Mira si alzo nel bel mezzo della notte con un dolore lancinante al ventre e l'impulso improvisso di vomitare tutto quello che aveva nello stomaco anche se in realtà non aveva quasi mangiato niente a cena; ormai quasi tutto le dava nausea.
Corse in bagno e vomito come regolarmente le accadeva da alcune settimane.
Non c'è la faceva più a sopportare tutto questo e promisse a se stessa che una volta nato il bambino che aveva in grembo non n'è avrebbe più avuti sebbene avesse sempre desiderato una famiglia numerosa non era convinta di riuscire di nuovo a sopportare la gravidanza sopratutto perchè quasi sempre era in casa da sola visto che Kazuma era sempre in viaggio.
Torno a letto con un forte mal di testa e prego con tutta se stessa che l'ultimo mese finisse alla svelta.
Neanche qualche ora più tardi il dolore torno molto più forte di prima tanto che Mira inizio a contorcersi dal dolore.
“O mio dio...” disse tra i denti appena capì che il bambino stava arrivando. Il suo corpo le sembrava di cemento e con tutto la sua volontà riusci a prendere il telefono per chiamare un'ambulanza dopo di che chiamo Haru suo suocera dicendole di venire subito.
La donna arrivò solo pochi minuti prima dall'ambulanza, Mira era in preda alle convulsioni e non riusci a prestare attenzione a quello che accade durante il viaggio sapeva solo di essere arrivata in ospedale e di essere stata portata d'urgenza in una stanza. Tutte le sue esplorazioni in quel momento le parverò la cosa più semplice del mondo.
“Congratulazioni è una bambina.” disse un medico porgendole un piccolo faggotino che continuava ad urlare come un forsenato. Mira guardo gli occhi viola della bambina e in quel momento si sentiva la donna più fortunata del mondo.
“Ciao Kari.” disse stringendosi al petto la figlia.

Ci sono cose al mondo che non puoi controllare.
Questo è quello che aveva imparato Mira dopo essere rimasta incinta per la secondo volta. Questa volta però Kazuma sarebbe rimasto ancanto a lei fino al parto senza lasciarla solo un'istante anche perché bisognava controllare Kari che a sette anni era già cosi curiosa che ogni scusa era buona per fare delle domande.
“Mamma è maschio o femmina?” domando infatti la bambina indicando la pancia della mamma.
“Non lo so tu cosa preferiresti?” disse Mira. “Forse una femmina, ma i maschi non sono poi cosi male... posso scegliere io il nome?” chiese la bambina con gli occhi che brillavano. “Certo. Allora se è femmina...” inizio Mira “Ami!” disse la figlia. “Bene se invece è maschio?”
“Yuma!”