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Autore: veronica85    07/09/2018    6 recensioni
Cosa succede quando una bambina curiosa fruga fra le cose dei propri genitori? Un pomeriggio particolare che vedrà coinvolte la piccola Victoria, Lucy e Anastasia in un viaggio nei ricordi.
Terza classificata al contest "Foto Ricordo" indetto da Fiore di Cenere sul forum di EFP.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Henry Mills, Ivy Belfrey/Drizella Tremaine, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo una settimana, sistemo questo capitolo, aggiungendo la mia solita introduzione, che non ho potuto mettere al momento per mancanza di tempo. Questa storia è nata principalmente per partecipare ad un contest sul forum di EFP. Il titolo era “Foto ricordo” e la consegna “prendere una ed una sola foto e descriverla, raccontandone la storia e le sensazioni che rievoca nei personaggi”. Avrei potuto metterne una della serie, invece ho scelto di inventarla. Questa storia è una what if che parte dal mio presupposto preferito “E se Henry, ad un certo punto, si fosse reso conto di non aver mai amato veramente Ella e si fosse messo con Drizella?” E questo è il risultato.
Buona lettura!

 
«Zia Ana! Zia Ana! Guarda!»
Qualcuno avrebbe dovuto insegnare a quella bambina che non si disturbavano gli adulti in quel modo, borbottò Anastasia Tremaine sobbalzando e interrompendo la lettura del libro in cui era immersa. Ma ovviamente, nessuno l’avrebbe mai fatto: Victoria era adorata, viziata e vezzeggiata da praticamente tutti, a cominciare da lei stessa, nessuno le avrebbe mai rimproverato o negato alcunché.
Anastasia chiuse il libro, dedicandole la sua attenzione. «Cos’hai trovato?» indagò, mentre la invitava con un gesto, a sedersi accanto a lei. «E dov’è Lucy? Non dovresti essere con lei?»
«Ma Lucy sta facendo gli occhi dolci a Leon e io mi annooooooooooooooio….» si lamentò la bambina sbuffando.
Anastasia non trattenne un sorriso. «Hai ragione, con questa bella giornata è un delitto studiare. Che ne dici se faccio pausa e andiamo a fare un giro in giardino? Prima però avvisiamo Lucy, altrimenti si preoccupa».
«D’accordo» borbottò la bambina riluttante.
Anastasia ripose il libro con uno schiocco, facendolo fluttuare fino al suo posto poi prese per mano la nipote e la condusse attraverso il dedalo di corridoi. Ci aveva messo un anno buono, ma alla fine si era abituata a quel posto, non era molto diverso dalla sua vecchia casa solo… molto, molto più grande. Ma lì c’era anche Ella, con cui non era riuscita a parlare per tutto il tempo trascorso a Seattle. E Lucy, la nipote che aveva rischiato di morire per colpa sua e alla quale doveva tante di quelle scuse che non aveva saputo, all’inizio, neanche da che parte cominciare. Per fortuna, tutto si era risolto nel migliore dei modi: Regina aveva perdonato Drizy e aveva chiesto loro di andare a vivere a corte offrendosi di prendere lei, Anastasia, come apprendista. Inizialmente Drizy era stata titubante e sua sorella aveva dovuto sudare sette camice per convincerla: per fortuna alla fine aveva ceduto.
La primogenita di Marcus Tremaine si riscosse di colpo da quei pensieri, trovandosi di fronte Lucy con il fiatone. Sua nipote la ignorò deliberatamente, per poi rivolgersi alla bambina.
«Piccola peste, come ti è venuto in mente di scappare? Ti cerco da più di mezz’ora, vuoi farmi morire? Poi chi la sente tua madre?»
Anastasia non trattenne un sorriso, vedendo la piccola Victoria nascondersi dietro le sue gambe al riparo dalla furia della cugina. «Su su, rilassati Luce è tutto a posto, Vicky era con me. Ha detto che si annoiava, ma… hai detto mezz’ora? Lei è con me da dieci minuti, dove sei stata prima, signorina?» realizzò, chinandosi all’altezza della bambina con le mani sui fianchi. Per fortuna non si era persa, o Drizy avrebbe tirato il collo prima a Lucy, poi a lei.
«Volevo vedere le foto di mamma e papà e sono andata a cercarle… e ho trovato questa!» esclamò la bambina fiera esibendo un cartoncino da dietro la schiena.
Anastasia glielo prese gentilmente dalle mani, osservandolo e non riuscendo a trattenere un sorriso.
«La foto del matrimonio con me te ed Ella, Luce… quanti anni sono passati, ormai?»
«Una decina, direi, no? Io avevo tipo… tredici anni, quel giorno e questa peste non era ancora nata… forse otto, allora…» borbottò la ragazza sovrappensiero.
«E non eri ancora fidanzata e tuo padre non impazziva a tenere al sicuro la tua virtù» la punzecchiò Anastasia.
«Senti chi parla! Tu invece, avevi chiesto a zia Drizy se potevi portare il tuo ragazzo quel giorno: non ti ci è voluto molto a trovare uno che ti facesse la corte, fin da quando i regni sono stati unificati e tu e lei siete venute a vivere qui.» ribatté la figlia di Ella intenzionata a non restare indietro. Le aveva fatto uno strano effetto avere una zia poco più grande di lei e ci aveva messo un po’ ad abituarsi. Ma piano piano erano diventate amiche e ora Anastasia si comportava come se anche lei fosse sua sorella…. Tranne quando litigavano: in quei casi non perdeva occasione di ricordarle che era sua zia e che Lucy le doveva rispetto. A quel punto Lucy ribatteva che, allora, lei era terza in linea di successione, l’erede al trono e quindi erano gli altri a dover portare rispetto a lei. Per fortuna questi battibecchi non duravano mai troppo e le due ragazze finivano sempre col far pace prima del tramonto, a volte spinte dalle rispettive famiglie ma più spesso spontaneamente.
«Drizy non si fece problemi: era così felice che non avrebbe negato niente a nessuno: non rispondeva neanche alle tue frecciatine» rammentò Anastasia
«Dopo anni, posso ammetterlo: ero troppo nervosa all’idea che lo sposasse, non mi andava giù… e quello era il mio modo di sfogarmi. Ma alla fine, avevano ragione loro: hanno formato una famiglia veramente splendida, lo ha ammesso perfino la mamma.»
Il braccio di Anastasia ebbe uno scatto: Victoria stava nuovamente cercando di svignarsela per andare chissà dove. Le rivolse un sorriso: «Ti annoi, tesoro? Che ne dici se zia Ana ti racconta la storia di questa foto?»
«Davvero, zia? Sìììì!!!!» saltellò la bambina entusiasta, abbracciandola per la vita.
«Sai cosa facciamo? Facciamo come le bambine grandi: ci andiamo a prendere una tazza di the in giardino e te la racconto. Va bene? Vieni anche tu, Luce?»
«D’accordo… dovrò pur verificare che tu non riempia la testa di questa povera bambina di sciocchezze…. andiamo» accettò la ragazza assumendo un’aria da perfetta martire.
 Anastasia scosse la testa ridacchiando, dopodiché si incamminò tenendo per mano la piccola Victoria. Giunsero velocemente in cucina, dove la figlia maggiore di Lady Tremaine chiese un vassoio con delle bibite fresche per sé e le nipoti, quindi puntarono verso l’entrata dell’enorme palazzo. Da lì in poi, non ci volle molto per raggiungere l’angolo del giardino in cui le due ragazze più grandi erano solite rilassarsi.
Lucy si accomodò al suo solito posto, la schiena rivolta al palazzo, mentre Anastasia sedette di fronte a lei, incitando Victoria a sistemarsi al suo fianco. La bambina saltellò eccitata: quello sarebbe stato il suo primo tè come i grandi!
«Dunque, dunque, da che parte vogliamo cominciare? Ah, sì, ecco! Devi sapere, Vicky, che il giorno in cui è stata scattata questa foto…» cominciò la ragazza, osservando la nipote pendere dalle sue labbra e perdendosi a sua volta nei ricordi. La giornata era perfetta, serena e limpida, nulla le avrebbe disturbate e il racconto sarebbe andato avanti senza intoppi, a differenza del giorno di cui stavano parlando.
 
 
Bene, bene, prima parte conclusa! Vi aspetto alla seconda parte, che sarà anche quella conclusiva, dove verrà raccontata la storia della foto. E la domanda fondamentale è: chi saranno i genitori di Victoria? E perché proprio questo nome? Si accettano scommesse!!!!
   
 
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