» Verona bella
1. qui regna l’odio e la follia
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Note dell’autrice:
Benvolio: Fermi, insensati, fermi! Giù le spade! Idioti! Non sapete quel
che fate!
Tebaldo: Sei bravo, eh?, Benvolio,
a trar la spada in mezzo a questi timidi cerbiatti! Vòltati,
e guarda in faccia la tua morte.
Benvolio: Sto solo a metter pace tra costoro. Perciò rinfodera, o almeno
adoprala a darmi mano a rappacificarli.
Tebaldo: Che! Tu parli di pace spada in pugno? Questa parola “pace” io
la odio come l’inferno, i tuoi Montecchi e te!
È esattamente questo il punto
che mi ha fatta decidere il fandom da utilizzare per
questa challange. Spero vivamente che ne uscirà
qualcosa di decente, poiché 500 parole sono veramente pochissime! D:
{ word count: 499 }
Ci tengo a precisare che le citazioni e i
personaggi sono © di W. Shakespeare e la mia è un’opera senza alcuno scopro di
lucro; questo vale anche per il titolo della raccolta e dei vari capitoli.
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Era stato un bacio rabbioso, appassionato.
Benvolio lottò per liberarsi dalla sua presa, ma lui
lo trattenne con più forza, stringendolo a sé. Era quasi sicuro di poter
sentire la sua erezione ergersi al di sotto delle calzamaglie e sfregarsi
contro la sua coscia villanamente.
Era stato inesplicabilmente furente.
Non ci si sarebbe aspettati, del resto, un comportamento diverso da Tebaldo.
Gli aveva afferrato un braccio e lo aveva attirato a sé, con fare superbo e
prepotente, e, senza un’apparente motivo veramente plausibile, l’aveva baciato.
Tebaldo aveva baciato Benvolio nel mezzo di una chiassosa rissa in strada e l’aveva
fatto con passione, dopo averlo sbattuto contro un muro di tufo. Era grezzo nei
modi quasi più che con le parole.
Benvolio era rimasto sgomento ma non aveva avuto
modo di obiettare o reagire in alcun modo, neanche quando Tebaldo si staccò per
due secondi, forse per riprendere fiato o per gingillarsi per quell’espressione
di stupore che si era dipinta sul volto del Montecchi.
Tebaldo, infatti, gli si appiccicò alle labbra subito dopo, con veemenza; gli
morse il labbro inferiore e si scostò poi per dei secondi, poggiando la propria
fronte contro quella del nemico. Sembrò essere una testata e, dato il contesto,
Benvolio fu sicuro che si trattasse proprio di quello
piuttosto che di un gesto tenero.
- Questa parola, “pace”, io la odio, - farfugliò arrabbiato,
mordendogli nuovamente il labbro, - Come
odio l’inferno, - e lo baciò nuovamente, quasi soffocandolo. Successivamente
strofinò il proprio bacino contro quello dell’altro in maniera quasi passionale,
- Come odio i Montecchi, - spiegò, e
contemporaneamente portò un ginocchio al centro delle gambe di Benvolio, quasi come se volesse tastare un’eventuale
reazione fisica da parte dell’altro, - E
come odio te, Benvolio. –
Tebaldo lasciò che il
proprio corpo aderisse a quello del nemico e di tenero non aveva proprio nulla;
la sua espressione era colma di desiderio e contrastava le parole appena
pronunciate. Benvolio portò le proprie mani sui
fianchi dell’altro, lasciando che i loro corpi si sfiorassero.
Era chiaramente furibondo.
Una piccola venuzza pulsante apparì sulla fronte di Tebaldo e Benvolio allungò una mano su di essa, sfiorandola con
delicatezza.
I modi del Montecchi
erano chiaramente più placidi; Benvolio voleva la
pace, mentre Tebaldo bramava il sangue.
Il Capuleti
gli staccò la mano e riprese a baciarlo con prepotenza, con aggressività; addentò
nuovamente le labbra di Benvolio e fu così irruento
che gli fece addirittura uscire il sangue e Benvolio
emise un verso di dolore.
Tebaldo si staccò e
sputò in terra, pulendosi la bocca dopo avergli lanciato uno sguardo collerico.
No, il sangue nobile di
un Capuleti non si sarebbe mai mescolato con quello
di un maledetto Montecchi.
Benvolio, pensavi davvero che ci potesse essere la “pace”
tra di noi?
Come può esserci “pace” se la guerra è proprio dentro di noi?
Era questo che
significa lo sguardo disgustato di Tebaldo e Benvolio
l’aveva capito, per questo s’asciugò le labbra a sua volta con la manica della
blusa bianca e fissò Tebaldo con determinazione e sguainò la spada.
Non ci sarebbe mai
stata la pace, solo odio e follia.
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