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Autore: Bitter_sweet    10/07/2009    5 recensioni
"La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e' triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano..." [Il piccolo principe]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le petit prince I personaggi di One Piece non mi appartengono.
Questa storiella potete intenderla come il seguito alle altre One-Shot, o prenderla come una storia a parte, anche come un regalo per il compleanno di Nami, il 3 Luglio.
Il piccolo principe è di Antoine Marie Roger de Saint-Exupéry.


Le petit prince

-Il principe e la volpe-



"No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa
vuol dire addomesticare?"
"È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire
creare dei legami..."


Sguscia, con l’abilità innata che la contraddistingue, dalla biblioteca. È enorme quella sala circolare e piena, colma di libri. Mai si sarebbe immaginata di avere a disposizione un simile tesoro nascosto.

Avevano impiegato una giornata intera, lei e Nico Robin, a sistemare tutti quei tomi mentre il resto della ciurma era impegnato a sistemare il resto delle cose. Sa di possedere miriadi di libri sulla navigazione, e dopo l’incursione nella biblioteca reale di Re Cobra era cresciuta notevolmente, ma mai si sarebbe aspettata una simile collezione.

Libri sulla navigazione, sull’archeologia, libri di medicina e di cucina. Romanzetti rosa, libri di avventura e colmi di sogni.

Chiunque fosse entrato in quella stanza sarebbe rimasto delle ore col naso a mezz’aria, osservando quei tomi e leggendone affascinato i titoli. È accaduto anche a lei. È entrata, l’intento di cercare una lettura rilassante, non impegnativa ma neppure frivola, e si è persa tra le copertine colorate, ammaliata da titoli che mai aveva visto fino a questo momento, fino ad uno in particolare.

Il libro stretto al petto corre, vola quasi, fino alla cucina.

Infila il capo all’interno della stanza scura accurandosi che sia realmente vuota. Si chiude la porta alle spalle. Si dirige verso il tavolo alla ricerca della piccola lampada. Poggia con cura il libro e accende una piccola luce, quanto basta ad illuminare una porzione di tavolo.

Siede con calma.

Non c’è nessuno sveglio questa notte e lei ha bisogno di un piccolo spazio tutto suo, dove poter rimanere tranquilla da sola, solitaria a far scorrere lo sguardo lungo quelle semplici frasi che compongono quel piccolo libro dalla bianca copertina. Un libro letto tanti, troppi forse, anni prima in una notte senza luna.

Non ricorda bene, ma c’era una parte che all’epoca l’aveva attirata -come il fuoco le falene-.

Sfoglia lentamente quelle pagine scritte di figure e parole.

La porta si apre all’improvviso, sussulta appena a quel rumore così estraneo e si volta.

“Come mai sveglia?” Lo spadaccino sussurra poche parole, richiude alle sue spalle la porta.

Nami lo osserva avvicinarsi alla credenza nella semioscurità. “Potrei farti la stessa domanda.” Freccia in sua direzione ricevendo una scrollata di spalle in risposta.

Zoro rovista alla ricerca di qualcosa, emerge dopo un paio di minuti con una bottiglia di sakè tra le mani. Ne beve un lungo sorso appoggiandosi con la schiena al ripiano.

“Avevo sete.”

Nami lo guarda posare la bottiglia al suo posto. “Volevo leggere in pace.” Un chiaro invito ad essere lasciata sola, lei e quel libro.

“Potevi leggere in camera.” Lento Zoro si avvicina, le fodere cozzano tra loro interrompendo del tutto quel silenzio.

“Non volevo disturbare Robin.” Lo scruta rispondendo una cosa ovvia.

Si avvicina alle sue spalle e si ferma. Afferra il piccolo libro portandoselo agli occhi, non ascolta la lieve protesta della navigatrice.

“Il piccolo principe.”

“Non iniziare.” Con uno scatto gli ruba il libricino dalle mani. Lo nasconde, per quanto possibile, alla sua vista. “Lo so che è un libro per bambini, ma mi è piaciuto.” Tenta una giustificazione anche se sa di non dovergliene alcuna.

Sbuffa. “L’ho letto anch’io.”  Un attimo di stupore da parte di lei e lo spadaccino ne approfitta per riprendersi il libro.

“Non credevo che anche tu sapessi leggere.” Sorride divertita poggiando un braccio sul tavolo. Inclina il capo osservando Zoro, sbuffa in risposta lo spadaccino.

“Lo ha letto un giorno il sensei a tutta la palestra.” Si giustifica anche lui mentre comincia a sfogliare quel libricino alla ricerca di qualcosa in particolare. “C’era un passaggio in particolare che mi ha colpito, ma non sono sicuro di averlo mai capito realmente.”

Poggia il libro di fronte a Nami, il capitolo ventuno.

“È quando incontra la volpe.” Stupita legge quelle poche parole, riassapora un piccolo segreto custodito nel cuore.

“Già.” Scrolla le spalle ancora. Attende con pazienza che lei finisca di leggere. “Mi chiedo perché.” Un sussurro nella penombra della notte.

“Cosa?” Incuriosita lo osserva dal basso, una mano a mantenere il segno.

“Tutto.” Zoro scrolla il capo, gli orecchini tintinnano lievemente. “Perché bisogna per forza addomesticare qualcuno.” Sembra quasi il quesito che aveva posto al suo sensei tanti anni prima. Ma all’epoca aveva solo undici anni e non capiva ancora molte cose della vita. “Non si dovrebbe semplicemente stare accanto a qualcuno, senza dovergli mettere un guinzaglio?”

Lo guardò stupita.

Anche lei all’epoca si era posta quella stessa domanda e l’aveva posta a Bellmer. "Quando sarai più grande capirai." Le aveva risposto sorridendole gentile.

Non aveva più fatto caso a quella risposta, fino ad ora.

“Ma poi il piccolo principe e la volpe si dicono addio.” Gli fa notare.

“Questo lo ricordo.” Sbuffa ancora alzando gli occhi al cielo. “Mi chiedo perché allora addomesticare qualcuno se poi sai che dovrai dirgli addio.”

“Perché funziona così. Si conoscono persone, si vive accanto a loro ed un giorno ci si dice addio.” Nami spiega qualcosa che solo adesso riesce a capire fino in fondo. “Non si dimenticherà mai quella persona. Rimangono pur sempre i ricordi.”

Ricordi.

Lo sanno entrambi, i ricordi non svaniscono, le promesse rimangono e una persona non muore fino a quando qualcuno si ricorderà di lei.

“Tu…” Chiede dopo qualche attimo tornando a rivolgere la sua attenzione al piccolo libro tra le mani. “Cosa avresti fatto?”

La guarda inarcando un sopracciglio. La stessa domanda che all’epoca gli aveva posto il suo sensei, “Non lo avrei fatto” e aveva risposto in tono sicuro ed un po’ beffardo.

La osserva un attimo, poggia la mano destra sul tavolo mentre s’inchina raggiungendo l’altezza di lei. Gli occhi si incrociano per qualche istante, la fiammella traballa creando ombre astratte. “Io…” Lo sussurra sulle sue labbra. “Avrei fatto la stessa identica cosa.”

La osserva chiudere gli occhi prima di posare un bacio sulle sue labbra.

Avrebbe perso tutto il tempo del mondo per riuscire ad addomesticare la volpe.






E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "... piangerò".
"La colpa è tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo
far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
"È vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" È certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
   
 
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