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Autore: Myzat    19/08/2018    1 recensioni
"E sempre il biondo si è chiesto perché avesse, allora, reagito in quel modo se era proprio quel che voleva. Perché, se voleva anche lui baciarlo, premere la propria erezione mattutina contro quella dell'altro e mordergli il sedere, avesse deciso di rifiutarlo tanto aspramente.
Il motivo lo sapeva, era semplice ed innegabile, e Katsuki si sentiva veramente disgustoso; si sarebbe ammazzato, ma la verità è che aveva una paura assurda dei suoi sentimenti. E quando vedeva il sorriso di Eijirou si perdeva in un milione di pensieri, tra i più dolci fino ad arrivare ai più sporchi, in un complesso giro di emozioni che nemmeno conosceva. E gli dava proprio fastidio, quel perdersi per Eijirou".
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Kaminari Denki, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Ochako Uraraka
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Look at me, dumbass.


Katsuki si era detto più di una volta che sarebbe stato meglio uccidere quell'idiota di Eijirou. Ma letteralmente legarlo come un salame e buttarlo in un burrone, sperando che non riuscisse ad indurirsi al punto di non farsi niente, e sperando anche che il suo corpo non venisse più trovato da nessuno.

Ed invece no, non lo aveva fatto, aveva deciso di lasciarlo intero, di dargli addirittura così tanta confidenza, di farsi fottere come una ragazzina e poi di mandarlo a quel paese, con uno sconto del cinquanta per cento sul viaggio.

Ed ora era seduto in uno schifoso e squallidissimo locale scelto da quell'idiota di Deku che, per sua immensa sfortuna, era nato e compieva gli anni come qualsiasi altro essere vivente. Logicamente si era fatto aiutare da quell'altro scimmione di Kaminari, ed il tutto si era ridotto a musica ad alto volume - Katsuki avrebbe potuto giurare che le orecchie erano a tanto così dal sanguinargli - ed alcol a non finire. Non sapeva manco lui perché aveva deciso di andarci, e di presentarsi anche con un regalo ben incartato, con un bellissimo fiocco verde al centro - o forse lo sapeva, dato che Uraraka lo aveva supplicato, a detta sua Deku ci teneva moltissimo - fatto sta che lui era lì, con un bicchiere di whisky in mano, il quinto o il sesto, e con lo stomaco che stava bruciando. Ma letteralmente, quel tipo di bruciore insopportabile, che ti fa girare la testa, ti fa perdere il controllo, ti fa salire la nausea.

Katsuki era sull'orlo di vomitare quel poco di alcol che aveva in corpo (aveva sempre vantato di saperlo reggere, ed in effetti era così) e qualcos'altro, e questo perché Eijirou stava beatamente rimorchiando sotto i suoi occhi lucidi e languidi quell'emo di Tamaki Amajiki. E Katsuki stava morendo, sul serio. Sarebbe corso verso di loro, avrebbe urlato e poi avrebbe trascinato via il fulvo nel suo appartamento. Appartamento che ancora sapeva di Eijirou, in ogni stanza ed angolo. Soprattutto le coperte, ancora avevano il suo odore dolciastro.

Eppure non fece nulla del genere, rimase lì, a scolarsi il settimo - o l'ottavo, chi poteva dirlo? Non si contavano mai i bicchieri, era da chi l'alcol sapeva di non reggerlo affatto - bicchiere di whisky, osservando quello che doveva essere il SUO ragazzo e che doveva essere lì, al suo fianco; magari a toccargli anche il sedere, mentre tutti quanti ballavano e non si vedeva nulla se non il proprio partner. Ringhiò quando vide Eijirou sorridere spontaneo, e in quel momento constatò che, probabilmente, era meglio smetterla di fissarlo e buttarsi con altra gente. Per modo di dire, intendeva insultare altra gente, insultare Deku.

Com'erano finiti in quella situazione, Katsuki manco voleva ricordarsela. In realtà la ricordava anche troppo bene, e si sentiva uno schifo completo perché l'aveva causata lui.

Avevano scopato per la prima volta, nel suo appartamento. C'era da sempre della tensione sessuale evidente tra i due, e non solo evidente a loro stessi, ma anche a chi li circondava. Era evidente anche che Eijirou fosse omosessuale, e che aveva messo gli occhi su Katsuki dai tempi della scuola e non aveva osato staccarglieli di dosso neanche per un secondo.

Ma a Katsuki non era andato bene. Questo perché si era sentito completamente inferiore al rosso, ai suoi istinti sessuali e soprattutto debole, sconfitto. Quando si era risvegliato, il mattino successivo, Eijirou aveva provato a baciarlo e Katsuki lo aveva allontanato con un espressione truce, intimandogli di vestirsi e sparire dalla sua vista.

"Non sono frocio, ho sbagliato a non fermarti" gli aveva detto. Ed Eijirou non aveva risposto, semplicemente si era rivestito, e con il viso pieno di vergogna era volato fuori dall'appartamento.

Erano passate due settimane dall'accaduto, ed onestamente Eijirou aveva tutto il diritto di provarci con altre persone, ma il punto era un altro.

Katsuki Bakugou era dannatamente geloso, e non riusciva neanche a negarlo a se stesso.

E sempre il biondo si è chiesto perché avesse, allora, reagito in quel modo se era proprio quel che voleva. Perché, se voleva anche lui baciarlo, premere la propria erezione mattutina contro quella dell'altro e mordergli il sedere, avesse deciso di rifiutarlo tanto aspramente.

Il motivo lo sapeva, era semplice ed innegabile, e Katsuki si sentiva veramente disgustoso; si sarebbe ammazzato, ma la verità è che aveva una paura assurda dei suoi sentimenti. E quando vedeva il sorriso di Eijirou si perdeva in un milione di pensieri, tra i più dolci fino ad arrivare ai più sporchi, in un complesso giro di emozioni che nemmeno conosceva. E gli dava proprio fastidio, quel perdersi per Eijirou.

Ma quello era il motivo, ed ancora non accettava il venir sconfitto da quel tipo coi denti appuntiti, e gli occhi enormi, dolci, vivi e anche maliziosi. Perché si sapeva, i più onesti sono sempre i più porci a letto.

Ed Eijirou lo era, diamine, se lo era.

Imprecò e cambiò posto, dirigendosi verso il festeggiato che intanto stava ballando con la sua bellissima - ma quale bellissima, quella sera lei era divina e anche Katsuki aveva pensato per un attimo quanto bella fosse, Uraraka - donna, chiamandolo e facendolo sussultare.

"Kacchan, che c'è?" chiese Deku, continuando a tenere le mani sui fianchi di Uraraka. Fra un paio di ore quelle mani sarebbero scese ancora un po' più in giù, e Deku avrebbe ricevuto il più bel regalo di compleanno del mondo.

"Accompagnami fuori a fumare" rispose, cercando già nelle tasche l'accendino.

"Ma lo sai che io non fumo... Kacchan..." sussurrò inclinando la testa.

"Ti pare che me ne freghi qualcosa? Vieni e basta, Cristo" a quel punto capì che Katsuki stava male.

Parecchio male.

Deku fece un cenno ad Uraraka, per fare capire che molto probabilmente Katsuki aveva la febbre, o cose così.


Arrivati fuori, Katsuki tenne la sigaretta tra i denti ed armeggiò con l'accendino, per poi inspirare e godersi il piacere della nicotina - ed il catrame nei polmoni - e lasciò che Deku parlasse come prima perché, per com'era fatto, aveva sicuramente un milione di cose da chiedergli.

"Stai bene? Sei ubriaco?" domandò, come volevasi dimostrare. Il biondo sbuffò e scosse la testa, allontanò la sigaretta dalle labbra e gli lanciò un'occhiataccia.

"No Deku, sto fottutamente bene" tre parole che dette da una ragazza al novanta per cento erano false, ed in quel caso anche dette da Katsuki.

"A me non pare proprio. Voglio dire, tu che mi chiedi di accompagnarti a fumare? E' grave per davvero!"

"Almeno in questo hai ragione" sorrise "ma non ho niente, ti ripeto. Solo mi danno fastidio le coppie che flirtano davanti a me" era quasi terrificante quella scena, se vista dagli altri. Insomma, un Katsuki docile che conversa del più e del meno con un Deku super eccitato per via della festa (e di Uraraka, che lo stava provocando con quel dannatissimo vestito attillato, avrebbe dovuto ringraziare Momo che glielo aveva regalato) era una di quelle situazioni inverosimili e spaventose, quelle che volevano prevenire la catastrofe.

"Coppie davanti a te?" Deku rimase perplesso, e questo perché lui conosceva meglio di chiunque altro Katsuki e sapeva che non gli era mai importato nulla del genere, per cui si riferiva chiaramente a qualcuno di specifico. Solo che il festeggiato, talmente preso dalla sua donna e dai suoi amici, non aveva minimamente visto chi fosse la sventurata anima presa di mira dal biondo.

"Kacchan, non tirarmi un pugno ti prego, ma a te non è mai fregato nulla degli altri in generale; con chi ce l'hai?" Katsuki sbuffò di nuovo, morse il filtro per la rabbia e poi rispose: "fatti i cazzi tuoi".

E così fece, almeno per metà. Il suo cervello cercava quale fosse la possibile persona che stava mandando a fuoco i neuroni di Katsuki, ed oltre se stesso non trovava nessun altro.

"Todoroki, per caso?"

"Ma la smetti di rompere le palle? No, non è lui".

"Allora sono io!"

"Il mondo non gira intorno a te, signor simbolo della pace" scimmiottò gettando il mozzicone a terra, per poi posizionarsi davanti al verdino con le mani in tasca.

"Non capisco... e comunque se non volevi neanche dirmi che hai potevi portarti Kirishima qui fuori, no?" Katsuki esplose. Ma sul serio, le sue mani cominciarono a sudare, e l'idea di caricare un'esplosione sul naso di quel cretino era tanta.

Davvero era così geloso di quel ragazzo? Per tutta la sua vita non aveva mai saputo cosa fosse la gelosia, e non si credeva neanche possessivo, ma solo perché lui non si era mai cimentato in delle relazioni ed era la prima volta che sentiva di voler così tanto una persona al suo fianco, fino al sentire il suo stomaco attorcigliarsi su se stesso.

Deku lo squadrò e si allontanò di qualche centimetro, metabolizzando. Fu lì che ricordò di aver visto Eijirou parlare con Tamaki, come un flash e quindi capì che Kacchan, semplicemente, stava morendo di gelosia.

"Perché non ci parli? Eravate a tanto così dal mettervi insieme" tentò di nuovo Deku con un minuscolo sorriso sulle sue labbra morbide.

"Perché no, che ti sembro una ragazzina?" Deku sospirò, ma poi vide che l'amico d'infazia stava per continuare la frase e si ammutolì.

"Non sono io quello che deve andargli dietro, e solo perché quella volta gli ho detto di levarsi dai coglioni non significa che lui può beatamente rimorchiare davanti ai miei fottuti occhi come se ci godesse a farlo" sbraitò, dandogli le spalle ed incamminandosi verso l'entrata, ancora più irritato di prima. Deku invece rimase lì, come un idiota, e non riuscì a dire o pensare nulla.

Quel Kacchan era ancora più spaventoso del nomale.



Pochi secondi dopo essere rientrato, Katsuki venne letteramente tramortito e poi tirato a forza da Kaminari che gli ripeteva di divertirsi, di fare una sorta di sfida a chi reggeva di più e cose varie.

"Ma hai vent'anni o tredici?" chiese il biondo, leggermente alterato. Lo aveva portato al bancone, sghignazzando, e lo aveva fatto sedere su uno degli sgabelli.

Lì già si potevano vedere Mina e Sero ridere, completamente rossi in viso, mentre intanto chiedevano un altro goccio di quella che doveva essere vodka. Li guardò disgustato, poi rivolse di nuovo a Kaminari, che intanto era al suo fianco.

"Che vuoi scemo?" Kaminari sorrise, ordinando due Jack Daniel's.

"Te l'ho già detto" ghignò, mefistofelico "una sfida. Dai Bakugou, divertiti per una sera, e poi a te piace bere".

Katsuki si voltò verso Eijirou, che intanto si era buttato in pista con Tamaki ed un bicchiere in mano. Voleva spaccargli la faccia.

Erano così vicini, non si sarebbe stupito troppo se di lì a poco avessero fatto altro.

"Ordina qualcosa di veramente forte coglione, cosa dovrebbe farmi questo coso" sbraitò mandando giù, facendo esaltare Kaminari. E quello fu il primo di una serie infinita di shottini, che portarono Katsuki all'inevitabile perdita totale di lucidità.



Erano le due, e Katsuki stava sorprendentemente ridendo con Kaminari - Kaminari aveva anche vomitato, poi era tornato al bancone ed aveva ordinato un Bloody Mary, affermando che il sapore di vomito in gola fosse orribile, e che non avrebbe potuto limonare con Jirou in quel modo - poi però quando aveva provato ad alzarsi tutto aveva cominciato a girare non ci fu più nulla da ridere. Fu una sensazione orribile, giurò di non fare più una sfida del genere, poi cominciò a girare per il locale che intanto era leggermente più vuoto. Barcollava, bestemmiava e poi cercava qualche volto familiare che potesse aiutarlo. Ma niente, si sentiva la testa scoppiare e la musica non aiutava. Per un attimo vide nero, nero come quello che vedeva quando dormiva, nero come il bancone dove prima era appoggiato, nero come il colore naturale dei capelli di Eijirou--

Eijirou.

Katsuki in quel momento pensò soltanto di volere lui, di aver bisogno del fulvo e di volerlo baciare. Tutta la gelosia e la collera di prima diventarono semplice frustrazione, e il biondo cominciò a chiamarlo a voce alta, sperando futilmente che potesse sentirlo, in tutto quel casino. Sempre se Eijirou fosse stato lì, per come stavano andando le cose ci si poteva aspettare di tutto.

Il cervello ormai andato di Katsuki cominciò a temere il peggio del peggio: E se fosse andato via con quello lì? E se avessero fatto l'amore? Lo aveva perso prima ancora di averlo? Non poteva perderlo, lasciarselo portare via da una persona qualsiasi, solo perché lui era troppo orgoglioso per accettare i suoi sentimenti.

Poi lo vide, nonostante a volte vedesse doppio, riuscì a riconoscere quei capelli rossi sempre tirati in alto che appartenevano all'uomo che, per sua sfortuna, amava. Era seduto su un divanetto, con Tamaki al suo fianco, Momo, Jirou e Mineta. Ovviamente Katsuki vedeva soltanto lui, e gli altri erano spariti completamente. Si avvicinò, minaccioso ed allo stesso tempo rosso in viso, per poi urlare il nome dell'altro.

Fu lì che Eijirou, e consequenzialmente gli altri, lo notò e sussultò, improvvisamente preoccupato.

"K-Katsuki?" mormorò, alzandosi. Il biondo non era evidentemente nello stato di comprendere nulla, quindi fece quello che non avrebbe mai fatto da sobrio.

"Ti piace così tanto quello stronzo emo?" Eijirou inarcò un sopracciglio, lanciando un'occhiata a Tamaki.

"Cosa stai dic-"

"Ti ho visto! Ci stavi provando! Vuoi scopartelo dal... dall'inizio! Stronzo, stronzo stronzo, ecco cosa cazzo sei" la situazione si stava facendo interessante, infatti anche gli altri stavano osservando in silenzio, tentando di capire, e anche di non ridere, dato che quel Katsuki Bakugou ubriaco era davvero imbarazzante.

"E non guardarmi così! Mi fai incazzare, io... Eijirou..." il fulvo si avvicinò ancora, e gli mise una mano sul braccio. Da come barcollava, aveva paura che potesse cadere a terra da un momento all'altro.

"Io non ti vado bene?" sussurrò, facendo boccheggiare il diretto interessato.

Eijirou non ci stava effettivamente provando con Tamaki. Come poteva d'altronde? In quel locale, e anche fuori, tutti sapevano quanto Red Riot amasse Bakugou, e nonostante non avessero più parlato dopo l'accaduto di due settimane prima, lui continuava ad amarlo. Un sentimento puro come il suo non poteva sparire in quattordici giorni, dopo che andava avanti da anni.

Ma sarebbe stato inutile spiegarglielo, in quel momento. E sarebbe stato anche inutile chiedergli cosa diamine provasse sul serio, dato che prima lo respingeva e poi si ubriacava per gelosia.

"Ragazzi, Bakugou sta male. Non posso far finta di nulla, è meglio se lo riporto a casa... scusatemi" fece poi agli altri, dispiaciuto.

"Non preoccuparti, Kirishima! Piuttosto, facci sapere come sta appena puoi" rispose Momo alzandosi dal divanetto a sua volta per posare una mano sulla spalla del fulvo.

"Grazie! Salutate da parte mia Deku e Ochaco e porgete loro le mie scuse" concluse, prendendo Bakugou e caricandoselo sulle spalle.

Finalmente, la pace era tornata.



Eijirou conosceva la macchina di Katsuki, si era avvicinato a quella e gli aveva sfilato le chiavi dalla tasca e lo aveva fatto sedere al suo fianco. Per sua fortuna, quella sera era andato alla festa assieme Sero, Kaminari e Tokoyami, quindi non aveva la sua di macchina e non sarebbe dovuto andare la mattina seguente a prendersela.

Il viaggio fu più o meno tranquillo, tranne per qualche uscita di Katsuki che lo fece anche sorridere.

Ed eccitare.

Perché quel Katsuki ubriaco marcio era estremamente carino, e allo stesso tempo perverso. Non si pentì infatti quando invece di prendere la strada per l'appartamento del biondo prese per andare al suo.

Parcheggiò e si levò la cintura, poi si bloccò nel guardare l'espressione di Katsuki.

Katsuki lo stava letteralmente spogliando con gli occhi, si mordeva il labbro, respirava pesantemente.

"Stiamo fermi a non fare un cazzo o limoniamo?" Eijirou rise, poi si sporse verso il biondo e gli leccò il labbro inferiore, senza togliergli gli occhi di dosso.

"Io direi che c'è una terza opzione".

"Allora andiamo" concluse, facendosi levare la cintura e poi saltando addosso al rosso. Quel bacio fu lungo ed erotico, una vera e propria botta di vento gelido nelle ossa, ed Eijirou non seppe dire se quello fosse il Paradiso o l'Inferno.

Gli strinse il sedere, e Katsuki ringhiò infastidito.

"Saliamo su, Katsuki..." sussurrò, baciandolo ancora. Aprì lo sportello e lo trascinò nel palazzo. Fu uno buttarsi sui muri, un toccarsi continuo in ascensore sapendo che nessuno a quell'ora lo avrebbe preso e poi uno spingersi sulla porta dell'appartamento, che venne aperta in poco tempo e richiusa con forza.

Si strapparono letteralmente i vestiti di dosso, infatti il giorno successivo avrebbe pure dovuto prestare dei vestiti al biondo - non che gli dispiacesse, anzi. Si sarebbe eccitato ancora di più nel vedere Katsuki con una sua maglietta e il sedere scoperto - e fecero l'amore fino alle cinque del mattino, cadendo stremati sul materasso uno abbracciato all'altro.



Katsuki aveva sentito improvvisamente troppo caldo allo stomaco, quasi come se qualcosa lo tenesse incatenato, ed effettivamente era così.

Aprì gli occhi e si alzò leggermente, gemendo dal dolore. Gli dolevano tantissimo le gambe, il sedere e altre parti del corpo bruciavano per via di vari morsi e succhiotti. Si voltò di scatto e dall'altro lato del letto vide Eijirou, con i capelli completamente spettinati e la bava alla bocca. In effetti anche lui non pareva conciato tanto bene, visti i segni violacei sul petto e sulle cosce.

Non ricordava molto, ricordava solo di aver fatto una stupida sfida con Kaminari, giusto dopo essersi fatto il sangue acqua guardando il fulvo assieme al tipo emo, e poi qualcosa riguardante i baci in macchina e gli schiaffi sulle chiappe che l'altro gli aveva dato a non finire.

Non seppe se definirla una delle più belle nottate della sua vita o una delle peggiori; in ogni caso si abbassò verso il compagno e gli morse un capezzolo, talmente tanto forte da farlo saltare in aria gridando.

"Ma che cazzo fai?!" sbraitò rude, massaggiandosi il capezzolo.

"Ah?" Eijirou boccheggiò, rendendosi conto dello sbaglio appena fatto. Si sentì morire, Katsuki solo per quella risposta era capace di andarsene via col culo di fuori e non voleva per ovvi motivi.

"Scusa" sussurrò abbassando lo sguardo. Percepì la pelle andare in fiamme sotto gli occhi cremisi dell'amante, ed improvvisamente si coprì con le braccia per il fastidio, ma a Katsuki non piacque particolarmente quell'azione. Gli afferrò il polso e lo spinse verso di sè, poi lo baciò.

E fu un bacio indimenticabile. La bocca di Eijirou era acqua nel deserto, e Katsuki sentiva che se non si fosse premurato di divorare quelle labbra probabilmente sarebbe morto disidratato. Partì inspiegabilmente dolce, ed il fulvo cominciò ad accarezzargli il petto, mentre Katsuki affondava le mani nei suoi capelli; poi continuò più veloce e divenne un tripudio di lingue e saliva.

"Ascolta qui" sentenziò staccandosi un altro "io non so cosa cazzo significhi stare con una persona, ma se ti permetti un'altra volta a parlare con quel tipo autolesionista depresso giuro che ti faccio un culo enorme. E non ridere che hai una faccia di cazzo, ti odio" Eijirou continuò a ridere, poi lo baciò di nuovo.

"Ti amo" sussurrò. E in quell'istante, non ci fu nessun Katsuki irritato, nessun Katsuki che era pronto a respingere i sentimenti di quell'uomo, ma soltanto un Katsuki immensamente felice. Si lasciò andare ad uno sbuffo, poi lo tirò sotto le coperte.

"Non mi ricordo molto bene quel che è successo, comunque" il rosso roteò gli occhi e sorrise seraficamente.

"Ovvio che non ricordi, ti sei scolato tutto quello che c'era ieri sera" Katsuki lo ignorò e chiese, mordendosi le labbra e ghignando leggermente: "Vogliamo replicare, capelli di merda?"

E in un battibaleno, grazie a quell'espressione provocatoria ma estremamente sexy, ad Eijirou tornò duro in pochi secondi, e non per via del suo quirk.

Forse quello era il modo di Katsuki per dimostrare i suoi reali sentimenti.

Levando il forse, era così e basta. Non avrebbe mai detto "ti amo", ma quel gesto aveva completamente dimostrato quanto lui lo volesse nella sua vita, Eijirou.

N.A.

C'è chi l'aspettava e chi invece vuole che mi ammazzi, che è già la terza volta che sporco questo manga delle mie FanFiction di merda, ma non ha importanza.

Onestamente? Mi sono divertita tantissimo a scriverla! Ed è raro che io mi diverta così tanto, perché o piango assieme ai miei pg per l'Angst o penso che faccia schifo e quindi piango ancor di più.

Pensavo di farli fottere - e li ho fatti fottere ben due volte - ma ho preferito non andare nel dettaglio, lo faccio sempre e sono dell'idea che questa storia non avesse bisogno della scena esplicità, ma lascio a voi immaginarla, visti tutti i succhiotti e gli schiaffi nel culetto di Bakugou.

Potrei azzardare dicendo di esserne soddisfatta.

Diciamo.

E niente, ci si rivede con una BakuDeku molto, molto angst.

Myz❤

   
 
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