Saremo e siamo I figli che I nostri padri avrebbero voluto.
Costruiremo con le nostre mani il futuro che loro avrebbero desiderato forgiare per noi e non ci fermeremo perché è la volontà del fuoco a spingerci, che scorre nel nostro sangue e fa parte di noi e della nostra identità.
Di fronte a case abbandonate e anime altrettanto diroccate ci si domanda tuttavia fino a dove è giusto spingersi e quanto le nocche dovranno sanguinare e le nostre fronti sudare quando è evidente che la stessa umanità che difendiamo è quella che ci spinge a ripetere gli stessi errori ancora e ancora e ancora. Per un padre che difende la propria terra e cade per essa ci sarà un figlio desideroso di vendetta e la storia si ripeterà uguale a se stessa solo con nomi e facce diverse.

Contemplando tombe che portano nomi di valorosi ma non i corpi le lacrime di quelli lasciati indietro bagnano la terra e sussurri si levano nell’aria mai più, dicono, che tragedia inutile, lamentano.
Figli non ancora adulti lasciati con la responsabilità di un intero clan, il dovere che grida e si contorce trascinandoti dentro a quella casa dove il padre che non hai più ti diede il nome, così simile al suo, così simile a quello che sai che dovrai dare ai tuoi di figli perché anche questo è parte dell’eredità, Shikaku, Shikamaru, e forse un giorno Shikadai.  Il dolore non è meno nelle figlie, che non sono però mai state quanto i figli, non agli occhi del clan, nonostante quelli del padre splendessero di orgoglio e gioia nel rispecchiarsi in quelli della propria erede Ino, la mia principessa, a cui ho desiderato dare tutto, forse troppo.

C’è chi piange per quello che gli è stato strappato, che non ha conosciuto, ma che ha potuto assaggiare per la breve durata di una battaglia. Mai addio fu più straziante perché dicono, la gente, che non può mancarti qualcuno se non lo hai mai conosciuto. Ma Naruto il suo papà lo ha conosciuto con l’anima, col sacrificio che quel giorno fece e che lo ha protetto ed inconsciamente cullato perché non esiste gesto d’amore più grande di due genitori che schermano il proprio figlio con i loro corpi. Tale sacrificio ti rimane dentro e anche se non conosci i loro volti, e potrai rivivere i loro sorrisi tramite le bocche di altri, la tua stessa esistenza è legata alla loro. Quindi Naruto piange, perché se prima il vuoto era incolmabile adesso nella sua memoria è marchiata a fuoco una voce, un volto, così giovani e così fieri e pieni d’amore quando si rivolgono a lui che gli sembra di morire.

L’aria non basta così come non bastano le parole e le preghiere all’universo ed i ti supplico dammi un altro momento con mio padre/figlio.

Siamo ninja, addestrati dalla prima adolescenza a difendere il nostro villaggio e le nostre famiglie. La volontà del fuoco scorre in noi nel nostro sangue. Siamo figli e figlie orgogliose di genitori altrettanto fieri ma questa stessa terra ci ha nutrito ed aiutato a crescere.
Saremo ciò che il nostro villaggio vuole e desidera, i figli e le figlie che i nostri padri avrebbero guardato con rispetto, lo saremo, ma non oggi. Oggi anche il cielo piange e bagna la terra su cui i figli cammineranno come i padri e come i nonni che non hanno mai potuto conoscere.




A volte ritornano, ed io sono qui un'altra volta con l'ennesima flashfic perchè apparentemente se scrivo più di 600 parole diventano uno schifo. Spero vi sia piaciuta, anche se l'avete detestata mi va bene comunque, fatemi sapere cosa ne pensate. Kiss.