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After The Concert
- WARNING:
SMUT
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- POV
YOONGI
- La stanza buia
dell’albergo era satura dei nostri
respiri. Mi spingevo contro di lei per provare più piacere
possibile, per
assaporare quella sensazione paradisiaca che mi stava mandando in
estasi.
Buttai la testa all’indietro e continuai a spingere i fianchi
contro il suo
bacino ad un ritmo sempre più veloce. I suoi gemiti mi
colpirono le orecchie e
riabbassai lo sguardo con gli occhi velati dal piacere, la bocca
socchiusa in
un gemito soffocato.
- Ero sudato. Le
lenzuola erano diventate un ammasso senza
forma che aveva raggiunto i piedi del letto. Ringhiai e afferrai i
fianchi
della ragazza tra le mie mani. Aumentai la stretta quando mi fece
capire che la
mia irruenza la stava facendo eccitare ancora di più. La
strattonai verso il
basso e affondai di più in lei, facendola urlare. Le tappai
la bocca con la
mano, ma non le diedi comunque tregua.
- «Sssh,
piccola,» le sussurrai all’orecchio con voce roca,
leccandoglielo subito dopo. «Ci sentiranno.»
- Gemette ancora contro
il mio palmo e chiuse gli occhi,
sotterrando la testa nel cuscino dietro di lei. Con l’altra
mano, le spostai i
lunghi capelli biondi e mi avventai sul suo collo. Le passai la lingua
sulla
pelle morbida e poi cominciai a succhiare finché non sentii
la ragazza tremare
a causa dei brividi. Mi afferrò per i capelli, facendomi
capire di continuare. Feci
scivolare la lingua verso il basso, fino al suo petto,
finché non arrivai
all’incavo dei suoi seni.
- Mi spinsi ancora di
più in lei e questa volta neanche la
mia mano riuscì ad attutire l’urlo di piacere che
le provocai. Si liberò la
bocca e fece intrecciare le nostre dita.
- «O-Oppa…»
mi chiamò con uno strano accento. Eravamo in
America, quindi era ovvio che avessi scelto un’Americana. E
sapeva anche
parlare coreano. Le tremarono le labbra mentre il suo corpo si muoveva
al ritmo
incessante del mio. Le sollevai una gamba e affondai in lei, ancora e
ancora.
- Non ne avrei mai
avuto abbastanza. Ero prigioniero di
quella sensazione chiamata piacere.
Ero schiavo di quell’atto lascivo definito sesso.
- Abbassai la testa e
la tenni ferma per i fianchi mentre
le facevo allacciare anche l’altra gamba intorno alla mia
vita. Le presi un
capezzolo in bocca e cominciai a stuzzicarglielo con la lingua,
muovendola
sempre più velocemente. Le unghie della bionda si strinsero
con forza intorno
ai miei capelli disfatti color platino. Il dolore che provai non fece
altro che
aumentare la sensazione di piacere martellante che stavo provando in
mezzo alle
gambe.
- C’ero
quasi. Mi sistemai meglio e sollevai la schiena,
poggiando una mano contro la testiera alle nostre spalle e
l’altra sulla vita
della ragazza sotto di me. Il letto prese a cigolare e sbattere contro
il muro.
Ansimai ad ogni affondo e lei inarcò la schiena dopo la
terza spinta,
raggiungendo il suo orgasmo. Continuai a muovermi dentro di lei mentre
le sue
unghie mi graffiavano la schiena a causa della troppa
sensibilità. Strinsi gli
occhi e allungai il collo verso l’alto, spalancando la bocca.
Mi riversai nel
preservativo con un’ultima spinta e un ringhio talmente roco
da fare invidia ad
una tigre. Mi lasciai ricadere su un fianco, stremato ma soddisfatto.
- La ragazza aveva
ancora le mani tra i miei capelli.
Giochicchiava con quei fili quasi bianchi mentre io ero ormai diventato
un tutt’uno
con il cuscino sotto la mia testa. Respiravo affannosamente e il petto
nudo si
alzava e si abbassava sfiorando il materasso candido sotto di me. Ero
così
stanco che mi sarei potuto addormentare nel giro di due secondi.
- Aprii gli occhi,
appena in tempo per vedere le labbra
della ragazza a qualche centimetro dalla mia faccia. Mi ritirai di
scatto e la
guardai da una distanza di sicurezza.
- «Cosa stai
facendo?» le domandai severo.
- Stava per baciarmi?
- «I-Io…»
- «Ti avevo
avvisato. Solo sesso. E niente baci sulla
bocca,» dichiarai con voce ferma.
- «Lo so.
Scusa, Oppa. Ma pensavo che…»
- Sapevo già
cosa stava per dire. Il solito discorso sull’amore
che sboccia dopo aver fatto sesso. L’avevo sentito fin troppe
volte.
- «Pensavi
male,» la bloccai. «Mi dispiace,»
aggiunsi nel
vedere il suo volto segnato dalla delusione. Ci speravano tutte, fino
alla
fine. «Ehi, vieni qua. Non piangere.» Sollevai la
schiena e mi avvicinai a lei,
avvolgendola goffamente tra le braccia nel tentativo di confortarla. La
sentii
tirare su col naso e le sue guance si bagnarono a causa delle lacrime.
- «Io ti amo
così tanto, Oppa…»
- Diavolo,
perché finiva sempre così?
- «Lo so, ma
quando ti ho scelta, dopo il concerto, avevo
prima messo le cose in chiaro. No?» La sentii annuire contro
il mio petto. «Allora
perché ti sei fatta delle illusioni inutili?»
- «Non posso
farne a meno. Sono così vicina a realizzare il
mio sogno che potrei impazzire.»
- Qualcuno
bussò con decisione alla porta della camera e
sollevai gli occhi al cielo prima di alzarmi dal letto. Mi tolsi il
preservativo e indossai i primi pantaloni che trovai sul pavimento.
Andai ad
aprire.
- Mi trovai davanti la
faccia seria e scazzata di Namjoon.
Aveva una mano sul fianco e un gomito poggiato sullo stipite della
porta, come se
avesse aspettato pazientemente che andassi ad aprire.
- «Che
c’è?»
- «Hai finito
con questo baccano? Qui c’è gente che sta
cercando di dormire! Sono le tre di notte, Hyung. Maledizione! Alle sei
dobbiamo alzarci per prendere l’aereo e ritornare in Corea! O
te ne sei
dimenticato?»
- «Ammettilo
che vorresti essere al mio posto.»
- La faccia di Namjoon
fu impagabile. Sentii qualcuno
ridere sguaiatamente in corridoio e il Leader si voltò di
scatto dopo avermi
fulminato.
- «Jimin!
Torna subito nella tua stanza o farò il culo anche
a te. E a Jungkook! Sì Maknae, ti ho visto. Vieni fuori di
lì. Sei troppo alto
per nasconderti dietro Jimin.»
- «Yah!»
urlò quest’ultimo. «Cosa stai
insinuando?»
- «Nelle
vostre camere, tutti e due!»
- Si sentì
un’altra risata del più piccolo. Si
precipitò nella
sua stanza, imitato subito dopo da Jimin. Si sbatterono le porte alle
spalle. Non
potei fare a meno di ridacchiare quando la voce di J-Hope comparve dal
nulla,
alludendo alla mia frecciatina nei confronti di Namjoon. Aveva urlato
così
forte che lo avevamo sentito da dietro la porta di camera sua, che era
quella
di fronte alla mia.
- Namjoon
sospirò. «Dico sul serio, Hyung. Quella ragazza,
la voglio fuori di qui entro dieci minuti. Vai a dormire o domani
sembrerai uno
zombie. Le foto in aeroporto non hanno pietà per
nessuno.»
- Annuii.
«Prenderà l’uscita secondaria
dell’hotel. Chiama
Seijin e digli di darle un passaggio con la macchina. Non mi fido a
mandarla in
giro da sola a quest’ora di notte.»
- «Lo so,
Hyung. Non è certo la prima volta. Un giorno di
questi Seijin ti appenderà per il collo. Ringrazia che
abbiamo dei manager
comprensivi o ti avrebbero già sbattuto fuori.» Si
allontanò per tornare
nuovamente nella sua stanza. «E poi non ti lamentare che hai
sonno!» aggiunse
prima di sbattere la porta.
- Sbuffai. Chiusi la
porta e mi voltai verso la ragazza che
aveva appena finito di rivestirsi. Appoggiai le spalle nude alla porta
e
infilai le mani nelle tasche dei pantaloni. Rimasi fermo a guardarla
mentre
prendeva la sua borsa e si avvicinava a me.
- «Oppa,
comportandoti così… non hai paura di perdere le
tue fan?»
- I miei occhi scuri e
sottili penetrarono quelli verdi di
lei. «Ti ho persa?»
- Rimase in silenzio
prima di rispondere, «No.» La sua
espressione si addolcì. «Mi sei entrato nel cuore
ancora più di prima.»
- Le sorrisi. Aprii la
porta e la tenni spalancata per lei.
Mi passò di fianco, ma si fermò.
«Oppa,» mi chiamò.
- «Hm?»
- «Non mi
chiederai di rivederci, vero?» Silenzio. «Non mi
chiederai neppure il mio nome, o il numero?» Ancora silenzio.
«Posso almeno
darti un bacio sulla guancia?» Ridacchiai intenerito. Mi
avvicinai e le posai
una mano sul viso, stampandovi un bacio talmente casto che le mie
labbra
sfiorarono a malapena la sua pelle. «Non
dimenticherò mai questa notte,» mi
sussurrò prima di andarsene e lasciarmi da solo nel buio di
quella camera d’albergo.
- Io invece
sì. L’avrei dimenticata come avevo dimenticato
tutte
le altre notti. Come avevo dimenticato tutte le donne con cui ero stato
a
letto, per il semplice gusto di provare piacere
carnale.
- Io gli donavo la mia
musica, le mie parole, il mio rap.
Loro mi offrivano piacere in
cambio. Era
uno scambio equo, e del tutto consensuale. Sia chiaro. Mai mi sarei
permesso di
alzare un dito sulla ragazza che avrebbe rifiutato. Anche se fino ad
ora non
avevo mai ricevuto un no come risposta.
- Sospirai e chiusi gli
occhi. Perché ero diventato così?
Cosa mi mancava? Forse lo sapevo e non volevo ammetterlo a me stesso.
- «Che
stanchezza…» bofonchiai grattandomi il retro della
testa. Andai in bagno per una doccia veloce e sprofondai nel letto.
- Ecco il motivo per cui
Min Yoongi ha sempre
sonno.
- ᗩngolo.ᗩutore
- In realtà
volevo scrivere un capitolo più corto, ma sono
uscite fuori 1430 parole! Non mi regolo proprio. Il capitolo comincia
con il
botto, ma volevo farvi subito inquadrare il personaggio di Yoongi. Ho
fatto
davvero fatica a scrivere la scena smut e non sono del tutto
soddisfatta, a
dire il vero. Spero di migliorare in seguito :) Fatemi sapere cosa ne
pensate,
e vi ringrazio per le cose sempre carine che mi scrivete «3
Un bacione a tutti 😘
Instagram: btsuga_d