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Autore: Fandoms_Are_Life    22/08/2018    2 recensioni
Tre prime volte e un'ultima per Arthur e Morgana, e per il loro amore.
I. Winter: «Io sono Arthur Pendragon, futuro re di Camelot.»
II. Spring: «Oh, Arthur, come sei buffo!»
III. Summer: «Se pensi che possa lasciarti per uno del genere sei proprio uno stupido!»
IV. Autumn: «Perché continuo ad amarti?»
[Arthur/Morgana] [raccolta disomogenea] [Pre-S1] [Spoiler!S5] [Leggero What if?]
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morgana, Principe Artù | Coppie: Morgana/Artù
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest, Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'His Lady, Her Champion {ArMor collection}'
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Pieces Of Season

 

I. Winter

 

La prima volta che Arthur incontra Morgana è inverno. La neve ha smesso di cadere da poche ore e tutta Camelot è avvolta da un manto bianco e soffice che la fa apparire magica agli occhi del bambino – sta ben attento, però, a non dirlo ad alta voce. Sa che suo padre odia la magia.
Uther è seduto sul suo trono, più nervoso del solito. - Arthur, allontanati dalla finestra. I nostri ospiti stanno per arrivare.
Il bambino ubbidisce di malavoglia, andando ad affiancare il padre. Non gli piace l’attesa, la trova insopportabile. Spera che, da un momento all’altro, un messaggero faccia irruzione nella sala per dire che, a causa della neve, questi fantomatici ospiti sono stati costretti a rinviare l’incontro, così potrà finalmente correre in giardino a giocare.
Mezz’ora dopo, invece, a fare il suo ingresso è una delegazione di sconosciuti, i quali si inchinano di fronte al re con mille salamelecchi, proclamando in tono altisonante i loro nomi e i titoli dei quali si fregiano. Arthur, però, non li degna di uno sguardo: in mezzo a loro, infatti, nota una bambina che catalizza tutta la sua attenzione. Indossa un lungo e pesante abito blu che si sposa alla perfezione col tempo che fa fuori, oltre che coi suoi occhi e i lunghi capelli neri. È poco più piccola di lui, dieci anni al massimo, eppure ha una regalità innata impossibile da non notare.
- E questa, mio signore - afferma un uomo, poggiando una mano sulla schiena della ragazzina e spingendola in avanti - è Lady Morgana, la figlia di Lord Gorlois e Lady Vivienne. Come purtroppo saprete, entrambi i suoi genitori sono morti di recente. Siete stato davvero magnanimo a decidere di accoglierla in questo castello come una figlia.
- Che cosa? - si lascia sfuggire Arthur, interrompendo il monologo dello sconosciuto e facendo sì che gli sguardi di tutti, compreso quello della bambina, si focalizzino su di lui.
- Sì, Arthur - annuncia suo padre, appoggiandogli una mano sulla spalla con più forza del necessario. - Lady Morgana abiterà in questo castello insieme a noi. Avrai finalmente una compagna di giochi. Coraggio, falle visitare la sua nuova casa! - E, detto ciò, lo indirizza verso l’uscita della sala, facendo cenno alla ragazzina di seguirlo.
Non appena la porta si chiude alle loro spalle, un silenzio imbarazzante si fa largo tra i due, che si lanciano occhiate fugaci.
Afferrato il coraggio a due mani, il ragazzo si schiarisce la gola e si presenta come gli è stato insegnato: - Io sono Arthur Pendragon, futuro re di Camelot.
La bambina lo fissa coi suoi grandi occhi chiari prima di rispondere con un semplice: - Lo so.
Arthur, leggermente frastornato da quella reazione, apre di nuovo la bocca per aggiungere qualcos’altro, ma non gli viene in mente nulla.
Sul viso della ragazzina si fa strada un lento sorriso. - Sei buffo con quell’espressione.
Il giovane aggrotta le sopracciglia, mettendo su un broncio che non si addice affatto a un principe. - Non è vero - sbuffa, prima di voltarle le spalle.
Viene raggiunto da una lieve risata, prima che quella che lui ha oramai classificato come “usurpatrice” gli chieda: - Allora, mi fai visitare questo castello?
Le risponde con una sdegnosa – o almeno così spera – scrollata di spalle e le indica di seguirlo.
E così trascorrono il loro primo pomeriggio insieme, tra battutine, occhiatacce e qualche risata. Arthur finisce per pensare che, tutto sommato, questa Morgana non è poi così male.
 

II. Spring

 

La prima volta che Arthur pensa che Morgana sia bella è primavera, e lei indossa un abito verde come il prato su cui sono entrambi distesi. Ha lo sguardo rivolto verso il lago situato a poca distanza da loro e il sorriso che ha stampato in volto la fa sembrare più luminosa del sole.
Arthur si ritrova a guardarla quasi di nascosto, come se si trattasse di una qualche creatura fatata che, al minimo movimento, potrebbe ritrarsi spaventata nel folto dei boschi per non farvi capolino mai più. Sa che non dovrebbe nemmeno pensare a certe cose – ha appena paragonato Morgana alla magia, e la magia è il male –, eppure non può farne a meno. Lei, in quel preciso istante, gli appare troppo bella per essere umana. Ha avuto modo di conoscere tante principesse in quegli anni, ma nessuna sarà mai capace di eguagliare Morgana. Sbattendo lentamente le palpebre, quasi come se stesse cercando pian piano di abituarsi a una luce troppo forte, si chiede come mai se ne sia accorto solo ora, dopo anni che si conoscono.
- Arthur? Perché mi stai fissando in quel modo? - gli chiede all’improvviso lei con un sopracciglio alzato.
Il fatto di essere stato scoperto lo spinge a voltare la testa di scatto. - Non ti sto fissando - ribatte, sentendo il proprio volto farsi stranamente rovente. Colpa del sole primaverile, sicuro. Dopo un inverno così rigido doveva ancora riabituarsi.
- Sì, invece - replica Morgana, e anche se non la sta guardando Arthur può capire dal suo tono di voce che la sua faccia è contratta in una smorfia irritata, come succede ogni qualvolta che viene contraddetta.
- Ti dico di no - ripete, mentre un sorriso sghembo gli si affaccia sul viso. Adora punzecchiarla, trova che non ci sia passatempo migliore.
La sente espirare furiosamente e comincia a ridere, voltandosi per osservarla nuovamente in faccia. Quello che non si aspetta, però, è di venire travolto da un fiume in piena.
Si rialza a sedere di scatto, sputacchiando e cercando di pulirsi il volto. Morgana, nel frattempo, ride talmente tanto da finire distesa sull’erba, la borraccia che gli ha versato addosso abbandonata accanto a sé, oramai vuota. - Oh, Arthur, come sei buffo!
Il principe si volta di scatto, i capelli ancora bagnati e gli occhi furenti, ma non appena il suo sguardo incontra quello ridente dell’altra tutta la rabbia per il dispetto appena subito evapora in un istante, lasciandolo a fissare incantato la giovane di fronte a sé con un mezzo sorriso.
- E tu sei una strega! - riprende dopo un po’ quel loro gioco di provocazioni e ripicche che dura fino a sera inoltrata, senza smettere neppure per un solo istante di pensare che Morgana sia veramente bellissima quando ride.
 

III. Summer

 

La prima volta che Arthur bacia Morgana è estate, e lui è arrabbiato col mondo intero.
Fissa con malcelata ostilità la delegazione di quel principe venuto da chissà dove a chiedere la mano di Morgana e accampa mille scuse per cercare di sottrarsi ai suoi doveri, quel giorno. Vuole allenarsi da solo, per conto suo, senza nessun impiastro a ronzargli intorno. Se, come è probabile che sia, al termine di quella giornata Morgana se ne andrà dal castello col suo futuro marito per celebrare le nozze nel regno di lui, allora farà meglio ad abituarsi sin da subito al religioso silenzio che lo accompagnerà da quel momento in poi, così come lo aveva seguito per i suoi primi dodici anni di vita, prima dell’inatteso arrivo di Morgana.
Si precipita nelle stalle, sella un cavallo a caso e galoppa fuori dalle mura di Camelot, diretto in una radura in cui sa che nessuno lo disturberà.
Trascorre ore intere a combattere contro un nemico invisibile, immaginando nella sua testa di star affrontando quel principino arrogante che si era presentato nella sua dimora per rubargli la sua Morgana…
Si ferma all’improvviso e si dà dell’idiota per ciò che ha appena pensato. Morgana non è sua, non lo è mai stata né mai lo sarà, così come non sarà mai proprietà di quel principe da strapazzo che vuole sposarla. Morgana non appartiene a nessuno: è uno spirito libero, un vento impossibile da imbrigliare, una tempesta implacabile, e Arthur deve accettarlo. Deve accettare il fatto che lei, in qualsiasi momento, possa abbandonare Camelot, lasciandolo nuovamente solo. Deve abituarsi a non rivedere il suo sorriso luminoso e a non sentire la sua risata spensierata con la stessa frequenza di adesso. Deve lasciarla andare.
Mentre gli occhi gli si inumidiscono di fronte a quell’ultimo, sconfortante pensiero, un grido alle sue spalle lo spinge a voltarsi. - Arthur!
È la voce di Morgana, ed eccola comparire a cavallo di un destriero, i capelli sciolti al vento e un vestito giallo che la fa sembrare accecante quanto il sole.
Lo raggiunge in men che non si dica. - Sono ore che ti cerco, eppure sapevo che sarei dovuta venire subito qui - afferma con un sorriso sornione, smontando dalla sua cavalcatura per fronteggiarlo.
Arthur aggrotta la fronte. - Perché sei qui? - le domanda, temendo la risposta, qualunque essa sia. È forse venuta a dirgli addio? E cos’altro, sennò? Non può illudersi che rimarrà al suo fianco in eterno.
Morgana solleva entrambe le sopracciglia. - Mi hai rubato il cavallo - risponde semplicemente, indicando il destriero con cui Arthur ha galoppato fin lì. Guardandolo meglio, il principe si accorge che si tratta proprio di Fay, la puledra che Uther ha regalato a Morgana due anni prima, in occasione del suo sedicesimo compleanno.
- Non me ne ero reso conto - confessa, imbarazzato. - Certo, ti servirà per partire… - prosegue poi, rabbuiandosi di nuovo.
La ragazza lo fissa in modo strano. - E dove dovrei andare, scusa?
Arthur ricambia lo sguardo. - Be’, quel principe che si è presentato oggi a chiedere la tua mano… - inizia, ma viene subito interrotto da uno sbuffo di Morgana.
- Oh, quello. - Fa un gesto vago con la mano. - È partito ore fa, poco dopo che sono sgattaiolata fuori per cercarti, a quanto pare.
A quel punto, il giovane sgrana gli occhi. - Sei venuta a cercarmi prima ancora della fine dell’incontro?
Morgana addolcisce lo sguardo. - Erano ore che non ti vedevo. Mi stavo preoccupando. E poi… - Abbassa gli occhi, non riuscendo più a sostenere il contatto visivo. - … mi mancavi.
Arthur sente il cuore battergli con forza nel petto, ma si sforza di ignorare quella sensazione ancora per qualche istante, sufficiente a porgere la domanda che più gli preme fare. - Quindi non ti sposerai con lui, vero?
La ragazza alza di scatto lo sguardo, scioccata. - Certo che no! Se pensi che possa lasciarti per uno del genere sei proprio uno stupido! - Incrocia le braccia al petto e lo guarda severamente.
Ma Arthur non si cura di quell’ultima osservazione, perché è troppo felice che lei non se ne vada, è troppo felice che rimanga a Camelot, è troppo felice che abbia scelto lui.
Senza pensarci, la afferra per i fianchi, la trae a sé e la bacia. È un bacio semplice, di quelli che si danno i bambini per gioco quando vogliono fingere di essere grandi, ma che per lui – per loro – significa tutto.
Si staccano dopo pochi istanti, rimanendo coi volti vicini l’uno all’altro, prima che un lento sorriso si faccia strada sul viso di Morgana.
- A volte sei proprio buffo, Arthur Pendragon - gli sussurra a fior di labbra, accarezzandogli i capelli e sporgendosi nuovamente in avanti per baciarlo. E Arthur non ha nulla in contrario.
 

IV. Autumn

 

L’ultima volta che Arthur vede Morgana è autunno, ed è tutto sbagliato. Il vestito nero che lei indossa fa sembrare scuri persino i suoi occhi. I capelli una volta così luminosi e puliti sono una matassa ingarbugliata e confusa che incornicia il suo volto pallido ed emaciato. Sembra sofferente quasi quanto lui, se non di più.
Arthur la guarda dal basso. È ferito e sta per morire, eppure non può fare a meno di provare dolore per lei, per la Morgana che ha amato e perso e che ha sempre rivoluto indietro, nonostante tutto e tutti.
I suoi pensieri si fanno sempre più confusi. Tutto quello che desidera, in quel momento, è trovarsi nel suo letto, vecchio eppure soddisfatto della vita che ha trascorso, con Morgana al suo fianco che gli tiene una mano fra le sue e gli regala un sorriso triste. In quel mondo parallelo ma così giusto lei indosserebbe un lungo abito arancione che la farebbe risaltare ancora di più agli occhi di Arthur, un abito che lui stesso ha fatto cucire dalle migliori tessitrici del regno mesi addietro e che ora rimarrà per sempre chiuso nella stanza di Morgana senza essere mai stato indossato.
Il re sa che ciò che desidera è ingiusto nei confronti di Gwen, sua moglie, ma non può farci niente. Ha amato Morgana con tutto se stesso, l’ha desiderata con una forza tale da sconvolgerlo e si è distrutto quando ha capito che non avrebbe più potuto riportarla indietro.
Lei lo sta fissando dall’alto, e nel suo sguardo c’è così tanto dolore che Arthur si chiede come faccia a sopportarlo. Forse non c’è una risposta alla sua domanda inespressa.
- Sei così buffo - dice Morgana con un filo di voce, e quella frase spezza il cuore del re. Quante volte l’aveva sentita pronunciare quelle parole, seguite o precedute da risate e baci? Oh, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di tornare a quei tempi.
- Stai morendo eppure hai ancora quello sguardo determinato. Come fai? - gli chiede, allungando una mano per accarezzargli i capelli. Arthur non crede che sia così, anzi, pensa che nei suoi occhi ci sia solo disperazione, ma non la contraddice. Sa quanto odia essere contraddetta.
- Non dici niente? - gli domanda, allontanando la mano dalla sua chioma e tirando fuori un pugnale con l’altra. - Vuoi che finisca tutto così, nel silenzio?
Il re indugia solo per un attimo sull’arma, dopodiché alza nuovamente lo sguardo per incontrare le iridi chiare di Morgana. - Perché? - riesce a chiedere con voce strozzata senza interrompere il contatto visivo.
Un sorriso triste, simile a una smorfia, si apre sul volto della donna. Rughe profonde fanno mostra di sé ai lati di quella bocca che Arthur ha tanto bramato. - Pensavo fosse chiaro il perché, Arthur. - Sentire nuovamente il suo nome pronunciato dalla voce di lei gli fa saltare un battito. - Perché quel trono mi spetta di diritto.
- No. - Il re scuote la testa, risoluto, dopodiché torna a fissarla. - Perché continuo ad amarti? - chiede, e a quel punto gli occhi di Morgana si riempiono di sorpresa e lacrime.
Il resto accade in fretta: Merlin sbuca fuori all’improvviso, fronteggiando Morgana con la sua magia; la risata priva di felicità di lei risuona per tutta la foresta mentre tenta di uccidere il più grande mago di tutti i tempi; poi arriva la spada, che la trafigge senza pietà; e infine, il suo corpo esanime si accascia accanto ad Arthur, con gli occhi rivolti al cielo.
L’uomo allunga una mano con tutta la forza che gli è rimasta e riesce a sfiorarle il volto, attirando ancora una volta la sua attenzione. Gli occhi grigio-verdi di Morgana si spengono guardando l’immagine di Arthur, colmi di parole non dette e promesse infrante.
Quando è finalmente certo che se ne sia andata, Arthur smette di sentire qualsiasi cosa. Ora può raggiungerla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice:
Salve a tutti! Questa fanfiction segna il mio esordio come autrice nel fandom di Merlin, anche se mi rendo conto che non è un granché xD Sono reduce da un periodo di blocco, per cui questa storia è più che altro un esperimento, spero non del tutto fallito xD
L’ultima volta che ho visto la serie è stato circa due anni fa, e, sebbene desideri fare un rewatch il prima possibile, stamattina ho visto la pubblicità che annunciava che l’avrebbero trasmessa sul canale 49 – che ovviamente io non ho -.-” – e mi è venuta voglia di scrivere su una delle mie due OTP del fandom, la ArMor. Ovviamente sono presenti incongruenze, o almeno credo, in quanto non ricordo con estrema precisione gli avvenimenti. Spero però che possiate perdonarmi. :3
Le prime tre storie – originariamente questa sarebbe dovuta essere una raccolta di drabble e invece sono tre OS e una flashfiction, ma vabbè xD – sono pre-serie, mentre l’ultima è incentrata su un dialogo What if? ambientato nell’ultima puntata dell’ultima stagione. Ho effettuato alcune ripetizioni, ma vi assicuro che sono tutte volute.
Spero con tutto il cuore che questa piccola raccolta vi sia piaciuta e vi ringrazio per aver anche solo letto fin qui. So che il fandom non è molto popolato di questi tempi, ma serbo in me la speranza che qualcuno si fermi abbastanza a lungo da lasciarmi una recensione per farmi sapere cosa ne pensa. ;D
Baci da Fandoms_Are_Life (che sta seriamente pensando di cambiare nickname xD).

   
 
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