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Autore: Alina_Petrova    08/09/2018    0 recensioni
Kitty!Kurt e Blaine che lo ama più della propria vita.
Raccolta di one shot.
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Kurt stava in piedi davanti allo specchio del bagno, completamente nudo, e attraverso le lacrime fissava con odio la sua lunga coda, ancora bagnata dopo la doccia e, ora più evidenti tra i capelli fradici, le orecchie a punta.

Stava lì immerso nell' autocommiserazione già da parecchio tempo – su tutto il corpo aveva la pelle d'oca e i piedi gli stavano gelando – ma il processo di autocommiserazione era piuttosto affascinante, e il tempo era volato senza che lui se ne accorgesse.

Blaine, invece, in camera da letto non faceva nulla di così coinvolgente, stava semplicemente aspettando Kurt, e perciò, ad un certo punto la sua pazienza era esplosa ed aveva deciso di mettere fine al rituale serale (prolungatosi fin troppo) di pulizia e idratazione del suo gattino preferito. Con questo spirito battagliero si diresse verso il bagno, con tutta l'intenzione di tirare fuori di là il suo innamorato dalla coda pelosa.
Blaine spalancò la porta, e ai suoi occhi si presentò una scena straziante: l'ibrido bagnato con uno sguardo abbattuto degli occhi arrossati e le lacrime che scendevano silenziosamente sul suo volto. Tuttavia, questa visione durò esattamente un secondo, perché, non appena ebbe notato l'apparizione di Anderson, Kurt balzò indietro, afferrando e infilando in fretta il suo accappatoio per poi abbracciarsi da solo come per difendersi.

– E bussare non ti è stato insegnato, Anderson?! – gli gridò con rabbia. – Ma... cosa dico? Naturalmente avresti bussato se ci fosse stato un umano qui... e invece così, a che pro farsi problemi, eh? Cosa vuoi che sia, solo un trasandato brutto gatto parlante! – Kurt sputò con rabbia le ultime parole e rapidamente raggiunse la porta. Blaine, completamente confuso, provò a fermarlo, ma lui soffiò minaccioso e fuggì fuori.

Blaine rimase bloccato dallo stupore per qualche attimo – che cosa è successo qui ora? – poi, naturalmente, gli corse dietro. Ma non fu così facile: Kurt non c'era né in camera da letto, né in cucina, né in salotto... Diamine, non c'erano più posti dove cercarlo, dove caspita si era ... cazzo! Blaine, con orrore si precipitò in corridoio – dove poteva andare tutto bagnato, e con solo un accappatoio addosso, per di più?! – e quasi inciampò nell'ibrido sdraiato davanti alla porta. Kurt si accovacciò sul tappeto, singhiozzando silenziosamente con le ginocchia strette al petto. Blaine si sedette di fronte a lui e, con delicatezza, mise la mano sulla sua spalla che tremava dal pianto.

– Kurt? Beh, che hai, bello mio? Qualcuno ti ha fatto del male? Ho fatto qualcosa io di sbagliato oppure mi è scappata qualche stupidaggine? Beh, dai, tesoro, parla con me!
Kurt tirò su con il naso e saltò agilmente addosso a Blaine aggrappandosi a lui con tutti gli arti e affondando il viso nella curva del suo collo.

– Scusascusascusascusa... – mormorò, senza alzare la testa. – Port-tami in... in caaamer-ra d-da l-leeetto... ffffreeeeddo! – piagnucolò Kurt, tranquillizzandosi piano con ogni carezza rassicurante della mano di Blaine sulla sua schiena. Senza dire niente, Blaine lo accontentò.

Ancora in silenzio, asciugò i capelli e la coda del suo gattino, poi gli infilò il pigiama più caldo («Io sudo con questa!» – «Fa niente, pazienza!»), lo avvolse in un piumone («Ora sudo di sicuro come un maiale e ti appuzzo tutta la biancheria!» – «Meglio questo, che il raffreddore, interminabile moccio dal naso e altrettanto interminabili lagne!») e gli ficcò in mano una tazza di latte caldo («Sì, caldo, e niente fufufufu, Kurt, sei praticamente congelato, ti devi scaldare!»). Solo dopo questo Blaine si sedette accanto a lui e cominciò l'interrogatorio.

– Tu capisci che dovrai spiegare il suo comportamento inadeguato, vero? – Kurt sollevò su di lui gli occhioni da cerbiatto ferito tornati immediatamente colmi di lacrime.

– E tu... non hai pietà di me... neanche un po'? – chiese, facendo tremare il labbro inferiore per essere più convincente.

– Ce l'ho... – sospirò Blaine. – E anche tanta! Ma mi devi raccontare lo stesso, cosa ti ha preso all'improvviso.

– Non è stato all'improvviso... – disse Kurt in un soffio, abbassando la testa.

Dopo aver atteso un attimo, Blaine gli tolse dalle mani la tazza vuota e l'abbracciò, stringendolo a sé.

– Continua, piccolo, ho davvero bisogno di sapere... beh, immaginati, se tu mi avessi trovato a singhiozzare sul tappeto in corridoio! Vorresti sapere il motivo, giusto? – Kurt tirò su con il naso, ma annuì.

– Sì, mi dispiace... Io... solo che... è già da tempo che penso a questo. Beh, a volte mi dimentico, ma poi tutto torna di nuovo... Sono un tale egoista, Blaine! Mi vergogno così tanto, ma è più forte di me! – Kurt alzò la testa e lo fissò coi suoi occhioni limpidi, stringendo i pugni sul colletto del suo pigiama. – Sono così geloso di te, Dio santo, non hai idea! Sss... stai zitto, lasciami parlare, visto che me l'hai chiesto. Sono geloso, ma non verso qualcuno in particolare, ma verso quel qualcuno che verrà un giorno per sostituirmi nella tua vita, nel tuo cuore! Perché, prima o poi, questo accadrà, e anche tu lo sai. Sei così... così intelligente, così bello, Blaine! Sei buono, è facile e divertente stare con te. E sei maledettamente sexy, gli uomini ti guardano, e un giorno tu risponderai ad uno di questi sguardi! Perché ti meriti una famiglia normale, un uomo vero al tuo fianco, che puoi presentare alla famiglia e agli amici, con cui avere dei figli. E io sono solo un ibrido, un animale domestico, un giocattolo! Io tutto questo lo capisco, ma... fa così male, Blaine! Mi sembra, io semplicemente morirò, quando questo accadrà. Semplicemente il mio cuore si fermerà... – e Kurt si spense, seppellendo il naso nella spalla di Blaine, che combatteva tra il desiderio di piangere e quello di scoppiare a ridere.

– Kurt? – disse infine, staccando delicatamente l'ibrido da sé , per guardarlo negli occhi. – Seriamente credi che mi interessano tutte queste sciocchezze?. Sul serio credi che mi importi il riconoscimento ufficiale dello stato, degli amici, della famiglia... di chiunque a questo mondo? – Kurt lo guardava con attenzione, cercando di capire, dove lui voleva arrivare. – Allora, sappi che per me è indifferente! Ho già trovato qualcuno con cui voglio avere una famiglia, dei bambini, chi presentare ai miei cari e agli amici, come mio compagno e partner... e non mi importa se questo qualcuno ha la coda e le orecchie a punta incredibilmente sensibili! E me ne frego di tutti quelli che non lo accettano – non c'è posto per loro nella mia vita.

– Ma... io sono un ibrido, Blaine non ho nessun diritto...

– Tu sei una persona, Kurt! Questo è importante. Una volta i diritti non li avevano le donne... i neri... i gay. Tutto cambia, la società cresce. E se non è ancora pronta ad accettare la nostra unione, questo non significa che dobbiamo rinunciare.

Kurt appoggiò la testa sulla sua spalla e iniziò ronfare.

– Se, per poter stare insieme, sulla carta devi appartenere a me... ebbene, così sia. L'importante è che noi due sappiamo la verità...

– Noi apparteniamo l'uno all'altro – mormorò Kurt.

– Noi apparteniamo l'uno all'altro – gli fece eco Blaine.

   
 
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