Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: leprs    22/08/2018    0 recensioni
ciao sono Alice e grazie a te ho capito veramente chi sono, la mia vita perfetta non era ciò che volevo, ma ciò che volevano per me.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Inizierei con il presentarmi, sono Alice una ragazza di 17 anni, frequento il 4 anno di un istituto tecnico qui a Milano. Non ho una vita molto varia da quella che è la vita dei miei coetanei, a scuola me la cavo abbastanza, ho una buona media. Il Lunedì e il Giovedì frequento corsi di nuoto in una piscina a circa 10 minuti da casa mia. Amo nuotare, fin da bambina ho trovato nell'acqua quel fascino che la terra, polverosa e arida non è riuscita mai a darmi. La mia famiglia è concentrata nell'acqua. Mia zia, sorella di mia madre, è un istruttrice di nuoto, mio padre fa il pescatore; sparisce per 9 mesi all'anno e parte non so per quali oceani. Mia madre lavora in un azienda vinicola e mio fratello, più grande di me di 3 anni, David, è un nuotatore professionista. Adesso sta in Belgio per una gara, ed io qua a Milano a studiare per quello stupido compito di biochimica per domani. Sembrerei una ragazza modello, con la testa sulle spalle ed una vita tranquilla, ma tutta questa sicurezza sta iniziando a vacillare. Il muro di quiete si è iniziato a crepare quando ho scoperto dei messaggi ''strani'' sul cellulare di mamma. Papà si sacrifica per noi, ci sta lontano, salta i nostri compleanni, le feste, tutto, per mandarci quei spicci che ci servono per vivere, per comprare le mie amate Vans old scholl, per comprare le felpe extra large e marcate a David, o per pagare quello stupido corso di yoga alla mamma, o meglio, per finanziare gli incontri tra lei e Alexander, l istruttore di yoga. Eh quante posizioni gli ha insegnato quest'ultimo periodo...

Nella mia classe quest'anno è arrivato un nuovo compagno, fortuna, si chiama Jacopo, ne avevamo bisogno. La classe si stava facendo noiosa e ripetitiva, i conflitti aumentavano sempre di più. Ormai tra Isotta e Martina le mani sono sempre più vicine. E pensare che erano migliori amiche finché non arrivò in classe Matteo Brune. Alto, calciatore promesso, popolare, moro, occhi nocciola, faccia pulita e tutti 9 in pagella. Jacopo non è il classico bravo ragazzo, viene da una situazione familiare particolare. La madre è venuta a mancare pochi anni fa, ha un padre che si fa in 4 par lui e suo sorella, Miriam, 4 anni, pasticciona ma troppo dolce per essere odiata. Jacopo è simpatico estroverso e non fa venir fuori il suo disagio, non te lo aspetteresti da uno come lui. Corre, la mattina si sveglia e corre, corre finché le sue gambe non tremano. Ha scuola è normale ma il suo quartiere non è il meglio, frequenta persone poco affidabili, gli voglio bene, ed ho paura per il suo futuro. Sarà forse il suo atteggiamento tragressivo, il suo non essere perfetto a volermi avvicinarmi a lui, a volerlo scoprire.

Un mese è passato, dobbiamo cambiare di posto, questo perché la solita cretina non riesce ad integrasi, voglio essere la sua vicina, il mio istinto mi avvicina a lui, provo una sorta di attrazione. Ci parlo poco, è normale è immerso nel gruppo dei maschi. Basta, mi butto, glie lo chiedo. Jacopo posso essere la tua vicina di banco? (abbozzo una scusa, che tanto scusa non è) Mi sa che mi tocca la disagiata, e bé, sinceramente vorrei evitare, e vorrei che evitassi anche tu.... Risponde sì, RISPONDE DI SI, CAZZO, CHE GIOIA! Perché sono così felice?

Adesso capisco perché si è subito integrato, quando lo conosci è impossibile staccarsi, è carismatico , allegro e furbo, mi ha insegnato varie tecniche di copiaggio che nemmeno 007. Ho paura di portalo a casa, dobbiamo fare un lavoro di gruppo, ma non è il ragazzo che mia mamma vuole fare entrare in casa, insomma, ha uno stile un po' trasandato, fuma ( e talvolta dall'odore non solo sigarette), ma è così imperfetto da sembrare, giuro, perfetto. Mia mamma oggi non c'è, CORSO DI YOGA ANTICIPATO, certo...

Jacopo bussa alla porta, apro, quel giorno ero tutta un brivido, ma non capivo tutta questa ebrezza per lui, non pensavo di potermi innamorare, insomma, io ALICE lui JACOPO dai no... la nostra era palesemente una forte amicizia, su. Prima che arrivasse, mi ero sistemata per bene, capelli belli sciolti lunghi sulle spalle, la felpa che tanto ama, mi fa sempre i complimenti per quella, ha detto che me l'invidia e non poco. (classica felpa bordeaux Adidas, rubata a David) jeans strappati neri, risvoltino tattico, calzino a vista a righe bordeaux e bianche e vans, mascara eye-liner e un velo di tinta labbra nude, la mia preferita, di Jeffry-style.

Lui, felpa nera north face, jeans chiari e le nuove Nike nere, quelle spettacolari! Capelli biondini lunghi fino alle guance, un po' sparaflesciati, barbetta dei 2 e tre giorni, quella bella e i suoi grandi, enormi occhioni azzurri.

Mi saluta con un abbraccio e io lo invito ad entrare. Tira lo zaino sul divano, apriamo il computer e iniziamo la nostra ricerca sulle cellule, in mezzo al salotto. In poche ore finiamo, erano le 5e30 e avevo casa libera fino al pomeriggio del giorno dopo, che faccio lo caccio? Fuori tuoni e lampi, ci guardiamo un horror.

L'atmosfera era strana ma piacevole, era freddino, eravamo vicini, sul divano, pop corn e silent hill in tv. Sono una fifona, e non potevo fare a meno di stringermi a lui, Jacopo mi guardava e poi rideva. Stavamo bene. Era ora di andare e fuori diluviava, era a piedi e si sarebbe bagnato tutto. Just eat, pizza con salsiccia per me, patatine e wurstel per lui, coca cole e anelli di cipolla. Cenetta perfetta. 10:30, fari della macchina fuori dalla finestra e clacson. Il padre di Jacopo era arrivato, a domani amico mio.

Era fine febbraio e quella mattina l'ho visto male, non aveva una bella cera, era turbato e violento, estremamente nervoso. Entra in classe un'ora in ritardo, non saluta, lancia la borsa per terra, tira un occhiataccia alla professoressa che aveva accennato un ''Buongiorno'', la professoressa era intimorita e ben impaurita da lui, era una bomba che stava per esplodere, una bomba di 1m e 80. si siede con la grazie di un elefante e poggia la testa sul banco. Avrei voluto esserci io al posto di Alessio, che palesemente non sapeva che fare. Arriva ricreazione, dopo vari tentativi di risollevare il morale a Jacopo e qualche pugno partito, tutti si allontanano da lui, è il mio momento. Mi siedo vicino a lui, la classe mi guarda come fossi pazza, sto in silenzio lo guardo, metto la mia mano sul suo ginocchio, alza lievemente lo sguardo per capire chi sono, lo riabbassa. Metto la mia mano sul suo braccio, mi avvicino e gli sussurro, per qualsiasi cosa ci sono. Mi alzo e torno al mio posto, la proff. Di italiano era già rientrata e facendo finta di niente continua la lezione.

Sono le 14:00, la giornata scolastica è finita. Esco per ultima, odio lasciare la classe sporca, Jacopo mi stava aspettando, non compresi subito. Ci sedemmo sul muretto fuori della scuola e mi abbracciò, mi disse “grazie di esserci” e iniziò a piangere, anche se voleva nasconderlo.

Lo riaccompagnai a casa e mi invitò ad entrare. Andò in bagno e mi offrì una canna, ebrezza, un brivido, guardavo quella cosa come se fosse aliena, si scusò e la poggiò sul tavolino. Mi avvicinai a lui, cazzo, com'è bello questo mondo fuori dagli schemi. Nella mia mente è passata un immagine, un foglio a righe, quelli per scrivere temi. Era diviso in 3 parti, nella parte centrale c'ero io, David, i miei amici e conoscenti, tutti in bianco e nero, e annoiati, sulla parte superiore e inferiore c'era la vita, il colore, Jacopo e il divertimento. Non ci pensai più, quella divisa scolastica mi pesava, quella faccia da angelo non mi apparteneva più, essere l'ennesima prima della classe, essere ancora la brava dolce Alice e una delle tante Rombo perfette mi stava stretto. Guardo Jacopo, prendo la canna , me l'accendo, ero un fuoco. Jacopo era stupito, mi sale male la botta, era la prima volta, non stavo per nulla bene. Ho vomitato più volte. Mia mamma chiama per sapere dov'ero e lì, potevo fare 2 cose, continuare la mia vita in bianco e nero o iniziare quella a colori, ho mentito “mamma sono a casa di una mia compagna di classe, non sta bene e sono corsa in suo aiuto, tornerò quando starà meglio, non ti preoccupare” si era fatto ormai tardi, me ne andai ma non senza averlo brutalmente baciato e istigato. Abbiamo fatto l'amore. Ho una nuova vita, forse nessuno sarà fiero di me, ma io adesso posso dire di sentirmi finalmente Alice Rombo

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: leprs