Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: _Riddle    31/08/2018    3 recensioni
❦| Comico| a tratti no-sense | ambientato durante l'addestramento militare | gioco "obbligo o verità " centric | tante, ma taaante ship, tutte preparate, laccate, e confezionate pro vobis |❦
Tratto dal testo:
- Beh, allora, dovremmo essere tutti qui no?- proruppe quello che pareva esser il leder del gruppo: occhi il cui colore lambiva le varie sfumature iridee che sbiadivano dal blu lapislazzuli all'azzurro apatite.
- No, Erenonmiaccorgochemancanotrequartidelledonne Jaegar - sibilò sardonico un suo compagno dallo sguardo tagliente e dai capelli nocciola chiaro, portati rasati sulla nuca ma con un fluente ciuffo che gli ricadeva pigramente sulla fronte.

- Reiner, lo annaffi a sufficienza il tuo caro funghettino? - sibilò melliflua Ymir, la cui lasciva provocazione risuonò nelle orecchie del biondo - e in quelle che la colsero come tale -, suscitando un trattenuto sghignazzar generale.
- Ymir, i funghi non sono proprio delle piante! - si ridestò Armin, come se si, certo, il focus dell'istigazione fosse quello.
Genere: Comico, Commedia, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Obbligo o verità?




♥Salve a tutti! Qua è la vostra Riddle che vi parla!
Allora, è la mia primissima fan fiction su questo fandom che ho amato, amo, e amerò alla follia per tanto tantissimo tempo.
Logorr, esser logorroic, logorrocità(?) a parte, spero che la storia vi enjoy ( e che vi dia un po' di Joy- non l'infermiera- ).
Tutto nasce dal fatto che la mia mente dalla fantasia molto fervida ha sempre pensato a un gioco come " obbligo e verità" durante l 'addestramento delle nostre reclute, ergo: perchè non scrivere una ff ricca di humor e succosi gossip dove narro una mitica serata degna di nota nella storia del 104esimo gruppo.
Insomma, volete dirmi che questi piccini non ci hanno mai giocato?
Questo è il primo capitolo: ne seguiranno un altro paio, penso, non di più, poichè originariamente questa era nata come una one-shot, ma dato l'onere di idee che mi son venute grazie ( o per colpa insomma ) di scleri vari, ho preferito spezzarla.
Spero sia di vostro gradimento e che i personaggi siano più IC possibili.
Non sono molto sicura di quello che ho scritto, ergo per continuare più serenamente preferirei avere anche la vostra opinione!
Spero vi piaccia, buona lettura a tutti-
 
Ah, dimenticavo: ci saranno varie paring ( merito della nostra Horse-face preferita ), ma le principali dovrebbero essere:
Armin x Eren
Sasha x Connie
Jean x Marco ( anche se all'inizio non sembrerà, credeteci )
Reiner x non lo so (?) ( Reiner è un grande impicc- cioè, personaggio uhm, quindi x Berthold in linea di massima, ma sappiate che non spasimo per questa ship e ce ne saranno altre CRACK velate )
Mikasa x Eren ( a senso unico )
Mikasa x Annie
Annie x Berthold
E tante altre !
 
 
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Era una notte piuttosto tersa quella che incombeva sul campo di addestramento dove la centoquatresima legione si stava impratichendo e affinando con dovizia -almeno teoricamente- le nobili arti militari. La luna sfavillava gioconda nel limpido firmamento di inizio Maggio, irradiato inoltre anche da tanti astri sparsi nell'oscurità in modo fortuito, quasi come se, all'albo dei tempi, un dolce frugoletto, colto un soffione dal campo materno, avesse emesso un refolo d'aria dalla bocca imberbe e i tanti semi staccatisi dal pistillo avessero iniziato a volteggiare verso l 'empireo, con una tenue danza vorticosa che incantò a tal punto le tenebre da conferire loro il privilegio di poter effondere bagliori di luce da lontano, incastonati nel cielo, ove nessuno potesse offuscarli con le angosce e i crucci della vita terrestre. La luce naturale si mischiava all' interno della caserma con quella artificiale delle lanterne oleose e copiosamente bagnava i contorni dei tanti - troppi per l'orario ben oltre il coprifuoco- fanciulli appollaiati come gufi all'interno di una sola ala del dormitorio femminile, si presume, date le numerosi proteste da parte delle ragazze sul fatto di incontrarsi in massa in quella maschile - a detta delle giovani guerriere l'igiene e la pulizia delle camere dei loro compagni lasciava alquanto a desiderare -.

- Beh, allora, dovremmo essere tutti qui no?- proruppe quello che pareva esser il leder del gruppo: occhi il cui colore lambiva le varie sfumature iridee che sbiadivano dal blu lapislazzuli all'azzurro apatite.
- No, Erenonmiaccorgochemancanotrequartidelledonne Jaegar- sibilò sardonico un suo compagno dallo sguardo tagliente e dai capelli nocciola chiaro, portati rasati sulla nuca ma con un fluente ciuffo che gli ricadeva pigramente sulla fronte.

- Scusami Jan, o Jin, o Jean -* sbottò il minore, provocando una grassa risata generale costellata e interrotta solo a tratti dalle imprecazioni del maggiore. Mikasa, stretta attorno alle proprie ginocchia e accucciata attigua a Eren, abbozzò un lieve sorriso, cosa alquanto rara data la serietà che la caratterizzava. 
- R-ragazzi, forse è meglio abbassare il tono di voce, davvero, se il comandante Shadis ci vedesse qui, maschi e femmine, dopo il coprifuoco, saremo in guai enormi- sentenziò un ragazzo dalle gote lattee punteggiate da graziose efelidi.

- Ma che ragazzi e ragazze, che qui ci siamo solo io e Mikasa! -
- Sasha, per l'amor di Dio, qui di ragazze vedo solo lei - ridacchiò Jean indicando la corvina che, repressa nel suo silenzio, si limitò a guardare arcigna il ragazzo per rimproverarlo.
 -Come osi brutta Horse-face -
 - Shut up, Potato-Girl -

- Smettetela tutti! Non siamo in un'osteria e se ci sentissero ci cacceremmo in guai enormi - inveì Armin, alzandosi in piedi per guadagnare l'autorità che gli era carente nelle parole incerte.
 - Co' ste cose enormi - iniziò Connie utilizzando un tono che non prospettava un alcunchè di buono - qua l'unica cosa che ipotizzo sia enorme è l'orifizio, quello dove non ci batte il sole per spiegarsi, di Jean -
- C-c-come scusa?! Ripeti di nuovo se ne hai il coraggio! Brutto pelatino vieni qui che ti tolgo pure i pochi bulbi che ti sono rimasti in testa -. Asserito ciò, con un balzo felino si catapultò verso Springer che, dal canto suo, si aspettava una mossa così plateale dal camerate: così, grazie a un'estrosa agilità si abbarbicò ai pioli della scaletta in legno e si lanciò verso il letto superiore dove -ahimè- un piccolo - ma neanche tanto - dolce - ma neanche tanto - tra le braccia di Morfeo - ma neanche tanto - Reiner giaceva comodamente.

- Ma che diamin - tossì forte quando Connie gli precipitò sul ventre largo, agitando i pugni all'aria quasi per difendersi da qualche gigante.
- S-scusa Reiner, non pensavo ti fossi appisolato -
- E se anche non fosse, chi ti arroga il diritto di spappolarmi lo stomaco - brontolò seccato, massaggiandosi. Nel frattanto Kirchstein, ancora iracondo per l' insinuazione poco ortodossa e a causa della sua permalosità assai nota, afferrò con foga i piedi del letto e cominciò a scuoterlo avanti e indietro - per stanare la presa, a suo dire - - e per rompere ancora di più i cosiddetti, a detta di tutti -.

- Improvvisamente, dall'uscio della stanza, apparve, quasi come un velo cupo carico di rabbia trascinato dal vento, una ragazza dai capelli dorati, dagli occhi celesti, freddi come lo spazio siderale, che impugnava il collo di una bottiglia di vetro con talmente tanta enfasi che tutti gli spettatori credevano che da un momento all'altro sarebbe scoppiato in mille frammenti torbidi. 
-Reiner, Connie, scendete dal mio letto...ora.- scandì imperiosa, avvicinandosi minacciosamente ai due - trasaliti per la paura - e brandendo l'oggetto che aveva in mano. 
-T-ti possiamo spiegare - balbettò Connie, annichilito come tutti i presenti dal aura oscura emanata dalla bionda. 
- -Dai Annie, non farla così tragica - sospirò Braun, scendendo grottescamente dal letto superiore e trascinandosi dietro il suo amico pietrificato. 
- Tu lascia fuori i tuoi sudici piedi dal mio letto e vedrai che non sarò così tragica -

 La situazione tornò sotto controllo - salvo occhiate omicide di Jean - dopo pochi minuti, duranti i quali tutti i presenti si erano sciolti in chiacchiere tranquille e pacifiche riguardanti perlopiù i progressi psicofisici che lo spossante allenamento aveva apportato a loro. Connie decantava con non poca alterigia le sue eccellenti capacità di equilibro negli spazi stretti, caratteristica che gli permetteva di essere agile e veloce con il dispositivo tridimensionale persino negli angoli più angusti. 

- Altrochè te, piccolo Armin - ridacchiò, scompigliando le ciocche auree del ragazzo, che strizzò gli occhi e sorrise gentilmente di rimando. Arlet, dal canto suo, seppur non spiccando per forza fisica o disinvoltura, stupiva sempre tutti per la sua intelligenza e perspicacia, doti che, per una grande stratega, non potevano assolutamente mancare. Difatti, era colui che catalizzava sempre il punteggio maggiore nei test sia di ragionamento che "scolastici", scatenando l'invidia in altri studenti meno brillanti di lui - vedesi, per l'appunto, Spinger -.
Comunque, i giovani cadetti erano d'accordo all' unisono - o quasi - che i miglioramenti più evidenti appartenevano proprio ad Eren Jaegar: dall'essere non capace di stare immobile e in equilibrio agganciato all'apparecchiatura 3D, ora, grazie a una lodevole tenacia, sfrecciava tra gli alti alberi delle foreste con nonchalanche e spregiudicatezza, affondava le sue lame rapidamente nelle carni "legnose " di fittizi nemici e ad aveva fatto passi da gigante nel combattimento corpo a corpo, aiutato anche dal comprensivo Reiner.

- Blahblahblah, si okay, ma vogliamo parlare della mia abilità da leader e della mia consapevolezza di riconoscere la situazione in cui mi trovo e agire di conseguenza ? Ammazzerò tutti i gigantiii!! L'unica cosa che ha ammazzato fin ora è la mia pazienza - ostentò fiero Jean, portando un pugno al petto ed esibendo sul volto una smorfia compiaciuta dalle sue stesse parole. 

Quell'espressione tronfia risultava così stucchevole - o talmente esagerata da non poter essere presa sul serio - a tutti tanto quanto ricca di fascino da parte di uno tra loro. 
Oh si, non c'era niente di più bello per Marco Bodt del contemplare quel volto carico di sicurezza, anche se ben sapeva che in realtà si trattava solo di una maschera per celare un groviglio pregno di pensieri poco incoraggianti e nobili, come quello che l'uomo non sarebbe mai riuscito a sconfiggere i titani e che l'unico modo per trascorrere un'esistenza decente fosse quello di entrare nel corpo di guarnigione e rimanere ben nascosto nel cuore del "mondo" circondato dalle mura; non lo biasimava: d'altronde, chi non avrebbe voluto sentirsi al sicuro in quel posto tanto crudele, che rasentava la disperazione?
Il loro destino era incerto, la loro stessa presenza caduca, il cammino impervio..."ne valeva davvero la pena vivere?" Si era raccolto numerose volte in solitudine a riflettere, ma non appena veniva circondato dal calore dei suoi amici, e soprattutto dal suo, tutti gli spettri dei dubbi che gli affollavano la mente svanivano come trafitti da un raggio di sole: si, si, e cento, mille volte si.
Le gote latte si imporporarono leggermente mentre fissava Jean, e abbassò lo sguardo imbarazzato da un unico tarlo: Dio, quanto era bello.
 
- Marco, va tutto bene?- cinguettò maliziosa Sasha che aveva assistito a tutti i mutamenti di nuance del ragazzo.
- Oh, ehm, certo che si Sasha, stavo solo pensando a quanto siate tutti progrediti e me ne sto rallegrando, tutto qui - rispose in modo innocente il ragazzo, che di pensieri innocenti e casti non era più avvezzo da qualche mese.
 - Allora sarà solo stata una mia impressione, però non puoi negare di essere particolarmente felice del successo di qualcuno...-
 Calò il silenzio. 
 - C-cosa intendi?-
 - Non ci sto capendo più niente - sbottò Eren.
 - Come al solito, Jaegar-
 - E taci tu una buona volta Kirchstein - sibilò una giovane moretta appena entrata dalla porta con l'asciugamano sulle spalle, accompagnata da una graziosa fanciulla esile e dai tratti nobili.
 - Ymir, Christa, come mai tutto quel tempo per una doccia? -
 - Non ti impicciare, se volessi prosciugare il NeiSSe sarei libera di farlo senza il tuo consenso - sbuffò ironica, inserendosi seduta in quel cerchio che si era venuto a creare.
 - Sasha, di cosa stavi blaterando prima - intervenì Connie non poco curioso.
- - Dico solo che...Idea! -.

La bruna si alzò in piedi con uno slancio fulmineo e punto il dito verso il soffitto per incrementare l'enfasi della frase che stava per pronunciare - Ho visto e, grazie al mio formidabile intuito sviluppatonelleforestedovecacciavodapiccolaperrallegraregliantenatichecifiss- okay, dicevo che percepisco molti segreti e succose rivelazioni prossime tra noi...ergo, propongo obbligo o verità come gioco! - esclamò divertita e impaziente.
 - Ma non se ne parla nemmeno - borbottò Braun, grattandosi la nuca in segno di perplessità.
- Armin, a quel punto, prese la parola: - Potrebbe essere un gioco produttivo se le domande che porremo saranno utili per conoscerci bene, magari qualcuno di noi ha un grande peso che non riesce più a portare e se tutti insieme -appassionatamente- ne discutessimo magari si sentirebbe più sollevato. Aiuterebbe l'affiatamento del gruppo e -
 - Mikasa, che taglia porti di tette- inquisì divertito Jean, ricevendo una pacca sulla nuca da una piccola Christa scandalizzata. 
 La corvina sbuffò irritata.
 - Ecco quel tipo di domande idiote che volevo evitare- 
 - Ma dai, stavo solo scherzando- soffiò stizzito il castano - E comunque non è il genere di verità che mi interessa sapere -
 - Io...io propongo di mettere ai voti - sentenziò Eren prendendo le redini della situazione che stava pericolosamente vacillando.
- Alzino la mano i favorevoli -. 

 Armin, Sasha - più per i gossip succulenti che potevano essere svelati -, Connie- tanto per infilare la sua protuberanza nasale negli affari dei vicini ( aka farsi i beati cazzi del prossimo ), Eren stesso, Mikasa - per "salvare" da possibili minacce e-o predatori il castano- Christa Lenz, Ymir - che doveva ineluttabilmente seguire la decisione della più piccola- levarono congiuntamente le loro braccia in segno di assenso.
 Rappresentavano decisamente la maggioranza.
 - Oh, facciamo come volete voi, tanto non m'imborta - grugnì Leonheart, scrutando intensamente il vuoto e soffocando un colpo di tosse.

- Annie, ti sei presa il raffreddore? Te lo avevo detto di non esagerare con l'allenamento sotto la pioggia! - la redarguì in modo pacato e fermo un ragazzo alto, molto esile e flessuoso, che fino a quel momento aveva indugiato in disparte: non era riuscito a trovare il tempo per inserirsi a dovere nella conversazione; a Berthold Huber non confacevano gli scambi vivaci di battute mordaci, non riusciva a tener testa ai camerati in quanto a eloquenza, il che provocava sempre in lui una sorta di disagio che lo portava a distaccarsi dal gruppo. Era un acuto osservatore e paziente ascoltatore, ma no, il dono della retorica assolutamente non gli era stato regalato.
 Però, vedere la sua amica - così la nostra pertica si convinceva che fosse, anche se nutriva da sempre un sentimento strano verso lei- in un precario stato di salute lo aveva fatto alquanto allarmare, conducendolo alla decisione di aprir bocca.
 
Oh mannaggia a Wall Maria*, da dove spunti fuori? - sobbalzarono insieme Jean ed Eren, al che Christa scoppiò in una fragorosa risata per la reazione poco mascolina dei due amici.
 - Certo che salti fuori peggio di un fungo Berthold! -
 - Reiner, lo annaffi a sufficienza  il tuo caro funghettino nonchè compagno d'avventure? - sibilò melliflua Yrmir, la cui lasciva provocazione risuonò nelle orecchie del biondo - e in quelle che la colsero come tale-, suscitando un trattenuto sghignazzar generale.
 - Ymir, i funghi non sono proprio delle piante! - si ridestò Armin, come se si, certo, il focus dell'istigazione fosse quello.
- Le loro cellule sono rivestite da Chitina, un polimero che appart- 
 - Beh - proruppe quindi Braun, interrompendo bruscamente la noiosa nenia - o tedio- -e tu non sembri il genere di ragazza interessata ai ragazzi. E se si tratta di innaffiare tu mi superi, o non eri in bagno con Christa per quello? - sogghignò con una smorfia che gli contorceva impercettibilmente i tratti decisi, e incrociò le possenti braccia in segno di trionfo.
 - Iniziamo? Dai su !- sbottò frenetico Eren: la serata avrebbe potuto prendere una piega altrettanto intrigante quanto aleatoria.
Ma a Eren Jaegar piaceva il rischio.
 
 
 
 
 
* sono tutte citazioni di una parodia di AoT
  
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