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Autore: g21    17/08/2018    2 recensioni
Quattro ragazzi ridono, dietro di loro un albero maestoso quanto pericoloso, il Platano Picchiatore. Mi riconosco, più giovane, in mezzo a loro, gli unici veri amici che abbia mai avuto.
James Potter, occhiali e capelli neri sempre in disordine, Peter Minus, il più debole del gruppo, ma che non si tirava mai indietro. E poi lui, Sirius Black, gli occhi di ghiaccio e il sorriso che conquistavano chiunque.
Storia partecipante al contest "Foto Ricordo" indetto da Fiore di Cenere sul forum di EFP
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Quando eravamo ragazzi
 
 
 
Alla finestra della stanza d’albergo, presa per i due giorni precedenti, sospiro, portando lo sguardo sulla stazione di King’s Cross. Dovrò tornare ad Hogwarts, almeno quest’anno.
 
Lascio la finestra per andarmi a sedere sul bordo del letto, prendendo in mano un vecchio libro di scuola. Lo porto verso il comodino, ma una vecchia foto ingiallita scivola fuori, andando a posarsi leggera sul pavimento. La prendo in mano per guardarla e un sorriso nostalgico si fa strada sul mio volto.
 
Quattro ragazzi ridono, dietro di loro un albero maestoso quanto pericoloso, il Platano Picchiatore. Mi riconosco, più giovane, in mezzo a loro, gli unici veri amici che abbia mai avuto.
 
O, almeno, lo credevo.
 
James Potter, occhiali e capelli neri sempre in disordine, Peter Minus, il più debole del gruppo, ma che non si tirava mai indietro. E poi lui, Sirius Black, gli occhi di ghiaccio e il sorriso che conquistavano chiunque. È stato lui a notarmi il primo anno, prima dello smistamento.





Ti guardi intorno intimorito.
Non hai mai avuto attorno così tanta gente. Tutti ragazzini della tua età, emozionati ed incapaci di stare al proprio posto. Hogwarts l’avevi sognata, troppe volte, mai più di questo. Invece eccoti qui, in attesa dello smistamento.
Due ragazzi ti vengono incontro con un enorme sorriso.
“Ciao. Io sono Sirius, e lui è James. Ci sembravi troppo solo, così siamo venuti a farti compagnia” si presenta il primo allungando la mano.
I capelli neri arrivano poco sotto le orecchie e gli occhi grigi sono gentili e luminosi. Guardi l’altro ragazzo che mostra lo stesso entusiasmo del primo, i capelli neri un po’ più corti, incredibilmente spettinati e gli occhi attenti dietro gli occhiali.
Allunghi la mano poco sicuro, nessuno si è mai avvicinato a te in quel modo, ma ti fa piacere.
“Io sono Remus” ti presenti a voce bassa, quasi con timore. Entrambi ti stringono la mano, senza smettere di sorridere.
“E in che casa speri di finire?” chiede James, sistemandosi gli occhiali. Alzi le spalle, non ci hai nemmeno pensato.
“Penso che qualsiasi casa possa andare bene” rispondi tranquillo.
Vedi Sirius scuotere la testa.
“Io so che quasi sicuramente sarò un Serpeverde, tutti i Black lo sono stati. Anche se spero di finire tra i Grifondoro” ammette il ragazzo.
Poi si illumina e guarda entrambi.
“Sentite, se saremo tutti e tre nella stessa casa faremo gruppo. Troveremo un nome per noi, e magari anche dei soprannomi, ma staremo insieme, anche nella stanza del dormitorio” propone Sirius, con un sorriso sicuro.
James gli dà subito ragione, poi entrambi guardano verso di te.
Non sai cosa dire, due amici così già la prima sera è un successo per te, ma non vorresti mai metterli in pericolo a causa di quello che sei. Allunghi la mano verso i due solo quando le porte della Sala Grande si aprono per farvi entrare.
“Ci sto” affermi sicuro, il sorriso più largo di sempre verso James e Sirius, i tuoi nuovi amici.





Poco più tardi ci siamo ritrovati tutti allo stesso tavolo, nuovi Grifondoro, a brindare alla nostra nuova avventura. Una volta raggiunto il dormitorio del primo anno abbiamo trovato un quarto ragazzo seduto in disparte sul letto più lontano.
 
Così abbiamo conosciuto Peter e, tutti e quattro, abbiamo deciso di creare un gruppo che fosse durato tutti gli anni di scuola.
 
Abbiamo giurato di aiutarci e proteggerci a vicenda. Sorrido, ricordando con nostalgia la nascita dei Malandrini.
 
Con il tempo mi sono lasciato trascinare anch’io dall’allegria e dalla leggerezza di quegli anni in cui tutto è iniziato. E, più conoscevo James e Sirius, più ero costretto a studiare modi sempre diversi per tirarli fuori da tutti i guai in cui si cacciavano. Non lo ammettevo spesso, ma, anche se seccato, mi divertivo.
 
Non ero mai stato più felice.
 
Fu durante il secondo anno, però, che accadde la cosa veramente sorprendente. Scoprirono il mio problema con la luna.





Senza far rumore, rientri nella stanza del dormitorio maschile dei ragazzi del secondo anno. Sei riuscito a convincere madama Chips a farti tornare alla torre di Grifondoro senza passare la notte in infermeria. I tuoi amici sospettavano già abbastanza e tu non potevi permetterti che scoprissero la tua licantropia.
Chiudi la porta con lentezza per evitare il minimo rumore. Ti muovi piano, al buio, cercando di non svegliare nessuno. Hai quasi raggiunto il tuo letto, quando tutte le candele della stanza si accendono, rivelando i tuoi amici nei propri letti, seduti e svegli come se fosse la cosa più normale di tutte.
“Ragazzi, c-come mai svegli a quest’ora?” chiedi bloccandoti sul posto, un sorriso tutt’altro che gentile sul volto.
“Potremmo chiederti la stessa cosa” ammette James, la voce seria, così diversa dal tono di tutti i giorni.
Abbassi lo sguardo, non hai il coraggio di guardarli negli occhi. Stringi i pugni, sentivi che, prima o poi, avrebbero scoperto qualcosa, ma non ti aspettavi che accadesse così presto.
Dei rumori leggeri si alzano attorno a te, ma ancora mantieni gli occhi incollati al pavimento, non vuoi vedere la loro delusione, farebbe troppo male.
“Allora?” domanda Peter, sicuro nonostante la voce bassa.
“Remus, a noi puoi dire tutto, lo sai” confida Sirius, ribadendo l’ovvio.
Tu lo sai, da quando vi siete trovati per la prima volta in quel dormitorio. I problemi di uno sono i problemi di tutti, i segreti non sono ammessi tra di voi. Questa volta, però, è un problema troppo grande e pericoloso perché possa essere condiviso con i tuoi amici.
“Non posso, ragazzi, non con questa cosa” ammetti, poco convinto di mentire, ma sicuro che sia la cosa giusta da fare.
“Ma noi lo sappiamo già” afferma Minus a voce più alta.
Il tuo sguardo si alza di scatto sui tre compagni Grifondoro. Il terrore si impossessa dei tuoi occhi e del tuo corpo. Come è possibile che loro già sappiano? D’accordo, Sirius e James sono molto perspicaci, nonostante la facciata, ma come riescono a stare quasi impassibili davanti a te, ora che sanno quello che sei?
“È evidente. Sparisci in prossimità della luna piena, quella notte non sei mai nel dormitorio, dimagrisci a vista d’occhio e tutte le volte che ritorni hai nuovi graffi e botte in mostra, anche se tenti di nasconderli” spiega Black senza scomporsi.
“Senza contare il tuo caratteraccio tutte le volte che si avvicina la luna piena” aggiunge James, facendoti spuntare un sorriso.
“Sappiamo che sei un lupo mannaro, Rem” conclude il moro sistemandosi gli occhiali.
Improvvisamente senti il mondo crollare. Loro lo sanno e, a giudicare dalle reazioni, sembra anche da un po’ di tempo. Cerchi di mantenere la calma, mentre il tuo cuore fa l’opposto.
“E perché fate così?” riesci a chiedere, poco più di un sussurro.
“Così come?” domanda di rimando Peter, confuso.
“Perché mi state ancora così vicino, ora che sapete la verità” rispondi duro, non controllando la tua voce.
“Non dovremmo?” chiede ancora il biondo, accennando ad un sorriso timido.
“Io sono un mostro!” esclami non trattenendo la rabbia.
Poi volti loro le spalle e raggiungi il tuo letto senza fermarti. Ti siedi sul bordo del letto e provi a controllare i respiri, portando una mano al cuore e l’altra, stretta a pugno, sul letto.
Chiudi gli occhi, non vuoi piangere davanti a loro, non vuoi farli preoccupare ora che dovrebbero solo starti il più lontano possibile. Senti il materasso abbassarsi dietro di te, così anche alla tua destra e alla tua sinistra.
“Rem, tu non sei un mostro” ammette Peter, dietro di te.
“Remus, l’abbiamo detto il primo anno, ci saremmo sempre stati, gli uni per gli altri” continua James alla tua sinistra.
“E poi, si tratta solamente di una volta al mese, il resto del tempo sei un ragazzo normale, il ragazzo più tranquillo e più gentile che io conosca” conclude Sirius.
Apri gli occhi lentamente, non ancora sicuro. Il ragazzo alla tua sinistra sorride gentile, annuendo convinto. Il moro alla tua destra ti regala un sorriso dei più luminosi, prima di farti l’occhiolino. Porti lo sguardo dietro di te sul biondo che sorride come gli altri due.
Allora anche sul tuo volto nasce un sorriso.
Non avresti mai immaginato di poter diventare amico di ragazzi così.





Da lì il nostro legame si è intensificato sempre di più. Siamo diventati praticamente fratelli.
 
Dopo ogni luna piena li trovavo sempre in infermeria, pieni di cioccolato e pronti a sostenermi in qualsiasi momento.
 
I guai che combinavamo erano sempre più studiati e, spesso, evitavo loro punizioni sempre più pesanti. Una macchina perfetta, complementari e leali l’uno con l’altro.
 
Dal quinto anno hanno iniziato a farmi compagnia durante la luna piena, diventando Animagi e riuscendo a stupirmi ancora una volta. Mi divertivo, tutti insieme ci divertivamo e, una volta creata la mappa, dopo aver esplorato ogni centimetro di Hogwarts e dei suoi dintorni, ci siamo sentiti invincibili.
 
Così siamo arrivati a questa foto, scattata poco prima di lasciare definitivamente il castello. Io e Sirius eravamo ai lati di James, lui aveva un braccio attorno al collo di Peter e si vendicava di tutte le volte che lui gli aveva scompigliato i capelli.
 
Tutti e quattro ridevamo.





“James, smettila!” esclama ridendo Peter, cercando di liberarsi dal moro.
“Ramoso, penso sia stato punito abbastanza” afferma Sirius in tono altezzoso e serio, senza nascondere un sorriso. Il biondo viene liberato e sorride spostandosi vicino a te.
Insieme spostate lo sguardo sul castello, illuminato dal sole di inizio estate. Sorridi guardando il luogo che ha visto nascere e crescere questa vostra amicizia e alleanza durata ben sette anni.
“Mi mancherà questo posto” ammette James, portando un braccio sulle spalle del moro al suo fianco.
“Questo è stato solo l’inizio” afferma Sirius.
“Ora possiamo solo continuare” conferma Peter sorridendo.
“L’ultima volta?” domandi con un pizzico di nostalgia, cercando l’approvazione dei tre.
James allunga subito la mano destra davanti a lui. Sirius lo segue, portando la sua mano su quella del moro con gli occhiali. Peter si aggiunge ai tre e tu alla fine, per completare il quartetto.
Vi guardate negli occhi, aspettando la scintilla di complicità che non tarda ad arrivare.
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni” esclamate all’unisono, in un’unica voce.
Quando staccate le mani sorridete tutti.
“James, voglio essere invitato al matrimonio” fa sapere Sirius, tornando ad essere il solito.
“Ma se sei il mio testimone!” esclama l’interpellato come se l’amico avesse appena detto un’assurdità.
“Volevo esserne sicuro” ammette tirando fuori la lingua.
“Sei il solito cretino” afferma il moro.
Poi ridete tutti, come è sempre stato.
I Malandrini contro il mondo intero.
Come sempre.





Allora pensavamo davvero di salvare il mondo.
 
Poi è finita.
 
Qualcuno ci ha traditi e, in una sera, ha spazzato via il legame indistruttibile dei Malandrini.
 
Guardo quei tre ragazzi insieme a me e sorrido nostalgico. Avevo trovato una famiglia, ora sono nuovamente solo.
 
Sospiro mettendo la foto nuovamente nel libro. Tornare ad Hogwarts avrà i suoi lati negativi, tra i quali la possibilità di fare male agli studenti, ma, almeno, i ricordi di quei sette anni mi terranno compagnia.
 
Anche se ricordare farà sempre male, so che gli anni di scuola sono stati i migliori della mia vita e non li dimenticherò mai.
 
Il ricordo di Felpato, Ramoso, Codaliscia e Lunastorta vivrà per sempre, in me come in quelli che hanno vissuto quelle avventure.
 
Fatto il misfatto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




Angolo autrice
Ma salve. Ebbene sì, rieccomi con una nuova storia. Dal punto di vista di Lupin, prima di varcare nuovamente la porta del castello. Mi è sembrata una cosa carina ripercorrere tre dei momenti fondamentali del legame creatosi tra i nostri Malandrini.
Capitolo Peter Minus: ho cercato di renderlo al meglio e come mi sono immaginata, pur non sopportandolo e (quasi) non vedendolo un malandrino completo. Però mi sono detta che faceva parte anche lui del gruppo e che deve aver avuto la sua parte (minore)
E niente, ringrazio chiunque passi a leggere, ma ringrazio ancora di più chiunque voglia lasciarmi un parere
Giulia

 
  
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