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Autore: mioneperdraco    22/09/2018    5 recensioni
“La disgrazia di Min Yoongi cominciò una fredda mattina d’inverno. Lui amava quella stagione, davvero, era una delle poche cose a cui teneva realmente. Aspettava la fine dell’estate con ansia, trepidazione, la vista della neve lo rilassava e l’idea di una cioccolata calda steso al calduccio, nel suo letto, era davvero allettante. Ma proprio durante il corso di quei mesi freddi accadde qualcosa di impensabile.”
Mia seconda storia sui BTS, questa volta il protagonista è Min Yoongi.
Vi piacerà? Chissà 👀
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando la sveglia suonò per la quinta volta, ormai abituata a quel padrone duro d'orecchi – e con poca voglia di vivere –, Yoongi capì di essere irrimediabilmente fottuto. Tuttavia, rimase immobile a guardare il soffitto della sua minuscola camera da liceale, chiedendosi perché cazzo sua madre non fosse entrata ad urlargli imprecazioni dietro.


“Strano”.


Scese in cucina ancora in pigiama, fregandosene bellamente dell’ora tarda e del professore di fisica che gliel'avrebbe fatta pagare più che volentieri, una volta arrivato a scuola.

La donna non era nemmeno lì, ma sul fuoco sostava una padella, vuota, e in una ciotola l’impasto per le frittelle.

Si avvicinò per spegnere il fornello, affacciandosi dalla finestra che dava in giardino.

Eccola lì, stava parlando con la signora Lee in modo molto concitato. Il ragazzo sbadigliò, tipico di sua madre lasciar prendere fuoco alla casa, con dentro il figlio, per una “breve” chiacchierata con le amiche, questo era più che normale. Il padre era scappato di casa proprio per non dover avere più niente a ché vedere con lei. No. Con loro. Perché Yoongi era pazzo quanto la madre, fino a quel momento però lo aveva dimostrato con piccole cose.

Mettere contro due ragazze pur di vedere come si sarebbero picchiate, allagare l’aula di informatica, mettere degli spilli nella borsa della vicepreside o quella marachella più recente, infilare un ratto – catturato vivo vicino al fiume Han – e darlo come un regalo per il compleanno di un suo vecchio compagno di corso.

Prese una tazza dal ripiano in alto, l’unica scheggiata, per riempirla di caffè bollente.


“Vediamo cos’ha messo oggi”.


Sua madre, una bella donna di trentasette anni, era negata nel preparare il caffè, per “negata” non intendeva chissà cosa, dopotutto la preparazione era semplicissima, solo che azzeccava tutti gli ingredienti tranne lo zucchero. Non era difficile, dunque, per il ragazzo bere un caffè a volte salato, altre piccante e via dicendo.

Sputò velocemente la scura bevanda nel lavandino, anche quella mattina, sua madre non si era sbilanciata dal solito.


“Ci ha messo il pepe, la prossima volta userà il detersivo, manca poco”.


Sospirò, anche quel giorno avrebbe saltato la colazione. Camminò a passo pesante su per le scale, andando a prepararsi, soprattutto perché voleva togliersi di bocca quel pizzicore fastidioso.

Non mise la cravatta, anche se il regolamento la imponeva, tuttavia la legò a casaccio al polso, almeno si stava sforzando per non far scoppiare una vena al preside. Avrebbero dovuto ringraziarlo con un’ora libera da tutta quella merda sui libri.

Sbadigliò ancora una volta e prese la cartella. Nera, come il suo umore.

Non salutò nemmeno la madre, nonostante i continui pericoli a cui lo esponeva a causa della sua sbadataggine e completa ignoranza del mondo circostante, gli voleva bene. Fin troppo per un tipo scostante come Yoongi. E non si sarebbe lasciato coccolare davanti alla sua best, senza dimenticare che per la donna con la testa fra le nuvole erano tutti suoi amici, anche il pittbull in fondo alla strada che aveva sbranato una gamba al postino.

Si sforzò di correre, aveva anche perso l’autobus e in dieci minuti i cancelli dell’edificio scolastico sarebbero stati sprangati, con tanto di sorriso cattivo del portiere, che godeva nel far disperare gli studenti ritardatari, ma non lui.

Quando l’uomo di mezza età lo vide, il ragazzo lesse del terrore nei suoi occhi.

Ahi. Lo scherzo della trappola per topi nel cassetto delle chiavi non doveva essergli piaciuto.

Aumentò il ritmo delle sue gambe e la sua espressione si fece agguerrita, l’uomo aumentò la velocità delle sue azioni.

«Min Yoongi, sei in ritardo!» ma proprio quando chiuse con forza il lucchetto, tirando un sospiro vittorioso seguito da uno sguardo di pura sfida, Yoongi tese le braccia, aggrappandosi alle sbarre in ferro battuto, scavalcando con un poderoso salto di lancio il cancello, atterrando con un tonfo sulla ghiaia e sollevando un polverone che l’uomo inspirò senza accorgersene, cominciando a tossire peggio di un fumatore incallito.

«Buongiorno» disse, noncurante del momentaneo soffocamento dell’adulto, il quale alzò gli occhi verso di lui, erano così rossi da far invidia al diavolo, forse il portiere era un suo discendente, la cattiveria che si abbatteva giornalmente sugli studenti non mancava.

«Buongiorno?! Ragazzo, hai un’ora di ritardo, devi andartene» gracchiò, Yoongi gli rivolse un’occhiata seccata.

«Altrimenti?».

«Altrimenti parlerò io stesso con il preside, un’espulsione degna di nota, ecco cosa ti ci vuole».

Il volto flaccido dell’uomo gli parse più brutto di prima, il naso esageratamente largo non migliorò la vista e la bocca piccola fu tirata in alto, a simulare un sorrisetto. Yoongi non si lasciò impressionare, quella solfa andava avanti da quando aveva quattordici anni, ora – a diciotto anni – non provava più né caldo e né freddo, gli era indifferente quel vecchio.

«Faccia come ben crede» gli rispose annoiato.

«Min!» ruggì, ma Yoongi stava già andando via. Lo zaino aperto e la giacca stropicciata, come a testimoniare il menefreghismo che scorreva potente in quel corpo sottile e asciutto.

Arrivò in classe con un ulteriore mezz’ora di ritardo.

«Yoongi, la tua scusa?» gli chiese il suo professore di fisica, seccato dall’interruzione. Quel tipo di scenata accadeva ogni mattina, il giovane sembrava godere nel leggere disapprovazione negli occhi di tutti quegli adulti vestiti bene e rigidi, come pesci surgelati.

«Mi sono perso» accompagnò la sua giustificazione con un piccolo e imbarazzato sorriso. Falso.

«Non attacca, non più almeno. Sii un po’ più originale la prossima volta, ok? Ora va' al tuo posto».

Fece come gli venne ordinato, prese posto accanto a Seokjin, il quale lo guardò tra il severo e il divertito.

«Cos’hai fatto?» gli sussurrò, Yoongi sogghignò.

«Io? Proprio nulla».

«Sentitelo, hai la faccia del gatto che si è pappato il canarino» il biondo non si lasciava sfuggire proprio nulla.

Seokjin dava l’idea di essere un bravo ragazzo, devoto all’educazione. Tutte stronzate. Aveva saltato un anno a causa delle continue assenze e sospensioni, l’ultima riguardava l’aver fatto sesso nel bagno dei professori con una supplente. Lui amava stare con le donne mature, belle o brutte u non aveva importanza, perché il più bello rimaneva comunque lui. Soffriva di ipersessualità, per Yoongi era divertente guardare una delle sue crisi di astinenza. Fissava qualsiasi cosa camminasse su due piedi e anche solo con un leggero rigonfiamento sul petto.


“Esatto, in quei momenti dimentica i suoi schemi in base all’età e fotte con tutte” pensò con diabolica soddisfazione il minore.


Sparsi per il resto della scuola c’erano altri cinque suoi amici; Namjoon, Hoseok, Jimin, Taehyung e Jungkook. Il primo era totalmente l’opposto di Seokjin, aveva molte fan e questo era certo, ma risultava essere il più casto fra tutti, per i più piccoli era una gioia prenderlo in giro per la sua inclinazione alla vita pura. Il suo aspetto dava l’idea di un giovane professore, gli occhiali che era solito indossare sottolineavano ciò.

Hoseok non amava fare “usa e getta”, però le ragazze con mancavano mai nel suo letto. Lui preferiva allenarsi, sperando in una carriera da Idol famoso, il suo desiderio era farsi conoscere in tutto il mondo. Aspirava a ricchezza e fama.
Caratterialmente non era messo male, competitivo e aggressivo al punto giusto quando doveva conquistare qualcosa.

Poi c’era Jimin, l’unico capace di eguagliare la fama da playboy di Seokjin. Il suo aspetto lo faceva sembrare un tenero ragazzino, tutto coccole e zucchero. Peccato che l’anima era di un diavolo tentatore, anche per quanto riguardava le risse. I suoi muscoli non erano solo per fare figura, li usava e anche bene. Non c’era giorno tranquillo in quella scuola, soprattutto durante l’ora di pranzo. Jimin era il miglior modo per intrattenersi durante la ricreazione, tutti erano d’accordo.

Taehyung era un ragazzo con la testa fra le nuvole, nonché un game player incallito. I videogiochi erano la sua droga e dannazione, arrivava a scuola esausto e tornava a casa con l’unica idea di sgranocchiare panini e giocare alla sua console. Yoongi sospettava che praticasse sesso online, con giocatrici o personaggi virtuali, non glielo aveva mai chiesto e Taehyung non aveva mai accennato alla cosa, eppure tutti lo avevano sentito.

Jungkook tra di loro era il più piccolo, ma non per questo si dava meno da fare. Lo si poteva trovare sempre a zonzo nell’ufficio del preside o nelle altre classi, non stava mai fermo in un punto. Tutto per lui era una sfida continua, anche misurare il livello di sopportazione dei professori lo era. L’unico in grado di tenerlo a bada era proprio Yoongi, per un motivo ancora ignoto al mondo.-

«Min, Kim! State ascoltando?» chiese duro il loro professore, un bell’uomo di quarant’anni; folti capelli neri e un viso dai tratti affilati, quegli occhi neri erano il sogno di tutte le loro compagne, Seokjin aveva sviluppato una sorta di rigetto per l’uomo.

«Certo, prof. La sua voce è così acuta che la sentirebbero anche in Germania» il tono arrogante di Seokjin portò l’uomo a sollevare gli occhi verso il cielo, quel teatrino si ripeteva da molto tempo, la gelosia del biondo verso la fama di quel professore era senza fine, ma questo Park Doyun non poteva saperlo e Yoongi dava sempre man forte all’amico.

«Spiritoso, Seokjin. Mi fa piacere che la mia voce riesca a giungerti nitida, puoi ripetere cos’ho detto?».

Yoongi nascose un sorriso con la mano.

«Stava parlando dell’importanza delle divise nelle squadre femminili» tutti scoppiarono a ridere.

«Silenzio!» urlò l’insegnante, per poi riportare lo sguardo su Seokjin «Ti vedo molto preparato, Kim. La prossima settimana farò una lezione sulle giuste posizioni da prendere durante una partita di pallavolo. Ti andrebbe di aiutarmi con la spiegazione?».

«Ma certo» sorrise il ragazzo, ma l’uomo ghignò.

«Con la pratica ovviamente, nominerò varie mosse e tu dovrai ricopiarle perfettamente. In caso contrario, riceverai il primo voto basso di quest’anno».

Il sorriso di Yoongi si congelò, ma Seokjin non si lasciò spaventare. Lui era un asso negli sport.

«Quando vuole, proffy».

Tutta la classe iniziò a parlottare, Yoongi lanciò uno sguardo tra i primi banchi. C’erano almeno tre ragazze sedute strette tra loro, al centro però spiccava Jung Minseo, era una delle più alte della classe, il ragazzo né era seriamente innamorato. In camera sua aveva allestito un piccolo santuario che la riguardava, le sue foto erano ovunque, anche attaccate sullo specchio del bagno. Gli occhi tondi erano dolcissimi e i suoi capelli sembravano pura seta, lisci e lucidi com’erano. Il corvino rifiutava di stare con un’altra, lui voleva Minseo. Lei e le sue piccole e gonfie labbra.

Le sue amiche non erano male, soprattutto la biondina finta che le stava sempre attaccata, ma non avevano la stessa aura innocente.

Tutto un altro discorso erano quelle in fondo alla classe, un gruppo di quattro sfigatelle non molto fortunate, né in amore e tanto meno in bellezza. La più graziosa aveva l’apparecchio ai denti, quando sorrideva lasciava molto a desiderare. La peggiore ancora combatteva la sua guerra contro l'acne.

«Perché guardi le cozze?» chiese Seokjin, che intanto aveva allungato il collo per capire cosa trovava di così interessante nel guardarle.

«Stavo valutando. Non sono cambiate di una virgola, come hai detto tu. Sono delle cozze».

«Uhm… sarà, ma Subin è più carina rispetto all’anno scorso».

Subin era la ragazza con il caschetto e le occhiaie, dava sempre l’idea di stare male, ma a quanto aveva capito quei particolari erano di famiglia.

«Ti ricordi il suo nome?» sghignazzò Yoongi. Seokjin si scurì in viso.

«Ovvio che ricordo il suo nome, quel destro lo ricorderò per il resto della mia vita».

Seokjin in passato aveva avuto la faccia tosta di provarci con lei, in cambio aveva ricevuto un due di picche, ma insistendo sulla sua strada si era anche guadagnato un pugno ben mirato alla sua perfetta “V line”. Dire che “le cozze” ormai erano le sue vittime preferite era un eufemismo, se doveva sputare cattiverie su di loro lo faceva.

«Dovresti smetterla di pensarci, non è la prima ragazza a rifiutarti» sbuffò l’altro.

«Ma è la prima brutta ad averlo fatto» sibilò, risentito «Ha rifiutato me. CAPISCI?!».

«Seokjin, un altro richiamo e ti sbatterò fuori!» tuonò ancora una volta il professore, ormai stufo di essere interrotto ogni due per tre.

Il ragazzo alto masticò delle scuse, ma non poté tirare nemmeno un sospiro che la porta venne spalancata di botto.

«Chi è adesso?!» Doyun finì ufficialmente la pazienza e voltò il capo per affrontare il visitatore «Jeon, esci fuori immed-».

«Cosa va blaterando, professor Park?».

L’uomo saltò immediatamente sull’attenti, come una molla, nel ritrovarsi davanti il preside in persona. Seokjin soffocò una risatina e Yoongi strizzò gli occhi per evitare di sghignazzare come alcune ragazze della classe.

Il preside, Kang Hajoon, era un uomo sulla sessantina. Non indifferente basso e negli ultimi mesi aveva messo su un’ottima pancia da birra, i suoi occhi piccoli da topino fissavano i suoi alunni con malcelato disgusto. L’uomo aveva avuto tre figli e due divorzi, non era mai riuscito a combinare molto riguardo la sfera sentimentale, in compenso aveva fondato quella scuola.

«Mi scusi, Kang-nim. Credevo si trattasse ancora una volta di Jeon Jungkook».

L’uomo sbuffò sonoramente.

«L’ho già catturato, quel piccolo demonio».

Alla parola “piccolo” riferita a Jungkook, Yoongi tossì con forza, il preside forse si stava confondendo con la propria statura.

«Hai detto qualcosa, Min?».

«Io? Muto come un pesce, signore».

Il preside allargò le narici «È per quelli come te che sono qui».


“Fine del mondo tra 3… 2… 1…”.


«Questa scuola diverrà un collegio».

A quella frase tutti, compreso il professore, spalancarono gli occhi.

«Perché non ne sono stato informato?».

«Perché è una cosa che ho deciso da poco».

Alcuni compagni alzarono le mani per porre delle domande, altri misero le mani tra i capelli. Il preside continuò.

«La scuola è molto grande, verrà divisa in due fazioni, maschile e femminile. Vivrete qui per il resto dell’anno scolastico, ma sarà severamente proibito per i ragazzi e le ragazze avere contatti. Contatterò presto i vostri genitori e vi verranno dati dei fascicoli, tra cui il regolamento ufficiale e la nuova divisa, vi siete divertiti anche troppo qui dentro» mandò una lunga occhiata a Seokjin e Yoongi.

In fondo alla classe si sentirono esclamazioni soffocate, il professor Park si avvicinò per verificare l’accaduto. Una ragazza era appena svenuta.


~ ·*· ~


Regolamento per i ragazzi:

I. È vietato parlare con individui di sesso femminile, a meno ché non si tratti di professoresse.


II. È severamente vietato picchiare i propri compagni. Pena, l’espulsione.


III. È severamente vietato rispondere male ad un docente. Pena, l’espulsione.


IV. È vietato saltare i pasti.


V. È vietato usare linguaggio scurrile. Pena, un giorno di isolamento nella propria stanza.


VI. È vietato superare il confine che separa l’edificio maschile da quello femminile.


VII. Si può tornare nella casa familiare solo domenica e durante le feste.


VIII. È vietato portare videogiochi e ogni sorta di apparecchio tecnologico che detiene il potere di distrarre l'alunno dai suoi compiti scolastici.


«Detiene il potere? Cazzo è, il Signore degli anelli?!» scoppiò Taehyung, interrompendo la lettura di Namjoon. Quest’ultimo lo guardò veramente male, il minore tornò seduto nel suo letto, ma il viso era accartocciato in una smorfia furiosa.

«Ma tu ti preoccupi solo dei videogiochi? Io cosa dovrei dire?! Niente ragazze significa NIENTE SESSO» iniziò così una discussione accesa tra Seokjin e Taehyung, interrotta ancora una volta da Namjoon.

«Posso continuare? Grazie.».


IX. Agli studenti è permesso uscire solo il sabato. L’orario va dalle 12:30 alle 15:30.


X. Gli studenti sono obbligati a scegliere almeno un club tra i seguenti; Nuoto, Calcio, Economia domestica, Letteratura, Danza, Giardinaggio, Disegno.


XI. Sono proibiti look stravaganti e vivaci. Noi del consiglio studentesco vogliamo ordine e pulizia. I capelli dovranno essere perfettamente pettinati, colorazione standard (nero/castano scuro) e le divise indossate in modo impeccabile.


XII. Assolutamente vietato imbrattare i muri con disegnini e frasi oscene.


XIII. Gli studenti che non rispetteranno le regole sopracitate verranno puniti severamente ed espulsi. Il preside è libero di scegliere la punizione, firmando i genitori acconsentono.


«Merda» Jimin passò una mano sui suoi capelli rosa confetto «I miei genitori firmeranno sicuramente, un ottimo modo per educarmi e liberarsi di me».

Tutti annuirono, tranne Namjoon. Lui non aveva nulla da perdere.

«È merito vostro, la maggior parte di queste regole proibiscono reati che avete commesso voi di vostra volontà. Anche l’allontanamento dalle studentesse è a causa vostra, non c’è angolo che non avete provato lì dentro. Il preside si è stancato e ora vi dato il ben servito».

Nella stanza del moro si respirava aria pesante. Specialmente proveniente da Seokjin, Taehyung e Jimin. Loro erano le maggiori cause di quei provvedimenti.

Yoongi tuttavia rimase a fissare un punto imprecisato sul muro di cartongesso «Quando comincerà questa tortura?».

«Tra un mese esatto».

Il corvino annuì, poi li guardò tutti.

«Per quel giorno, io non sarò più con voi».

Hoseok si batté una mano sul ginocchio «Bella questa! E dove andrai?» chiese sarcastico, il sorriso a forma di cuore ben in mostra.

«Oggi ho combinato qualcosa che mi porterà all’espulsione, poi dritto dalle ragazze».

Tutti scoppiarono a ridere, compreso Namjoon che si teneva su Jungkook.

«Non sto scherzando, e voi mi aiuterete con la mia trasformazione. Jung Minseo non mi sfuggirà per nulla al mondo» il tono risoluto e lo sguardo serio lasciarono gli altri confusi.

«Lo Hyung è impazzito, vero?» Seokjin annuì al sussurro di Jungkook.

«Yoongi, non puoi dire sul serio. Come faresti con tua madre? E se ti scoprissero?».

«Di mia madre non dovrete preoccuparvi, è così svampita che non si accorgerà di nulla. Aiutatemi solo con il trucco, Jimin, conosci qualche ragazza abile disposta ad insegnarmi quella cosa noiosa e complicata che fanno le femmine ogni mattina?».

Il rosa lo fissò dubbioso, tuttavia annuì.



Angolo autrice:

Ebbene sì, sono tornata con una nuova storia. Stavolta è su Min Yoongi.

NON è assolutamente collegata al “Richiamo del cuore” – che potete trovare sempre nel mio profilo (all’inizio sarà un po’ scritta male, ma miglioro con le descrizioni e gli errori che, purtroppo, riescono a sfuggirmi, comunque prima o poi la correggerò).
Dunque potrete leggerla in totale tranquillità, “Donna per amore” è una storia più leggera e romantica, spero. Ringrazio chiunque leggerà questo primo capitolo, magari lasciando anche un piccolo parere 💜

Un bacio 😘

  
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