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Autore: Without_Loved    11/07/2009    2 recensioni
Dall'affascinante storia di Giulietta e Romeo, una lettera di Mercuzio all'amico, dove racconta tutto, prima di morire
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Verona, 9 luglio 1350

Carissimo Romeo,

da quando sono venuto a trovare mio cugino, il principe Bartolomeo Della Scala, a Verona, ho notato la tua casata, quella dei Montecchi, poi notando più a fondo ho visto quanto ci tenevi a tutti i tuoi sottoposti, ho provato senso di inadeguatezza, volevo unirmi a voi, ma non sapevo, se proprio il cugino del principe, colui che detta legge su di voi, poteva instaurare quel rapporto.

Ma quando ho provato a parlarti e mi hai accettato, ho sentito finalmente di essere vivo, non per tutti i beni che tengo, come spesso accadeva, ma perché sono una persona normale, come voi, senza titolo nobiliare sulle proprie spalle, di questo te ne sono grato, per la prima volta non sono stato più quello che ero, ma solo Mercuzio.

Dopo poco tempo, anzi neanche dopo un minuto, mi hai fatto conoscere tutti, tra cui: Benvolio, che ora è un mio carissimo amico, compare di avventura durante la battaglia e consigliere nei momenti oscuri, poi Baldassarre, tuo servo, che da quello che ho visto non lo tratti con la mano di ferro, anzi sembra che utilizzi un fiorellino.

Finalmente ho trovato amici, che anche se, hanno diversi titoli nobiliari, a loro non importa, anzi si sostengono a vicenda come dovrebbe fare una vera famiglia, solo ora mi rendo conto di quanto tempo ho sprecato a provare ad essere una di quelle persone che hanno la puzza sotto il naso, non come voi Montecchi, voi siete la perla di Verona, quanto vorrei che i Capuleti, vostri acerrimi nemici, vedessero che persone straordinarie siete.

A volte, mi rendo conto di essere un pochino, anzi troppo stupido, ma che ci posso fare, per una volta che posso essere me stesso, lasciatemelo fare, comunque mi dispiace per le numerose volte in cui vi ho messo in imbarazzo, ne sono veramente mortificato… durante le battaglie cerco di scherzare con l’avversario, soprattutto se questo si chiama Tebaldo ed è un Capuleti, sento che prima o poi finirò male, ucciso per errore da una spada.

Mentre ti sto scrivendo, sento mio cugino parlare con Paride, che non so se tu sai, è il promesso sposo della figlia del Capuleti, stanno parlando delle battaglie che si stanno svolgendo tra la tua casata e quella dei Capuleti, quanto vorrei risponderli, ma una delle tante lezioni che ho imparato da te è quella di non intromettersi nelle discussioni, per cui me ne sto zitti zitto e continuo a scriverti.

Lo sai perché ti ho scritto? Che stupido, lo leggerai qui di seguito, quindi bando alle cancie e te lo scrivo: perché penso di essere arrivato all’ultimo periodo della mia misera vita, per cui, volevo che tu sapessi… prima che quel giorno arrivi, che grazie a te e alla tua casata sono una normalissima persona umana, per cui vorrei finire questa frase dicendo un ultimo:

GRAZIE A TE E A TUTTI GLI ALTRI PER QUESTI ANNI MERAVIGLIOSI, VE NE SARO’ ETERNAMENTE GRATO.

Sinceramente
MERCUZIO

   
 
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