Stella del mattino
vestita di nebbia,
stamane
il tuo cielo
è faticoso da solcare.
Avanzi incespicando:
hai tanti fiori da sbocciare,
tanti sorrisi
addormentati
da destare.
“Che cosa mi distingue
da tutte le altre stelle?”,
pensi stancamente.
Quasi puoi vederle,
dietro la processione
zoppicante
dei tuoi raggi.
Lontane, irraggiungibili.
Fantasmi indistinguibili.
Per anni
la tua luce
viaggia rapida a lambirle.
“Molte di esse
brillano
persino più di me”.
Eppure
per scaldare questo mondo
han scelto te.
Te,
pallida stella.
Così fragile
a vederla,
quando sgomiti
fra i nembi
di questo cielo madreperla.
Te,
pallido re
del nostro firmamento.
Con appannato sguardo
abbracci il nostro cielo
spento.
Brilla, sole,
brilla.
Un giorno pure tu
ti spegnerai per sempre,
per non tramontare più.
E quindi anche stamane
oli le ruote del tuo carro,
e risuona il cigolio
nel nostro cielo bianco.
Anche stamane
che la via è più faticosa,
arranchi
in mezzo al mare
di bruma lattiginosa.