Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |      
Autore: My_Darkevil    02/09/2018    1 recensioni
[Sequel de "Qualcosa di importante"]
C'è clima di festa al Grande Tempio, ma per El Cid e Sisifo sarà un'occasione per esplorare ancora una volta la natura del loro rapporto e forse giungere a un punto di svolta.
Quanto possono cambiare le cose in una serata?
[The Lost Canvas | Sisifo/El Cid | Scritta in collaborazione con VaultEmblem]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Capricorn El Cid, Sisifo di Sagitter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vicino a te
 

 


 
- Una festa? -, chiese Sisifo, pensando di non aver capito bene.
La divina Atena, seduta sul trono di fronte a lui, annuì con un sorriso.
- Voglio celebrare il ritorno di voi Cavalieri d'Oro mandati in quest'ultima rischiosa missione, per premiarvi del brillante successo. Inoltre oggi si celebra il passaggio al nuovo anno e anche quando ero piccola nel mio villaggio era usanza comune allestire tutto a festa e accendere splendidi falò, dove riunirsi per mangiare e divertirsi -, spiegò la dea, negli occhi una dolce malinconia dei tempi passati.
 
Quelle parole fecero rimescolare qualcosa dentro Sisifo: ancora non aveva superato il senso di colpa per aver strappato quella ragazza dalla sua vita da umana, sebbene fosse per un bene superiore.
 
Non se la sentì dunque di rifiutare la sua richiesta; oltretutto i suoi compagni si meritavano un po' di svago, soprattutto El Cid, che si era dedicato in particolar modo a quella missione, anche se sapeva che non sarebbe stato facile convincerlo a festeggiare.
- Va bene, divina Atena, mi occuperò di informare gli altri -, concluse, alzandosi dall'inchino e girandosi per andarsene.
 
Avvisare gli altri non fu un problema, il vero scoglio sarebbe stato dirlo a El Cid.
Sospirò: il tempo passava ma lui continuava sempre a essere il solito lupo solitario.
Solo con lui era riuscito a instaurare un rapporto di particolare intimità, ma avrebbe voluto che si fosse aperto un po' di più anche con gli altri.
 
Quando arrivò alla sua casa entrò senza problemi: era una delle tante confidenze che si erano reciprocamente concessi e sinceramente lui l'apprezzava molto.
- El Cid? - lo chiamò, bussando alla porta della sua stanza.
 
 
Quando Sisifo era stato convocato da Atena, lui ed El Cid stavano per andare in un giro di ricognizione. Era un'abitudine di Sisifo che El Cid aveva ereditato, avendolo accompagnato ormai numerose volte.
Quella volta il giro se l'era fatto El Cid da solo, in assenza del suo amico.
 
Amico... che parola strana per lui. Gli unici amici che aveva mai avuto erano morti – o scomparsi – da anni e da allora non ne aveva più trovato alcuni.
Sisifo si era introdotto con un’incredibile naturalezza nella sua vita, e ormai era diventato una presenza costante per El Cid, una presenza benvenuta e alla quale non avrebbe mai rinunciato.
 
Aveva già intuito che fosse stato proprio lui a bussare alla porta – avrebbe riconosciuto il suo Cosmo tra mille – e gli aprì.
- Sì? -.
- Ciao -, gli sorrise calorosamente il compagno, - Devo dirti una cosa che non so se ti piacerà -, lo avvertì.
El Cid aggrottò le sopracciglia, pensando agli innumerevoli pericoli che avrebbero potuto correre.
- Di che si tratta? Siamo sotto attacco? -.
-Eh? Ma no, tranquillo -, lo rassicurò Sisifo.
- Mi fai entrare? Così ti spiego con più calma -, gli chiese poi, gentilmente.
- ... Certo - disse El Cid, perplesso.
Se non erano in pericolo allora qual'era il problema?
 
Il letto della camera era sfatto – fino a poco tempo fa si stava riposando su di esso – ma sapeva che questo per Sisifo non era un problema.
Si sedette sul materasso, lo sguardo su Sisifo che lo invitava silenziosamente a unirsi a lui, se voleva.
- Allora? Che c'è? -.
Anche l’altro si sedette sul letto con naturalezza, affiancando El Cid.
- Spero di non averti svegliato -, commentò invece di rispondergli, notando il letto sfatto e l'abbigliamento scomposto del compagno.
El Cid alzò le spalle.
- Non sarei rimasto senza far nulla per molto -.
 
Era vero. Non gli piaceva stare con le mani in mano. Probabilmente si sarebbe recato al campo addestramenti se Sisifo non fosse arrivato.
 
L’altro non poté fare a meno di sorridere a quella risposta. El Cid era sempre il solito.
 
- Sono venuto a dirti che la divina Atena ha indetto una festa in onore di noi Cavalieri e in occasione dell’inizio dell’anno nuovo -, sputò fuori Sisifo, decidendo di andare dritto al punto.
El Cid stava quasi per ricambiare il sorriso del compagno, ma quello che disse gli fece cambiare idea.
- Una... festa? - chiese, giusto per confermare di aver sentito bene.
 
Le feste non erano assolutamente il suo forte: c'era fin troppa gente e fin troppo rumore, e poi passava tutto il tempo a pensare a quante altre cose più utili avrebbe potuto fare nel frattempo.
 
- Già -, annuì l’altro, preparandosi al peggio, - Atena sembrava tenerci molto, penso che rimarrebbe contenta se tutti i suoi Cavalieri ne prendessero parte -, sorrise.
Lo sguardo incupito di El Cid non era buon segno, però.
 
Quest’ultimo sospirò.
Non poteva di certo dire no a una cosa del genere, vero? Dopotutto Atena lo stava facendo per loro, questo; un modo – seppur non completamente gradito a El Cid – di ringraziarli del lavoro svolto.
E poi non era più un bambino, non aveva il diritto di lamentarsi di queste cose. Voleva dire che se ne sarebbe stato in disparte, sperando che nessuno avesse voluto infastidirlo.
 
- E va bene -, disse allora, - Parteciperò anch'io -.
"Anche se in disparte", avrebbe voluto aggiungere, ma sapeva che Sisifo l'avrebbe capito comunque.
 
L’altro sospirò: sapeva che El Cid avrebbe fatto di tutto per non divertirsi, ma questa era una causa persa in partenza. Per ora, almeno, aveva la certezza della sua presenza alla festa, anche perché sinceramente saperlo assente gli avrebbe reso la serata meno interessante.
- Grazie -, gli sorrise genuinamente.
Anche El Cid accennò un sorriso. Stranamente, si ritrovava a farlo molto spesso quando era in sua compagnia; c'era qualcosa in lui che lo faceva sentire sempre a suo agio.
 
- Immagino che anche tu ci sarai, no? -, chiese questi allora.
- Certo. Sarà un'occasione per riposarci dopo la scorsa missione -, disse Sisifo, passandosi una mano tra i capelli, - Soprattutto tu. Vorrei che ti rilassassi un po' -.
Lo guardò con affetto.
- Mi riposo già abbastanza di mio -, ribatté El Cid, distogliendo lo sguardo.
- ... Ma visto che ci sarai, ne varrà la pena -, si lasciò sfuggire.
 
A quelle parole Sisifo fissò il compagno, gli occhi leggermente spalancati, ma poi si aprì in un sorriso dolce.
- Hai già programmato cosa fare nelle prossime ore? -, gli chiese, poggiandogli una mano su una spalla, - Perché altrimenti avevo pensato che potresti accompagnarmi al villaggio qui vicino. Atena, tra le varie cose, mi ha chiesto di controllare se tutto fosse tornato in regola dopo gli avvenimenti dell'altra volta -.
 
In realtà El Cid aveva programmato di andare al campo allenamenti, ma visto che Sisifo gli aveva chiesto di accompagnarlo ci sarebbe andato un’altra volta.
- Va bene -, disse, alzandosi e dirigendosi verso l'armadio, - Fammi mettere qualcosa di presentabile prima -.
 
Non era il tipo da possedere molti indumenti, ma non voleva andare in giro vestito con gli straccetti che stava indossando in quel momento. Gli pareva irrispettoso.
 
Sisifo attese pazientemente che l'altro si cambiasse.
Non sapeva se fosse il caso di andarsene o no, ma d'altro canto sapeva che se El Cid avesse voluto la sua privacy non avrebbe mancato di dirglielo.
Mentre pensava a ciò il suo sguardo accidentalmente cadde sulla schiena nuda del compagno, mentre quest'ultimo afferrava il cambio d'abiti.
Sentì uno strano formicolio a livello dello stomaco.
 
- Come va la ferita? -, gli chiese, puntando lo sguardo sul taglio che percorreva il fianco di El Cid.
- Sta guarendo -, si limitò a dire l’altro, - Non mi darà fastidio, non preoccuparti -.
 
Non sapeva se si sarebbe dovuto sentire in imbarazzo a essere visto così da Sisifo, ma non si era mai curato di quel tipo di cose. Che sarà un po' di pelle quando avevano combattuto fianco a fianco e rischiato la vita innumerevoli volte?
Eppure c'era qualcosa in quel momento, qualcosa che non riusciva ad afferrare... Era come se ci fosse un non so che nell'aria che avrebbe potuto cambiare tutto – che poi cosa intendeva con tutto? – se avessero fatto qualcosa, ma cosa?
 
- Sono pronto -, disse una volta che finì di cambiarsi. Alla fine solo la maglia era più rovinata, quindi si era cambiata solo quella.
- Bene, andiamo -, fece Sisifo, alzandosi dal letto.
 
Percorsero in discesa le altre case, incrociando i vari custodi che vi abitavano.
 
A parte Kardia, che quando li vide non mancò di lanciare una delle sue solite frecciatine irritanti che capiva solo lui, il resto dei Cavalieri li salutarono con tranquillità e quando furono fuori dal Santuario poterono ritornare a un'atmosfera più riservata.
 
Il villaggio fortunatamente mostrava segni di riprese, nonostante i forti danni subiti dall'ultimo attacco, tuttavia Atena si era premurata di offrire un contributo in denaro per le riparazioni.
Passarono anche al centro di ricovero dei feriti, portando qualche piccolo dono, soprattutto ai bambini.
A Sisifo si stringeva il cuore a vederli in quello stato, ma si consolava pensando che fortunatamente non c'erano stati morti.
 
Decisero di approfittare di quella visita al villaggio per fare scorta di alimenti per la festa di quella sera e finirono per dilungarsi anche troppo prima di tornare al Santuario.
Succedeva sempre così quando stavano insieme: perdevano la cognizione del tempo, cosa che, singolarmente, non avrebbero mai fatto.
 
 
La sera arrivò prima di quel che Sisifo si aspettasse, dunque iniziò a considerare cosa potersi mettere per l'occasione.
Optò per un abbigliamento più elegante ma per nulla sfarzoso: non era il suo genere.
 
Aveva appena aperto la porta della sua stanza per uscire che si ritrovò davanti El Cid, la mano già alzata a pugno, probabilmente interrotta nell'atto di bussare.
- Oh, ciao -, gli sorrise.
- E-ehi -, disse El Cid, colto alla sprovvista.
 
Non stava indossando nulla di particolare, giusto una camicia color panna e un gilet beige.
Aveva avuto almeno la decenza di cambiare i pantaloni, adesso di un bel color nero, come i mocassini che stava indossando ai piedi.
 
- Vedo che sei già pronto -, disse El Cid approfittandone, nel mentre, per dare un'occhiata a Sisifo.
Doveva ammetterlo, stava proprio bene così.
Per un attimo fu tentato di dirglielo, ma come molto spesso gli capitava, non trovò le parole giuste.
 
- Sì, almeno non ti ho fatto aspettare -, disse l’altro, uscendo dalla stanza e richiudendola.
A quel punto si soffermò a osservare il compagno, per poi poggiargli una mano sulla spalla.
- Ti sei messo in tiro -, scherzò per poi sorridergli, - Stai benissimo -.
Era vero: El Cid non era il tipo da vestirsi chissà quanto elegante, ma sinceramente non ne aveva bisogno. Possedeva una bellezza, doveva ammetterlo, che gli consentiva di stare benissimo qualsiasi cosa indossasse.
- Non è niente di che... -, disse El Cid, improvvisamente imbarazzato da quel commento.
 
Sapeva che stava scherzando, eppure una parte di sé sperava che...
Ormai si era messo l'anima in pace che l'attrazione che provava per il suo amico non sarebbe stata corrisposta. E perché mai dovrebbe? Uno come Sisifo poteva avere tutti, perché avrebbe dovuto sistemarsi con uno come lui, uno che non riusciva neanche a dirgli come si sentiva?
 
- Anche... anche tu stai bene -, riuscì infine a mormorare.
- Ti ringrazio -, sorrise Sisifo, compiaciuto più di quanto volesse ammettere.
- Andiamo? -, chiese poi, iniziando a incamminarsi.
- Sì -, disse El Cid, seguendolo.
 
Nel mentre che scendevano le scale si preparò psicologicamente a quella serata di baldoria alla quale non voleva necessariamente partecipare.
Lanciò un'occhiata a Sisifo e si sentì un po' meglio. Se c'era lui, non sarebbe stato così male.
 
Una volta giunti nell'area allestita per la festa notarono che erano già tutti arrivati: Cavalieri d'Oro, Argento e Bronzo, le nuove reclute e Atena stessa.
Solo il Grande Sacerdote mancava: probabilmente non gradiva molto quel genere di intrattenimenti, oppure aveva altro a cui pensare.
 
Sisifo si girò un attimo verso El Cid e notò quanto già fosse teso alla vista di tutta quella confusione. Sarebbe stata una dura sfida per lui, per questo il solo fatto che avesse accettato di venire per lui significava molto.
- Non sarà peggio di un campo di battaglia -, gli sussurrò all'orecchio, sperando di farlo sciogliere un po'.
 
El Cid fu attraversato da un leggero fremito. Si rese conto che non erano state le sue parole ad avere quell'effetto, ma il gesto stesso.
Che gli era saltato in mente, a Sisifo, di fare una cosa così intima?
 
- In battaglia so cosa fare -, rispose, ma almeno il fatto che l’altro sembrasse avere intenzione di aiutarlo lo fece sentire meglio.
Sisifo sorrise per la reazione del compagno.
- Non sarà tanto tremendo, inoltre puoi contare su di me -, disse, poggiandogli una mano sulla spalla.
 
- Su, andiamo -.
Lo sguardo di El Cid si addolcì un po'.
- Ok, andiamo -.
 
 
Alla fine non fu poi così male.
La maggior parte dei Cavalieri parlava con Sisifo, e così El Cid poté starsene per conto suo.
Addirittura riuscì a mantenere una conversazione educata con Shion, prima che Dohko lo trascinasse via chissà dove.
 
Dopo un po' tutto quel rumore diventò troppo per lui e decise di allontanarsi per farsi una passeggiata.
Neanche stava pensando a dove andava, ma si ritrovò al campo addestramenti.
"Tipico" gli venne da pensare.
Che poi, non era proprio qui che aveva incontrato Sisifo per la prima volta? Sembrava passata un'eternità da allora.
 
E chi l'avrebbe mai detto che sarebbe stata una persona così importante per lui?
 
 
- Sapevo che eri qui -, disse Sisifo alle sue spalle e quando il compagno si voltò verso di lui, quasi sobbalzando, gli sorrise.
- Stanco della confusione? -, fece comprensivo.
El Cid annuì.
- Sì... volevo un po' di tranquillità -.
Spostò lo sguardo su Sisifo.
- E tu che ci fai qui? -.
- Non ti trovavo più, così ho deciso di far riposare anch'io le orecchie e sono venuto a cercarti -, sorrise, avvicinandosi un po' a lui.
El Cid aggrottò la fronte.
- Non sono un bambino Sisifo, non ho bisogno della tua costante supervisione -, sbottò, ma si rese subito conto di aver esagerato, - Voglio dire... non devi saltare la festa per me -.
 
L’altro sospirò.
- Non ti ho mai considerato un bambino -, replicò sicuro.
- Al contrario, penso di poter avere la libertà di scegliere con chi passare il tempo, sempre se questo qualcuno voglia la mia compagnia -, disse, fissando El Cid con sguardo significativo.
Quest’ultimo rimase stupito da quelle parole.
- Certo che ti voglio con me -, fece con una sicurezza che non aveva mai avuto su questo tipo di cose, non curandosi dell'ambiguità della frase, - È solo che... non voglio che ti senti costretto a starmi appresso perché non sono un tipo sociale. Hai già le tue preoccupazioni, non voglio aggiungerne altre alla pila -.
- Non mi sono mai sentito costretto quando sto con te -, replicò Sisifo, sicuro più che mai.
Si avvicinò di un altro passo, arrivandogli di fronte.
- Non voglio che pensi questo di me... di noi. Pensavo lo sapessi -, disse, fissandolo intensamente.
 
El Cid riuscì a sostenere lo sguardo dell’altro solo per un po'.
Non sapeva cosa dire: nella sua esperienza le azioni parlavano sempre di più delle parole, e fu così che fece una cosa che avrebbe potuto distruggere tutto.
 
Afferrò Sisifo per il colletto e lo attirò a sé, premendo le labbra contro le sue.
 
Sisifo spalancò gli occhi, sorpreso.
El Cid lo stava... baciando? Dopo i primi istanti di shock si rese conto di quanto fosse piacevole sentire quelle labbra sulle sue e non ebbe desiderio di staccarsi.
Fu El Cid a farlo e in quel momento poté guardare gli occhi trasportati dell'altro, illuminati da una fiamma di desiderio. Tanto bastò.
Stavolta fu lui ad avvicinarsi al compagno, andando a congiungere le loro labbra in un secondo, delicato bacio, a cui ne seguì un terzo e un quarto.
El Cid rimase stupito: si stava per scusare per quel gesto affrettato, ma a quel punto era ovvio che a Sisifo non era dispiaciuto neanche un po'.
Sentì la sua mano tra i capelli e si aggrappò alle sue spalle mentre l'altro lo attirò a sé. Non sapeva come avesse fatto Sisifo a scioglierlo così, ma si sentiva bene. Era una sensazione bellissima essergli così vicino.
 
Nessun altro l'aveva mai fatto sentire così.
 
Continuarono a baciarsi e più andavano avanti più il desiderio di Sisifo aumentava.
Non pensava di poter provare emozioni così forti, ma con El Cid era così facile... a un certo punto schiuse leggermente le labbra e con la lingua accarezzò lievemente l'insenatura tra quelle dell’altro.
El Cid venne percorso da un fremito e, intuendo ciò che Sisifo voleva fare, schiuse le labbra, facendo incontrare la lingua del compagno con la sua.
Quest’ultimo si fece sfuggire un mugolio deliziato a quella sensazione, che subito volle approfondire; dunque accarezzò con la propria la lingua dell'altro e insieme presero a muoverle, sempre più intensamente. Si divisero solo quando rimasero a corto di fiato.
 
- El Cid... - biascicò, ancora stordito per quello che era successo.
Aveva baciato il suo migliore amico...
 
Non si sarebbe mai aspettato che le cose sarebbero mutate così facilmente in una serata.
Aveva sempre pensato che tra lui ed El Cid ci fosse qualcosa in più dell'amicizia: provava per lui un affetto profondo, che lo legava all'altro inevitabilmente e che quella sera, come tante altre volte, lo aveva indotto a cercarlo, rinunciando alla festa e a tutto ciò che non fosse El Cid.
Ora le cose iniziavano a farsi più chiare nella sua mente.
Diede una carezza alla guancia del compagno, senza riuscire a trovare le parole giuste da dirgli.
 
Per El Cid era una sensazione strana, quella, una sensazione a cui non era abituato.
Eppure... non si era mai sentito così sereno. Succedeva sempre quando Sisifo era con lui, e ormai il perché era ovvio.
 
- Sisifo... io... -, provò a dire, ma si sentiva come se parlare avrebbe solo rovinato tutto.
E poi lui non era mai stato un granché nelle conversazioni; era Sisifo quello bravo a parlare.
- Le parole non sono mai state il tuo forte, non serve che tu dica nulla -, sussurrò l’altro perso, per poi sorridergli dolcemente.
Andò a poggiare la sua fronte su quella di El Cid, chiudendo gli occhi.
 
Davvero non c'era bisogno di parlare, gli bastava anche solo quella vicinanza per farlo sentire nel posto esatto in cui voleva essere: con El Cid.





Note dell'autrice: questa one-shot è la seconda di una serie di storie tratte da delle roleplay che sto realizzando con la mia partner di scrittura VaultEmblem. Siamo solite alternarci nelle pubblicazioni, pertanto il prossimo aggiornamento probabilmente lo farà lei.
Come ha già specificato la mia partner nella precedente fic, stiamo portando avanti questo progetto perchè riteniamo che i personaggi su cui ci stiamo incentrando siano tenuti in poca considerazione dal fandom. Ci auguriamo di riuscire ad attirare un po' più l'interesse su di loro. 
La prima storia la potete trovare sulla pagina di VaultEmblem, che vi allego: 
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3789179&i=1
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: My_Darkevil