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Autore: Alchimista    10/07/2009    4 recensioni
«Il mio nome è Carlisle, sono un medico e… un vampiro… Se conosci alcune delle leggende a nostro riguardo saprai che quando qualcuno di noi morde un essere umano possono accadere solo due cose: o l’umano muore, o diventa un vampiro. È più o meno quello che è accaduto a te. Ti ho vista nel bosco, ferita e non sono riuscito e far altro che a non farti morire…»
Genere: Triste, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Tomorrow Light Dawn

 

 

 

 

CAPITOLO 1°_ MORTE O SALVEZZA?

 

Edward mi stava dando qualche problema: non riusciva ad accettare il mio stile di vita “vegetariano”. Mi chiedeva sempre più spesso perché dovevamo andare contro natura, perché dovevamo fare tanto sforzo per resistere al sangue umano. E non serviva a nulla spiegargli che un tempo eravamo stati anche noi umani, che si trattava di una questione morale e che col tempo si sarebbe sentito male con l’uccidere. Non mi credeva a controbatteva dicendo che non potevo sapere come sarebbe stato uccidere qualcuno come se l’unica cosa di cui andavo fiero in questa “nuova vita” fosse una colpa. Ma come contraddirlo?

Allora restavo fermo consapevole che ogni sua uscita equivaleva a uno o più omicidi. “Malviventi” diceva lui. “Esseri umani” sostenevo io.

 

Quella mattina ero fuori a caccia. I miei occhi neri esprimevano la mia sete di sangue, ma dopo quasi tre secoli ero in grado di controllarla alla perfezione. Non mi accorsi di lei, almeno non subito. Ero intento a seguire un cervo quando mi accorsi di una donna che lenta si avviava verso un precipizio poco distante. Rimasi a guardarla come incantato: era bellissima; probabilmente il cervo tiro un respiro di sollievo. Non capii subito le intenzioni della donna i cui capelli bruni, mossi dal vento, facevo giungere fino a me un invitante odore; solo quando fu ormai a pochi passi dal precipizio capii che voleva gettarsi di sotto.

Corsi senza neanche sapere il perché, mosso da quell’istinto di salvezza che da sempre mi aveva contraddistinto. Credo di averla presa, ma quando giunsi lei era già volata di sotto. Fu terribile: il precipizio era altro circa trenta metri e quando la donna si schiantò al suolo credevo che ormai fosse morta. Mi affrettai a raggiungerla respirando affannosamente nonostante non ne avessi bisogno: era ancora viva. I suoi occhi castano scuri erano persi nel vuoto di quell’agonia; non si accorse subito di me, nonostante occupassi tutto il suo campo visivo. Aveva una ferita alla testa, ma dalla smorfia di dolore sul suo volto doveva avere molte altre ferite interne: non sarebbe giunta in ospedale.

Fu allora che ci pensai e con quel pensiero ne vennero altri, inevitabili.

Quanta voglia di viverre aveva ancora quella donna? Che diritto avevo io per decidere per lei “quella vita”? Sarei riuscito a lasciarla morire, così? Mi avrebbe odiato come io avevo odiato “l’essere” che mi aveva trasformato?

Un lieve gemito di dolore uscì dalla sua bocca e mi riportò alla realtà: stava morendo. All’improvviso mi tornò in mente il volto di Elisabeth, la madre naturale di Edward; i suoi occhi rassegnati al destino somigliavano molto a quelli di questa donna e allora decisi: non sarebbe morta.

La prima e unica volta che avevo assaggiato il sangue umano era stato per la trasformazione di Edward e nonostante fossero passati alcuni anni ne avevo il ricordo fisso nella memoria, indelebile. Il calore del liquido che fluiva nella mia bocca lento, la paura di non riuscire a fermarmi, di fare quella prima, temutissima vittima.

Fu diverso, stranamente diverso: come se insieme al sangue stessi prendendo anche il dolore che l’aveva spinta a quel gesto estremo. Chiusi gli occhi e mi staccai lentamente dal suo collo. Silenzio.

Forse è troppo tardi pensai tristemente, ma un fremito di dolore m smentì. La presi tra le braccia e cominciai a correre: non mi ero accorto che pioveva, in quel momento c’era solo lei.

 

Quando giunsi a casa diluviava. La pioggia la rendeva ancora più bella e fragile.

«Edward! Edward!»

Non mi sentiva: dov’era? Lo chiamai ancora, questa volta con il pensiero. Poi adagiai la donna sul divano. Per la prima volta mi sentivo ansioso come se tutta la calma che c’era in me fosse sparita e nell’attesa mi scoprii a constatare che non conoscevo neanche il nome della donna che avevo condannato.

Il suo primo fremito di dolore per la trasformazione attirò la mia attenzione. Le scostai i capelli dal volto sudato, le sfiorai la fronte con la mia mano gelida e sembrò avvertire un momentaneo refrigerio. Era bollente.

Ricordai i giorni interminabili della mia trasformazione: il dolore e quel calore bruciante che non mi abbandonava neanche per un secondo, sempre intenso.

Edward arrivò preoccupato.

«Cos’è successo?» poi guardando la donna «Non l’avrai…»

La mia mente completò automaticamente la frase: …attaccata?

«No! Si è buttata da un precipizio, sotto i miei occhi… stava morendo e allora… cos’altro avrei potuto fare?»

Gli occhi di Edward si offuscarono di pietà. Li odiai: quanta pietà dovevo fargli? Mi superò e si inginocchiò accanto alla donna esaminandola attento. Poi mi guardò.

«Oramai la trasformazione è cominciata…»

«Questo lo so!»

Entrambi fummo sorpresi dal tono alto della mia voce. Se non fossi stato già pallido normalmente lo sarei diventato in quel momento, spaventato dalla mia stessa improvvisa reazione.

«Scusami… io… è solo che non so se è la cosa giusta. Edward… tu mi odi?»

Il ragazzo mi guardò stupito. Forse pensò che fossi impazzito, ma non potevo saperlo: io non ero come lui.

«No… io non ti odio…»

«Però non si può dire che mi adori per quello che ti ho fatto.  Del resto che può darti torto? Anch’io ho odiato il vampiro che mi ha trasformato…»

Deliravo e non sentivo ciò che dicevo in preda ad un flusso di coscienza che mi faceva sembrare pazzo agli occhi di colui che ormai chiamavo figlio.

«Carlisle! Carlisle! Ora basta!» mi scosse prendendomi per le spalle «Ora non serve a niente chiederti se sia stato giusto o sbagliato. L’unica cosa da fare è starle accanto, spiegarle ogni cosa, dirle che tutto passerà… Al resto penseremo dopo».

Per la prima volta i nostri ruoli si erano invertiti ed ora era lui a rassicurarmi guidato da quella calma fuggita dal mio cuore e causa sua. Mi inginocchia davanti a lei e le presi la mano: la strinse con forza.

«Riesci a sentirmi?»

Attesi che annuisse lievemente: sapevo che non era in grado di parlare.

«Il mio nome è Carlisle, sono un medico e… un vampiro… Se conosci alcune delle leggende a nostro riguardo saprai che quando qualcuno di noi morde un essere umano possono accadere solo due cose: o l’umano muore, o diventa un vampiro. È più o meno quello che è accaduto a te. Ti ho vista nel bosco, ferita e non sono riuscito e far altro che a non farti morire…»

Nonostante avesse gli occhi chiusi, sapevo che mi stava ascoltando: ad ogni nuova informazione che le davo stringeva la mia mano con più o meno forza a seconda di quanto questa avesse effetto su di lei. Continuai a parlare per ora di tutte le mie teorie sui vampiri e quando non ci fu più nulla per saturare l’aria di quella stanza calò il silenzio, disturbato solo dalle straziante grida della donna.

 

In quei tre giorni Edward fu una presenza silenziosa che compariva per alcuni secondi  e poi spariva per ricomparire poche ore più tardi. La mattina del terzo giorno le chiesi il suo nome.

«Esme» riuscì a sussurrare tra i gemiti.

Esme pensai ormai siamo quasi alla fine; eppure la parte peggiore comincia solo ora: scoprirai che l’eternità può essere più spaventosa della vita e che a volte desiderare la morte può sembrare così bello…

         

 

 

 

                                                                        ***

LO SPAZIO DELL’AUTRICE

 

Allora che ve ne pare del primo capitolo? Spero che vi abbia incuriosito… So che in realtà l’incontro tra Carlisle ed Esme non è andato proprio così, ma non sono riuscita a resistere alla tentazione di scrivere la scema di lui che sotto la pioggia la porta a casa impaurito per quello che ha fatto!

Che altro dire? Posso solo assicurarvi che questo non è altro che l’inizio di vari avvenimenti che coinvolgeranno i Cullen.

Prometto di aggiornare tra massimo due giorni… mi raccomando recensite!

 

   
 
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