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Autore: Wyrd_    21/09/2018    2 recensioni
“Se mangi tutte quelle che preparo, andremo avanti all’infinito e non ci sarà nessuna torta” aveva borbottato Malfoy, dandole un colpetto sul dorso quando si era mossa per rubare l’ennesimo pezzo di mela.
In risposta la Granger gli aveva spinto a forza quel boccone tra le labbra e aveva ghignato, riprendendo a mescolare i suoi albumi per montarli a neve.
Dramione|| Leggero OOC|| PostWar|| Ultimo anno.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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torta di mele

Capitolo Primo : Torta di mele della nonna

 

 

INGREDIENTI:

300 gr. Farina 00

250 gr. Zucchero

70 gr. Burro

200 ml latte

16 gr. Lievito per dolci

3 uova

3 mele

1 limone

 

PREPARAZIONE:

Lavate le mele, sbucciatele e toglietegli il torsolo. Tagliatele a spicchi e mettetele a macerare con poco zucchero e del succo di limone in un recipiente.

Montate i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere una crema chiara e spumosa. Lasciate da parte gli albumi.

Aggiungete al composto la farina precedentemente setacciata, il burro fuso intiepidito e il latte. Mescolate e amalgamate bene il tutto dal basso verso l’alto per non far smontare l’impasto. Riducete 2/3 delle fettine di mela in pezzettini più piccoli e amalgamateli al composto. Aggiungete il lievito setacciato e amalgamatelo bene all’impasto.

Montate gli albumi a neve ferma, quindi incorporateli delicatamente al composto. Fate questa operazione amalgamandoli dal basso verso l’alto, delicatamente e poco alla volta ( meglio usare un leccapentole per questa operazione).

Versate il composto in una teglia imburrata e infarinata del diametro di circa 24 cm.

Avete ampia scelta su come decorare la vostra torta di mele, l’impasto infatti dovrebbe risultare sufficientemente denso da poter disporre sopra tutta la superficie le fettine di mela rimaste senza che affondino all’interno della torta. In alternativa potete inserirle verticalmente a gruppi di 3/4 all’interno della torta.

Cuocete la torta di mele in forno già caldo statico per circa 40 minuti a 180 °C.

Prima di sfornarla fate sempre la prova stecchino!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Mpf, quefti bifcotti fono davvero buoni!”

“Sì Ron, abbiamo iniziato a pensarlo anche noi dopo averti visto mangiare il quindicesimo”

“Per forza, o erano così speciali, oppure contenevano sostanze stupefacenti.”

 

Ronald Wesley aveva sempre avuto un appetito davvero insaziabile e ancora più insaziabile era la sua sete di dolci. Non era importante che forma avessero o il loro contenuto, ciò che davvero importava era che fosse sempre presente sulla tavola almeno un alimento contenente burro e zucchero.
Settembre ormai volgeva al termine e aveva portato con sé il vento fresco dell’autunno, l’odore delle foglie bagnate e i colori rossicci del tramonto.  Hogwarts aveva riaperto le porte ai suoi studenti, il treno si era riempito delle risate degli amici ritrovati dopo la lunga estate e dei bisbigli impacciati di chi si apprestava a varcarne i cancelli per la prima volta. Quell’anno però il binario 9 ¾ aveva visto anche sostare sulla sua banchina dei veterani, degli eroi, dei nemici pentiti. I sopravvissuti all’ultima Guerra Magica.
La scuola era stata ricostruita, così come i loro cuori, mentre i legami stretti non avevano fatto altro che irrobustirsi maggiormente. Dove c’era amicizia era nato l’amore, l’odio aveva lasciato posto all’indifferenza e al silenzio, la comprensione e l’esperienza di quanto accaduto avevano avvicinato anche i vecchi rivali.
Giunti all’ingresso di Hogwarts, la professoressa Minerva McGonagall li aveva scortati fino alla Sala Grande. Adesso erano davvero a casa, anche se pesavano sull’animo di tutti i presenti le assenze al tavolo dei professori.
Albus Dumbledore e Severus Snape.
I loro sacrifici
sarebbero rieccheggiati nella storia e sarebbero serviti da monito per tutti i malintenzionati. 
Dove c’erano eroi pronti a lottare, il male non avrebbe mai trionfato.


La prima notte trascorse velocemente per tutti e la mattina la Sala Grande pullulava di studenti frementi di poter iniziare quello che per alcuni sarebbe stato l’ultimo anno, l’addio al luogo che li aveva visti diventare donne e uomini di grande moralità e talento.
Harry Potter si trovava al tavolo dei Gryffindor e cercava di scacciare il senso di nausea provocato dal modo di mangiare del suo amico-fratello Ron.
Quel giorno avevano trovato ad attenderli dei piatti ricolmi di profumatissimi biscotti al burro. Non che la tipica colazione inglese offerta dalla scuola fosse scadente, c’erano bacon, uova, black pudding, porridge e tanto altro, ma l’odore emanato da quei semplici dolcetti era qualcosa di afrodisiaco.

 “Secondo me li ha fatti una persona” continuava a blaterare il rosso mentre ingoiava l’ennesimo boccone “ sono troppo…troppo!”

 Ginevra, dal canto suo, si limitava a sbocconcellarne uno e scuotere la testa in segno di rifiuto verso l’atteggiamento del fratello. La mano di Harry correva lungo la sua schiena e lei non poteva dirsi più felice. Erano vivi ed erano insieme, c’era tempo per rimettere insieme il resto dei pezzi.

“ Tu che ne pensi Hermione?” chiese Ron con curiosità.
“ Penso che la cucina è proibita per tutti ad eccezione degli elfi domestici” rispose con cortesia mentre sorseggiava il suo the caldo “ ma, se ci fosse davvero qualcuno di umano dietro, sarebbe il mistero che ci accompagnerà durante l’anno”.
I suoi amici non potevano mostrarsi più felici per la sua risposta. Anche i muri ormai davano per scontato di vederli cacciarsi per l’ennesima volta in qualche guaio, ma la ricerca di un nuovo cuoco sarebbe stato un modo divertente e carino per passare il tempo senza farsi male.
La ragazza si era ammorbidita molto nell’ultimo periodo, conscia che non avrebbe giovato a nessuno un atteggiamento sempre formale e severo e, dopo tutto quello che era successo, non poteva più nemmeno identificarsi con la bambina decisa e battagliera che entrata lì anni prima.
Ginny l’aveva controllata tutta l’estate e le si stringeva il cuore ogni volta che la notte trovava l’amica in balcone a guardare le stelle, avvolta in una coperta e con una tazza di camomilla in mano. Un sorriso malinconico le solcava il viso leggermente scavato, gli occhi cercavano nel cielo e nel buio le risposte ai suoi tormenti. Era sola. La piccola di casa Wesley poteva contare su una famiglia numerosa, sul suo fidanzato protettivo e dolce, ma Hermione era sola. I genitori vivevano una vita lontana dai pericoli della magia, Ron non era mai stato la persona giusta per starle accanto e così la strega più brillante della loro generazione si ritrovava a dover affrontare da sola tutte le conseguenze della guerra.

 
Il resto della giornata trascorse lentamente per tutti. Le nuove lezioni si erano rivelate coinvolgenti, ma il campionato di Quidditch sarebbe partito solamente a novembre e bisognava trovare nuovi membri, nuove scope, pensare alle migliori strategie per vincere. Inoltre c’erano i M.A.G.O. per cui prepararsi, i G.U.F.O. per altri e il mistero dei biscotti andava risolto. Rimanere bloccati ore nelle aule era impensabile.
Dopo aver cenato, gli amici si riunirono nella sala comune della torre e rimasero lì ad aggiornarsi sulle avventure estive.
Neville raccontò loro della storia che stava portando avanti ormai da mesi con Luna. Erano una coppia a modo loro affiatata, la Ravenclaw era frizzante ed estroversa, compensando la timidezza che da sempre aveva caratterizzato il ragazzo e la sua continua solarità lo aveva aiutato a riprendersi una volta terminata la battaglia.
 
“ Ci siamo sposati quest’estate” disse ad un certo punto, con la stessa tranquillità con cui i meteorologi avvisano gli spettatori che le giornate sarebbero state soleggiate.
 
“ Neville scusa, credo di non aver sentito bene” esclamò Ron saltando in piedi.
 
“ Ho detto che ci siamo sposati. È stata una cerimonia molto intima. Terminata la scuola vorremmo fare un matrimonio con tutti gli amici. Ovviamente sarete i nostri invitati e” prese un respiro profondo “ Harry, Ron, vorrei foste i miei testimoni”.
 
I ragazzi rimasero zitti qualche secondo per metabolizzare tutte le notizie ricevute e alla fine si lanciarono sul povero Neville, travolgendolo in un abbraccio spacca ossa.
 
“ Ne saremmo onorati” proruppero in coro.
 
“ Ovviamente ragazze”  sorrise il novello sposo “ Luna chiederà a voi la stessa cosa, ma acqua in bocca”.
 
“ Puoi stare tranquillo e direi che le congratulazioni siano d’obbligo” rispose cordiale Hermione alzandosi dalla poltrona e lisciandosi il vestito, “ se volete scusarmi, io sono di ronda questa sera. Vi auguro una buona notte”.

 

Nel buio del corridoio, la ragazza si ritrovò a sorridere lieta che i suoi amici fossero così presi da altri pensieri e non si fossero ricordati che la Preside, quella mattina, aveva detto a tutti che i Prefetti sarebbero entrati in servizio effettivo da ottobre.
Camminò a passo spedito verso le cucine, stando attenta ad evitare gli sguardi indiscreti dei quadri più pettegoli e, giunta davanti alla porta, bussò tre volte con decisione.
Un elfa vestita con un grembiule e un paio di guanti le aprì subito, invitandola ad entrare e prendendola per mano. Stando attente a schivare gli altri elfi intenti a preparare le prelibatezze che avrebbero arricchito la colazione del giorno dopo, arrivarono in una stanza più isolata e silenziosa.
Al centro c’era un grande tavolo di legno, alle spalle il mobile della cucina correva lungo tutta la parete e si univa ad un grande forno. I mobili erano di legno trattato, colorati di un tenue giallo e l’ambiente dava un senso di calore.
Prima che il nuovo anno iniziasse, Hermione aveva ricevuto il permesso dalla McGonagall di poter scendere in quella zona del castello ogni volta che ne avesse sentito il bisogno. La notte gli incubi non le davano tregua e aveva trovato nella pasticceria una valente valvola di sfogo. Trascorreva qualche ora avvolta dal profumo del burro e dello zucchero, tagliando e impastando qualsiasi cosa le venisse in mente e la mattina veniva servito agli studenti. La aiutava a mantenere la mente libera e la stancava abbastanza da permetterle di crollare subito sul letto una volta tornata nella stanza.

 “ Perdonami Hermione” le bisbigliò l’elfa tirandole la mano “ ma questa sera non sarai sola. La Preside ci ha inviato una persona dicendo che partecipare gli avrebbe fatto bene”
La Gryffindor non si perse d’animo “ Tranquilla Dorota, se è stata una Sua decisione allora non ci saranno problemi”
“Sì, ma dovresti…”

L’elfa domestica non fece in tempo a finire la frase perché  dalla porta adiacente fece il suo ingresso Draco Malfoy.

Certo, aveva la camicia sgualcita, i capelli ribelli gli ricadevano sulla fronte in modo scomposto e teneva la testa incassata nelle spalle, ma quei colori non potevano appartenere ad un’altra persona.
Per qualche minuto rimasero fermi sul posto a fissarsi, studiarsi e attendere che l’altro muovesse per primo. Ma quella non era una partita a scacchi e Hermione aveva altre cose a cui pensare.
“Ciao” tentare un approccio vagamente amichevole forse avrebbe aiutato “ se vuoi aiutarmi sei il benvenuto, Draco. Se invece vuoi qualcosa di caldo da bere, te lo posso preparare subito”
Il ragazzo mosse qualche passo e si accomodò su una delle alte sedie, le braccia poggiate sul tavolo “Cosa fai?”. La sua testa non era riuscita a creare un discorso sensato alla fine. Era già troppo sorpreso per troppe cose ed era solo il primo giorno.
“ La Preside mi ha permesso di venire qui a cucinare ogni volta che ne sento il bisogno” parlava con naturalezza, con un tono leggero e tranquillo che nessuno dei due si sarebbe aspettato di sentire. Nel mentre si muoveva da un mobile ad un altro per raccogliere gli ingredienti: mele, farina, zucchero, burro, uova. Non era difficile capire cosa sarebbe stato servito la mattina successiva a colazione.
“ Io vagavo nei corridoi e il ritratto di quel vecchio pazzo del Preside mi ha detto di scendere qui perché ‘ avrei sicuramente scoperto qualcosa di interessante’, ora capisco a cosa si riferiva” parlò lo Slytherin. Non c’era cattiveria nel suo tono, solo una traccia di stanchezza che si espandeva al suo viso e agli occhi.
“Se ti va di aiutarmi…” tentò di iniziare il discorso la ragazza, ma si morse un labbro e lo lasciò in sospeso. Cosa sperava? Che lo facesse? Che la insultasse? Che si alzasse e andasse via?
“ Io non ho mai cucinato…Hermione”
Gli occhi di lei scattarono a cercare il viso di Malfoy. Era serio. Dannatamente serio.
“ Non avrebbe senso continuare a chiamarci per cognome no? “ tentò di giustificarsi lui “ sono davvero stanco di ..:”
“ Combattere” lo precedette lei.
Sul viso del ragazzo si formò qualcosa di molto simile ad un sorriso e scese dal trespolo, avvicinandosi al ripiano di lavoro.
“ Va bene, Draco” sorrise Hermione a sua volta “ proviamo a vivere civilmente allora e teniamoci questo segreto.”
“ Affare fatto. Quindi cosa prevede il menù?”
“ Torta di mele. Un grande classico, ma per la colazione andrà benissimo” poi si girò verso di lui, squadrandolo “ però vestito così non andrai da nessuna parte. Ho bisogno di trasfigurarti almeno una t-shirt, va bene?”

 Effettivamente ora che ci faceva caso, la ragazza indossava un paio di leggings grigi e una lunga maglia a mezza manica nera. I capelli erano raccolti in uno chignon vaporoso che rendeva la sua figura ancora più slanciata e sottile. Si muoveva nell’ambiente con  familiarità e sembrava danzare mentre passava dal tavolo al forno al lavandino.
Draco si limitò a bisbigliare un sì e rimanere in attesa, aveva lasciato la bacchetta in camera quindi da solo non avrebbe comunque potuto fare nulla. Con un gesto rapido e fluido, Hermione trasformò la camicia bianca del ragazzo in una maglietta di cotone verde, dando per scontato che avrebbe apprezzato il colore. Ciò che avevano dato per scontato entrambi era la presenza ormai apparente delle loro cicatrici, ora visibili e ancora così nere che spiccavano sulle pelli diafane, attirando i reciproci sguardi.
Quel  mudblood inciso a forza sul braccio della ragazza si scontrò con il marchio nero di lui. La mente che tornava alla guerra, ai morti, alle torture e li portava lì entrambi a causa degli incubi ricorrenti.

“ Sai” esclamò la Gryffindor con tono dolce “ Publilio Siro, un drammaturgo latino, diceva che ‘Non c’è nulla di turpe in una cicatrice se è stato il coraggio a causarla’, quindi non pensarci più e iniziamo a cucinare”.

 La mano che lui aveva spostato sull’avambraccio per coprire quel segno terribile si rilassò e, dopo un profondo respiro, la affiancò e si rese disponibile per fare la sua parte. La suddetta mansione si rivelò essere la pulitura delle mele poiché Hermione si giustificò con un “ è una cosa che odio, dai per favore fallo tu” e lui, che si sentiva ospite in quell’ambiente ora caldo e profumato, non aveva avuto il coraggio di replicare.
Lavoravano in silenzio, lei pesava gli ingredienti e mescolava l’impasto con una frusta e lui sminuzzava le Granny Smith, stando attento alla mano della ragazza che ogni tanto si allungava per prenderne una fettina e mangiarla.
“Se mangi tutte quelle che preparo, andremo avanti all’infinito e non ci sarà nessuna torta” aveva borbottato Malfoy, dandole un colpetto sul dorso quando si era mossa per rubare l’ennesimo pezzo di mela.
In risposta la Granger gli aveva spinto a forza quel boccone tra le labbra e aveva ghignato, riprendendo a mescolare i suoi albumi per montarli a neve.
Quando l’impasto venne versato nella tortiera, Draco si occupò di disporre in cima in modo ordinato e presentabile il frutto del suo lavoro, ma prima che infornasse venne fermato dalla ragazza.
“Manca il tocco finale” e prese a grattugiare la stecca di cannella direttamente sopra le mele disposte in cerchio, “ adesso è pronta”.

 

Durante i quaranta minuti della cottura si occuparono di pulire e riordinare la stanza, poi Hermione preparò due cioccolate calde fondenti e, mentre le sorseggiavano, si persero in chiacchiere.
Parlarono di tutto, dalle avventure dei loro amici alle loro vacanze, dagli esami imminenti al lavoro dei loro sogni, dal loro colore preferito agli aneddoti più divertenti. Nessuno dei due si sarebbe aspettato di passare una serata così piacevole e tranquilla. Dentro quella cucina erano semplicemente due amici che ridevano insieme e si scambiavano confidenze. Certo non avevano rivelato nulla di compromettente, ma la ragazza sperava di avere in futuro altre occasioni per ripetere l’esperienza.
Il trillo insistente del timer li avvisò che era il momento di salutarsi per la buona notte, la torta era pronta e il lavoro aveva dato i suoi frutti, rendendoli stanchi, ma più sereni di quando erano entrati.

 

Si fermarono in un pianerottolo buio a metà strada tra gli ingressi delle rispettive casate. Hermione si dondolava da un piede all’altro, incerta su cosa dire e sperando che la serata fosse stata piacevole anche per il suo partner.
“ Se …” si schiarì la voce Draco “ Se non è un problema, io vorrei poter tornare in cucina di nuovo”
“No” disse lei con forse troppa enfasi “ No, nessun problema, la porta sarà sempre aperta” concluse sorridendogli.
“ Allora buonanotte, Hermione. Ci vediamo presto” e si voltò per sparire lungo la scala che portava verso i sotterranei.
“Buonanotte a te” bisbigliò lei.

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

*coff coff*

Io non dovrei essere qui. Perché sono di corsa, ho mille cose da fare per l’università,  ma ehi, ho del tempo libero ogni tanto e avevo così tanta voglia di scrivere. Insomma non ci sono scuse, la mia volontà è troppo debole e ho ceduto di nuovo.

Non so come spiegare/introdurre questo però. Diciamo che è un esperimento (delirio).

Volevo scrivere una storia romantica. Proprio io che il romanticismo non so nemmeno dove sta di casa. E io amo cucinare, specialmente i dolci, quindi ho avuto questa folle idea di una Fanfiction in cui Hermione ancora non si è ripresa dalla guerra e siccome lei può tutto, può anche passare le notti a cucinare. Ora, chi mi conosce sa anche che io sono un amante dell’angst, quindi state sempre all’erta. Poi lo so che Draco non avrebbe agito così e bla bla bla, ma io l’ho sempre percepito come un personaggio con un disturbo borderline della personalità e se alla sua età io avessi combattuto una guerra dalla parte sbagliata, beh dopo sarei sicuramente stata stanca e svuotata. E la cucina aiuta davvero a rimettere insieme i pezzi quando non sai dove sbattere la testa. Quindi sperando vogliate accompagnarmi in questa avventura, aumenteremo mano a mano la difficoltà dei dolci, ci inseriremo nell’animo dei protagonisti e alla fine vedremo l’amore. Sì è una Dramione. Sì sarà forse piena di clichè,  ma quelli sono belli, diventano brutti quando non si sanno gestire.

Vi lascio il link dal quale ho preso la ricetta della torta di mele se volete cimentarvi! ( io amo la cannella, quindi quella è un’aggiunta mia, ma si può omettere)--->              Torta di mele

E vi lascio il link anche della mia pagina autrice su facebook se volete fare un salto e conoscerci   Wyrd_ di EFP

La storia non sarà lunghissima, ma voglio finirla.

Detto ciò, grazie di essere giunti fino a qui e fatemi sapere che ne pensate ( o come è venuta la torta *3*).

Un bacio,

Wyrd_

   
 
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