What I’ve done
(prima parte)
I start again
And whatever pain may come
Today this ends
I'm forgiving what I've done
I'll face myself to cross out what I've become
Erase myself
And let go of what I've done…
(“What I’ve
done” – Linkin Park)
Elijah giunse a casa di Madame Angéle con
il cuore che gli batteva fortissimo e fu ricevuto nel lussuoso salotto
dell’anziana strega. Era talmente stravolto da dimenticare, cosa insolita per
lui, ogni più elementare forma di cortesia. Salutò frettolosamente la Reggente
delle Streghe di Marsiglia e le fece subito la domanda che tanto lo tormentava.
“Madame, mi dica, la prego, Tristan è
qui?”
Madame Angéle lo fissò con sguardo
grave.
“No, il Conte De Martel non è qui al
momento, ma vi è stato questa mattina” rispose, con un certo distacco.
“Allora è partito. Le ha detto dove
sarebbe andato? La prego, Madame, lei deve aiutarmi!” Elijah non era certo tipo
da supplicare, ma in quel momento provava un’angoscia mai sperimentata in mille
anni. Nemmeno quando aveva salvato Tristan dal container si era sentito così in
colpa, così sbagliato. Doveva trovarlo, doveva riprenderlo con sé, a tutti i
costi.
“Monsieur
Mikaelson, perdonerò la sua evidente scortesia poiché vedo quanto è turbato, ma
le confesso che il suo atteggiamento non mi piace affatto” replicò la strega,
gelida. “Adesso dovrà ascoltarmi, che le piaccia o no, altrimenti non avrà
alcun aiuto da parte mia. La prego, si sieda.”
Elijah dovette obbedire, sebbene
l’elegante poltrona sulla quale si accomodò gli parve scottare sotto di lui.
Come poteva quella donna fargli perdere del tempo prezioso quando Tristan,
forse, si trovava ancora a Marsiglia?
“Non le ho imputato alcuna colpa per ciò
che ha fatto a Monsieur De Martel
perché non appena l’ho vista, quella sera, con quella donna…” Madame Angéle
crollò impercettibilmente il capo in segno di disprezzo, “ho avvertito in lei
un potente maleficio all’opera. Inadu le aveva manipolato i ricordi e la mente
e io ho potuto cancellare il suo incantesimo solo con molta fatica e solo
perché nel frattempo lei era stata eliminata. Quindi mi rendo perfettamente
conto di quanto lei fosse influenzato da quel sortilegio.”
“Sì, Madame, la ringrazio di avermi
liberato, senza di lei non avrei mai compreso cosa avevo fatto a Tristan. Ma
adesso… la prego, ogni secondo è prezioso!” insisté il vampiro Originale,
sempre più agitato.
“Non ho l’informazione che cerca, Monsieur Mikaelson, è giusto che lei lo
sappia fin d’ora” lo interruppe la strega, calmissima. “Il Conte è venuto da me
questa mattina molto presto per raccontarmi tutto ciò che era accaduto e poi è
partito, ma non mi ha riferito la sua destinazione. Forse non aveva ancora
deciso dove andare. Tutto ciò che mi ha detto è stato che sentiva il dovere di
rifondare la Strix che lei aveva
fatto massacrare e che avrebbe viaggiato in Europa e in tutto il mondo per
riunire i vampiri rimasti e ammetterne di nuovi.”
Elijah sentì scivolare via ogni
speranza. Madame Angéle non sapeva dove fosse Tristan. Sarebbe potuto essere
ovunque, in Germania, in Russia… perfino in India.
Non lo avrebbe ritrovato mai, mai… che
cosa poteva fare?
“Come le dicevo, non la ritengo
colpevole per aver punito ingiustamente il Conte De Martel, perché allora era
sotto l’incantesimo di Inadu. Tuttavia le imputo la responsabilità di aver
abbandonato il Conte per accompagnarsi a quella… a quella nemica, i cui
familiari stanno massacrando streghe, umani, lupi e gli stessi vampiri, in
Francia e altrove. E’ per quello che Monsieur
De Martel se n’è andato. Ha bisogno di alleati forti per contrastare questa
malefica genìa di vampiri. Ha bisogno della Strix.”
“Lei sta parlando di Antoinette? Ma no,
si sbaglia, lei non…”
“Forse la sua Antoinette non partecipa
direttamente a tali massacri, glielo concedo, ma i suoi familiari e amici sì e
lei li protegge. Come può ben comprendere, il Conte De Martel non avrebbe mai
potuto chiedere il suo aiuto, visto che lei sta dalla parte della sua nemica”
sottolineò con asprezza Madame Angéle.
“So che i familiari di Antoinette e i
loro seguaci sono vampiri notturni, puristi, che vogliono vivere secondo le
antiche regole delle creature della notte, ma… perché dovrebbero uccidere i
lupi mannari, le streghe e gli umani? Non capisco, Antoinette me ne avrebbe
parlato” Elijah era confuso, ma un’idea agghiacciante cominciava a farsi strada
nella sua mente.
“Perché, mi chiede? Ma non è ovvio? E’
questo che fanno i vampiri antichi” ribatté sprezzante la strega. “Lei, la sua
famiglia, il Conte De Martel e tutti i vostri amici avete scelto una strada
diversa, ma il vampiro delle leggende caccia di notte, uccide senza pietà gli
innocenti, detesta i lupi mannari e le streghe e vuole eliminarli dalla faccia
della Terra, nella sua concezione sono esseri inferiori e immeritevoli di
vivere. Dopo che la sua Antoinette e i suoi amici sono stati qui, gli stessi
omicidi hanno iniziato a verificarsi anche a Marsiglia, a Manosque e in breve
in tutta la Francia. I miei amici sono molto preoccupati per questo.”
Elijah non voleva sentire quelle storie,
non voleva doversi occupare dei seguaci di Greta, la madre adottiva di
Antoinette, o dei problemi che potevano avere in Francia a causa dei vampiri
puristi. Non voleva doversi preoccupare per ciò che quei vampiri avrebbero potuto
fare alla sua famiglia, non adesso che aveva perduto Tristan. Ma, suo malgrado,
l’innato senso del dovere ebbe la meglio e lui si dispose ad ascoltare Madame
Angéle.
“Il Conte De Martel ha pensato di
rifondare la Strix per lottare contro questa minaccia portata dai vampiri
stessi perché, se qualcuno non li fermerà, presto saranno loro a colonizzare il
mondo” riprese la Reggente delle Streghe, in tono cupo. “Elimineranno le
streghe e i lupi mannari. Combatteranno i vampiri come lei e i suoi amici, Monsieur Mikaelson, fino a che non li
avranno convinti a seguire le loro regole… o non li avranno uccisi tutti. So
che la sua famiglia ha cercato più volte di pacificare le razze a New Orleans e
lo stesso facciamo qui a Marsiglia; bene, i vampiri della sua Antoinette non
vogliono alcun trattato di pace: vogliono esistere soltanto loro, distruggere
le altre razze e mantenere in vita gli umani solo perché sono il loro
nutrimento.”
“Ma Tristan… poteva parlarmi di queste
cose, poteva chiedere il mio aiuto, io…”
“E come? Lei aveva già scelto da quale
parte stare, ha scelto di sposare Antoinette” lo sguardo di Madame Angéle era
duro. “Non poteva fidarsi di lei, non poteva dirle niente.”
Elijah si sentì invadere da un gelo che
quasi gli paralizzò il cuore.
L’idea vaga che si era presentata alla
sua mente ora aveva una forma ben precisa.
Certo, era stata Inadu a stregarlo, ma
Antoinette ne aveva approfittato, aveva accresciuto i suoi sospetti per quegli
omicidi che, ora lo capiva chiaramente, erano opera dei vampiri puristi. Aveva
fatto in modo che lui facesse distruggere la Strix e imprigionasse Tristan e lo
aveva portato via, lontano da Tristan… ma anche lontano dalla sua famiglia.
Antoinette voleva che lui diventasse come loro, che scegliesse di seguire le
loro regole, che scegliesse lei. Lo aveva plagiato…
E, una volta che si fossero sposati, i
vampiri di Greta sarebbero stati liberi di imperversare ovunque, anche a New
Orleans, avrebbero eliminato i suoi fratelli e sorelle, avrebbero ucciso Hayley
e Marcel e Hope e infine… sarebbero rimasti l’unica razza dominante nel mondo,
con gli umani come schiavi e fonte di cibo.
Era spaventoso… ed era stata tutta colpa
sua. Lui aveva creduto ad Antoinette, lui aveva deciso di sposarla. Non poteva
nascondersi dietro l’alibi del sortilegio di Inadu. Elijah aveva scelto
Antoinette anche dopo esserne stato liberato. Aveva scelto Antoinette contro la
sua famiglia… e contro Tristan.
Il vampiro Originale si alzò bruscamente
dalla poltrona. L’angoscia e il senso di colpa si erano tramutati in una fredda
determinazione che lo avrebbe portato a raggiungere ciò che aveva deciso.
“La ringrazio per tutte queste preziose
informazioni, Madame Angéle. Adesso so che cosa devo fare ed è tutto merito
suo” le disse. Le baciò la mano e si congedò in fretta.
Aveva sbagliato clamorosamente ancora
una volta. Aveva condannato Tristan e scelto Antoinette. Il suo errore, questa
volta, avrebbe potuto causare la distruzione di intere razze e della sua stessa
famiglia.
Non lo avrebbe permesso.
Avrebbe chiamato Antoinette, fingendo
che andasse tutto bene; poi, però, avrebbe allertato Klaus e Marcel, perché si
organizzassero contro i vampiri puristi… e anche contro la stessa Antoinette,
se necessario.
Lui, nel frattempo, avrebbe perlustrato
il mondo in lungo e in largo fino a ritrovare Tristan, non importava quanto ci
sarebbe voluto, lo avrebbe cercato e trovato, lo avrebbe ripreso con sé,
avrebbe rifondato la Strix con lui e combattuto al suo fianco.
Avrebbe scelto Tristan, la scelta giusta
per la prima volta in mille anni.
Ora lo sapeva.
Fine prima parte