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Autore: cabin13    03/09/2018    0 recensioni
|Cacciatrici di Artemide|
[Solo un piccolo sfogo personale scritto di getto, dettato più dal bisogno che dalla logica.]
Pensava a come l'amore avesse aiutato i suoi amici a costruirsi una vita nel corso degli anni, a come si fosse plasmata la loro felicità.
Pensava a come, invece, a lei l'amore avesse dato troppe grane in passato, a come le avesse riservato troppe cocenti delusioni perché potesse ancora credervi.
Forse era invidiosa delle vite degli altri proprio per quel motivo, perché averli rivisti, aver visto tutto ciò che loro avevano aveva riaperto in lei ferite vecchie di decenni.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Le Cacciatrici
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA: il titolo è stato messo a caso e non c'entra un cazzo, lo so
(per "chiarimenti" sulla storia – se così posso chiamarli –, leggete l'angolo autrice alla fine del racconto)

 


Thoughts of a random Huntress

Il Giuramento le aveva donato l'immortalità, ma era relativamente da poco che era una Cacciatrice e doveva ancora abituarcisi.

Camminava per la città guardandosi attorno con meraviglia, spalancando gli occhi di fronte all'ingente progresso tecnologico degli ultimi decenni: sembrava di trovarsi in una metropoli come quelle dei film di fantascienza che guardava da ragazzina.

Ragazzina di cui, nonostante fossero trascorsi quasi trent'anni, conservava ancora l'aspetto tutt'ora; l'aura argentata di Atremide aveva bloccato la sua età a diciotto anni appena compiuti – si era unita piuttosto tardi alle Cacciatrici, ma non se ne lamentava: le scelte di quasi un ventennio di vita l'avevano portata fino a dove era adesso.

Ogni tanto le capitava di ripensare al passato, a ciò che si era lasciata alle spalle. Erano anni che non vedeva coloro che una volta chiamava amici, si chiedeva come fossero andate avanti le loro esistenze, forse si erano sposati, forse si erano trasferiti in un altro Paese, forse svolgevano il lavoro dei loro sogni.

Presumeva che anche le altre ragazze riflettessero come lei – magari non proprio tutte, le più vecchie erano Cacciatrici da così tanti secoli che ogni cosa che conoscevano era andata perduta –, rimuginavano sul loro passato e sulla vita altrui che scorreva inesorabile davanti ai loro occhi eterni.

Si stringeva nel suo parka argentato, una mano al caldo in tasca e l'altra che tentava invano di sistemare meglio la tracolla della faretra e il cappuccio. Era tornata nella città in cui aveva vissuto per diciotto anni e, ironia della sorte, proprio nella stessa stagione in cui aveva siglato il suo Voto.

Sbuffò. Anche durante la sua vita mortale Thyche non era mai stata dalla sua parte.

---

Gli uomini e le donne che le stavano sorridendo erano le medesime persone che erano i suoi amici e allo stesso tempo non lo erano. I volti erano stanchi e la pelle cominciava a raggrinzirsi in alcuni punti, la vecchiaia si stava lentamente facendo strada sui loro lineamenti.

Provava una certa soggezione nel vederli così... così adulti.

Erano tutti sposati e i loro figli avevano età molto diverse, il più grande aveva attualmente un paio di anni in meno di lei.

Un sorrisino increspò le sue labbra quando la sua mente venne attraversata dal pensiero che forse questa scena poteva apparire un tantino assurda agli occhi dei mortali, ma decise di infischiarsene: quel momento riguardava lei e i suoi amici, non erano importanti gli sconosciuti intorno a loro.

I suoi amici le stavano raccontando delle loro vite, ciò che era accaduto dopo che lei se n'era andata. Parlavano dei loro lavori e dei loro figli e delle loro famiglie, li ascoltava sorridente ma dentro di lei si allargava il vuoto.

Man mano che andavano avanti, si faceva strada nella sua mente la convinzione che la Caccia e le Cacciatrici fossero l'unica cosa che la teneva su questo mondo.

Il voto era l'unica scelta di cui non si sarebbe mai pentita.

---

Mentre camminava a fianco delle altre ragazze nei boschi, la sua mente lavorava a mille, pervasa da infiniti pensieri.

Pensava a come l'amore avesse aiutato i suoi amici a costruirsi una vita nel corso degli anni, a come si fosse plasmata la loro felicità.

Pensava a come, invece, a lei l'amore avesse dato troppe grane in passato, a come le avesse riservato troppe cocenti delusioni perché potesse ancora credervi.

Forse era invidiosa delle vite degli altri proprio per quel motivo, perché averli rivisti, aver rivisto tutto ciò che loro avevano aveva riaperto ferite vecchie di decenni. Forse anche molte delle altre Cacciatrici erano come lei, svuotate e deluse da tanti anni proprio a causa di quello che viene popolarmente definito il sentimento più bello del mondo, forse nemmeno le loro ferite si erano rimarginate del tutto.

Ma, mentre la loro Lungotenente faceva cenno di fermarsi e nascondersi (segno che proabilmente la Cerva era vicina – o magari era qualche gruppo di mostri), lei si ritrovò a sorridere.

Le cicatrici negli animi di tutte non sarebbero guarite nemmeno in migliaia di anni, ma la distanza che mantenevano dagli uomini, dall'umanità, e la totale libertà con cui vivevano erano da sempre un ottimo lenitivo.

 

 

 


Hola gente
Quanto non ha senso questa storia da 1 a infinito?
Non ci sono né una protaginista né una trama ben precise, si tratta più di una sorta di "sfogo" personale scritto di getto. È un insieme di scene che avevo nella mia testa e che ho provato a unire in questa os: non ci sono veri e propri passaggi logici, specialmente tra le prime due parti.
Inoltre, ho provato un pochino a immaginare come sarebbe stato il trascorrere dei decenni visto dagli occhi di un'immortale, giusto per non lasciare che la storia sia proprio un inutile ammasso di frasi senza senso. Rimane comunque un inutile ammasso di frasi senza senso, ma dettagli
Per quanto riguarda la conclusione (che non ha decisamente senso, lo so), ho ipotizzato che molte delle ragazze unitesi alle Cacciatrici (vedi Zoe e Talia) l'abbiano fatto per grandi delusioni d'amore o comunque per motivi legati all'amore. Ovviamente non intendo generalizzare che tutte le Cacciatrici abbiano rinunciato agli uomini per questo motivo, ma io sono dell'idea che un buon numero l'abbia fatto proprio perché disilluse dall'amore.
Alla prossima gente
Adios

   
 
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