Harry Potter e
l’eredità di Serpeverde
Cap.1
-Aaaaaaaaah!-
L’urlo terrorizzato di Harry irruppe nel silenzio dell’ estiva notte afosa.
Completamente sudato e con la sensazione che ogni cellula del suo corpo
gridasse pietà il giovane si tirò a sedere sull’ ormai troppo piccolo letto
della sua camera a Privet Drive. Neanche una notte da quando era ritornato i
suoi incubi gli avevano lasciato tregua.
“Basta. Non cela
faccio più. Perché lo devo sempre rivedere morire??Ma perché me lo chiedo. È la
mia punizione per averlo ucciso”. Era ormai passato un mese dalla morte di
Sirius e il dolore in Harry non sembrava volersi attutire. In più il suo senso
di colpa accresceva ogni momento alimentando la disperazione del ragazzo. Una
lacrima cadde sulle guance candide quando avvicinandosi alla finestra aperta
riuscì a scorgere nel cielo stellato la costellazione che portava il nome del
padrino.
-Sirius…-
sussurrò. Improvvisamente sentì un fortissimo impulso di uscire da quella casa
che tanto odiava e che gli sembrava una gabbia. Velocemente mise la maglietta
che la sera prima aveva malamente buttato sulla scrivania e si infilò un paio
di vecchi jeans. Poi con passo veloce, ma il più silenzioso possibile,per non
svegliare gli zii, scese le scale e uscì nella notte.
Indeciso dove
andare lasciò che fossero le sue gambe a guidarlo mentre lui tentava di
liberare la mente.
“Sicuramente
risuscitare un morto è più semplice”. Pensò con un sospiro. La profezia
continuava a girargli in testa senza dargli tregua. L’idea che Silente gli
aveva taciuto una cosa così importante lo mandava in bestia. In più
l’atteggiamento non-rccontiamo-assolutamente-niente-a-Potter-per-in-teoria-proteggerlo
aumentava la sua rabbia nei confronti del vecchio Preside.
”Come si permette
di mentirmi in continuazione, quando poi pretende da me che diventi un
assassino. Forse se avessi saputo prima del mio collegamento con Voldemort ci
avrei pensato più volte se buttarmi in quella stupida trappola obbligando
Sirius a salvarmi. Forse ora non sarebbe morto…” Era arrivato nel piccolo parchetto centrale al quartiere di
Little Whinning. Lentamente si diresse verso il parco giochi deserto e si
sedette su una panchina osservando un altalena che si muoveva spinta da un
venticello caldo.
“Più che altro
Silente mi sembra un burattinaio. Ci usa tutti e fa sempre di testa sua senza
pensare se le noi potremmo soffrire per le sue decisioni.” A questo pensiero la
sua rabbia gli ribollì in pancia.
-Che tu sia
maledetto…-fu un sussurro che si perse
nel vento mentre Harry osservava i suoi pugni riposti in grembo.
-Lo sai che non
fa bene tenersi tutto dentro?- Il golden boy alzò di scatto la testa per vedere
chi aveva parlato. Nell’ ombra appoggiata ad un albero una ragazza con dei
bellissimi boccoli neri vestita con un
abito leggero azzurro lo osservava tramite misteriosi occhi grigi. Lentamente
si staccò dalla corteccia e fece un passo, uscendo sotto la luce lunare ma
senza staccare lo sguardo da Harry.
-Chi sei?-
sussurrò il ragazzo rimanendo quasi incantato da lei.
-Forse sarebbe
meglio che ti chiedi chi sei tu Harry.-Rispose lei avvicinandosi alla panchina.
-Io?-Confuso la
guardò mentre gli si sedeva accanto.
-Si. Non pensi
che sia ora di smettere di scappare?-
-Non…Non capisco
cosa intendi.-Abbassò lo sguardo per terra rompendo così il contatto visivo con
la misteriosa ragazza.
-Io credo invece
che sai benissimo di cosa sto parlando. Ti ho osservato tanto in questo ultimo
mese, Harry.- Lei lo osservò mentre sgranava gl’ occhi e scattava in piedi.
-Chi sei? Cosa
vuoi da me?- Si sentiva la tensione nella sua voce. Lei per un po’ sostenne il
suo sguardo poi abbassò la testa e sussurrò con voce malinconica:
-Ho dormito così
tanti anni aspettando che ti risvegliassi…- Poi improvvisamente alzò la
testa.-Non voglio farti alcun male. Questo però non è il luogo adatto per
parlare. Ti faccio una proposta. Puoi venire con me e io ti spiegherò ogni
cosa. Dopo starà a te decidere cos fare. Oppure puoi rimanere qui e io non ti
importunerò mai più. È una promessa. Allora?- Harry la osservò attentamente.
Non credeva che ella fosse un mangiamorte, anzi, c’era qualcosa in lei che lo
attirava in un modo fortissimo. Così decise di fare così come aveva sempre
fatto: si affidò all’ intuito.
-Verrò.-Annuì
guardandola negl’ occhi argentei. Un sorriso felice spuntò sulle labbra della
misteriosa ragazza che si alzò e gli si mise difronte.
-Dammi la tua
mano.-fece porgendogli la sua. Harry senza esitare l’afferrò e improvvisamente
sentì la conosciuta senzazione di quando ci si smaterializza.
Quando riaprì gl’
occhi Harry si ritrovò a 100m da un enorme cancello di metallo nero con al
centro un bellissimo stemma raffigurante un drago e un sepente aggrovigliati su
se stessi. Sopra di loro vi era un giglio aperto.
-Dov…-
-Non ora-
sussurrò la ragazza tirando per mano Harry fino a davanti alle sbarre. Poi alzò
la mano con cui stringeva quella del ragazzo e lo obbligò a appoggiare il palmo
sul cancello assieme a lei.
Improvvisamente un vento fresco si innalzò e il cancello si aprì silenzioso
sotto lo sguardo sbigottito del famoso grifondoro. Ancora Harry si sentì
trascinare verso una carrozza trainata da tresthal che non avava notato prima.
Appena furono seduti sui comodi sedili Harry ritentò di chiedere dove ella lo
aveva condotto ma la ragazza fu più svelta:
-Faremo prima con
la carrozza per arrivare al maniero. Là potremo parlare di tutto con calma.-
Harry sopirò e cominciò a osservare le ombre notturne del parco che sfilavano
via dai finestrini.
Dopo circa un
dieci minuti la carrozza si fermò e le portiere si aprirono da sole.
Velocemente Harry seguì la ragazza che era già scesa e stava salendo le scale
che portavano al grande portone principale del maniero, che Harry non riuscì a
vedere bene a causa dell’ oscurità. L’entrata si aprì lasciando ai due giovani varcare
la soglia. Il golden boy strabuzzò gli occhi quando si ritrovò nell’ ingesso.
Infatti era decorato molto elegantemente con toni di verde, bianco e argento.
Innumerevoli immagini di serpenti e
draghi erano dipinti o scolpiti ovunque. I mobili di legno scuro erano molto eleganti e donavano il tocco
perfetto all’ ambiente. Difronte alla porta di entrata vi era un corridoio, che
passava sotto a due scalinate, che si ricongiungevano al centro e che portavano
ai piani superiori, con in fondo una grande porta. Anche alla sua destra e
sinistra vi erano porte a due ante bianche con rifiniture argentee.
Improvvisamente
Harry venne strappato dalla sua contemplazione dalla ragazza che per una mano
lo tirava verso il corridoio fino alla grande porta. Al di là vi era un immensa
biblioteca.
“ Il paradiso di
Hermione” pensò con un sorrisetto il ragazzo osservando i grandi scaffali alti
due piani fino al soffitto.
-Vieni a sederti-
La voce della ragazza lo fece girare. Era seduta su una poltrona verde scuro
davanti a un camino in cui fiammeggiava un fuoco magico. Harry si avvicino e si
accomodò sul divano proprio di fronte al
focolare. Accettò la tazza di tè che lei gli servì e poi la guardò in attesa.
-Il mio nome è
Alexis Dragon. E in questo momento ti trovi a Slytherin Manor.- Disse la
ragazza guardandolo negli occhi speranza
Angolo autrice
Ciao a tutti! Ecco
la mia prima fanfiction pubblicata.Lo so che sono rimasta un po’ tanto sul
vago, però non posso mica svelarvi tutto al primo capitolo, no? Spero tanto che
vi possa interessare. Io ho cominciato a scrivere e le idee mi sono venute così
improvvisamente. Non so esattamente dove andrà a finire questa fic. Stupirà
anche me.Ho messo il rating alto perchè mi piacerebbe che andasse in quella direzione però non sono ancora sicura. Lasciatemi un commentino per dirmi cosa ne pensate.
Salutoni
Mir