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Autore: Eriss    20/09/2018    2 recensioni
Ci sono notti troppo scure e interminabili, per Sasuke.
Ci sono albe che sembrano non arrivare mai, per Naruto.
Ma ogni notte finisce per dare inizio ad un nuovo giorno, che li vede riuniti, forse un po' più fragili, forse un po' più forti.
*Angst with Happy Ending NaruSasuNaru*
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Grahadhara

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’aria è fredda, si muove producendo lenti sospiri. All’esterno gli stemmi del clan Uchiha ondeggiano silenziosi. Il cielo è talmente scuro che sembra abbia inghiottito la luce delle stelle. Appare denso come inchiostro e profondo come un buco nero, un’apertura nell’immensità cosmica che annichilisce ogni cosa.

È una di quelle notti.

Sasuke lo sa, ha imparato a riconoscerle con il passare degli anni. Compaiono di rado, sospinte da un vento gonfio di memorie e lacrime antiche, di ferite profonde di cui si è persa l’origine. Durante quelle ore il tempo si dilata, espandendosi all’infinito. I minuti arrancano stancamente, uno dopo l’altro, come soldati feriti in procinto di morire.

In quelle notti, Sasuke abbandona la morbidezza delle lenzuola e il calore di Naruto. Scivola fuori dalla sua casa e sparisce fra i boschi, lontano dal villaggio. Non vuole Naruto accanto a sé: ha paura di sporcarlo con le sue tenebre, di vederlo immergersi in esse per tirarlo fuori e non riuscirci – e il terrore di perderlo è devastante.

Quando i primi raggi di sole illuminano il profilo delle montagne, Sasuke è a casa. Aspetta che Naruto si svegli e gli prepara il caffè – con molto zucchero, che spera addolcisca l’inizio di una giornata che porta sulle spalle il peso di un’oscurità infernale.

Naruto si alza e si dirige in cucina, guidato dalla scia profumata che vi proviene. È appena trascorsa una di quelle notti. Non ne fa parola con Sasuke, ma lo bacia a lungo e intensamente, come a voler cancellare l’acredine dei ricordi.

Anche lui ha imparato a distinguerle. Non solo osservando gli occhi di Sasuke, la mattina, che tentano di nascondere la vacuità che li ha sommersi. Quelle notti sono pregne di un odore sottile e affilato. Non ha un timbro preciso, ma assomiglia vagamente a quello delle mandorle amare – lo stesso aroma che emana il cianuro. Tuttavia la conferma definitiva sorge quando scopre il letto vuoto e freddo, e qualunque traccia del suo chakra è svanita. In quei momenti, brividi gelidi gli risalgono lungo la schiena, viscidi come serpi. Ancora una volta, Sasuke sta affrontando i suoi demoni da solo. E lui non può – non deve raggiungerlo.

Le prime volte che accadde, Naruto pensò di impazzire. Percorreva miglia ininterrottamente, esplorando le zone limitrofe al villaggio per trovarlo. Il giorno dopo nascevano liti furiose. Sasuke cercava di placare la sua ansia e lui, di rimando, gridava più forte. Non di rado si erano presi a pugni e poi disinfettati i graffi facendo l’amore, arrendevoli. Anno dopo anno, ha imparato a scacciare il panico che minacciava di occludergli la gola e ha fatto posto alla fiducia. Non c’è stata notte da cui Sasuke non sia uscito, né alba in cui non abbia atteso il suo risveglio – perché conosce la via del ritorno. 

A Sasuke quelle notti paiono un incubo senza fine, e se quell’impressione tenta di fondersi alla realtà, volge gli occhi al cielo. Nel buio immenso, che spegne tutte le stelle, lo cerca disperato, finché non lo trova. È un bagliore minuscolo, quasi insignificante, ma incredibilmente luminoso.

È la Stella Polare.

Quando la vede, incomincia a correre. Senza sosta, senza fiato, segue il percorso che lo riporterà al luogo dove appartiene: al suo paese, tra le mura della sua casa, tra le braccia di Naruto – della sua Stella Polare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera¬

È circa un anno che non pubblico più in questa sezione e ammetto che un po’ mi è mancata. Sarà che sto riguardando l’anime e ho fatto fuori un pacchetto di fazzoletti davanti alle confessioni che Itachi fa a Sasuke durante la guerra? Ecco (forse) spiegata la malinconia della storia. Mi ero ripromessa di tornare con una storia p0rn o giù di lì, ma… niente. Ho cominciato a scrivere un paio d’ore fa e questo è il risultato.

La storia è ambientata dopo la fine del manga – niente figli con Hinata, niente figlia con Sakura, ma penso si fosse intuito. Sasuke e Naruto vivono insieme a villa Uchiha, felicemente innamorati. Poi arrivano momenti in cui Sasuke si fa prendere da un loop di pensieri deprimenti e angoscianti e se ne va per qualche ora. Naruto non lo insegue perché pensa che ci siano momenti in cui Sasuke debba affrontare da solo il suo passato; è giusto che sia così o non imparerà mai a vivere accantonandone il peso. Perciò lo aspetta a casa, per ricordargli che lui c'è – e l’Uchiha lo sa.

La strana parola che fa da titolo alla storia significa “Stella Polare” – non è molto originale, lo so, però scritto in un’altra lingua mi piaceva di più. Nel Nord dell’India la Stella Polare veniva chiamata Grahadhara, cioè “l’appoggio dei pianeti”. Me ne sono innamorata appena l’ho letto su Wikipedia.

Grazie per essere stati con me fino alla fine!

 

   
 
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