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Autore: _Schwarz    19/09/2018    1 recensioni
Sono passati meno di due mesi dagli avvenimenti di Origins, e le due eroine del Ferelden Sereda Aeducan e Nahir Brosca si ritrovano a dover fronteggiare dei nuovi nemici completamente diversi da quelli visti fino ad ora.
Separate per la prima volta dall'inizio della loro avventura, una ad Orzammar e l'altra a Vigil's Keep, dovranno affrontare le loro peggiori paure e rimorsi.
Dal primo capitolo:
"Nahir,
abbiamo un problema.
Io e Leliana partiamo domattina, ovunque Zevran voglia andare digli di aspettare, abbiamo bisogno di lui.
Sereda."
[Attualmente in pausa]
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Custode, Leliana, Nuovo personaggio, Zevran Arainai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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In Peace, Vigilance

 

Where your treasure is, there will your heart be also”.
~ J.K.Rowling, Harry Potter and the Deathly Hallows.
 
 

Se Sereda Aeducan, figlia di Endrin Aeducan, si fosse decisa a scrivere una lista di fatti che mai si sarebbe aspettata di veder succedere nella propria vita, in cima probabilmente ci sarebbe stato scritto “essere esiliata”, e subito sotto “stringere amicizia con una senza casta”; sì, quelle erano certamente le due cose che più, ogni volta che ripensava all’ultimo anno e mezzo della sua breve esistenza, ancora la sconvolgevano.
Lei e Nahir, tra una catastrofe e l’altra, erano passate dal non avere niente a possedere tutto ciò che un nano potesse desiderare: gloria, onore, potere, rispetto.
L’assemblea di Orzammar era riunita da settimane per decidere se dichiararle o meno Paragon – e Sereda ci sperava sul serio, più per l’amica, che per se stessa.
Purtroppo, però, tutte queste fortune non giungevano mai senza una buona dose di responsabilità, problemi e notti insonni.
Ed era proprio per occuparsi di uno dei suddetti problemi che lei, Lady e Leliana stavano percorrendo, per l’ennesima volta dalla fine del Flagello, l’impervia salita che conduceva all’ingresso della città di Orzammar: la strada era in terribili condizioni, giacché non importava che stagione fosse, se la più calda delle estati o l’autunno più mite, le montagne Frostback, fedeli al loro nome, restavano inospitali e coperte di neve. L’ululare dei lupi le seguiva passo per passo da ormai parecchie ore, ma le due donne non se ne preoccupavano eccessivamente, essendo ormai a poche ore di cammino dal grande cancello di pietra.
Sereda sperava solo che ne valesse la pena, visto che avrebbe dovuto essere ad Amarantine ad aiutare Nahir con i lavori a Vigil’s Keep, non a perdere tempo a fare l’ambasciatrice tra Ferelden e Orzammar.
 
***


Al contrario dell’ultima volta in cui erano stati in città, non c’erano bande armate che giravano e si ammazzavano per le strade, né scagnozzi di Jarvia a derubare i mercanti: tutto era tranquillo, pulito e pieno di gente di ogni casta che si fermava a guardarle mentre passavano.
“Ma non è tutto Lyrium quel che brilla”, pensò la principessa, dando uno sguardo agli uomini che componevano la sua scorta: no, non avrebbe avuto bisogno di una scorta, se fosse stato davvero come l’apparenza suggeriva.
Le guardie accompagnarono lei e Leliana fino al palazzo reale, dove il re le attendeva nelle sue stanze – che fino a poco tempo prima erano state quelle di suo padre, e di Bhelen dopo di lui; il vecchio le sorrise, i segni della stanchezza ben visibili sul suo volto, e fece loro cenno di accomodarsi.
«Ho notato che avete ancora problemi con i sostenitori di mio fratello, Re Harrowmont» disse Sereda, senza aspettare ulteriormente, e aspettandosi quasi che lui le chiedesse di eliminarli, cosa che non sapeva se era disposta a fare, con solo Leliana e Lady a coprirle le spalle.
«Solo il tempo ci libererà di loro, Sereda, ma non è per questo che ho chiesto la tua presenza qui» rispose il sovrano, facendo segno a un servo che uscì velocemente dalla stanza.
«Allora perché, se posso?» chiese lei, cercando di arrivare al nocciolo della questione.
«Volevo comunicarti alcune cose: la prima è che l’Assemblea dei Deshyr ha finalmente deciso in merito alla nomina di te e Nahir Brosca come Paragon di Orzammar; la seconda è che…».
«No, un attimo! Hanno deciso?!» domandò sconvolta Sereda, e quasi cadde dalla sedia per la sorpresa: solitamente ci mettevano anni a decidere cose del genere, ma dalla fine del flagello non erano passati nemmeno due mesi, decisamente troppo presto per una decisione.
«Sì, hanno preso una decisione… Non dovrei comunicartelo in realtà, ma vedo la tua agitazione» rise Harrowmont, per poi continuare: «Sereda, sia tu che Nahir verrete elette Paragon entro il nuovo anno, l’annuncio verrà fatto il giorno dell’anniversario del tuo esilio».
L’ex principessa di Orzammar rimase di stucco: non solo sarebbe diventata Paragon – lei, Sereda Aeducan – ma anche Nahir lo sarebbe divenuta, e la loro idea di cambiare la loro città non pareva più così impossibile ora.
Poi notò per l’ennesima volta la grande ironia: nello stesso giorno in cui aveva perso tutto, sarebbe stata nominata la figura più importante che i nani potessero avere.
“Se solo mio padre fosse qui…”, pensò la giovane, per poi però scuotere la testa: suo padre, pur di non rovinare il nome della loro casa, l’aveva mandata a morte certa, perché desiderare la sua presenza ora?
Fu la mano che Leliana poggiò sul suo braccio a distrarla dai suoi pensieri cupi, e Sereda sorrise a lei e Lady, che la guardavano preoccupate: al solito il suo mabari e l’amore della sua vita la leggevano come un libro aperto.
In quel momento la porta si spalancò e fecero il loro ingresso il servo che aveva lasciato la stanza poco prima, seguito da Gorim Saelac e una giovane nana visibilmente incinta.
«Gorim!» lo salutò la principessa, visibilmente contenta di vederlo.
«Mia Signora» si inchinò Gorim, poi fece cenno alla giovane di avvicinarsi e disse: «Lady Aeducan, questa è Kida, mia moglie».
La giovane non doveva avere più di venticinque anni, poco più che una bambina a Orzammar, ma era molto carina con il suo viso rotondo, i vispi occhi scuri e i capelli castani legati in una bella acconciatura che Sereda aveva visto su diverse nobili umane in superficie.
«È un onore conoscervi, Lady Aeducan. Gorim parla costantemente di voi» la giovane tentò una riverenza, pur ostacolata dal pancione.
«È un piacere anche per me, Kida. Queste sono Leliana e Lady» disse finendo le presentazioni, poi si voltò verso il re e disse: «Maestà, il viaggio è stato lungo e abbastanza difficile, chiedo il permesso per me e le mie compagne di andare a riposare».
«Ma certo» sorrise benevolo Harrowmont, e rivolgendosi al servo che attendeva vicino alla porta, disse: «Accompagna Lady Aeducan alla sua vecchia stanza, per quanto riguarda la sua compagna…».
«Io e Leliana divideremo la mia stanza, re Harrowmont» lo bloccò l’ex principessa, prima che lui spedisse la sua fidanzata dall’altra parte del palazzo.
Conclusi gli ultimi convenevoli e lasciate le stanze reali, Sereda fece cenno a Gorim e lui e sua moglie la seguirono alle sue stanze senza fiatare; una volta arrivati Lady si piazzò davanti alla porta per controllare che nessuno si avvicinasse a origliare, mentre gli altri quattro si misero nel lato più lontano dall’entrata.
«Gorim, da quanto tu e Kida siete in città?» domandò Sereda, sedendo sul letto insieme a Leliana e lasciando che l’altra nana prendesse posto su una comoda poltrona.
«Da quasi un mese e mezzo, sono stato richiamato a Orzammar da re Harrowmont che ha annullato entrambi i nostri esilii: il tuo nome è stato riammesso nelle memorie, mentre quello di Bhelen cancellato per i suoi crimini contro Trian».
«Dimmi la verità: com’è la situazione con i sostenitori di mio fratello?».
«Sono disperati, mia signora. Non gli importa di nulla se non farla pagare a chi ha ucciso Bhelen…».
«Ah! Se Uthermiel non è riuscito a uccidermi non ci riusciranno loro» rispose spavalda Sereda, poi si alzò dal letto e disse: «Dimmi una cosa Gorim, perché sei tornato?».
Il suo secondo, l’unico di cui per anni si era potuta fidare in quella fossa piena di serpenti pronta a ingoiarla che era Orzammar, la guardò per un attimo che le parve lunghissimo: Gorim insieme a lei aveva perso tutto per colpa di Bhelen, ma se lei si era riguadagnata rispetto e onore unendosi ai Custodi Grigi prima e sconfiggendo il Flagello poi, lui non poteva affermare lo stesso; la ferita alla gamba non gli avrebbe mai permesso di tornare a combattere e di vincere indietro il suo onore, e per quanto gli potesse piacere lavorare con il padre di sua moglie, non era ciò per cui era nato.
E Sereda lo capiva, lo comprendeva perfettamente, per questo prima che lui potesse parlare, disse: «Gorim, quando l’Assemblea mi nominerà Paragon, voglio che tu sia il primo membro della mia casa».
E non ci fu bisogno di dire null’altro quella sera.

***

Cara Nahir,
le cose per ora vanno abbastanza bene dal mio lato della barricata: siamo arrivate ieri a Orzammar e siamo state ricevute da re Harrowmont senza doverci fare il giro di tutti i Paragon per poterlo incontrare.
Un cambiamento notevole dall’ultima volta, se ricordi!
Le cose qui in città paiono abbastanza tranquille per ora, ma penso che le apparenze stiano cercando di sviare il mio sguardo, e non sono sicura che mi piaccia.

Oggi verrò ricevuta nuovamente, salvo imprevisti, e ho intenzione di chiedere volontari per i Custodi Grigi: siamo troppo pochi per proteggere tutto Ferelden e anche i dodici uomini mandati da Orlais non sono abbastanza.
Da te come vanno le cose? Avete fatto una festa in mia assenza? Niente è meglio dell’alcool per abbassare le barriere e conoscere i commilitoni!
 
Saluti,
Sereda.
 
***

«Sereda, entra pure» disse Harrowmont quando la vide attendere rispettosamente sulla soglia della sua stanza, e solo la giovane fece allora il suo ingresso, richiudendo la porta dietro di sé.
«Siete molto occupato, noto» sorrise mestamente, ricordando ancora perfettamente le intere giornate che suo padre passava a lavorare, almeno quello nella vita dei sovrani non era cambiato.
«Non pensavo che un re potesse lavorare più di quanto facesse tuo padre, ma mi sbagliavo: tutti hanno bisogno di qualcosa e io sono l’unico a cui potersi rivolgere» rise stancamente il sovrano, facendole cenno di accomodarsi nella sedia di fronte alla scrivania da lui occupata.
«Non la terrò più del necessario allora, maestà» disse Sereda, «ieri avete detto che avevate più di un motivo per volermi qui ad Orzammar…?».
«È così, infatti» annuì lui, decisamente più serio: «devo comunicarti che ho deciso chi sarà il mio erede al trono».
La nana rimase per un paio di secondi senza parole: era certa che non fosse quello il motivo per cui il secondo di suo padre l’aveva richiamata in città, ma si chiedeva comunque perché volesse comunicare una cosa simile a lei.
«Non dovreste comunicarlo prima ai Deshyr?» domandò confusa.
«Dovrei, ma volevo prima sapere il tuo parere in proposito» sorrise seraficamente il re, e lei ricordò in quel momento perché Harrowmont era arrivato alla sua veneranda età – e alla guida della sua casa, pur essendo il terzo genito del ramo cadetto.
«Ho deciso, Sereda, di nominare te come mia erede al trono, una volta che l’assemblea ti avrà dato il titolo di Paragon» spiegò infine il re, con gli occhi che brillavano divertiti.
«Io… non so cosa dire. Ha diversi figli e parecchi nipoti tra cui scegliere, maestà, è sicuro che…?».
«Ne sono certo: è quello che avrebbe voluto tuo padre e che voglio anche io. Orzammar conoscerà una nuova era sotto il tuo regno, Sereda Aeducan».
Per un attimo lei parve non sapere cosa dire, poi, semplicemente, accettò.
Pyral sorrise, poi disse: «E, comunque, so che ti saresti proposta a prescindere, ho solo risolto un mucchio di grattacapi».
Risero entrambi, per la prima volta dall’esilio di lei veramente divertiti da qualcosa.
«Quindi, possiamo ora arrivare al vero motivo per cui sono qui?» chiese Sereda, diversi minuti e un bicchiere di ottimo vino nanico dopo.
«Stanno giungendo delle strane voci dalle Vie Profonde… ci aspettavamo tutti un po’ di movimento, con i Darkspawn tornati in forze a fine flagello, ma quello che ho sentito è… strano» iniziò a raccontare Harrowmont.
«Ci aspettavamo che attaccassero subito la città, ma… nulla. Ciò che è più strano è che le nostre pattuglie hanno riportato combattimenti tra darkspawn, diversi gruppi che combattevano tra di loro» continuò il vecchio, mentre Sereda ascoltava attentamente.
«Uno degli esploratori ha raccontato di aver visto uno dei darkspawn dare ordini agli altri suoi simili».
«Cosa c’è di strano? Non è ciò che fanno gli alpha?».
«Non glieli stava dando nella loro lingua, Sereda. Quel darkspawn stava parlando la lingua di Orzammar, e gli altri darkspawn lo capivano e obbedivano».
E, per una volta, l’ex principessa di Orzammar rimase davvero senza parole.
 
***


Nahir,
abbiamo un problema.
Io e Leliana partiamo domattina, ovunque Zevran voglia andare digli di aspettare, abbiamo bisogno di lui.

 
Sereda.

***

Sereda,
Vigil’s Keep è stata attaccata dai darkspawn prima che io e Mhairi, una delle reclute, potessimo arrivare. I custodi di Orlais sono stati rapiti e a capo di tutto c’era uno strano darkspawn parlante.
Non sto scherzando, Sere, parlava sul serio. Torna al più presto, qui c’è bisogno di te.

 
Nahir.




Note Autrice:
A volte ritornano, mi dicono.
E io, Nahir e Sereda siamo tornate! L'ultimo capitolo di "In War, Victory" non mi soddisfava affatto, perciò dovevo rimediare.
E come meglio rimediare se non con un sequel?
Se avete suggerimenti scrivetemeli, magari li inserirò da qualche parte nella storia.
Sarà probabilmente una minilong anche questa - non penso supererò i dieci capitoli - ma non per questo mi lascerò sfuggire l'occasione di ridere un po' :D
A tutti quelli che hanno già letto In War, Victory, bentornati! A tutti gli altri suggerisco di leggere quella prima di gettarsi su questo sequel :D Anche se è perfettamente comprensibile anche da solo, non penso capireste il perché dei personaggi :)

A presto!
Alasse_Schwarz
   
 
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