessuno a piangere per lei. Tenendo fisso lo sguardo sul corpo della donna, si alzò piano dal muretto e si avvicinò con cautela a quei ricci crespi. Erano tremendamente familiari.
  - Madre? - fece Draco vedendola avvicinarsi alla donna.
A Narcissa per poco non prese un colpo. Sua sorella Bellatrix era distesa sul pavimento, volto cereo e occhi serrati. La donna cadette in ginocchio di fronte al cadavere della sorella, e si lasciò sfuggire dei singhiozzi disperati, nascondendo il volto tra le mani.
Subito Draco corse a vedere la causa del dolore di sua madre, quando vide anche lui il corpo della zia. Non la conosceva bene, ma l'aveva temuta quando era evasa da Azkaban, due anni fa. Gli aveva insegnato l'Occlumanzia, ma fu l'unica cosa che fece per lui. La sua morte non l'aveva turbato.
Aiutò sua madre ad alzarsi e la fece sedere di nuovo sul muretto polveroso.
Non sapeva cosa dire per consolarla. Si sentiva inutile. Di nuovo.
Tutto ad un tratto sua madre alzò lo sguardo. Non aveva più gli occhi lucidi, e Draco pensò che si era ricomposta con uno sforzo enorme. Si alzò dal muretto e a grandi passi si incamminò attraverso le macerie, calpestando brandelli di tessuti vari e mattoni. Il figlio la seguì, temendo di perderla di vista. Non perché sua madre non sapesse badare a sé stessa, ma perché Draco non voleva essere lasciato solo.
Vide che sua madre si stava dirigendo verso il giardino di Hogwarts. La vide andare presso il Salice Schiaffegiante e chinarsi per passare attraverso il passaggio segreto. Uscirono fuori con i vestiti sporchi di terra e con qualche graffio, ma raggiunsero una casetta in mezzo al nulla. Narcissa aprì la porta con violenza, tanto da farla uscire dai cardini, e farla cadere a terra con un tonfo sordo. Draco ora sapeva chi stava cercando. Severus Piton era accasciato a terra, con la testa appoggiata ad un vetro. Nel collo c'era uno squarcio e delle impronte di morsi. C'era sangue dappertutto. Draco staccò lo sguardo da quella scena raccapricciante, ma Narcissa si chinò e prese una mano gelida del professore. Era morto. Anche qui, Narcissa fece uno sforzo enorme per non scoppiare in lacrime. Si alzò, e fece cenno al figlio di seguirla. Tornarono tra i resti della Sala Grande. C'era lo stesso via vai di maghi di qualche ora prima. Ormai il sole stava calando, proiettando ombre sinistre sul terreno. Il cielo si stava dipingendo di un rosso sangue, come a voler ricordare tutti i morti della Battaglia.
Fino a quel momento, Draco non si era preoccupato di dove fosse suo padre. L'ultima volta che l'aveva visto era stata quando Potter era arrivato tra le braccia di Hagrid, ma poi era sparito. Si voltò verso sua madre, che sembrò avergli letto nel pensiero.
  - Non me ho la minima idea, Draco. Speriamo torni presto. - gli rispose.
Aveva parlato con un tono normale, ma Draco pensò fosse arrabbiata con lui.
D'un tratto, qualcuno si schiarì la voce per attirare l'attenzione.
  - Molto bene... - pronunciò la voce della professoressa McGonagall - Allora, per tutti quelli che vogliono tornare a casa, vadano pure. I mangiamorte rimasti sono pregati di rimanere. -
Draco si sentì un tuffo al cuore. L'unica cosa che avrebbe voluto in quel momento era tornare a casa con i suoi genitori.
  - Gli altri, per favore, si raggruppano nella Sala Grande... se si può ancora chiamare così... grazie. -
Draco e sua madre si alzarono e si unirono al gruppo dei rimasti. C'era confusione, nonostante i maghi e le streghe erano pochi.
  - Suppongo non dovrei neanche rivolgervi la parola... -
Draco si girò. Suo padre era in piedi dietro di loro. Teneva lo sguardo basso, aveva lividi su tutto il corpo, ricordo della punizione inflittagli da Voldemort settimane fa. I suoi occhi erano sbiaditi e teneva in mano i resti della sua bacchetta. Anche Narcissa parve accorgersi di lui, perché si girò subito dopo Draco. Suo padre non osava nemmeno guardarla in faccia, ma lei non sembrava arrabbiata. La voce della McGonagall interruppe i pensieri.
  - Abbiamo disposto dei posti letto qui nella Sala Grande. Se avete voglia di qualche spuntino lo troverete presso quel bancone. -
Narcissa guardò i "posti letto" di cui aveva parlato la McGonagall. Sacchi a pelo singoli erano disposti ordinatamente sul pavimento. I tre si scelsero dei posti e poi si coricarono.
 
Il giorno dopo, Narcissa fu svegliata da dei gridolini. Aprì gli occhi lentamente e si ritrovò di fronte nientemeno che Harry Potter. Stava parlando con alcuni professori, quando si accorse che Narcissa era sveglia e lo stava fissando con uno sguardo gelido. Fece appena in tempo ad alzarsi, che il ragazzo la chiamò.
  - Signora Malfoy. Ehm, io... potrei parlarle un minuto? - chiese. Era più basso di lei, e questo non contribuiva a farlo sentire più sicuro.
  - Cosa vuoi? - gli disse in tono gelido.
  - Io... volevo chiederle se potessi farle da testimone al processo. -
Narcissa esitò un attimo. Si era completamente dimenticata che si sarebbe svolto un processo contro i mangiamorte. Lo scrutò, come per verificare che non fosse uno scherzo, poi gli chiese:
  - Come mai, tu, Potter, vorresti difendermi all'udienza? -
  - Mi ha salvato la vita, signora, e io sono in debito con lei. -
  - D'accordo, allora. - disse, per poi allontanarsi. Harry non doveva niente, né a suo marito né a suo figlio, ma lei gli aveva salvato la vita. E si sarebbe reso utile.
  - Lucius, devo parlarti. -
Narcissa prese da parte il marito.
  - Dimmi -
  - Potter si è offerto di testimoniare a nostro favore per l'udienza di domani. -
  - Dannazione, me ne ero scordato. Sul serio Potter ci farà da testimone? -
  - Sì, ma non aspettarti trattamenti speciali. Sembrava voler testimoniare soltanto a mio favore... -
  - Speriamo si renda utile. -
 
Il giorno dopo, I Malfoy stavano uscendo dall'udienza.
  - Non ci posso credere - disse Lucius appena ritrovò fiato - Nessuno andrà ad Azkaban. È mai possibile avere tanta fortuna? -
  - Tanta fortuna? Dovremo pagare cinquecento mila galeoni per la riparazione di Hogwarts. Sono un sacco di soldi! - ribatté Draco.
  - Preferivi forse finire ad Azkaban per l'eternità? -
  - No, ma... no. -
  - Lo sapevo. - disse ridendo suo padre.
Narcissa, che era stata in silenzio fino a quel momento, si voltò a guardare Draco e Lucius, che in quel momento stavano ridendo di gusto. Finalmente, dopo tanto tempo, erano tornati ad essere felici. Come ai vecchi tempi.
  - Cissy! -
Una voce aveva distratto i pensieri di Narcissa. Si voltò. Di fronte a lei trovò una donna dal viso affilato, gli occhi buoni e gentili e la corporatura sottile.
  - Santo cielo. Meda! -

N.d.A. Salve, spero vi piaccia questa One Shot. Sto pensando di fare un seguito, magari con altri personaggi, per non lasciarla in sospeso. Fatemi saper con una recensione X3
   
 
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