(SPOILER se non si è letto il manga)

The heroes don't cry

«Aizawa sensei!» si fermò di colpo una volta ottenuta l’attenzione del professore. Rigido e rigoroso, s’inchinò in segno di rispetto all’uomo che sembrava ignorasse l’esistenza del caffè.
«Come sta Eri-chan?» chiese quasi urlando, il professore si aspettò un’altra domanda.
«Meglio, glielo potevi chiedere tu stesso» rispose con la faccia addormentata tipica del lunedì mattina.
«Già ma…io ho un’altra domanda»
La bambina che grazie a lui e al giovane Midoriya aveva imparato a sorridere era l’unica persona in grado di restituirgli il tesoro più grande che gli era stato sottratto, la sua unicità.
«E’ riuscita a domare il suo potere? » chiese con tono deciso accompagnato con una speranza destinata a non morire. Si sentì in colpa pensando al devastante peso che Eri doveva affrontare, ma lei era la sua ultima possibilità di ritornare come prima.
«E’ ancora molto instabile, la sua giovane età le impedisce il pieno controllo della sua unicità» rispose Shota Aizawa quasi in automatico. Non ricevendo altri quesiti, si congedò e strisciò nella sua classe intenzionato ad annunciare un compito a sorpresa.

Mirio Togata rimase immobile nel mezzo del corridoio. Gli studenti che gli passarono accanto lo evitarono come se fosse un fantasma.
Sentì un tremore sugli occhi, il cuore pesante. Dentro di lui qualcosa…qualcosa sembrava non avere fine. Non sapeva che cosa fosse, ma all’improvviso gli venne voglia di piangere.
Non ci poteva credere: quanto tempo ci voleva prima che la speranza si consumi del tutto? Aveva dichiarato di non avere fretta di riottenere il suo quirk, ma dopo due anni la sua pazienza era scomparsa nel suo animo da guerriero. Il mondo era stato ingiusto con lui, ma ripeterlo non avrebbe aggiustato le cose. Voleva piangere.
Nascondeva i suoi sentimenti con una maschera, il suo sorriso riusciva a non far preoccupare le persone a lui care e a diffondere speranza. La maschera, però, si stava pian piano sgretolando.
Da quando aveva perso la sua unicità…aveva perso una parte di sé stesso, da due maledetti anni.
Il sostegno degli amici, l’affetto della bambina che aveva protetto con tutta l’energia che aveva in corpo e la sua forza di volontà erano i suoi doni più importanti, Mirio pensava che l’avrebbero aiutato ad affrontare la sua situazione, invece voleva solo piangere.
…
No.
Gli eroi non piangono, non piangono mai.
Sorridono. Sono i primi a credere nella vittoria, la sconfitta è essere parola a loro sconosciuta. Lo stava dimenticando. Le emozioni negative lo stavo sovrastando, era riuscito a scacciarle in tempo. Nella lista delle persone che avrebbe salvato non ci sarebbe stata solo Eri ma milioni, come promesso.
Avrebbe conservato la fiamma speranza anche per dieci anni, non avrebbe permesso che si spegnesse per così poco.
“Il ritorno dell’eroe senza pari non sarà così lontano” ricordò la frase del suo amico Tamaki Amajiki
E’ così, ne era convinto.

[470 parole]
 

👑💎 Angolo Autrice 💎👑
Questa è la prima storia che scrivo su questo fantastico anime/manga, sicuramente non sarà anche l’ultima!
Ho sempre adorato il personaggio di Mirio e ho anche una cosa in comune con lui, l’amore per il ramen! Quello che gli è successo è stata la cosa più ingiusta che possa capitare nell’universo di My Hero Academia.
Spero che la storia sia stata di vostro gradimento e, cosa più importante, mi auguro che la grammatica sia apposto. A presto, ciaoooooo 👑
P.S.: volevo pubblicare questa storia prima di settembre, sono le 23:50 del 31 agosto, ce l’ho fatta ahah