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Autore: Ahiryn    20/08/2018    8 recensioni
"Naruto poggiò le braccia indietro, bevendo la birra. – Lo so che questa storia della confraternita ti dà fastidio, ma è un’esperienza che ci tenevo moltissimo a provare.
Sasuke non disse niente, guardando il proprio bicchiere.
– E so che pensi che mi stiano facendo il lavaggio del cervello o non so cosa…
– Non intendevo questo.
Naruto lo interruppe. – Devi fidarti di me. So quando fermarmi.
– Lo sai? – chiese retorico.
– Sì. Se qualcosa mi darà davvero fastidio, me ne andrò.
Sasuke stavolta piantò lo sguardo su di lui. – Lo prometti?
Annuì, sorridendo."
College Au
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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 Friends are like condoms,
they protect you when
 things get hard

– Non capisco il senso di continuare a venire qui se ti prendi solo un’insalata.
Naruto aggrottò le sopracciglia, deglutendo. – Perché è una tradizione e non lascerò che la mia dieta la interrompa.
Sasuke alzò gli occhi al cielo continuando a rollare il drum che aveva in mano. Avrebbe volentieri fatto a meno di inzupparsi gli abiti di quell’odore di fritto, ma lui e Naruto avevano concordato molto tempo prima che il giovedì si pranzava da Five Guys, così come il venerdì si mangiava sushi.
Quel giorno il tempo instabile di novembre gli aveva riservato ore assolate e Sasuke aveva potuto togliersi la giacca jeans. Lo divertiva confrontare la pelle caramellata e vergine di Naruto, con la sua pallida e piena di tatuaggi. Aveva entrambe le braccia tatuate e ricordava bene la prima volta che Naruto le aveva viste: era rimasto elettrizzato e aveva blaterato su quanto fossero cool per ore, imbarazzandolo.
– Stasera ci sei? – gli domandò subito dopo, leccando la cicca per arrotolarla.
Naruto si ripulì la bocca. – No, lo sai che ho da fare con la confraternita… –  disse sorridendo in modo nervoso.
Sasuke lo studiò inclinando la testa. – Sì beh magari per una volta potresti dare buca a loro e non a noi. Sono un branco di idioti che si divertono a umiliare gli studenti più giovani per sfogare le loro frustrazioni, non capisco la tua fissa – ripeté per la centesima volta.
– Non è così terribile, sei troppo tragico. Dovresti provare anche tu ad entrarci, è divertentissimo, poi abbiamo la birra gratis a tutte le feste…
– Ma se non hai mai pagato la birra in vita tua quando organizzavamo le giocate, stavi sempre a scroccare – gli ricordò acidamente. – Comunque no grazie, dubito che prendano uno come me.
Naruto lo guardò interrogativo. – Uno come te?
– Un frocio, Naruto.
Alzò gli occhi al cielo. – Ma per favore, non sono omofobi!
– Intanto Gaara non lo hanno voluto.
Fece una smorfia. – Ma perché lui non è stato agli scherzi, insomma uno deve saper anche prendersi in giro. Poi è giusto che se uno non si trova a suo agio se ne vada.
Sasuke non aveva idea di che cos’avessero detto o fatto a Gaara, ma non era stato qualcosa di piacevole, perché era rimasto di cattivo umore per giorni; non era la stessa confraternita di Naruto, ma avevano rapporti stretti.
Lo guardò di sottecchi, studiando le sue reazioni. Ormai erano mesi che Naruto non nominava più la conversazione che avevano avuto tempo prima, quando gli aveva confidato che non era del tutto sicuro di essere poi così etero. Sasuke era dichiaratamente gay dai suoi sedici anni e quindi aveva cercato di farlo parlare per poterlo aiutare, ma Naruto non aveva più voluto affrontare l’argomento. Non voleva fargli pressioni, quindi stava aspettando che fosse lui a parlargliene di nuovo, sapeva quanto potesse essere un argomento spinoso, ognuno lo affrontava in modo diverso. Inoltre Naruto non veniva dal posto più aperto mentalmente del pianeta, quindi capiva la sue difficoltà.
– Solo… stai attento. Se pensi che sia troppo, vattene. Non è scritto da nessuna parte che tu debba subire certe umiliazioni.
Naruto gli sorrise luminoso. – Aww adoro quando ti preoccupi per me. Ma tranquillo, so badare a me stesso, si tratta solo di non prendersela… comunque sono in dannato ritardo per le lezioni, devo andare. Se ce la faccio stasera passo.
Lasciò delle banconote stropicciate sul tavolino, tirando fuori molte monetine e contandole frettolosamente. La maglia del college gli pendeva molto larga e scolorita sopra quei jeans che erano stati lavati decisamente troppo spesso.
Sasuke si alzò a sua volta, salutandolo. Non aveva intenzione di dirgli che abbandonare il loro vecchio gruppo per entrare in una stupida confraternita fosse un’idiozia. Non avrebbe recitato la parte dell’amico geloso e depresso, anche perché continuava a vederlo spesso.
Eppure era comunque preoccupato. Forse dimagrire venti chili in poco tempo perché un gruppo di stronzi viziati ti aveva fatto intendere che eri troppo grasso per il loro club esclusivo poteva avere anche dei risvolti positivi; su Naruto in un certo senso li aveva avuti, visto che era dimagrito molto. Nondimeno Sasuke si era indignato ferocemente per questa storia, cercando di fargli tornare un po’ di sale in zucca.
“Perché ti arrabbi? Hanno ragione, no? Sono obbiettivamente grasso, uno deve anche guadagnarsele le cose che vuole”.
C’erano tante confraternite e Naruto aveva scelto una delle peggiori. Era una confraternita cristiana, finanziata da diverse chiese della zona, oltre che dalle generose donazioni dei genitori. Naruto non era particolarmente credente, ma neanche gli altri membri lo erano così tanto e la sua famiglia era cristiana, dunque non aveva vincoli che gli ostacolassero l’ammissione. A parte essere sovrappeso a quanto pare, visto che la prima volta era stato rifiutato per quel motivo.
Naruto non era brutto e non lo era neanche prima, era robusto e Sasuke lo aveva sempre trovato interessante. Lui era spigoloso, quando Naruto lo abbracciava invece era morbido.
Va bene diciamo pure che un po’ di pancia non mi dispiace negli uomini. Pensò, sapendo quali fossero i propri gusti. Ma forse era anche una questione di affetto, per lui Naruto non era mai stato grasso o brutto, era semplicemente il suo migliore amico.
– Ehi stasera birra gratis dai Delta Gamma! – urlò un ragazzo, schiaffandogli in mano un volantino.
Lo prese di malavoglia, gettandolo al primo secchio. Il viale verso i dormitori era circondato da aceri e da cespugli di fiori, ma sfortunatamente era un percorso a ostacoli di volantinaggio, anche se di solito era un campione olimpico ormai a schivarli.
Guardò di sfuggita un gruppo di studenti che si allenava sul prato con un po’ di musica.
Naruto aveva spinto il fisico al massimo per dimagrire in poco tempo, facendo diete ridicole in cui mangiava poco e niente.
Sasuke aveva tentato di spiegargli perché tutto ciò fosse sbagliato, non il dimagrire, ma il motivo per cui lo stesse facendo; ma Naruto non gli dava retta e lui non sapeva come fargli uscire dalla testa certe idee. Era frustrante e lo faceva stare male, Naruto lo aveva sempre ascoltato, aveva sempre tenuto in conto la sua opinione, ma su questa faccenda era sordo. Ogni volta che gli chiedeva qualcosa di specifico, lo liquidava col “giuramento della confraternita” che gli impediva di parlarne. Una setta sarebbe stato un passatempo migliore, almeno sarebbero andati nei cimiteri di notte a fumare incenso e a rubare crocifissi, invece che sprecare il proprio tempo in questo modo.
Entrò nell’edificio del dormitorio, sentendo la consueta confusione e un odore familiare di fritto e di marijuana. C’era un via vai di persone e alcune stanze erano aperte sui corridoi. Il primo anno aveva diviso la stanza con Naruto, finché qualche mese fa questo non si era spostato nella sede dei Delta Gamma. A quel punto anche lui aveva cambiato stanza.
Trovò Shikamaru ancora in pigiama nel bel mezzo del corridoio che stava bisticciando con Temari, che invece era vestita sportiva. – Buongiorno Sasuke – lo salutò fiacco.
– Buongiorno cosa? – lo ammonì Temari – è mezzogiorno! Solo tu sei ancora qui a poltrire.
Shikamaru la ignorò sbuffando. – Naruto è dei nostri stasera?
Sasuke scosse la testa, lasciandoli alle loro discussioni e andando avanti.
Quando erano più piccoli Sasuke non aveva notato questo lato di Naruto; non aveva notato le sue insicurezze. Forse perché era lui quello coi problemi al liceo e Naruto era il suo unico confidente lontano miglia e miglia dalla sua realtà che lo aveva aiutato. Inizialmente era solo una testa calda nella chat di Destiny che non stava mai zitta e che giocava in maniera impulsiva e sregolata, facendoli perdere. Ma giocare con lui ai videogiochi online, chattare, chiacchierare col microfono si era rivelato sempre più divertente. Avevano dodici anni, non si erano mai visti ed abitavano molto lontani l’uno dall’altro, ma Naruto era comunque l’unico amico che avesse mai avuto.
– Oi – lo salutò Suigetsu quando rientrò nella stanza del dormitorio.
La loro stanza era un perfetto esempio di come il caos e l’ordine potessero coesistere nello stesso luogo allo stesso momento. C’era da dire che Suigetsu non era disordinato quanto Naruto e questo rendeva la sfida meno impegnativa. Il lato del suo compagno di stanza era abitato da due persone oramai, Suigetsu e Karin, la sua esuberante fidanzata. C’erano cose di Karin ovunque lì dentro, i suoi vestiti, le sue mutande, i suoi libri, persino il suo spazzolino. Solitamente non gli dava fastidio averla lì a studiare, ma era stanco di doversi fare delle passeggiate tattiche per lasciargli i loro spazi – anche se avrebbero tranquillamente svolto le loro attività di fronte a lui senza pensarci troppo. D’altronde Suigetsu faceva lo stesso quando Sasuke portava un ragazzo in camera, quindi non poteva lamentarsi troppo.
– Che diavolo stai facendo?
Suigetsu era vestito da Hot Dog e stava sdraiato sul letto. – Secondo te?
– Secondo me cosa? Hai deciso di diventare un Hot Dog ventiquattrore al giorno?
– No, mi si è incastrata la zip e sono riuscito solo a sdraiarmi e aspettare la morte dentro questo fottuto costume di gomma. Non mi pagano abbastanza per questo.
Sasuke lo rigirò, forzando la zip con un sospiro seccato. – Puzzi di morto, lavalo questo costume una volta tanto.
Suigetsu sgusciò fuori come un’anguilla, stiracchiandosi. Era zuppo di sudore. – Com’è andata con Naruto? C’è stasera?
Sasuke si tolse la giacca leggera di jeans. – No – rispose secco.
 Non poteva del tutto biasimare Naruto per questo comportamento, visto che era il classico sprovveduto ragazzotto di campagna. Quando giocavano a dodici anni erano solo loro due, poi si era aggiunta anche Sakura e dopo Kiba. Erano diventati talmente uniti sulla rete, che avevano fatto di tutto per andare allo stesso college. Ma di loro soltanto Naruto veniva da un paesino di tremila anime sperdute nel bel mezzo del nulla fra i campi del Nebraska, dove era cresciuto con suo padre fra coltivazioni e fattorie. Sua madre era stata studentessa di Harvard e aveva fatto parte di una confraternita, ma era morta di parto assieme alla sorellina di Naruto per l’incompetenza di un medico che si era presentato ubriaco in sala operatoria.
Da quel che ne sapeva, il padre di Naruto non si era mai ripreso ed era stato incredibilmente assente per suo figlio, che prima di venire a trovare Sasuke a Chicago durante i suoi quindici anni, non era mai stato in una metropoli.
Si accese un’altra sigaretta, prendendo i libri per la lezione successiva.
Naruto sembrava avere questo mito delle confraternite, del college, delle città, sempre a entusiasmarsi per ogni minima cosa, perso nel suo mondo. A lui era piaciuta subito la sua semplicità, si vedeva che non era un ragazzo di città quando chattavano su internet, prima di incontrarsi dal vivo. Infatti inizialmente aveva avuto paura a confessargli il suo orientamento sessuale, ma Naruto non dava la minima importanza alla questione, era sempre stato molto di sostegno.
– Quindi ci ha dato buca di nuovo – borbottò Suigetsu.
– Quando avrà la sua maledetta iniziazione credo che tornerà ad avere più tempo.
Il compagno di stanza era seduto sul letto sfatto a gambe incrociate. – Secondo me lo stanno solo prendendo in giro. Non lo accetteranno mai davvero.
– Questo non lo puoi sapere.
Si poggiò contro il muro. – Ah no? Nei Delta Gamma sono tutti figli di chi ha un conto in banca da capogiro, mentre Naruto è figlio di chi? Un fattore?
– La sua famiglia aveva un grosso terreno, non hanno problemi di soldi.
– Sì ma è un contadino. Quella è gente coi genitori a Wall Street. Lo hanno sempre preso in giro per come si vestiva, per il suo accento…
Sasuke avrebbe voluto che Suigetsu chiudesse la bocca e basta. – Sì beh, se a lui sta bene, che possiamo farci? E poi lo hanno accettato.
– Solo per farsi quattro risate. Ah quanto mi danno ai nervi quei fighetti figli di papà.
Non rispose, consapevole che non sarebbe più uscito da quella conversazione se avesse iniziato a tirare fuori tutto il suo astio per la questione.
Guardò di sfuggita la foto al pride che aveva sopra la scrivania, dov’era con Naruto, Sakura e Kiba. La avevano fatta l’anno scorso ed erano tutti abbigliati col colore dell’arcobaleno. Naruto si era dipinto le guance e teneva la bandiera come un mantello. Era stato lui a proporre di andarci, ed era rimasto sbalordito dall’inizio alla fine come un bambino. Sasuke aveva apprezzato come niente al mondo quel gesto. Era stato pochi giorni dopo che Naruto gli aveva confessato che forse gli piacevano anche i ragazzi e gli aveva chiesto alcune cose, cercando di capire. Era teso come lo aveva visto poche volte.
È che al pride erano tutti così sereni, mi ha fatto stare meglio, però… vorrei essere sicuro.
– Vado a lezione, ci vediamo dopo.
 
 *
 
Naruto era esausto ed erano soltanto le tre. Non riusciva a tenere gli occhi aperti perché doveva restare sveglio quella notte assieme agli altri iniziati della confraternita. Ma non era solo quello, si era beccato un frullato in testa nella sala comune che aveva infradiciato lui, la tracolla e i libri. Come neo membro doveva sempre essere vigile, il primo anno nei Delta Gamma eri un bersaglio di scherzi divertenti che potevano pioverti addosso in qualsiasi momento e inizialmente era stato divertente riuscire a schivarli o beccarseli, per poi riderci sopra. Ora iniziava a essere meno divertente, per lo meno quel giorno era troppo stanco per emettere più che una fiacca risata.
Inoltre non aveva tutti questi vestiti e non poteva al momento permettersi spese superflue, ma con gli abiti macchiati da frullati o coca– cola e la sua maglietta preferita tagliata sui capezzoli per scherzo iniziava a non avere più nulla da indossare. Probabilmente avrebbe anche potuto chiedere una tregua, i suoi confratelli sembravano ragionevoli, ma non voleva fare la figura di quello che se la prendeva. Voleva diventare indispensabile lì dentro, essere l’anima della festa, farsi apprezzare.
In quel momento era seduto nella sala comune; aveva ancora i capelli umidi, ma si era cambiato. Sperava in un po’ di pace. Gli sarebbe piaciuto raggiungere Sasuke e gli altri quella sera, ma aveva troppo sonno e voleva andare a dormire.
Chris si poggiò sul bracciolo del divano. – Stanco?
Naruto lo guardò distrattamente. Chris era il capo lì dentro, un bel ragazzo con dei grandi occhi nocciola e uno sguardo amichevole. Aveva un successo incredibile fra le ragazze e lo invidiava un po’. Lui da quando era dimagrito era diventato più popolare, ma non ci sapeva fare granché e aveva avuto poche esperienze a letto. Anche se ultimamente aveva avuto bizzarre esperienze. Forse “esperienze da dimenticare” sarebbe stato più corretto.
– Un po’.
– Dai vai a dormire, prometto che non li lascerò farti qualche scherzo idiota.
– No, dormo stasera – rispose sbadigliando.
L’altro gli si sedette accanto. – Stasera facciamo una festa con altre due confraternite, ricordi?
Naruto gli rivolse due occhi rossi e assonnati. – Una… festa?
Le feste erano diventate l’incubo peggiore. Da ubriachi erano tutti più aggressivi e in vena di scherzi, al punto da diventare davvero molesti. Avrebbe preferito fare lezione che stare lì quella sera.
– Sì, sarà uno sballo.
– Io stasera non ci sono purtroppo.
Chris gli rivolse uno sguardo indagatore. – Ma devi esserci, ci sono un mucchio di preparazioni da fare, a chi credi che tocca? Ai novizi ovviamente.
Naruto cercò una scusa valida, ma temeva che si venisse a sapere che era stato da Sasuke e gli altri invece che lì a sgobbare. Lo avrebbero mandato via ed era arrivato troppo in là adesso per essere cacciato.
– Allora vado a riposare un po’, grazie Chris.
– Di nulla amico.
Si spogliò a tentoni raggiungendo la camera. Quando si buttò a corpo morto sul suo materasso senza neanche togliere le lenzuola, si rese presto conto di avere il letto pieno di resina. Le risate alle sue spalle stavolta lo spinsero a non reagire. Rimase impiastricciato e appiccicaticcio sul letto, dove trovò il sonno senza fatica.
 
*
 
– Una festa fra confraternite.
Suigetsu alzò gli occhi al cielo. – Non dirlo come se avessi detto “orge sataniche con sacrifici umani”.
Sasuke grugnì. – In quel caso ci venivo.
Erano in camera e ormai era sera. Dalla nuova ondata di disordine in camera era evidente che Karin fosse stata lì, anche perché i suoi capelli rossi erano ovunque. Inoltre Suigetsu aveva una faccia rilassatissima e un grosso succhiotto sul collo, dunque non era un’indagine molto complessa.
In stanza c’era anche Kiba, che indossava la felpa della squadra di football del college e un berretto largo al contrario. Stava al cellulare con le cuffie seduto alla sua scrivania. Era piuttosto normale per loro riunirsi tutti in una stanza, non sempre quella. Mancavano le ragazze e Shikamaru in quel momento, che erano a cena.
– Naruto tanto ci ha dato buca, non possiamo giocare. Andiamo alla festa a trovarlo.
– Mi rifiuto di sprecare minuti preziosi in quel modo. Facciamola qui una festa se proprio dobbiamo.
Suigetsu sbuffò. – Wow sai che festa eh! Io, te, Kiba, la fiera della salsiccia, mi sto già divertendo solo al pensiero!
– Verrebbero anche Shikamaru, Temari, Karin, Sakura e Hinata. E poi che ti importa se siamo solo uomini, ce l’hai una fidanzata.
– Lei va alla festa della confraternita.
Sasuke aprì le braccia. – Perfetto, vacci con lei – rispose.
Kiba si tolse le cuffiette, attirato dai toni alti. – Quindi andiamo?
– Sasuke sta facendo lo stronzetto snob.
Uchiha seduto sul proprio letto assottigliò gli occhi. – Io odio le confraternite e stamattina mi pare che li hai chiamati “fighetti figli di papà”
– Esatto! Perciò andiamo, scrocchiamo cibo e alcool gratis e mettiamo a soqquadro la loro ridicola sede.
Kiba stava ridacchiando con i canini sporgenti in mostra. – Ah ci sto. C’è l’ex di Hinata a cui mi piacerebbe dare una lezione.
La proposta stava improvvisamente intrigando Sasuke. – Naruto ci ammazza se combiniamo casini.
– Saranno tutti troppo ubriachi per sapere che siamo stati noi – sorrise Suigetsu. – Sakura e Karin sono con me.
– Cos’avevi in mente?
Si girò, tirando fuori da una busta quelli che sembravano petardi. – Sono bombe puzzolenti. Li tiriamo nelle stanze dei senior e nella sala comune e nei bagni.
– Sembriamo avere dieci anni – bofonchiò Sasuke.
– Avevi in mente altro?
– Bombe vere, benzina e incendio doloso magari – continuò sempre in un borbottio.
Kiba si strofinò le mani. – Invece è perfetto, ci tengono così tanto a farsi vedere sempre precisi e perfetti.
– Per quanto l’idea sia intrigante, la mia risposta è comunque no. Mi dispiace ma non andrò a questa festa per nessuna ragione al mondo.
 
 *
 
Circa un’ora dopo era alla festa. La lagna che avevano attaccato gli altri alla fine lo aveva fatto cedere.
Ma non sorriderò, non mi divertirò e mi lamenterò costantemente, chiaro?
Si era presentato con la sua t– shirt nera, i tatuaggi in mostra e un paio di jeans semplici, per ritrovarsi in mezzo a un’orda di gente vestita con maglie firmate e cardigan di marca. Un’orda sudata, ubriaca che gozzovigliava nel giardino della confraternita, urlando, cantando e bevendo. C’erano intere botti di alcool, droga, musica e diversi tavoli di birrapong.
Vedendoli gli tornò in mente la prima festa a cui erano andati lui e Naruto assieme agli altri, quando erano ancora delle matricole l’anno prima. Era stato divertente, davvero divertente, perché non gli importava del giudizio di nessuno, erano lì per divertirsi e sballarsi; ricordava di aver riso fino alle lacrime per gli spettacolini idioti del dobe ubriaco.
– Non vedo Naruto – gridò Sakura per sovrastare la musica, strappandolo al ricordo.
Grazie ai tacchi lo raggiungeva quasi in altezza, si era messa un vestito sbarazzino nero e teneva la giacca jeans rosa sulla spalla, facendosi aria con la mano per la bolla di caldo che c’era lì in mezzo.
– Propongo una partita a birrapong! – esclamò Kiba, tenendo un braccio intorno alle spalle di Hinata.
Hinata era ancora più fuori luogo di lui, vestita come un’educanda di un collegio di suore, con la gonna a pieghe lunghe, i calzettoni bianchi alti e una camicetta abbottonata quasi fino al collo. Vicino a Kiba che invece era coperto di tatuaggi come lui e portava un giubbetto di pelle sembravano usciti da un film anni ottanta.
– Ci sto – sorrise furba Karin, che invece era sensuale come suo solito, con i jeans a sigaretta, i tacchi alti e la camicetta annodata che lasciava scoperta la pancia e il piercing all’ombelico. Una bandana rossa a fiori le teneva i capelli indietro.
– Vado a cercare Naruto – decise Sasuke.
– Vengo anch’io – si aggiunse Sakura.
Shikamaru e Suigetsu seguirono gli altri verso il birrapong e sparirono fra la folla.
Fortunatamente erano già tutti troppo ubriachi per notarli. Quella gente sapeva benissimo chi fosse Sasuke, la sua famiglia era conosciuta e ricca, dunque era subito stato invitato dai Delta Gamma. Il fatto che avesse rifiutato in modo netto non lo aveva proprio reso simpatico a quelle persone, in più c’era anche il particolare di essere gay.
– C’è Chris Lewis – lo avvertì Sakura.
Il capetto della confraternita di Naruto, uno di quei finti bravi ragazzi che sembrava uscito dalla casa di Barbie, finto appunto, di plastica come Ken. Non c’era una persona in quel posto che Sasuke tollerasse di meno. La sua falsità gli dava il voltastomaco, le persone così gli erano proprio indigeste. Naruto invece stravedeva per lui come un decerebrato.
Chris è un bravo ragazzo.
È più falso della donazione di Costantino.
Odio quando tiri fuori il corso di storia. Senti non ci hai mai parlato, spari a zero senza sapere.
Non gli serviva parlarci, gli bastava vedere come trattasse Naruto.
– Sakura! – li chiamò.
La ragazza fece finta di non averlo sentito, ma presto fu raggiunta dal suo braccio che si posò intorno alle spalle.
– Ciao Chris – salutò fiaccamente.
Sasuke detestava trasformarsi nello stereotipo vivente del maschio alpha quando qualcuno si avvicinava troppo a una sua amica, era un atteggiamento che aveva sempre trovato ridicolo, ma in quel momento s’irritò come un cinghiale vicino ai propri cuccioli.
– Scusa Cliff, ma stavamo cercando Naruto, siamo solo passati a salutarlo – disse sbrigativo.
– Chris.
– Uhm?
Sakura si tolse lentamente il braccio dalle spalle. Sasuke sapeva che trovava quell’idiota attraente e si chiedeva perché. A lui piacevano i maschi eppure con uno così viscido non ci sarebbe mai andato.
– Naruto sta svolgendo i suoi doveri di iniziato, non lo disturberei se fossi in voi – disse con una mezza risata divertita.
Si chinò a sussurrare una cosa a Sakura, mettendole una mano sul fianco.
Un’orgia satanica sarebbe stata decisamente meglio.
– Andiamo? – incalzò Sasuke.
Lei stava accettando da bere da Ken. – Vai avanti, ci becchiamo dopo.
Questo era il problema di avere come migliori amici due nerd fuori dal mondo: che quando ci entravano, non capivano più niente. Sakura era molto graziosa, ma era pur sempre una videogiocatrice accanita come loro che aveva più giochi che amici. Perciò non c’era da stupirsi che un bel visetto e qualche moina la avessero lusingata, anche Naruto ci cascava sempre.
Si allontanò indisposto, ignorando il sorrisetto di Cliff o come caspita si chiamasse.
Rubò un bicchiere di birra dalle mani di un tizio e continuò a cercare Naruto fra la fiumana di studenti sudati e ubriachi.
Lo trovò poco dopo vicino i secchioni dell’immondizia, dietro la sede, dove stava buttando un sacco della spazzatura. Era a torso nudo e aveva delle striature rosse sul petto.
– Naruto?
Si voltò, mostrando due occhiaie spaventose e mezzo sopracciglia scomparso. Sasuke lo guardò perplesso.
– Cosa… cos’hai fatto? – lo annusò, tirandosi indietro. – Puzzi di benzina.
– Ehi, che ci fai qui? Un incidente con la resina, si toglieva solo con la benzina e non ho avuto tempo di farmi una doccia.
Gli guardò lo stomaco piatto, segnato da alcune smagliature chiare comparse per l’improvvisa perdita di peso. Sapeva che non amava farsi vedere senza maglietta.
– Perché sei mezzo nudo?
– Non ho più magliette pulite… –  rispose imbarazzato, girandosi e dandogli le spalle.
Sasuke guardò la schiena di Naruto, sicuramente una delle parti di lui che trovava più attraente; ampia, abbronzata, segnata dalla linea della colonna che creava una morbida conca.
Tirò su lo sguardo pima che scendesse ulteriormente.
Si stava già arrabbiando, dunque evitò di indagare oltre. – Vieni a berti qualcosa con me? – domandò.
Aveva voglia di sparire con Naruto, di chiacchierare solo loro due lontano da quella musica assordante come facevano l’anno prima.
L’altro aveva un’espressione stremata. – Dopo tocca a me pulire, quindi mi stavo portando il lavoro avanti… scusami ho troppo sonno.
– Non stai neanche partecipando alla festa, perché dovresti pulire tu il loro schifo.
– Lo hanno fatto tutti prima di me quando erano…
Gli prese le spalle, scuotendolo. – Naruto, non ti reggi in piedi, sei mezzo nudo fra la spazzatura senza metà sopracciglio. Vai a dormire.
Si tolse la sua mano di dosso con calma. – Questa settimana ho l’iniziazione. Poi sarò ufficialmente un membro onorario e finirà tutto. Devi rilassarti, io sto bene, so cosa posso sopportare e cosa no.
– Ma perché devi sopportare, chi ti obbliga? Sai una cosa… formiamola noi una confraternita se ci tieni tanto.
Sbatté le palpebre, fissandolo. – Ma tu odi le confraternite.
– Saremo anticonvenzionali.
Soppresse una risata e se lo abbracciò. – Sei un amico teme. Ma non preoccuparti, io sono a posto.
Sasuke sospirò, ricambiando fiaccamente l’abbraccio. – Almeno lasciati aiutare.
– Non se ne parla.
– Stai zitto, dammi un sacco della spazzatura.
 
*
 
Dopo una mezz’ora avevano ripulito sufficientemente, ma tanto gli invitati avrebbero sporcato di nuovo. Però almeno Naruto aveva deciso di prendersi una pausa, accettando la birra che Sasuke gli porgeva. Erano di nuovo sul retro della sede ed erano soli seduti sul cornicione di mattoni.
La musica era leggermente più attutita lì dietro, ma le note di Wake me up facevano tremare la terra.
Naruto aveva rimediato una giacca, mentre Sasuke aveva indossato la sua ora che le temperature erano scese.
– Ti ringrazio, non dovevi.
– Tanto non avevo intenzione di divertirmi.
L’altro soppresse una risata. – Il mio sopracciglio è messo così male?
– Se ti sistemi anche l’altro no.
Naruto poggiò le braccia indietro, bevendo la birra. – Lo so che questa storia della confraternita ti dà fastidio, ma è un’esperienza che ci tenevo moltissimo a provare.
Sasuke non disse niente, guardando il proprio bicchiere.
– E so che pensi che mi stiano facendo il lavaggio del cervello o non so cosa…
– Non intendevo questo.
Naruto lo interruppe. – Devi fidarti di me. So quando fermarmi.
– Lo sai? – chiese retorico.
– Sì. Se qualcosa mi darà davvero fastidio, me ne andrò.
Sasuke stavolta piantò lo sguardo su di lui. – Lo prometti?
Annuì, sorridendo e finendo la birra. – Alla fine questa serata non è stata così male, mi sono un po’ ripreso.
In quel momento sbucarono Suigetsu e Karin con un’espressione di panico, anche se stavano ridendo come due idioti.
– Sasuke! Dobbiamo squagliarcela.
Naruto li guardò perplesso. – Ciao ragazzi.
– Ehi amico – lo salutò di rimando Suigetsu, tutto scarmigliato.
Sembrava che lui e Karin si fossero imboscati da qualche parte e apparivano entrambi brilli.
– Dobbiamo andare, Kiba ha combinato un disastro – ridacchiò la ragazza.
Sasuke frenò la fitta d’ansia. – Cosa?
– Ha urtato un tizio mentre andava in bagno, gli sono esplosi i petardi che aveva in tasca, ti giuro che non si può più entrare per la puzza. C’è un odore disgustoso e Kiba… Kiba puzza come la morte e anche il tipo che lo ha urtato. Sono venuti alle mani e ne sono esplosi altri. Andiamocene.
Naruto sbarrò la bocca. – Ma che avete fatto? – sbottò.
Si precipitò da loro anche Sakura, che si era tolta i tacchi e li teneva in mano. – Chris sta urlando in cerca del responsabile. Kiba e Hinata sono già andati via, anche Shika e Temari.
Sasuke si passò le mani sul viso, mentre Naruto lo guardava indignato. – Ma siete cretini? Avete cinque anni per caso?
– E dai era uno scherzo innocuo – replicò Suigetsu annoiato. – Per ridere.
– Beh io ci devo andare in quel bagno! Non mi fa ridere per niente. E poi se scoprono che siete stati voi mi cacciano, ma che cazzo vi è saltato in mente.
Sakura cercò di calmarlo. – Dai non preoccuparti, è una sciocchezza. Se lo scoprono mi prendo la colpa, così non ci saranno ripercussioni. Tanto l’odore passa in un paio di giorni, non è niente di irreparabile.
Naruto guardò Sasuke con gli occhi assottigliati. – Mi stavi tenendo occupato per caso?
– Ti sei fumato il cervello?
– Ho capito che questa cosa vi dà fastidio, ma potreste evitare di crearmi casini? Grazie.
Scese dal muretto, entrando dalla porta sul retro della sede.
Suigetsu scrollò le spalle. – Kiba sa davvero ravvivare una festa.
 
 *
 
Naruto indossava il pigiama e tremava di freddo dopo che gli era stato rovesciato un secchio di ghiaccio addosso, dunque non era di ottimo umore. Non era di ottimo umore da diversi giorni.
Dopo quella stupida bravata alla confraternita erano diventati tutti nervosi e arrabbiati, è quello che succede quando devi vivere in un posto che puzza come una discarica. La frustrazione veniva sfogata sui membri più giovani ovviamente, soprattutto su di lui, che era veramente al limite.
Non aveva risposto alle chiamate di Sasuke e degli altri, era troppo arrabbiato ancora. Non erano capaci di lasciargli vivere la sua vita come meglio credesse, a questo punto tanto valeva restare in mezzo alle mucche a casa.
Sapeva che gli sarebbe passata, ma voleva restare sulle sue ancora un altro po’.
Sono degli idioti.
Quella notte lo avevano trascinato via dal letto senza preavviso, portandolo nel seminterrato della sede, dove alcune lampade fioche illuminavano a stento i volti incappucciati dei cinque membri senior. Erano tutti vestiti con delle ridicole tuniche che ricordavano gli abiti dei Jedi di Star Wars. Lui era in pigiama e ancora molto poco sveglio; prima gli avevano fatto ripetere un giuramento in coro e poi gli avevano rovesciato quel secchio in testa. Credeva fosse finita, invece ora, ancora sgocciolante, si trovava a guardare una foto che lo disturbava molto.
Era seduto su un panchetto e aveva ancora i brividi di freddo.
La foto era un fotomontaggio di due uomini nudi che facevano sesso e la testa di uno dei due era quella di Sasuke.
– Per la prima parte del rito dovrai attaccare questa in aula a una delle lezioni di Sasuke Uchiha – spiegò Chris con voce calma. – So che è tuo amico, quindi non se la prenderà, ma intanto dobbiamo rispondere alla stronzata che ci hanno combinato. E seconda cosa il rito consiste nel dimostrare che i tuoi confratelli vengono prima di tutto.
Naruto prese l’immagine, guardandola e sentendosi veramente irritato. – Non mi piace che mettiate in mezzo Sasuke – disse pacatamente. – Riguarda me, non lui. Preferirei fare altro.
Chris sbatté le palpebre, leggermente sorpreso. – Ci hanno lanciato dei petardi puzzolenti in casa.
– Non è stato lui e comunque era uno scherzo, questo mi sembra esagerato.
– Perché? Lo sanno tutti tanto che gli piace il cazzo – ribatté un altro alzando gli occhi al cielo.
Naruto era infastidito dall’insistenza. – Non tutti e comunque questo è offensivo.
Chris tentò un approccio più amichevole: –  lo sai che è solo uno scherzo e inoltre se sei tu a farlo non c’è nulla di male. Anche tu sei gay, quindi non lo intendi come un insulto.
Naruto lo guardò a occhi sbarrati. Era caduto il silenzio nel seminterrato e sentì gli occhi degli altri addosso. – Io non sono gay.
– Naruto ma stai tranquillo. Credi che ti giudichiamo per questo? A noi non importa. Jeff ci ha raccontato di quello che è successo.
Stavolta arrossì, aprendo la bocca per dire qualcosa senza riuscirci.
– Ha detto che era la tua prima volta – sghignazzò Dan, il membro più vecchio dopo Chris; sembrava quasi intenerito. Quasi.
Ora voleva davvero alzarsi e andarsene. Non poteva credere che quel tizio ne avesse parlato in giro, era così umiliante. Sapeva che Jeff fosse un idiota, ma siccome era gay e di un’altra confraternita, sperava quanto meno in un po’ di empatia e di solidarietà.
– Cosa c’entra? – riuscì solo a bofonchiare.
– Ce lo potevi dire, semplicemente.
– Già io mi sono fatto la doccia di fronte a te – sbottò Jason, uno dei senior più antipatici.
Gli occhi di Naruto lampeggiarono di aggressività. – E preferirei dimenticare.
Scusa?
– Vuoi che te lo ripeta? – replicò sulla difensiva.
Quell’invadenza lo stava facendo sentire tremendamente arrabbiato e vulnerabile. Quelle erano le ultime persone al mondo con cui voleva parlare di quell’argomento, gli sembrava che lo stessero mettendo sotto processo e le tuniche da svitati dell’inquisizione non aiutavano.
– Non mi va di parlarne – disse brusco, sentendo i loro sguardi addosso.
Sguardi poco fraterni.
Chris gli allungò un’altra immagine, questa era un suo fotomontaggio su del porno gay e i corpi erano incredibilmente muscolosi e longilinei. Gli fece l’occhiolino.
– Puoi usarla su Grindr, in quella foto hai un fisico da paura.
Gli altri scoppiarono a ridere e uno si mise a fischiare. – Andrai alla grande almeno fra i maschi eh!
Wow, che merda.
Immaginarli intenti a creare quel fotomontaggio lo fece vergognare profondamente e piegò la foto, non volendo guardarla. Un fisico da paura, già, un fisico che lui non aveva.
– Non mi va di mettere in mezzo Sasuke – ripeté perentorio.
– Perché? Hai una cotta per lui?
Aggrottò le sopracciglia. – No.
Jason incrociò le braccia. – Bro before hoes, Naruto.
Lo guardò stralunato e si alzò. – Scusa che hai detto? – domandò aggressivo.
Chris lo calmò, mettendogli una mano sul petto. – Dai, stava scherzando. Va bene se non vuoi farlo. Ma allora dovrai fare una cosa più complessa per l’altra complice dello scherzo.
Lo guardò con occhi pieni di sfida. – Ovvero?
– Sei molto amico di Sakura Haruno giusto? Voglio che le scatti una foto da farci vedere. Una foto mentre è nuda.
 
 *
 
Naruto non rispondeva alle sue chiamate dal giorno della festa e capiva il perché. Era stata una bravata, ma doveva ammettere controvoglia che mettere a rischio quello per cui Naruto aveva faticato, per quanto stupido fosse quel traguardo, non era un gesto propriamente da amici.
Non vederlo presentarsi al consueto appuntamento da Five Guys però lo lasciò destabilizzato. Era certo che non avrebbe interrotto la tradizione per uno stupido litigio, invece non si era presentato.
Ha passato il limite.
Aveva capito che doveva andare alla sede dei Delta Gamma e prendere di petto la situazione, visto che Naruto stava facendo il bambino. Dunque si era presentato lì di pomeriggio, armato di aggressività e diffidenza come se fosse in un territorio pericoloso.
Due idioti in giardino avevano ridacchiato vedendolo apparire sulla soglia.
Chris gli aveva aperto la porta con una tazza di caffè in mano e la vestaglia. – Uchiha, che vuoi?
Sasuke notò presto che il capo dei Delta Gamma aveva un livido sullo zigomo. – Cercavo Naruto.
– È tornato al suo dormitorio – rispose spiccio.
– Perché?
– Perché è fuori dalla confraternita. E ora ti saluto, prima che tu e i tuoi amichetti del cazzo facciate altri scherzi divertenti. Salutami Sakura – disse, sbattendo la porta.
Sasuke rimase lì impalato per quasi dieci minuti, sentendosi tremendamente in colpa.
Lo abbiamo fatto cacciare. Ti credo che non vuole rispondermi.
Dopo tutto l’impegno che ci aveva messo, lo avevano buttato fuori.
Era quasi indeciso se suonare di nuovo e dirgliene quattro, ma forse c’era ancora una possibilità di farlo rientrare. Poteva scusarsi e parlare con Chris, ma prima doveva trovare Naruto.
Tornò all’edificio dove dormiva prima, il secondo dormitorio. Naruto aveva ancora la stanza lì, visto che si era trasferito nella sede della confraternita da poco più di un mese.
Una volta arrivato, trovò sulla porta una foto attaccata. Era un brutto fotomontaggio di Naruto intento a prenderlo dietro da un tizio nerboruto. Fissò la foto sconcertato.
Ma io li ammazzo.
 Bussò alla porta come se volesse buttarla giù.
– Naruto apri! – ordinò.
Non rispose nessuno.
– Senti, mi dispiace per quello che è successo. Mi dispiace… che ti abbiano cacciato, davvero. Apri.
Di nuovo venne ignorato. Forse non era lì, ma voleva controllare. Aveva ancora la vecchia chiave che doveva restituire ed entrò, richiudendosi la porta alle spalle.
Gli cadde la tracolla dalla mano quando vide Naruto, rannicchiato sul letto, pesto e mezzo addormentato.
– N– Naruto… –  lo chiamò esitante.
Questo aprì gli occhi assonnati. Aveva il naso incrostato di sangue, un occhio gonfio e un taglio sul labbro.
Si tirò a sedere dolorosamente. Aveva i capelli per aria e sembrava aver dormito per due giorni. Il cuscino, la maglietta e il lenzuolo erano macchiati di rosso.
– Mmh che ore sono?
– Cosa diamine è successo? Chi ti ha ridotto così?
Cercò di stiracchiarsi, ma emise un grugnito di dolore. – Non mi sento più la faccia – disse sbadigliando e gemendo quando le ferite si tesero.
Sasuke si accorse che sembrava tranquillo, ma era ancora in una sorta di dormiveglia.
Gli sfilò la giacca e la maglia, scoprendo i lividi sull’addome. Lo spogliò, aiutandolo a sollevarsi per accompagnarlo nella doccia.
– Sto bene teme – gli rispose in uno sbaglio, allontanandolo. – Non dormivo così da secoli.
Naruto si sciacquò senza parlare. Sasuke aveva già preso la cassetta del pronto soccorso e una volta uscito da sotto l’acqua iniziò a medicarlo, mentre il suo cervello faceva il caricamento di tutte le domande che stavano per esplodere.
– Potrebbero volerci i punti.
Gli tremavano le mani. L’altro era seduto sulla tavoletta del water e aveva le labbra umide di saliva, non riusciva a deglutire, gli faceva troppo male la gola.
– Speriamo di no, sarebbe una seccatura – si lamentò. – Dio mi fa male tutto, quanto ho dormito?
– Sei sparito per un giorno intero. Che… che caspita è successo?
– L’iniziazione è successa.
Sasuke divenne di ghiaccio. – Ti hanno ridotto loro così? – domandò con voce spiritata.
Ripensò alle risatine dai Delta Gamma. Sapevano tutto e l’unica cosa che facevano era ridere, ridere dopo averlo pestato.
Soppresse l’istinto di vomitare.
– Che cazzo di rito di iniziazione era? Lotta all’ultimo sangue?
Naruto si strofinò il naso, facendo una smorfia di dolore. – No, mi hanno chiesto una serie di cose assurde. Sas’ke non hai idea di che puttanate mi volevano far fare! Volevano che scattassi una foto porno a Sakura! A Sakura che la conosco da una vita! Mi sono arrabbiato, hanno insistito, poi hanno fatto dei commenti poco lusinghieri su Sakura e ho dato un pugno a Chris e poi uno a Jason e… e mi hanno pestato. Non è stato molto furbo.
Sasuke era talmente nauseato che non riuscì a restare piegato; si alzò in piedi e colpì con un calcio la doccia.
– Te lo avevo detto che erano feccia.
– Sì sì me lo avevi detto, beh dovevo capirlo da solo. Gli scherzi a me li tolleravo, ma non dovevano mettere in mezzo voi.
Sasuke si grattò la testa. – Non ci posso credere, che stronzi.
– Mi sono divertito finché è durata.
– Dopo chiamo Suigetsu, Kiba e Sakura e gliela facciamo pagare.
Naruto si tirò indietro i capelli bagnati. – Sono stato io a passare alle mani. Potevo alzarmi e andarmene e invece sono scattato. Lasciamo perdere, non voglio più averci a che fare.
L’altro esitò. Forse era meglio dirgli della foto dopo. Non era certo di come affrontare l’argomento, sapeva che Naruto era molto sensibile sulla questione e non voleva che si sentisse umiliato.
 – Senti… di fronte la tua camera c’era questa foto, un fotomontaggio – disse imbarazzato, porgendogliela. – Sono degli omofobi come ho sempre sostenuto. Non dargli peso, okay? Per caso hai detto a loro quello che avevi detto a me? Oppure sono solo delle teste di cazzo e siccome sei mio amico hanno pensato che fosse divertente.
Naruto alzò lo sguardo verso di lui solo un attimo. Stavolta aveva gli occhi umidi. – Sanno che sono andato a letto con uno di un’altra confraternita, questo qui se n’è vantato credo – confessò.
Sasuke lo guardò senza parole. – Quando? – riuscì solo a balbettare.
– Non so, un po’ di settimane fa. Ero confuso, ero ubriaco, volevo capire.
Non riusciva a guardarlo, il che era stupido, ma Sasuke non poteva dire di non riuscire a empatizzare con la situazione, visto che c’era passato, anche se molti anni prima. – Volevi capire? In questo modo? Perché non sei tornato da me a parlarne?
Si succhiò il labbro con una smorfia. – Col fatto che ero poco attraente e che non uscivo mai mi dicevo che in fondo non era importante, più che altro non volevo pensarci e poi le ragazze mi piacciono quindi… quindi pensavo di poterne fare a meno. Non lo so. Volevo riaffrontare l’argomento, ma non sapevo bene come.
– Come hai fatto la prima volta.
Naruto scrollò le spalle. – Dopo che sono andato a letto con quel tipo io… mi vergognavo, tutto qui. Ahh lo so, sono un cretino.
Sasuke si sedette sul davanzale della finestra, osservandolo. – Lo sai che sono gay anch’io, non c’era nulla di cui vergognarsi. Ho aspettato per mesi che me ne riparlassi… avrei dovuto tirare fuori io l’argomento. Mi dispiace che tu lo abbia affrontato da solo.
Alzò una mano per rassicurarlo. – Non è stato niente di che, non è che la abbia vissuta male. Solo che sarei dovuto stare attento.
– Chi era questo?
Distolse lo sguardo, sbuffando. – Jeff Collins.
Sasuke gli lanciò uno sguardo scandalizzato e Naruto arrossì. – Ecco, capisci perché mi vergognavo?
– Quante volte ho parlato di quell’idiota? Allora non mi ascolti quando parlo? È pieno di gay in giro, perché lui? È ignorante, represso, fascista e ipocrita. È l’unico fottuto gay che conosco che è fascista cazzo! Non ci credo che sei andato la prima volta con quello.
Naruto allungò una mano e Sasuke gli passò una sigaretta. – Hai la gola irritata, non dovresti…
La prese comunque, accendendosela. – Hai detto che andava con tutti. Quindi ho pensato che sarebbe venuto anche con me.
Lo sguardo sconcertato di Sasuke fece intuire all’altro che aveva detto qualcosa di patetico e orrendo. – Se tu non fossi con un piede nella fossa, ti pesterei – sibilò, accendendosi una sigaretta a sua volta. L’aria del piccolo bagno era irrespirabile. – Naruto… tu sei un bel ragazzo, lo sai questo, vero? Ed eri bello anche prima.
Naruto alzò gli occhi al cielo. – Come ti pare, ma giusto per sicurezza non volevo sentirmi rifiutare su questa cosa.
– Potevi venire da me.
Gli occhi azzurri si allargarono e il sangue gli colorò gli zigomi. – Eh?
Sasuke era serio e impassibile. Si infilò una mano in tasca, accavallando le caviglie. – Se proprio dovevi andare con un rifiuto del genere, potevi venire da me. Potevi fare sesso con me. Io ti ho sempre trovato attraente.
Naruto ormai aveva raggiunto gradazioni di rosso indicibili e mise una mano avanti. – Come faccio a ridere se fai ‘sti scherzi con quella faccia seria? Dai.
Il guizzo di fastidio negli occhi neri lo mise a tacere. – Ho mai scherzato su queste cose?
L’altro non disse nulla, massaggiandosi la mandibola. – M– ma non mi hai mai detto niente! – protestò.
– Non spreco neanche fiato a risponderti.
– Anche tu sei attraente – si affrettò a dire. – Lo avrei fatto sesso con te… credo.
Sasuke sembrava voler essere in un altro qualsiasi luogo del globo in quel momento. – Sì beh non te l’ho detto per avere una reazione. Te l’ho detto perché puoi avere molto di meglio di gente come quell’idiota. Almeno ti ha aiutato?
– Sì, direi di sì – rispose, facendo spallucce. – Ufficialmente bisessuale, potrei ricevere una tessera a membro onorario. Già al pride ero abbastanza certo, anche quando te ne ho parlato, però dirlo ad alta voce mi aveva agitato, insomma da dove vengo io non sono serenissimi sull’argomento. Ma ora ne sono sicuro.
– Beh è un miracolo che quel tizio sia servito da conferma. Scommetto che è terribile a letto.
Naruto si grattò la nuca. – Uhm, beh non è che io abbia termini di paragone. Ed ero ubriaco, anche lui era ubriaco.
– Spero che abbiate usato un dannato preservativo, chissà che diavolo di malattie ha quello.
Sasuke si sforzò per non caricare il tono di tutta la rabbia e la gelosia che provava, ma era impossibile. Non era tanto una questione di gelosia perché provava chissà quali sentimenti romantici per Naruto, magari in piccola parte, ma era proprio l’idea del suo Naruto in una situazione del genere.
Lo conosceva da quando avevano quattordici anni e lui era ancora un brufoloso ragazzino pallido che si masturbava su Leonardo Di Caprio; a quel tempo fantasticava su quale potesse essere l’aspetto di Naruto, con cui chattava in gioco, divertendosi. Era simpatico, tonto, gentile, competitivo. Si era preso una cotta infantile solo tramite le mail, ma non era restato deluso dal suo aspetto. Poi erano diventati talmente legati, Sasuke sapeva tutto su di lui ed era il suo migliore amico nerd, sfortunato con le ragazze che non aveva molta esperienza ma sapeva sempre divertirsi e animare le serate. Non si era mai fidanzato e le tipe che aveva frequentato non erano mai durate, al punto che Sasuke aveva iniziato a sguazzare in quella situazione di stasi in cui Naruto era sempre… beh, libero. Aveva iniziato ad avere dubbi sulla sessualità già due anni prima, ma Naruto era venuto a parlargliene soltanto dopo il pride.
– Mi dispiace di non avertelo detto. Parlarne la prima volta mi ha aiutato molto, forse troppo, lo sai che sono impulsivo.
Sasuke abbassò gli occhi. – Comunque ora posso dirti che avevo avuto diversi indizi e lo sospettavo da quando avevamo diciassette anni.
– Diversi indizi?
Annuì. – Uhm sì, tipo il poster di Orlando Bloom sudato.
– Ehi avevo poster anche di donne, quello era di Pirati dei Caraibi!
Alzò gli occhi al cielo. – Già, pirati sexy appesi alla tua camera. Per nulla gay.
Naruto scoppiò a ridere, gemendo. – Non farmi ridere che mi fa male tutto.
– Senti tirati su. Ti offro un hamburger da Five Guys.
L’altro aprì la bocca per protestare.
– Non hai voce in capitolo.
 

La vicenda non era rimasta invendicata. Sasuke non poteva permettere che la passassero liscia, ma a infuriarsi selvaggiamente fu Sakura. A quanto pare non aveva gradito granché il tentativo da stalker di Chris di mandarle un amico fidato per fotografarla nuda. Così si era messa d’accordo con Suigetsu, da sempre la migliore fonte di guai del college, e avevano mandato un cesto di Macarons pieni di lassativi alla sede dei Delta Gamma, fingendo che fossero da parte di un’associazione cristiana.
Nessuno li aveva visti in giro per un po’ di giorni.
Naruto aveva preso abbastanza con serenità tutta la faccenda, anche se non era ancora pronto a dire a tutti quello che aveva confidato anche a Sasuke. Ma si era fatto diverse risate per la vendetta organizzata dai suoi amici.
– Suigetsu non sa proprio prendersi cura delle piante – bofonchiò Naruto, annaffiando la piccola piantina morente che gli aveva regalato Karin.
Il compagno di stanza di Sasuke era fuori, probabilmente in camera della sua fidanzata a saltare le lezioni.
Ripose il bicchiere vuoto e tornò a sdraiarsi accanto a Sasuke sul letto dal lato opposto, così da avere i suoi piedi vicino al busto.
L’amico stava giocando a ruzzle sul telefono, mentre aspettava che Naruto finisse di ricopiare degli appunti che aveva perso quando era rimasto a dormire.
Naruto poggiò un attimo la penna. – Posso chiederti una cosa?
L’altro annuì distrattamente, troppo concentrato sul gioco.
– Ma eri serio quando dicevi che tu ci verresti a letto con me?
Sasuke fermò il dito sullo schermo del telefono, alzando gli occhi neri su di lui. – Sì. Ma sarebbe uno strappo alla regola per me, perché non vado a letto con gente con cui non esco da un po’ di tempo.
Naruto era imbarazzato. – E… quale parte di me trovi attraente?
– Gli occhi, uhm le labbra, la schiena e il culo.
– Il culo? Ma ero grasso.
Scrollò le spalle. – Ognuno ha i suoi gusti e smettila con questa tiritera.
Naruto si azzittì un attimo, guardando la scrittura elegante dell’amico sul quaderno degli appunti. – Quindi tu ci usciresti con me una volta?
Sasuke smise di giocare, lasciando che il suono del timer riempisse la stanza. – Come?
– Ecco ti andrebbe di uscire con me?
Sorrise. – Ma noi usciamo sempre insieme – lo stuzzicò.
– E dai, non rendermela difficile, lo sai cosa intendo. Tu al momento non stai vedendo nessuno… no?
– Già.
– Quindi vorrei portarti a cena fuori.
Sasuke poggiò il telefono. Si stava divertendo più del dovuto e per questo si sentì in un po’ in colpa. – A quale scopo? – domandò calmo.
Naruto trasalì appena. – Perché… beh perché anch’io ti trovo attraente.
– D’accordo.
– Woo, sul serio?
– Sì.
Inclinò la testa, assottigliando gli occhi. – Ma hai capito che ci stavo provando o…
– Sì, Naruto, era piuttosto palese.
L’altro si alzò posando i quaderni e aprendo le ante della finestra. Aveva il viso in fiamme e aveva bisogno di far entrare aria. – E non pensi che possa essere strano, visto che siamo così amici?
– Molto strano. Ma proprio perché siamo “così amici” penso che sarà okay anche se non dovesse andare bene da quel punto di vista. E poi è solo una cena.
Naruto fece un sorriso beffardo, continuando a dargli le spalle. – Ammettilo che è solo per il mio culo – disse, muovendo la testa su e giù.
Sasuke si alzò e gli diede una piccola strizzata alla chiappa, facendo sussultare l’altro. – Mi hai beccato.


 
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Angolo della scema:
ciao a tutti! Sì, torno con un'altra one-shot. In realtà non ho molto da dire se non che ho voluto lasciare il finale aperto perché mi sembrava meno forzato e più tranquillo. Ora come ora Naruto e Sasuke non sono innamorati l'uno dell'altro, sono legatissimi, ma non lo sono mai stati in modo romantico, quindi in un certo senso questo è piuttosto "un inizio". Il titolo significa "gli amici sono come i preservativi, ti proteggono quando le cose diventano dure". Mentre bro before hoes significa "gli amici prima delle puttane" motivo per cui Naruto si è arrabbiato. E niente, l'immagine bellissima viene da qui 
http://cherryandsisters.tumblr.com/post/161512460259/i-love-buff-naruto-and-anxiety-sasuke. So che nell'immagine sono incrociati con due pg di Boku no Hero, ma mi piaceva troppo ♡.
Ringrazio Blair che se l'è letta e mi ha dato alcuni consigli ^^.

 
   
 
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