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Autore: little_psycho    21/09/2018    0 recensioni
Si svolge durante la 3x11
A casa Mikoshiba “Gou” era diventata una specie di parola tabù. Bastava pronunciarla e il rincoglionimento dei suoi fratelli raggiungeva livelli stratosferici.
[…]
Ma al suono duro e secco di “Gou”, anche lo scoiattolino-neurone iniziava a surriscaldarsi, emettendo nuvolette di vapore per l’eccitazione e gonfiando le guance come i suoi fratelli e come, beh, uno scoiattolo, appunto.
[Gou/Misuzu ♥]
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Gou Matsuoka, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di scoiattoli e neuroni condivisi

Gou di là, Gou di qua, i capelli di Gou…
A casa Mikoshiba “Gou” era diventata una specie di parola tabù. Bastava pronunciarla e il rincoglionimento dei suoi fratelli raggiungeva livelli stratosferici.
Una parola estremamente azzeccata.
Come se fossero nella stratosfera, e l’ossigeno non arrivasse più ai neuroni. No, ma che stava dicendo. Al neurone, e no, non uno per testa.
 Il neurone, lo condividevano. Era come uno scoiattolino, saltellava da una scotola cranica all’altra, nel momento in cui serviva.
Ma dato che quei due non pensavano mai, il neurone se ne stava lì a mezz’aria, sopra le loro teste, aspettando di poter essere utile in qualche modo.
Ma al suono duro e secco di “Gou”, anche lo scoiattolino-neurone iniziava a surriscaldarsi, emettendo nuvolette di vapore per l’eccitazione e gonfiando le guance come i suoi fratelli e come, beh, uno scoiattolo, appunto.
L’unica cosa di Gou Matsuoka che a Misuzu poteva interessare era il fratello.
E che fratello.
Aveva sentito dire che avesse dei muscoli incredibili, così perfetti da ricordare le statue greche, così sodi che se gli assestavi un gancio destro ti saresti fatto male, con due solchi di una precisione millimetrica sul petto, con due spalle cosìAhhhhhhh.
Un sogno ad occhi aperti.
Ed era sicurissima, quindi, nella sua convinzione che Gou Matsuoka non fosse di nessuna attrazione per lei, l’ennesima ragazza per cui Seijuro si era preso una sbandata, e l’unico motivo per cui anche Momo le andasse dietro era perché volesse dare fastidio all’altro.
Maschi.
L’unica cosa buona che avevano erano i muscoli.
Dopo aver esaminato quelli di Haruka Nanase, non vedeva l’ora di vedere quelli di Rin. La trovava una cosa profondamente ingiusta che quella Gou fosse circondata d maschi con tartarughe ad di là di ogni immaginazione, fra Nanase, suo fratello, i suoi, di fratelli – che neanche scherzavano fra tricipiti e deltoidi – e Tachibana.  Si diceva che avesse i muscoli delle spalle così… così… ahhhhh.
Sì, molto spesso “ahhhhh” lo usavo durante le sue descrizioni, quando proprio mancavano le parole per descrivere tutto quel ben di Dio.
Era andata a prendere una boccata d’aria, quando vide Momo che gesticolava tutto eccitato davanti ad una ragazza.
Mossa a pietà sia per la malcapitata e sia per quell’imbranato del suo fratellino – ma Sei non gli voleva neanche insegnare a flirtare, per l’amor del cielo? – si avvicinò, urlandogli qualcosa contro. Già, era così che si comportavano le brave sorelle maggiori.
Si girò verso la ragazza, per chiederle scusa, per darle il permesso di picchiare Momotarou, non lo sapeva ancora.
E accadde. Come se all’improvviso quel dannato neurone part-time avesse deciso che sì, anche lei sarebbe diventata una sua responsabilità, facendo volatilizzare tutti gli altri – perché era sicura di averne molti, di neuroni, fino a due secondi prima – e iniziando a saltellare allegramente dalla sua testa a quella del fratello, con le guance gonfie e rosse come se avesse una cinquantina di ghiande tutte lì dentro.
A quanto pareva anche la facoltà di parola era diventata una sua prerogativa, ma avendo le guance pieno di cibo – lo scoiattolo, non lei – se ne stava buono buono in silenzio, a mangiare di gusto.
Beh, sempre meglio zitta che a dire cretinate davanti a quegli enormi occhi luccicanti a quelle labbra così piccole e piene, a quei meravigliosi capelli, a quel’espressione imbarazzata e assolutamente adorabile. No, non avrebbe permesso che i suoi fratelli la rovinassero con la loro scelleratezza.
Il tempo necessario di assimilare e incidere a fuoco il suo bel faccino nella memoria, che le ghiande erano finite. Ma quanto mangiava quello scoiattolo? Per la quantità di tempo in cui veniva usato, non è che spendesse chissà quante calorie ed energie. Magari di stava preparando per l’inverno. Ma che cavolo andava a pensare? Quell’ibrido non esisteva!
E poi, inverno o estate, quei due il cervello ce l’avevano in stand by da quando erano nati, poco ma sicuro.
Avendo finito il cibo e non avendo gradito l’accusa di non esistere, il neurone premette il pulsante delle risposte predefinite, ridendo maledico con il fumo tutto intorno e le guance rosse.
«Sei carinissima!»
Cosa assolutamente vera, ma lanciò comunque un’occhiataccia a quel coso, che per tutto risposta sghignazzò.
«Tu devi essere Gou-san.» Continuò, suo malgrado sempre più esaltata dalla sua vicinanza, aveva un profumo così buono… ahhhhh.
«S-sì.» Ohhhhh, com’era timida!
«Mi chiamo Mikoshiba Misuzu.» Le prese le mani fra le sue, un po’ perché erano così carine e affusolate, un po’ perché pensava che si sarebbe rilassata.
Gou, non lei, dato che l’unica cosa che avrebbe potuto calmarla sarebbe stata una botte di sedativi.
«I miei fratelli mi parlano sempre di te!» Guardò vittoriosa il neurone. Momo e Sei non erano anche loro sotto la sua giurisdizione? Non avrebbe dovuto impedirle di metterli in imbarazzo? Ah! Ma non l’aveva fatto, quel piccolo bastardo.
Giurò di aver visto Momo guardare in modo accusatore il punto dove secondo lei galleggiava lo scoiattolo-neurone.  
«Chissà che dicono…»
«Oh, sorellona, ne vuoi parlare qui?» Il neurone si era riscosso dal suo stato catatonico – un’overdose di ghiande? – e l’aveva avvertita tramite Momo.
Cambiò discorso, iniziando a dire qualcosa sui muscoli di Rin.
Il modo in cui Gou la guardò, come se avesse trovato finalmente qualcuno che la capiva, le scaldò il cuore.
E forse anche qualcos’altro.
«Misuzu-san, tu…» Non doveva dire nient’altro, si erano capite.
«Sì.»
Un abbraccio assolutamente indimenticabile, circondata dal suo profumo e dai suoi capelli. Quasi lo poté sentire, lo scoiattolo, che dava leggere pacche sulla spalla di Momo e gli offriva una ghianda grondante di saliva.
 
Notes
Ho visto l’episodio neanche un’ora fa e niente, mi è uscita di getto. Imprevista, dato che ho tipo altre due fan fiction in fase di scrittura e ho speso tempo prezioso per, beh, questo. Che più che altro è puro fangirlamento. Non era esattamente così che volevo approdare sul fandom, ma chissene, le amo troppo. Insieme a tutti gli altri. In Free! Non ci sono personaggi che odi o che non puoi amare, sono bellissimi e muscolosissimi tutti quanti!
Il discorso è preso così come stava dall’episodio, nel caso a qualcuno interessasse. E nel caso qualcuno sia arrivato fino alla fine e stia addirittura leggendo le note.
È la mia prima Femslash, seppur in toni molto lievi, e vorrei sapere che cosa ne pensate! Se è andata bene ne seguiranno sicuramente altre!
Un bacio
little_psycho ♥
P.S: ma quanto sono puri e meravigliosi i Mikoshida?! 
   
 
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