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Autore: LalaMalfoy    20/09/2018    1 recensioni
Ciao a tutti!
Questa è la prima storia che pubblico su EFP, parla degli anni ad Hogwarts dei malandrini ed è una raccolta di one shot su alcuni momenti significativi della loro amicizia.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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"Gli amici sono parenti che vi scegliete da soli"
Frances Ward Weller
  1. UNA NUOVA FAMIGLIA
Il binario nove e tre quarti era, come ogni primo settembre, affollato e in preda alla confusione quando un bambino dai capelli neri attraversò la barriera per la prima volta, dietro di lui il fratello minore e, a qualche metro di distanza, i genitori. I due piccoli di famiglia osservavano tutto ciò che li circondava con lo stupore che caratterizza ogni mago che si addentra per la prima volta al binario, il più grande sentiva la gioia e l’eccitazione farsi strada in lui, era elettrizzato, pronto per la nuova avventura.

-Sir!- il più piccolo raggiunse il fratello cercando di non correre e di mantenere un passo elegante
-Reg, dimmi-
-Buona fortuna- la voce del piccolo però appariva triste così il fratello maggiore si fermò per guardarlo negli occhi e disse
-Tornerò a Natale e poi quest'estate, ti penserò sempre, saremo sempre noi due, inseparabili- non sapeva quanto si stava sbagliando

-Sirius Orion Black sii degno del cognome che porti- la voce della madre, priva di affetto o di qualsiasi altra inclinazione lo raggiunse all'improvviso
-Si madre- disse solo, convinto che non fosse il momento né il luogo adatto per iniziare una nuova discussione
-Serpeverde ti aspetta- continuò lei
-Non è detto- sussurrò il ragazzo stringendo i denti, ma fortunatamente la madre non lo sentì

Salì sul treno e caricò il baule, poco dopo si udì il fischio che annunciava la partenza e si voltò un'ultima volta verso i tre Black che lo guardavano dal marciapiede. Le ultime parole che sentì, pronunciate da Walburga, furono l'ennesima dimostrazione di quanto poco i suoi genitori tenessero a lui; non un “buona fortuna”, non un “ti voglio bene”, non un “divertiti”, nemmeno un “mi raccomando studia e comportati bene”, soltanto due parole
-Toujours pur-
“Stupido motto di famiglia” pensò il ragazzo avanzando con fatica mentre cercava di trasportare il pesante baule fino a uno scompartimento vuoto. Sirius odiava quelle parole almeno quanto odiava il suo cognome e i suoi genitori, Orion e Walburga, che fin da quando era piccolo, fin dal momento in cui avevano capito che il carattere di Sirius era troppo forte, troppo ribelle e gli impediva di ascoltare cecamente i loro insegnamenti avevano cominciato a sgridarlo, a punirlo con crescente frequenza e perfidia. Sirius dal canto suo non si faceva sottomettere e continuava a comportarsi come più gli piaceva, continuava a fare scherzi ai genitori e all’odiato elfo di famiglia, Kreacher. Il ragazzo disprezzava gli insegnamenti che gli erano stati impartiti, odiava vedere i genitori trattare male chiunque considerassero inferiore a loro, la “feccia” come li chiamavano: i mezzosangue, i nati babbani, i babbani e, la categoria forse peggiore, i traditori del loro sangue. Sirius non vedeva il motivo di tanto disprezzo, a lui sembravano persone come loro, persone che volevano solo vivere la loro vita ed essere felici, proprio come lui.

Si stava accingendo ad entrare nello scompartimento quando un ragazzo lo superò correndo  
-Non mi ruberete anche questo!-
-Ehi! Chi ti credi di essere per superarmi così e occupare un intero scompartimento?!-
-Scusa non ti avevo nemmeno visto, cercavo solo di sedermi prima che occupassero tutti i posti, è tipo il milionesimo scompartimento in cui provo a entrare. Se vuoi puoi sederti anche tu, c’è posto per tutti- gli rispose il ragazzo.

Sirius lo guardò per qualche secondo e poi decise di entrare anche lui nello scompartimento, per lo più per appoggiare il pesante baule che non sarebbe riuscito a tenere sollevato ancora per molto. Dopo essersi seduto si concesse di osservare il ragazzo di fronte a lui, i capelli castani completamente spettinati incorniciavano il volto sorridente e scaltro, aveva gli occhi color nocciola ed era alto più o meno quanto lui, stava guardando la stazione allontanarsi. Il ragazzo, accorgendosi di essere osservato, portò lo sguardo su Sirius e disse
-Ah a proposito, io sono James Potter- la mano tesa ad aspettare una risposta
-Sirius Black- rispose stringendogli la mano, non sapeva come James avrebbe reagito nell’apprendere il suo cognome
-Black? Probabilmente siamo lontani parenti o qualcosa del genere perché mia mamma era una Black, ma infondo tutti i purosangue lo sono quindi non mi pongo nemmeno il problema- sorrise James alzando le spalle sul finale e a quelle parole Sirius si lasciò andare a un sospiro di sollievo.
-In effetti...- disse e non volendo parlare dei suoi parenti più stretti aggiunse –sei anche tu al primo anno?-
-Si, non vedo l’ora di arrivare, deve essere davvero forte vivere ad Hogwarts! E poi voglio scoprire se Silente è davvero un genio pazzo, come molti lo descrivono. Però so che bisognerà andare a lezione, spero non ci daranno troppo da studiare, ho sempre preferito divertirmi-
-Non credo ci sia qualcuno al mondo che possa preferire lo studio al divertimento- ghignò Sirius e per un attimo il pensiero volò alle inutili lezioni di buone maniere, pianoforte e quant’altro che i genitori lo obbligavano a seguire “per essere degno della famiglia Black e non farli sfigurare”.

James stava per rispondere quando una bambina dai capelli rossi entrò nello scompartimento
-Posso sedermi?- chiese
-Certo- le rispose subito James facendole cenno di entrare con finti modi eleganti che fecero ridere Sirius     
-Io sono James Potter e lui è Sirius Black- la ragazza si girò a guardarlo e lui le fece un cenno di saluto con  la mano
-Lily Evans- si presentò poi, Sirius non potè fare a meno di pensare che non aveva mai sentito quel cognome tra quelli  delle famigli di maghi purosangue, poi lasciò perdere maledicendosi per aver fatto un pensiero del genere, non doveva farsi influenzare dai suoi genitori.
La ragazza non disse più una parola e si mise a guardare fuori dal finestrino la campagna che filava veloce, i due le lanciarono uno sguardo notando gli occhi gonfi dal pianto poi, non sapendo cosa dire, ricominciarono a chiacchierare tra loro. Il quidditch sembrava essere l’argomento preferito di James.

All’improvviso un altro bambino aprì la porta dello scompartimento, aveva già indosso la divisa, i capelli lunghi e unticci gli ricadevano sulle spalle, gli occhi neri individuarono Lily e lui le si avvicinò senza prestare attenzione agli altri due che dal canto loro continuarono a chiacchierare allegramente.
-Speriamo che tu sia una Serpeverde- James a quelle parole si girò verso i due bambini e disse
-Serpeverde? Chi vuole diventare un Serpeverde? Io credo che lascerei la scuola, e tu?- chiese a Sirius
Era arrivato il momento, se non se n’era andato per il cognome se ne sarebbe andato per questo, in ogni caso non potè fare a meno di rispondere –Tutta la mia famiglia è a Serpeverde-
-Oh cavolo! E dire che mi sembravi a posto-
In quel momento Sirius sentì che poteva dire a James la verità che aveva sempre celato ai suoi genitori        
–Forse io andrò contro la tradizione. Dove vorresti finire, se potessi scegliere?- ghignò
-Grifondoro… culla dei coraggiosi di cuore! Come mio padre- il ragazzo di fronte a Lily fece un gesto sprezzante –Qualcosa non va?-chiese James
-No- rispose –Se preferisci i muscoli al cervello…-
-E tu dove speri di finire, visto che non hai nessuno dei due?- chiese Sirius sarcastico. Negli anni, di fronte alle ingiuste sgridate dei genitori, aveva imparato ad avere la risposta pronta e in quel momento non poteva permettere che quel bambino si prendesse gioco del suo primo amico, un bambino che tra l’altro osava spingere le persone a sperare in una casa come Serpeverde. James scoppio a ridere, Lily invece li guardò disgustata e disse.
-Andiamo Severus, cerchiamo un altro scompartimento-
-Oooooooh…- James e Sirius la imitarono e il primo cercò di fare lo sgambetto al bambino mentre questo usciva seguendo l’amica, Sirius urlò
-Ci si vede, Mocciosus!-

Dopo qualche minuto la porta si riaprì ed entro un bambino dall’aria malaticcia, il volto portava i segni di alcune cicatrici, aveva i capelli castani e gli occhi marroni.
 -C’è posto?-
-Certo siediti, io sono James Potter-
-Remus Lupin- si presentò il ragazzo
-Sirius Black- si aggiunse anche l’ultimo presente, poi Remus sedette in un angolo, tirò fuori un libro e cominciò a leggere alzando lo sguardo solo per rispondere alle sporadiche domande che gli venivano rivolte, James e Sirius infatti avevano ricominciato a chiacchierare, piuttosto chiassosamente a dire il vero, e ogni tanto si rivolgevano al moretto per cercare di coinvolgerlo nella conversazione.
Le ore trascorsero così, in un clima sereno di cui Sirius aveva goduto raramente prima di allora, la signora del carrello passò all’ora di pranzo e loro comprarono alcuni dolciumi da condividere, ma li finirono presto e poi ricominciarono a chiacchierare, ridere e scherzare.

Nel corso del pomeriggio una ragazza dai capelli biondi entrò nello scompartimento e il suo sguardo altezzoso scrutò James, si soffermò su Remus e infine si posò su Sirius.
-Sirius, perché non sei venuto allo scompartimento di Serpeverde con tutti noi?-
-Non so ancora in che casa verrò smistato, perché avrei dovuto sopportarvi per tutto il viaggio in treno?-
-Sarai di sicuro smistato in Serpeverde, anche perché in caso contrario rischi di essere diseredato conoscendo zio Orion e soprattutto zia Walburga. Sii contento che non sono particolarmente interessata a quello che fai, se ci fosse stata Bella non ti avrebbe fatto i complimenti per come mi hai risposto e per il posto in cui hai scelto di sedere-
-Non me ne frega niente di quello che pensa Bellatrix e nemmeno tu se è per questo, e poi ha finito Hogwarts lo scorso anno no? Non è qui-
-Su andiamo Cissy- il ragazzo dietro di lei parlò per la prima volta da quando erano arrivati
-Toujours Pur- disse Narcissa come per ricordargli qualcosa
-Cos’è un saluto ormai?- borbottò Sirius

-Chi erano? E cosa vuol dire quello che ha appena detto?- chiese curioso James non appena i due si furono allontanati
-Il motto di famiglia, significa sempre puri… ho una famiglia fissata con queste cagate sulla purezza del sangue e che tratta come inferiori gli altri. Loro erano Narcissa Black, mia cugina, e Lucius Malfoy, il suo ragazzo. Lei è al quinto anno mentre lui al sesto. Dovevate vedere quando Narcissa ha annunciato con chi si era fidanzata, mia mamma le ha fatto i complimenti non perché fosse felice per lei, ma perché era l’occasione per imparentarsi con un’altra importante famiglia purosangue. Spero per lei che almeno le piaccia veramente, sono tutti e due altamente antipatici quindi probabilmente vanno d’accordo-
-Sembrano due snob- commentò James, mentre Remus lo fulminò pensando che non fosse molto educato parlare male della famiglia di un’amico, ma Sirius si disse d’accordo
-Lo sono! Bellatrix e Narcissa: le due perfette sorelle Black. Amano mio fratello Regulus e odiano me. Andromeda invece, loro sorella, che è al settimo anno, è più o meno l’unico parente a cui voglio bene, è anche lei una serpe verde, ma non è fissata con la purezza di sangue e quelle cose lì. Mi ha confidato in segreto che si è innamorata di un babbano, penso che dopo i MAGO voglia scappare e sposarsi con lui, io faccio il tifo per lei-
-Faremo il tifo con te- gli sorrise James
-Non mi piace parlare della mia famiglia, ora sono qui e loro no, posso fare quello che voglio. Dimentichiamocela-
-Sai che papà mi ha detto che il banchetto di inizio anno è così grande che non è possibile assaggiare tutti i tipi di cibo?- cambiò discorso il corvino
-Non ti credo! Sono sicuro che ci riuscirei-
-E’ lo stesso che gli ho risposto io-
-Stareste male se solo ci provaste- commentò Remus alzando lo sguardo dalle pagine
-Ci stai sfidando?- chiese Sirius
-In realtà vi sto consigliando di non farlo- rispose
-Sfida accettata- Sirius non aveva minimamente ascoltato le sue ultime parole -James?-
-Ovvio! Non mi tirerei mai indietro davanti ad una sfida-
Remus non rispose, si limitò a scuotere la testa esasperato e poi ricominciò a leggere il suo libro.

Qualche ora dopo un prefetto si fermò davanti allo scompartimento e disse -Siamo quasi in stazione, mettete le divise e preparatevi a scendere. Portatevi solo lo stretto necessario, i bagagli poi li sistemeranno-
Da quel momento fu tutto confusione, vestiti sparsi per lo scompartimento, corse per scendere per primi, battute di James e Sirius e sospiri esasperati di Remus che si chiedeva perché aveva scelto proprio quello scompartimento, risate e la voce di Hagrid che sovrastava tutto il resto. Nel viaggio in barca si unì a loro un ragazzino timido e impacciato che si presento come Peter Minus, ma non ebbero modo di parlare più di tanto perché erano estasiati dalla bellezza di Hogwarts e molto eccitati, James e Sirius stavano facendo moltissima confusione.

Hagrid li accompagnò fino al portone dove li lasciò in compagnia della professoressa McGranitt, una signora anziana e dall’aspetto severo che però non riuscì a zittire i due amici, almeno fino a quando, prima di entrare in sala grande, disse
-Non voglio sentire una parola durante lo smistamento oppure sarete espulsi ancora prima di vedere le vostre stanze- poi sottovoce borbottò -normalmente almeno in questo momento se ne stanno zitti perché hanno paura, questi no. Povera me!-  

-Black Sirius Orion-
Il ragazzo si avvicinò al cappello e lo indossò, era leggermente preoccupato che lo smistasse solo per il suo cognome, ma sentiva di non essere come loro e sperava che anche il cappello se ne accorgesse.

-Un altro Black... oh cavoli questa si che è una sorpresa! Di solito non devo nemmeno stare a pensare dove mettervi... sei davvero una scoperta sai? Qualche tratto adatto a Serpeverde lo hai, infondo sei pur sempre figlio dei tuoi genitori, ma non mi convince... no, meglio... GRIFONDORO!-

Sirius sorrise e si avviò al tavolo da cui provenivano gli applausi, si rese vagamente conto che la maggior parte dei presenti erano sconvolti e si sedette. Mentre lo smistamento continuava lasciò scorrere lo sguardo lungo la sala, quando il suoi occhi si posarono su Narcissa, questa lo stava guardando disgustata, di certo di tutte le case Grifondoro era quella che loro odiavano di più, a qualche posto da lei sedeva Andromeda che gli sorrise e gli fece un occhiolino a cui lui rispose allegramente. Lily, la ragazza del treno, venne smistata in Grifondoro e lui le fece spazio a sedere, ma quando lo riconobbe si girò dall’altra parte come per mostrargli che non le era piaciuto il suo atteggiamento. Tornò allora a prestare attenzione allo smistamento e James, Remus e anche il ragazzino della barca, Peter, vennero smistati in Grifondoro e si sedettero attorno a lui, oltre a loro cinque la casa aveva anche altri nuovi acquisti: Frank Paciock, Alice Prewett, Mary Mcdonald e Marlene McKinnon, la cugina di James.
La cena proseguì allegramente e né James né Sirius dimenticarono la sfida in corso.

Dopo il discorso di Silente Emmeline Vance e Sebastian McKinnon, i due prefetti del quinto anno, li accompagnarono lungo il castello fino alla torre di Grifondoro e gli indicarono le loro stanze. Appena entrati Sirius si scelse il letto preferito, seguito subito da James.
-Ohi- si lamentò stendendosi -sto morendo dal mal di pancia! Salvatemi vi prego!-
-Noo!- rispose James -Salvate prima me!-
-Siete due idioti, ve l’avevo detto di non mangiare così tanto!-
-Scusa mamma Remus- risposero i due e lui alzò gli occhi al cielo avvicinandosi poi a uno dei tre letti rimasti liberi.

Peter prese posto nel letto vicino a quello di Remus e si sedette guardando quelli che sarebbero stati i suoi compagni di stanza per i successivi sette anni, si chiedeva come facevano a comportarsi già così tranquillamente tra loro visto che si erano conosciuti solo qualche ora prima. James e Sirius parlavano più di tutti, spesso senza rifletterci prima, dicevano quello che gli passava per la testa al momento, Remus sorrideva contento di non essere solo e si inseriva nella conversazione quando aveva qualcosa da dire, di solito di più sensato dei primi due, mentre Peter ascoltava, parlando solo quando si rivolgevano direttamente a lui per fargli delle domande, solitamente era Remus a farlo.

Dopo un po’ entrò anche Frank che disse di essere rimasto in sala comune a chiacchierare con suo cugino che era al secondo anno, scambiò qualche parola con i compagni di stanza, ma si mise a dormire poco dopo. Col passare del tempo anche Peter si addormentò e, poco dopo, Remus costrinse gli ultimi due a smettere di fare casino perché voleva riposare anche lui.

Da quel giorno divennero inseparabili. Da quel giorno furono una famiglia.
   
 
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