Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Assiral_    21/08/2018    0 recensioni
Are you deranged like me?
Are you strange like me?
Lighting matches just to swallow up the flame like me?
Quando la fiamma dentro di te sta per svanire ma trovi la benzina che ti serve, non per continuare a sopravvivere, ma per iniziare a vivere davvero.
Yoonmin ispirata a Gasoline di Halsey.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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https://youtu.be/zRHNi3QfFlE


Are you insane like me? Been in pain like me?

Bought a hundred-dollar bottle of champagne like me?

Just to pour that motherfucker down the drain like me?

Would you use your water bill to dry the stain like me?
 

Era da tanto che non mi capitava di ubriacarmi così ed è forse per questo che è bastata una costosissima bottiglia di Champagne per farmi perdere ogni inibizione, per darmi il coraggio di scappare da quella festa in mio onore. Più una trovata di marketing che un compleanno, comunque.

Non so dove sto andando ma, in lontananza intravedo una spiaggia quindi, supponendo che il mio cervello riesca ancora a ragionare come si deve, direi che sono vicino alla costa. Bene, almeno non troverò altra gente con cui avere a che fare o addirittura parlare.

Scavalco con non poche difficoltà il muretto che separa la strada dal milione di chicchi di sabbia e, appena atterro dall'altro lato, la mia testa comincia a girare vorticosamente tanto da farmi cadere in ginocchio. Dalla mia bocca esce un'imprecazione sussurrata ma l'odore di salsedine che riesco a percepire grazie alla posizione in cui mi trovo, riesce a dare un minimo di sollievo alla mia mente e blocca le migliaia di invocazioni all'altissimo che stavo cominciando a bisbigliare.

Respiro a fondo più volte fino a quando percepisco un minimo di forza tornarmi in corpo e permettere alle mie gambe di alzarsi autonomamente. Non credo di essere mai stato al mare in una sera d'inverno e se solo fossi nel pieno delle mie capacità penserei che è una sceneggiatura perfetta su cui scrivere parole romantiche; dannato me e la mia sbronza. "Ti serviva proprio bere eh, Yoongi? Non sei già abbastanza rotto di tuo?" ci mancava solo il parlare da solo per rendermi ancora più pazzo del solito. Dannazione!

Chiudo gli occhi lasciandomi sfuggire una risata dettata dalla frustrazione e, come se non bastassero tutte le cazzate successe nelle tre ore precedenti, inciampo e cado rovinosamente con la faccia dritta sulla sabbia. Mi alzo a sedere con ancora gli occhi chiusi e stavolta niente, nemmeno la mia emicrania, mi blocca dall'urlare a colui che abita nei cieli quanto la mia vita faccia cagare e quanto io voglia morire. "Fanculo, cazzo!" aggiungo alla fine della mia preghiera mentre cerco in tutti i modi di togliere la sabbia dai miei poveri occhi.

"Benvenuto nel club"

Apro di scatto gli occhi, che però hanno ancora migliaia di quei merdosi chicchi all'interno e si rifiutano di vedere bene colui al quale appartiene quella voce che la mia mente classifica come angelica e triste. "Porca puttana" dico incazzato non tanto per lo spavento ma più per il bruciore all'occhio destro che non vuole saperne di aprirsi in maniera decente. Il sinistro è più collaborativo e mi permette dopo due lunghi minuti di guardare la figura incappucciata a cui la voce appartiene. Mentre la scruto attentamente, e a fatica, rispondo con il mio solito tono distaccato e sarcastico "Benvenuto dove scusa?!". Il ragazzo, a quanto ho potuto constatare dalla mia breve e spastica scannerizzazione, non si muove ma continua a rivolgere lo sguardo al mare lasciandomi libero di fantasticare sul suo profilo coperto a metà dal cappuccio della felpa scura.

"Benvenuto nel club di coloro che sono folli, rotti e doloranti anche senza bisogno di droga o alcool ma che li usano per divertirsi e non pensare costantemente a quanto vogliano davvero morire."
 

Are you high enough without the Mary Jane like me?

Do you tear yourself apart to entertain like me?

Do the people whisper 'bout you on the train like me?

Saying that you shouldn't waste your pretty face like me?
 

Fottuto ragazzino impertinente, pensai. È mai possibile che abbia capito e racchiuso in una frase la mia vita degli ultimi cinque anni dopo nemmeno due minuti senza che, per giunta, io abbia detto una sola parola?

"Mi sto forse sbagliando?" d'improvviso il giovane continua la frase e si gira verso di me puntando i suoi occhi nei miei appena rientrati nel pieno delle loro facoltà. E sono belli, i suoi occhi. O forse è il suo viso ad essere bello; dalla fronte coperta dai capelli rosati passando per un nasino a patata come quello di un bambino, per arrivare alle labbra così carnose da far pensare a cose perverse dopo nemmeno un secondo che le stai guardando.

"Silenzio assenso direi, allora" smette di riflettersi su di me e porta nuovamente lo sguardo alla luna. Gli vorrei dire che sì, ha ragione ma che no, non può privarmi dei suoi occhi perché sono la prima cosa che mi ha reso vivo nell'ultimo periodo. Idiota, ecco cosa sono. Sto fangirlando su una persona appena conosciuta, beh 'conosciuta' per modo di dire, che mi ha detto solamente due frasi e che, per di più è un maschio? Devo veramente essermi rincoglionito tutto sul colpo.

Mi metto bene seduto al suo fianco cercando di capire cosa sta pensando e con un tono migliore rispetto al precedente chiedo: "Ma tu cosa ne sai? Tutti vogliono che io sia al top, sappia sempre cosa dire, come mettermi. Devo scrivere sempre opere d'arte, melodia giusta, parole giuste, canzoni d'amore quando non so nemmeno cosa sia, l'amore. Io volevo solo fare musica mentre ora sono un animale in gabbia che non può nemmeno prendere il treno perché le persone bisbigliano cose su di me, sempre."

Non avevo mai rivelato a nessuno i miei pensieri e le mie opinioni riguardo la vita da 'star' ma con lui era semplicemente venuto fuori tutto come un fiume in piena, un monsone durante la stagione delle piogge, un flusso ininterrotto di pensieri e parole che non avevo reso noti nemmeno a me stesso. Alzo la testa e vedo che sorride, un sorriso rassegnato, spento. "Sì beh almeno quelli in treno con te bisbigliano!" ride. La sua risata non è felice però, ti lascia vuoto dentro, è malinconica. "Quando salgo in treno io invece, sembrano proprio volere che io li senta. 'Hai visto quel ragazzino? Ma si lava?" si blocca un attimo per sbuffare "Mio dio guarda quello, sembra un barbone! E poi una di quelle che personalmente preferisco: 'Poveretto, guarda come va in giro quello... un faccino così carino tutto sprecato". Stavolta la risata è aspra, cattiva quasi. "Che poi, è un'offesa o un complimento secondo te?" si volta verso di me e spero vivamente non voglia una risposta perché uno, non saprei minimamente dargliela e secondo, sono talmente scioccato da non riuscire nemmeno a far uscire mezza lettera dalla mia bocca.

"Ma scusa, stavamo parlando di te, Agust D, giusto?" mi guarda ed io annuisco, non riesco a pensare dire o fare nulla se non ascoltare la sua bellissima voce inasprita da parole che non dovrebbero mai uscire da un angelo come lui. "Mi sembrava di averti riconosciuto. Ti ascoltavo molto prima di dover vendere il mio cellulare... ora mi capita di guardarti nei megaschermi di Seul però" una parvenza di felicità gli solca il volto, a causa mia? Non faccio in tempo a riflettere che continua.
 

And all the people say

"You can't wake up, this is not a dream

You're part of a machine, you are not a human being

With your face all made up, living on a screen

Low on self esteem, so you run on gasoline"
 

"Non è più il tuo sogno vero? Te lo hanno rubato e lo hanno trasformato in un incubo da cui non puoi svegliarti; sei solo una parte, un prodotto, all'interno della macchina che è l'industria dell'intrattenimento, non sei nemmeno più umano, ma una gallina dalle uova d'oro. Capisco. Io, invece ho sempre vissuto in un incubo, pieno di dolore, paura e buio. Fatti forza Agu -"

"Yoongi, mi chiamo Min Yoongi." Non so perché lo feci ma non mi piaceva essere chiamato da lui così, mi sembrava troppo distante. E non potevo di certo distanziarmi dall'angelo della felicità, giusto?

Lo vidi alzare leggermente gli angoli della bocca per poi continuare da dove lo avevo interrotto "Okay, Min Yoongi, fatti forza. Pensa ai primi momenti, presumo siano stati i più belli. L'inizio della tua carriera, i primi fan, i primi spettacoli. Oppure pensa alla tua musica, pensa a cosa provi quando scrivi o componi." Ci penso, è da tanto che non provo dei veri sentimenti nel comporre. Ormai vado avanti per inerzia, abitudine. Lui si avvicina portando per l'ennesima volta i suoi occhi a scrutarmi l'anima.

"Cos'è che ti rende felice Min Yoongi? Dov'è il tuo posto nel mondo?"
 

I think there's a flaw in my code

These voices won't leave me alone

Well, my heart is gold and my hands are cold
 

"Tu. Qui." Stavolta il dono della parola non mi aveva lasciato. Eppure lui non sembrava capire. "Okay, scusa ehm... -"lo guardo per fargli capire che non so come chiamarlo. Ragazzino non mi sembra appropriato. Di sicuro è più piccolo di me ma non voglio che la mia seconda frase di senso compiuto dell'intero discorso inizi con un insulto. "Park Jimin" mi dice con un sussurro.

"Ecco, Jimin... non sono mai stato bravo con le parole, a meno che non fossero comprese in un pentagramma. Ma con te è stato tutto spontaneo. Non ho mai risposto con più di due parole in croce mentre qui, con te, ho iniziato un discorso serio e ti ho detto cose che faticavo a rivelare persino a me stesso. Come hai detto tu non è più il mio sogno e perciò scrivere musica non mi fa provare più nulla. Sono un automa che scrive ciò che gli altri vogliono io scriva, senza anima senza emozioni." Lo guardo negli occhi e, per la prima volta li vedo con della luce. Non so ancora definirla bene ma sembra curiosità mista ad altro. Gioia forse?

Vede che sono bloccato e subito annulla ancora una decina di centimetri tra di noi fino ad avere le ginocchia che toccano le mie, poi con un cenno del capo mi fa capire di continuare, che lui mi sta ascoltando. "Alle volte, eh in realtà il più delle volte, penso che la mia testa non funzioni nella maniera corretta, sia difettosa. Altre volte invece, quando sono in mezzo alla folla soprattutto, sento delle voci e non riesco a distinguere se sono quelle delle persone che mi stanno attorno o se sono nella mia testa, in entrambi i casi non mi lasciano solo. Mi rincorrono, mi insultano e mi fanno dubitare di tutto e tutti."

Lui mi ascolta attentamente senza fiatare. Qualcosa nella sua espressione mi fa intendere che capisce, capisce quello che provo. Per la prima volta credo di aver trovato una persona che non mi giudica e che non si aspetta nulla da me. Gli sorrido spostando la testa leggermente da un lato per guardarlo meglio. Voglio conoscerlo, sapere perché le persone in treno gli dicono quelle cose, perché è qui al mare in inverno, come me.

"Penso di essermi sfogato abbastanza, grazie per avermi ascoltato davvero Jimin" gli dico mentre ora anche sul suo volto compare un sorriso. "Ora parlami di te. Raccontami qualcosa, qualsiasi cosa. Anche se, a dirti la verità mi piacerebbe sapere perché sei arrivato qui, a quest'ora con questo freddo. Sei come me Jimin? Sei un folle anche tu?"
 

Are you deranged like me? Are you strange like me?

Lighting matches just to swallow up the flame like me?

Do you call yourself a fucking hurricane like me?

Pointing fingers 'cause you'll never take the blame like me?
 

"Decisamente sì. Sono sempre stato quello 'strano', deviato. È stata quella la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ho sempre gioito nel dire bugie, dare la colpa agli altri per ogni cosa facessi. Ero un uragano, tutti mi chiamavano così..." si blocca un attimo per una risata, stavolta vera, sincera. Evidentemente ricordava il passato, quel passato felice che aveva perso. "Poi tutto è andato in fumo. È stato quando tutti hanno scoperto fossi gay. Non so dirti quando o come ma è successo. Da un giorno all'altro la mia bolla di felicità personale è scoppiata e quelli che mi stavano attorno si sono gonfiati la loro senza di me, lasciandomi fuori, da solo. Da lì ho imparato a vivere davvero come una persona normale, non come un bambino viziato. Ma cazzo se è stato difficile!" vedo una lacrima sfuggirgli dall'occhio destro, ma è veloce ad asciugarla con l'indice, probabilmente non ama essere visto debole. Io continuo a sorridergli sperando che un minimo capisca che anche io ci sono e lo sto ascoltando, che lo capisco.

"Mi piace dire che mi sentivo come la piccola fiammiferaia, vestita di stracci ai bordi della strada a vendere fiammiferi nelle notti ghiacciate. Peccato che orfano ci sono diventato dopo che i miei mi hanno cacciato di casa ed i fiammiferi li accendevo per scaldarmi durante la notte mentre ora li accenderei solo per mangiarne la fiamma affinché possa ridarmi la forza di vivere perché ormai la mia energia è pari a quella di un lumino leggero. Quasi spento".

"Sai, ti capisco, ti capisco forse troppo. Nonostante io abbia tutto è tu abbia niente, siamo sulla stessa fottutissima barca in procinto di affondare. Se tu hai avuto a che fare con l'indifferenza io invece passavo ore ad essere truccato perché la mia faccia e la mia intera vita erano su uno schermo, visibile a tutti. Questo però ci ha fatti arrivare allo stesso punto, non pensi?" rivolgo la mia domanda direttamente a lui che annuisce non capendo ancora dove questo discorso andrà a parare. "Vorrei cercare ancora cose che ci differenziano e cose che abbiamo in comune, vorrei vedere i tuoi capelli scintillanti alla luce del sole e stare ad ammirare i tuoi occhi scrutarmi nel profondo mentre facciamo colazione. Vorrei poterti dare, anzi vorrei poter condividere tutta la mia ricchezza con te, te che mi ha fatto sentire più ricco in un'ora di quanto io sia stato in questi anni." Prendo un profondo respiro e Poggio le mie mani su quelle di Jimin che prontamente le stringe. Sono complementari, una la metà dell'altra, due parti che formano un tutto. Le mie lunghe e affusolate le sue piccoline e cicciottelle. "Sii la mia benzina Jimin, e se lo vorrai, io sarò la tua. Voglio che quella leggera fiammella si trasformi in fuochi d'artificio. Voglio vederti vivere davvero."
 

And all the people say

"You can't wake up, this is not a dream

You're part of a machine, you are not a human being

With your face all made up, living on a screen

Low on self esteem, so you run on gasoline"
 

Non so dire con certezza chi dei due si sia fondato sulle labbra dell'altro per primo, so solo che le sue labbra sapevano di casa. Erano carnose e delicate, perfette per fondersi con le mie sottili e sgretolate che dicevano tutti mi dessero l'aria da ragazzo vissuto. E vissuto credevo di esserlo davvero, un'infanzia difficile, una madre alcolizzata, un padre perennemente al lavoro e due fratelli più piccoli da accudire. Poi le cattive compagnie, i centri correzionali èe la sigaretta che mai abbandonava il mio costante pensare. Poi la svolta con Namjoon ed il rap, che ha cambiato la vita ma non il sentimento di inadeguatezza impresso in profondità fino alle mie viscere. Ma qui, con Jimin mi sentivo felice. Nonostante le mie mani fossero fredde a contatto con le sue guance rosse e calde, mi sentivo bene. Mi sentivo finalmente libero dalla mia gabbia, dal malessere, dalle voci. Avevo vinto la mia battaglia, anzi, io e Jimin avevamo vinto l'intera guerra. Forse era per questo che il mio cuore era diventato d'oro. L'oro delle medaglie degli sportivi, l'oro venerato dalle vecchie tribù del latino america. Ma forse era perché ora nel mio cuore c'era un sentimento nuovo che però era il più prezioso di tutti: l'amore. E di lui, dell'amore per Jimin, avrei fatto la benzina per mandare avanti la mia non più inutile esistenza.
 

I think there's a flaw in my code

These voices won't leave me alone

Well, my heart is gold and my hands are cold


 

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Non ho molto da dire se non un grazie alla mia soulmate Arj che apprezza le mie cose mandate alle due di notte e le corregge con la "penna rossa"; ti amo Love.

Grazie per aver letto ed eventualmente recensito :) #Yoonmin4ever

-Assiral

   
 
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