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Autore: Botan    28/04/2005    3 recensioni
Uno strano sogno farà capolino nella vita di Kouji Minamoto, un tempo guerriero della luce. Cosa si nasconde dietro tutto ciò? Il destino dovrà compiersi nuovamente? I ragazzi si ritroveranno a riprendere una partita conclusa cinque anni fa in un mondo a loro caro. Ora tocca a te inserire una moneta. Che abbia inizio il gioco!
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Takuya Kanbara | Coppie: Izumi Orimoto/Zoe, Junpei Shibayama/JP, Kouichi Kimura/Koichi, Kouji Minamoto/Koji, Tomoki Himi/Tommy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Takuya correva ansimando per le vie di Shibuya, ancora una volta aveva fatto tardi pensò mentalmente continuando a muoversi

                                                             Capitolo 2

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Takuya correva ansimando per le vie di Shibuya, ancora una volta aveva fatto tardi pensò mentalmente continuando a muoversi. Fortuna che l’edifico scolastico si trovasse a poco più di quindici minuti da casa sua, e avendo una buona resistenza nella corsa, avrebbe impiegato anche meno.

L’orologio dell’enorme struttura segnava le otto e un quarto, folle di ragazzi aspettavano davanti al cancello prima di entrare, altri, invece, si erano già affrettati a prendere posto nei loro banchi. Alcuni docenti passeggiavano lungo i corridoi attendendo il suono del campanello che dava inizio alle lezioni.

Una macchina nero corvino, fermò per pochi attimi davanti l’enorme edificio, giusto il tempo di permettere la discesa del suo passeggero. Poi, ripartì subito dopo lasciando dietro di se una lunga fumata grigia.

 

- Izumi-chan!!- gridò dall’altro lato della strada la persona scesa dall’auto. La ragazza dai capelli biondi sobbalzò.

 

- Ah Junpei! Ben arrivato!- rispose Izumi, voltatasi verso di lui con un sorriso.

 

Da parte sua, l’enorme ragazzo dall’alta statura, arrossì rincretinito nei confronti dell’amica, poi scosse fortemente il capo e attraversò il piccolo tratto di via che li separava.

Un grosso camion gli tagliò il percorso, lui prontamente si arrestò a pochi centimetri da esso, aspettando che passasse.

Takuya correva frettolosamente lungo il tragitto della scuola, il passaggio del lungo tir gli avrebbe tolto altro tempo pensava esaminando l’enorme macchina, così adocchiando un piccolo spazio, decise di aggirarlo dirigendosi verso il lato anteriore. Junpei fece altrettanto, infilandosi però sul lato posteriore. Entrambi sbucarono dalle due estremità del massiccio mezzo di trasporto, indirizzandosi immediatamente sul marciapiedi. Junpei guardava Izumi sventolandole la mano , mentre Takuya sollevò la testa rivolgendo lo sguardo al grande orologio posto nella parte centrale dell’edificio scolastico. Entrambi proseguirono a passo spedito, nella stessa traiettoria.

 

- Aah fermi!! Fermi!!- gli urlò Izumi agitando le braccia. Junpei, credendolo un saluto, fece altrettanto.

Takuya girò il capo nella direzione della ragazza, ma troppo tardi per accorgersi anche dell’amico.

Junpei travolse completamente il giovane ragazzo, crollandogli addosso.

Izumi sospirò scuotendo la testa, poi corse ad aiutarli.

 

- Mi stai schiacciando! Alzati Junpei!- lo esortò Takuya con voce strozzata.

Izumi protese una mano verso il compagno più grande aiutandolo a drizzarsi, mentre Takuya, tolto il grosso peso, riprese fiato.

 

- Tutto ok Junpei?- chiese la ragazza preoccupata.

 

- Benissimo! Grazie! Non ho nemmeno un graffio…- rispose l’aitante giovine guardandosi in dosso.

Ricadendo su Takuya, Junpei non avvertì nulla, ad eccezione dell’amico che rimase sdraiato sul ruvido asfalto. Infatti se non fosse stato per lui che gli attutì il colpo, il robusto ragazzo non avrebbe risposto positivamente alla domanda fattagli dall’amica.   

 

- Dare una mano a rialzarmi è chiedere troppo, vero?! Ma tu guarda…-  Takuya sbottò sollevandosi da terra. Scosse  i pantaloni per togliersi un po’ di terriccio, e riprese la cartella caricandola sulle spalle.

 

- La prossima volta fa più attenzione! Avresti potuto investire Izumi!- rimproverò Junpei all’amico.

La ragazza da parte sua, non commentò. Takuya le rivolse un rapido sguardo, poi ritorno con gli occhi sul compagno.

 

-  Guarda che la colpa è anche tua! Mi sei piombato addosso all’improvviso, un altro po’ è mi schiacciavi!

 

- Esagerato… avanti non farla lunga, sono dimagrito se non l’hai notato…

 

- Dimagrito?? A me sembra il contrario…- asserì Takuya convinto squadrandolo dall’alto in basso-  Oltre a crescere in altezza ti sei anche allargato di…pancia…!

 

- Vorresti dire che sono ingrassato?!- pronunciò Junpei dall’aria furente.

 

- Lascia perdere Junpei, Takuya è da un po’ di tempo che vede tutte le persone in una maniera “diversa”…diciamo più gonfia…- sbottò Izumi con occhi rivolti altrove.

 

- Non dirmi che sei ancora offesa per quello che ho detto ieri? Pensavo fosse un capitolo chiuso…- anche Takuya rivolse lo sguardo in altro luogo, infilandosi le mani in tasca.

 

- Capitolo chiuso? Ah d’accordo come vuoi tu, è inutile dialogare con un ottuso…tanto avrà sempre ragione lui…

 

- Non iniziamo a offendere! – il ragazzo si girò nuovamente verso la compagna- Io non ho detto di aver ragione! E poi ieri sei scappata di corsa dopo avermi tirato lo schiaffo…gradirei sapere il motivo…mi sono rimasti ancora i segni delle tue dita…- mugugnò toccandosi la guancia.

 

- Ben ti stà così impari, le donne vanno rispettate!

 

Le parole di Izumi ricordarono quelle della madre dettegli prima di uscire. Rimase un po’ attonito, poi girando il capo aggrottò la fronte sbuffando.

 

- Izumi-chan lascialo perdere, lui non sa come trattare le donne, è ora di entrare vieni.- Junpei porse una mano alla ragazza che non l’afferrò, e voltando il capo, oltrepassò il cancello con aria collerica. La seguì senza esitare ma qualcosa lo bloccò.

 

- Junpei… Aspetta un attimo…- Takuya fermò prontamente l’amico tirandogli uno orecchio, Junpei si voltò di scatto con una smorfia di dolore che gli attraversava il viso.

 

- AHI! Mi fai male! Molla!- gli ordinò lui strattonandolo via. Poi si tocco il lobo arrossito- Che dolore…a momenti mi staccavi l’orecchio…ma sei impazzito?

 

- Ti stà bene! Oltre mio fratello, a chi altri hai detto della lite che ho avuto con Izumi?! Avanti parla! O ti staccò anche l’altro!- lo esortò Takuya minacciandolo. Junpei prontamente arrestò coprendosi i lati della faccia con entrambe le braccia.

 

- Non ci provare nemmeno! E poi l’ho riferito solo a Shinya…d'altronde non credevo che volessi nasconderlo…

 

- Ah ti ringrazio per aver pensato al posto mio…tu lo conosci mio fratello, sai che non riesce a tener chiusa la bocca…stamattina per vendicarsi di averlo chiamato scimmia, lo ha detto sfacciatamente a mia madre con quel tono di voce stridente e squillante…se non hanno sentito tutti i condomini è perché la maggior parte di loro sono anziani con problemi di udito…- Takuya sospirò sbuffando, mentre la fronte aggrottò di riflesso.

 

- Che vuoi che interessi alle persone che abitano nel tuo palazzo se hai litigato con Izumi dicendole di mettersi a dieta!! Ma dai!- fece Junpei strillando ad alta voce.

Un gruppetto di ragazze passò di lì ascoltando la conversazione, praticamente impossibile da non udire.

Guardarono Takuya con occhiata agghiacciante, fulminandolo con lo sguardo.

 

- Ecco…lo sapevo…adesso sì che l’opera è completa…- il ragazzo portò una mano alla fronte scuotendo la testa. Con la coda dell’occhio vide il gruppo di collegiali parlottare tra loro mentre lo fissavano indignate, saettò gli occhi altrove trascinando Junpei- Vieni, andiamo…oggi non è giornata…- asserì  poi emanando un lungo respiro.

 

- Fortuna che le madri sono sempre comprensive con i propri figli. La tua ha fatto altrettanto vero?- chiese Junpei adocchiando in lontananza Izumi salire le scale.

 

Anche Takuya la intravide per merito dei capelli biondi, ma proseguì a camminare distogliendosi.

- Ti do un consiglio, se mai dovesse capitarti una cosa simile, non dirlo a una donna soprattutto se questa è tua madre…puoi  stare tranquillo che non darà mai ragione a un uomo…- il giovane storse la bocca incamminandosi con passo deciso quanto indignato verso il grande portone di legno.

 

- Ha dato ragione a Izumi!?! Ah ah incredibile! Ragazzo mio non hai fortuna con le donne…se vuoi ti do lezioni private di galanteria…il grande Junpei sa come trattarle! – propose lui dandogli una forte pacca sulla schiena che fece irrigidire l’amico.   

 

Takuya lo fissò perplesso quanto dolorante per il forte scossone ricevuto.

- …No grazie…non prendo lezioni da te…mi ritroverei peggio di prima…-concluse lui massaggiandosi la schiena.

 

- E’ la tua risposta definitiva? L’accendiamo?

 

Takuya sbatté la cartella dritta nello stomaco del compagno.

Junpei si tenne la pancia, dolorante.

 

- Stavo scherzando…perché mi hai colpito?? Ho appena mangiato tre cornetti e due toast ripieni di sottaceti e funghi…così mi si bloccheranno sullo stomaco…

 

Il giovane guerriero del fuoco rimase allibito.  

- Mi meraviglio che non sia successo prima…ma dove la metti tutta questa roba?! Sei una macina trita tutto…

 

Giunti a metà corridoio, i due si salutarono per avviarsi nelle proprie classi . L’aula di Junpei, essendo due anni più grande, si trovava al pian terreno, Takuya, invece, salì fino al terzo, cioè l’ultimo.

 

 

 Harajuku

Ore 13:00

 

 

- Kouji che hai? Tutto bene?- chiese una voce poggiandogli una mano sulla spalla.

Il ragazzo si voltò immediatamente quasi sussultando.

 

- Ah Kouichi…sei tu…no sto bene tutto apposto- lo rassicurò lui.

Ma il suo sguardo mentiva, e questo il fratello l’ho capì all’istante.

 

- Puoi ingannare con la voce ma non con gli occhi…lo sapevi che sono lo specchio dell’anima?- fece il moretto sedendosi accanto a lui.

 

- No…- Kouji non aggiunse altro, Kouichi aveva ragione pensò fissando il sacchetto del pranzo ancora intatto.        

      

Frequentavano entrambi un istituto privato al centro di Harajuku. Ogni mattina si davano appuntamento davanti alla stazione per raggiungerlo insieme. Le loro classi erano sullo stesso piano, e all’ora di pranzo si incontravano al di fuori per mangiare.

 

- Non hai fame?- domandò Kouichi notando l’ involucro del pranzo ancora sigillato.

 

Lui annuì con un solo cenno del capo.

 

Koichi sospirò.

-  Hai fatto ancora quel sogno vero?

 

Lo sguardo del ragazzo col codino diventò più cupo, poi si voltò verso il fratello annuendo nuovamente.

 

- E’ già la settima volta che succede o sbaglio?

 

Kouji scosse il capo appoggiando il braccio alla spalliera della panchina.

 

- No, non sbagli. Con la giornata di oggi è una settimana esatta… per quanto mi sforzi non riesco a dargli un senso logico- Kouji chinò la testa all’indietro volgendo lo sguardo al cielo.

 

- E se non lo avesse? Voglio dire, se non avesse una logica “naturale”? Sai a cosa mi riferisco… – disse Kouichi guardando il fratello.

Kouji ritornò all’istante sul suo gemello.

  

- Dici che potrebbe trattarsi    il suono del campanello per il fine pranzo lo interruppe bloccandogli le parole in gola. Portando le mani in tasca, si alzò. Kouchi lo seguì subito dopo.- Ne riparliamo stasera a casa di nostro padre.

 

- D’accordo, allora avvisiamo anche gli altri?- chiese poi il fratello.

 

Kouji negò con il capo.

 

- Preferisco non creare polveroni inutili…dopotutto non abbiamo prove concrete.

 

- Come vuoi. Allora

 

- KOUJIIIII!!!

 

Una voce femminile dal tono squillante interruppe Kouichi.

 

Il ragazzo dai capelli lunghi sussultò voltandosi in direzione del suono ma, prima che potesse farlo, delle braccia gli si strinsero in vita cingendolo.

 

- Mi-Miyama?!- esclamò lui sgranando gli occhi nel vedere la ragazza.

 

- Quante volte ti ho detto che devi chiamarmi Kumiko?! I cognomi sono troppo formali! E io e te non siamo di certo estranei!- fece la ragazza stringendolo ancora di più.

 

- La-lasciami!- sbottò Kouji con voce strozzata- Non respiro!

 

- Sei sempre il solito scontroso! Ma è questo che mi piace di te!!- la giovane invece di ridurre, aumentò più forte la pressione, lasciando il ragazzo senza fiato.

 

Kouji ansimava fissando disperato Kouichi che prontamente intervenì.

 

- Ehm…Kumiko non mi saluti nemmeno?- chiese sperando di distrarla.

 

- Ah, si scusa ciao Kouichi! Come vanno le cose? Mi hanno detto che il professor Nakajima sarà affidato alla tua classe per sostituire l’insegnate ammalato di scienze…ti avverto che non sarà facile stargli dietro…è un tipo molto severo e perfettino!- La ragazza allentò un po’ la presa, e Kouji da parte sua ne approfittò per svincolarsi dalla stretta. – Aaah Kouji aspetta! Che cattivo che sei…!!- dichiarò col broncio.

 

- Si può sapere che ci fai qui?- chiese lui in tono alquanto seccato.

 

- Semplice, sono venuta a prenderti per ritornare in classe assieme!

 

- Non se ne parla nemmeno!- espresse prontamente sistemandosi la giacca un po’ smossa dall’abbraccio di prima.

 

- Niente storie! Su andiamo altrimenti la professoressa Ootori si incavola!

 

- Per Kouji il tempo di reagire non ci fu, Kumiko lo preso a braccetto trascinandolo con se.

 

- Ciao Kouichi buona lezione! – fece la ragazza sventolando la mano.

 

Kouji si voltò in direzione del fratello sperando ancora una volta che l’aiutasse ma…

 

- Grazie anche a voi! Divertitevi! – esclamò Kouchi sorridendo. Guardandoli rientrare in aula, anche lui si approntò a farlo- “Almeno si svagherà un po’…”- pensò lui riflettendo al discorso fattogli poco prima dal fratello. 

 

 

DRIIIIIIIIIN

 

 

Il suonò della campanella proclamò la fine delle lezioni. I ragazzi si accalcarono in massa davanti ai cancelli. Molti di loro aprirono gli armadietti per depositare o prendere oggetti personali.

Izumi si diresse verso il suo, aprendolo. Con stupore vi trovò all’interno un grazioso fiore di anemone bianco.

 

- Ma…e tu come ci sei finito qui dentro?- disse la ragazza prendendolo delicatamente in mano.

Izumi si guardò in torno, era evidente che qualcuno lo avesse infilato di proposito nella piccola fessura in alto. Raccolse un libro dallo stipetto, dopodichè lo richiuse indirizzandosi verso l’uscita.

 

- Takuya te ne vai già? Non aspetti che venga anche Izumi?- chiese Junpei all’amico.

 

- No…è meglio di no…e poi non vedo perchè dovrei

 

-  Per esempio perché lo facciamo tutti i giorni…o almeno quasi tutti…- rispose il ragazzo restando impalato davanti al portone principale.

 

- Beh,  adesso non mi và, preferisco ritornarmene da solo piuttosto che intossicarmi il tragitto…- si caricò la cartella in spalla  dirigendosi verso la grande cancellata, ma proprio in quel momento, dal grande portone spuntò la ragazza dai capelli biondi.

 

- Izumi-chan!!- esclamò Junpei agitando le braccia- Sono qui!

 

Takuya si voltò di scatto.

 

- Ah eccoti! Com’è andata la lezione? Tutto ok?- domandò la ragazza sorridendo.

 

- Ah si…si benissimo!- Junpei arrossato in volto come suo solito assentiva più volte con il capo.

 

- Ma tu guarda…quando la smetterà…- mormorò Takuya rimasto impalato ad osservare la scena.

 

Izumi si voltò verso di lui rivolgendogli lo sguardo, poi aggrottò le sopracciglia.

 

- Acc! C’è l’ha ancora con me!? Aah le donne non le capirò mai…- sospirando riprese a camminare ma la sua attenzione venne attratta da un ragazzo di alta statura che gli passò di fianco strusciandogli la spalla.

 

- Ehi ma che maniere!- disse prontamente Takuya.

 

- O scusa, sei talmente basso che non ti ho visto…- replicò il giovane con tono freddo e distaccato.

 

- Cosa?! Cosa hai detto?!- reagì immediatamente, ma il ragazzo andò via senza voltarsi neanche. Lo seguì con lo sguardo vedendolo indirizzarsi verso Izumi.

 

Junpei le stava accanto, si era offerto di portarle la cartella ma lei delcinò l’offerta ringraziandolo gentilmente. Nella mano sinistra portava quel piccolo anemone bianco candido che spiccava proprio per il suo colore così luminoso.

 

- Ehi bionda!- esclamò quel ragazzo rivolgendosi alla ragazza- Sei Orimoto del terzo anno giusto?

 

- Si…sono io… volevi qualcosa?- chiese lei con tono calmo ma un po’ seccato. Se c’era una cosa che Izumi detestasse, era quella di venirle affibbiato l’appellativo “bionda”.

 

- Stasera ti andrebbe di uscire con me?-  propose lui senza preamboli.

 

Izumi arrossì di colpo rimanendo un po’ confusa.

Si schiarì la voce con un colpetto di tosse.   

 

- Mi dispiace ma… ho un impegno e poi non ti conosco nemmeno…

 

- Beh, rimediamo subito, mi chiamo Ivan Ussuri, sono nato in Russia ma studio qui in Giappone. Molto lieto di fare la tua conoscenza! - concluse il ragazzo facendole un inchino.

 

Takuya e Junpei guardarono stizziti la scena,  ma che faccia tosta quella specie di bellimbusto senza cervello pensarono entrambi diventando rossi dalla rabbia.

 

- Allora, adesso che mi conosci, accetti di uscire con me?

 

- …No, devo darti una seconda risposta negativa ma proprio non posso mi dispiace.

 

- Che hai da fare di più importante? Puoi sempre rimandare…- propose lui con aria saccente quanto invadente.

 

- Mi dispiace ma non posso…- ribadì la ragazza cominciando a sentirsi in disagio.

 

- Avanti bionda non ho tempo da perdere! – con tono spavaldo si avvicinò a lei. La ragazza avvertì un brivido di freddo attorniare le gambe, da parte sua cercò di mantenere la calma ma non fu facile.

 

- Ho detto di no e poi ho un nome!- esclamò con voce più forte.

 

Intervenì all’istante Junpei, oramai furioso, che si accostò al giovane russo.

 

- Non hai sentito che ha da fare? Sei forse sordo oppure posso definirti un semplice ottuso?! Gira dall’argo!

 

- Non ho chiesto il tuo giudizio razza di montagna in divisa…togliti di mezzo!

 

- Ma chi ti credi di essere?! Razza di spaccone prepotente vattene subito altrimenti

 

- Bastà  così Junpei!- lo fermò Izumi- Andiamo via!- la ragazza s’incammino verso l’uscita aggirando l’insistente scocciatore, ma in quel momento una mano le si posò sul braccio strattonandola indietro. Nel dimenarsi il piccolo anemone le scivolò tra le dita, adagiandosi al suolo. Il russo lo calpestò quasi volontariamente comprimendolo sotto la scarpa.

 

- Domandare è lecito, rispondere è cortesia. I tuoi non ti hanno insegnato l’educazione bionda?

 

- Si chiama IZUMI!!

Una voce tuonò all’improvviso, senza accorgersene il giovane russo si ritrovò un pugno sul viso, finendo a terra.

 

- TAKUYA!- urlò lei all’amico.- Ferma non c’è ne bisogno! Lascialo stare non vale la pena sporcarsi le mani con lui- la ragazza lo prese per mano trascinandolo via, ma lui cercò di staccarsi.

 

- Lasciami Izumi! Ti prometto che non lo uccido!

 

- Guarda non ci metterei la mano sul fuoco… ha già avuto quello che si merita, ma ora basta, andiamo via!

Takuya si fermò per un attimo a guardarlo con disprezzo, poi voltandogli le spalle seguì l’amica.

     

- Ahahahahh!

 

Un risolino beffardo risuonò alle spalle dei tre.

Si voltarono di colpo.

 

- Che hai da ridere? Ne vuoi un altro?- propose Takuya allo straniero che scherniva di gusto.

Izumi lo strattonò ancora una volta, ma prima che lei potesse trascinarlo via, il giovane russo contraccambiò il favore colpendolo al volto.

 

- Era dovere ricambiare il gentile omaggio da parte tua, ti pare?! Non potevo comportarmi come uno zotico…!

 

- Maledetto!! – Takuya cercò di colpirlo ma venne subitamente fermato da Junpei che lo trattenne con una presa.- Lasciami andare! Gli faccio vedere io a quella specie di grattacielo chi è più forte tra noi due! In questo modo gli passera la voglia di fare lo spaccone!

 

- Certo, così dovrò portarti in spalla fino a casa…abbiamo già troppi problemi con i ragazzi dell’istituto affianco, ci mancava solo il Niwayori per completare la collezione…- ribadì Junpei sospirando.

 

- …Siete così ridicoli…ma dopotutto mi fate pena…!- il ragazzo raccolse la cartella, cadutagli a terra, allontanandosi sotto gli sguardi dei due. Passò di fianco a Izumi sussurrandole a voce bassa - Sono sicuro che ci rivedremo molto presto…amica del vento!- le sue ultime parole crearono un leggero palpito in più nel cuore della ragazza, fece un passo indietro, quegli occhi color ghiaccio la fissavano incutendo un certo timore.  

 

Poi si allontanò dal gruppetto e girando l’angolo, sparì.

 

 

-  Izumi che ti ha detto quell’ imbecille? Se ti ha offesa non appena l’ incontro lo sistemo io!- asserì Junpei battendosi una mano in petto.

Lei sorrise forzatamente, poi si avvicinò a Takuya.

 

- Ti fa male?- chiese al ragazzo guardando la ferita.

 

- Non mi faccio mettere K.O. da uno come lui! Ho incassato pugni più forti dai cavalieri reali!- dichiarò lui asciugandosi un po’ di sangue dal labbro inferiore.

 

L’anemone bianco giaceva al suolo, oramai senza vita. Izumi si accovacciò a terra guardandolo.

Takuya voltò lo sguardo verso di lei notando il piccolo fiore rovinato.

 

- Mi dispiace…non ho potuto proteggerti- disse la giovane al piccolo anemone.

 

- Ti preoccupi per un fiorellino? Ma dai, dove l’ho raccolto ne era pieno…se vuoi ti ci posso portare.

Lei si voltò di scatto verso il ragazzo con occhi pieni di stupore. Takuya scosse velocemente il capo arrossendo.

Che aveva detto??? Izumi rimase allibita. Possibile?!

 

- AAAH io no,  volevo dire…ecco - cercò di correggersi ma purtroppo era troppo tardi per rimangiarsi la frase.

 

- Ma allora…lo hai messo tu nel mio armadietto?!- chiese prontamente la ragazza.

 

- Ecco...senti…adesso non farla tanto lunga…si trattava solo di un fiore…e poi a me non è costato nulla…- grattandosi la guancia indirizzò lo sguardo altrove. Fece ticchettare la punta della scarpa al suolo nervosamente.

 

Izumi lo guardò un attimo senza parlare, poi chiuse gli occhi sorridendo.

 

- Grazie Takuya!- esclamò la ragazza dai lunghi capelli biondi che svolazzavano nel vento. 

 

Lui arrossì nuovamente, per poi risponderle in tono formale.

 

- Di niente…figurati…

 

Junpei, completamente dimenticato dai due,  non afferrò minimamente il discorso.

Socchiudendo le palpebre si portò le mani sui fianchi.

- Ma si può sapere che avete? Fate capire anche me!- lo stomaco del ragazzo iniziò a brontolare, Izumi e Takuya vennero interrotti dal roboante suono. Si scambiarono una rapida occhiata, per poi concludere ridendo.- Smettetela! Non ci trovo nulla di strano…per andare di fretta non ho fatto la solita colazione che faccio ogni mattina…è normale che adesso comincio ad avere appetito! Ricordate che mangiare fa bene allo spirito! Forza, andiamo a casa, il mio stomaco non aspetta…!

Junpei afferrò gli amici sotto braccio, e i tre si incamminarono verso la grande cancellata.

Il vento, placato, lasciava spazio a un clima piuttosto mite e tranquillo.

Tutto limpido.

Tutto luminoso.

Troppo luminoso.

 

 

 

Regna oscuro padrone delle tenebre…regna sul tuo nuovo mondo che presto ti apparterrà. L’oscurità contrasterà la luce, il giorno sarà strappato dal tuo immenso potere, lasciando spazio alla notte.

L’ombra corroderà gli  animi di chi vorranno opporsi alla tua supremazia, finendo nel nero abisso senza uscita.

Chi guarda nel buio profondo, sarà divorato dalle tue fauci.

Chi contrasta la potente forza, sarà dilaniato alle tue mani.

Il tempo della vendetta è oramai giunto, lungamente hai atteso, e ora ti sei  risvegliato.

 

E’ venuto il momento di continuare la partita.

 

 

 

Queste le parole di una figura oscura sospesa in un cielo cupo, un posto avvolto dalle tenebre dove la luce è solo un insieme di lettere senza significato.

La stessa presenza che alberga nei sogni di Kouji?

Forse.

 

 

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