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Autore: vuotichepesano    17/09/2018    1 recensioni
E io lo voglio. Io l'aereo per venire da te lo prenderei anche adesso, capisci?
Sei tu che non lo vuoi.
Tu neanche ti giri, riesco a vedere sempre solo la tua schiena.
Che adesso combacia perfettamente con la sua e mi chiedo se quella macchia scura sulla sua gamba glie l'abbia fatta tu l'altra notte.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, come avrete notato mi sono completamente persa in questi anni e
non ho pubblicato più niente nonostante abbia continuato a scrivere,
questa appunto risale alla data del titolo e ci tenevo a raggrupparla qui, insieme agli altri pensieri.
Buona lettura! x




 
 
Ho notato che la maggior parte delle lettere che ti ho scritto, finiscono con una domanda e restando in tema, ti sei mai chiesto perchè?
Probabilmente no, perchè non ti sono mai arrivate ma puntualmente i finali mi fanno un po' paura, non so mai come affrontarli.
Non riesco a mettere i punti, tendo ad aggiungere sempre una virgola.
E le domande, sai, hanno sempre bisogno di una risposta, altrimenti non si chiamerebbero così e quindi io tutti i dubbi che ho, tutti i pensieri te li lascio alla fine di ogni lettera e mi chiedo se prima o poi mi risponderai.
Lo so che non hai tempo, perchè la tua vita è il tuo lavoro, però non so, magari tra un viaggio e l'altro, anche se adesso non saranno più da solo, il tempo di leggere qualche parola lo trovi e magari anche di scrivermene una tu.
Comunque come stai? Hai visto un altro tramonto per me? Mi hai portato l'aria di Tokyo? 
Sì, beh, in questo periodo sarebbe meglio di no, che poi mi dispiace così tanto, avrei voluto tantissimo andarci insieme. Avrei voluto perdemi in mezzo alle persone, alle luci, alle chiacchere per poi picchiettarti la spalla da dietro dicendo "Sono qui" e sentirti dire "Meno male, pensavo di averti persa.". 
Purtroppo, non mi perdi mai.
Fa freddo anche da te? So che a te il freddo non piace ed è anche per questo che parti sempre per Los Angeles o Miami, lì il sole non manca mai.
Qui comunque fa freddissimo, molto spesso il termometro non supera lo 0 ma si resiste.
E molto spesso, sai, piove anche.
A volte mi ritrovo con la penna in mano e non so più quali altre parole usare per dirti che mi manchi e che vorrei che fossi qui o che, meglio ancora, mi venissi a prendere.
Ci giro sempre intorno ed è questa la parte difficile, prendermi in giro. Cercare di ingannare le parole, gli spazi, aggiungendo frasi, domande quando il concetto alla fine è sempre lo stesso, lo stesso da anni.
Mi manchi.
E non so davvero come guarire.
Ti vedo ridere con i tuoi amici, ti vedo sorridere, parlare, bere, ballare e tutto il resto mi dispiace però vedere che nessuno riesca a capire che in realtà felice non lo sei.
Mi dispiace che nessuno ti chieda mai come va, che progetti hai, che cosa vorresti fare.
Mi dispiace anche perchè io non parlo mai con nessuno, ed è scontato dirlo, ma le persone non mi piacciono, non mi piace come pensano, come ragionano e quelle che mi circondano mi hanno sempre solo ferita. Con te invece avrei voglia di ascoltare, osservare, capire, discutere, troveresti una persona che penderebbe dalle tue labbra, dalla tua voce.
E mi dispiace, perchè per una volta che qualcuno ha voglia di fare del bene, di vivere un sentimento puro, pieno, vivo, non può, non può perchè tu sei lontano, io sono lontana.
Che alla fine non lo siamo neanche tanto, cioè, dipende dai punti di vista, ma come ti ho sempre detto, basta volerlo.
E io lo voglio. Io l'aereo per venire da te lo prenderei anche adesso, capisci?
Sei tu che non lo vuoi.
Tu neanche ti giri, riesco a vedere sempre solo la tua schiena.
Che adesso combacia perfettamente con la sua e mi chiedo se quella macchia scura sulla sua gamba glie l'abbia fatta tu l'altra notte. 
Ormai non ci sto neanche più male perché ci sono abituata a vederti fare cose, avere cose che dovremmo fare e avere noi ma che tu preferisci vivere con altri. 
Ammetto, che mi manca quasi l'aria quando vedo che le stringi i polsi, che fai appoggiare la sua guancia sul tuo petto, che la guardi con quel sorriso che dovresti fare a me, perché è proprio come ci ho sempre immaginati, sempre desiderati. 
Mi dispiace perché nonostante le ossa consumate a forza di stare in piedi per venirti incontro, o tutte le volte che ho perso il sonno o strappato pagine, quando ti guardo mi scappano ancora i sorrisi. 
Quasi sorrido anche quando ti vedo con lei.
Alla fine non so neanche da quanto vi sentite, se allora, scrivevi su di lei prima di andare a dormire, se il tuo letto non era vuoto, se l'aria di fredda e inquinata Tokyo e quella calda di Los Angeles la sentivi, respiravi, abbracciavi con lei, se l'anello che avevi al dito e il braccialetto che avevi al polso erano suoi, se i giri in macchina li facevi fare a lei, se pensavi a lei, se i tuoi occhi che ho sempre avuto paura che nessuno capisse guardavano lei e lei, a sto punto, non li ha nemmeno ascoltati.
Spero che almeno tu stia bene, che adesso tu sia felice, vi auguro il meglio che è quello che hanno sempre augurato a me e che non ho mai ricevuto però, non è mai arrivato, il mio meglio eri tu.
E adesso tu non ci sei più, non che prima ci fossi, ma adesso lei ti ha portato via e i polsi non te li posso sfiorare più, non posso sfiorare neanche più te.
Un po' io ci speravo, forse perchè tu non hai mai detto di no, speravo di poterlo fare io, speravo di poterti chiedere come stavi, di urlarti addosso, ascoltarti, farti avere paura, litgare, fare l'amore, ascoltare la musica, sentirti parlare, vederti piangere, sentirti suonare le tue canzoni, andare in vacanza, scappare, stare in silenzio, dormire, cucinare, giocare, progettare, io beh, speravo di poterlo fare.
Stavo quasi iniziando a pensare che un qualcosa ci sarebbe potuto essere, invece rimmarrà solo un verbo.







 
  
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