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Autore: deeya    25/09/2018    0 recensioni
-Hermione, sei ancora in tempo per tornare indietro e fare la cosa giusta. -
Tic-tac, Tic-tac...”Tempo? Quale tempo? Non esiste il tempo.”
-E’ questa la cosa giusta Daphne! Io amo Draco Malfoy, lo sposerò e vivremo per sempre felici e contenti. -
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Time goes you say? No, dear, time stayes, we go.”


In Time 
 

Tic-tac, Tic-tac...Toc-Toc…

-Avanti! - da dietro la porta di quercia bianca spuntò una fluente chioma biondo platino che arrivava fin sotto il sedere alla donna austera appena entrata nella stanza. Con l’innata eleganza che l’aveva da sempre contraddistinta, chiuse la porta senza far vibrare alcun suono. Si sentiva solo il flebile fruscio del suo vestito nero di organza, ricoperto con scintillanti pallietes.

 

-Non sono venuti. - disse con tono monocorde puntando lo sguardo sulla donna vestita di bianco che fissava il proprio riflesso nello specchio addossato alla parete. Indossava un abito di alta sartoria e di rara bellezza: la parte superiore modellata in un elegante corpetto cosparso di piccolissimi diamanti che disegnavano indistinti ghirigori sul suo corpo. L’abito di un bianco immacolato, cosi’ in contrasto con la sua anima, si apriva in un’ampia gonna di seta fluida con un lungo strascico abbandonato sul pavimento.

 

-Non avevo dubbi. - rispose la mora più a se stessa che all’altra. Continuava a fissare il proprio riflesso senza realmente guardarsi, sembrava persa in una di quelle terre lontane a cui e meglio non avvicinarsi perché dicono che risucchino le anime dei vivi. Bella. Si sentiva bella, bellissima anzi. Si sentiva bella e potente come non lo era mai stata. Si sentiva bella, potente con il mondo ai propri piedi. Avrebbe potuto fare qualsiasi cosa in quel momento. Si sentiva bella, potente, invincibile, ma vuota. Bella senza anima.

 

-Sei sicura di ciò che stai facendo Hermione? - chiese Daphne Greengrass al riflesso della mora davanti a lei.

“Sicura?” fino ad un attimo prima era così convinta delle proprie scelte, del camino che doveva scegliere e seguire con quel cuore che pensava di non possedere più, invece ora? Dov’era tutta quella sicurezza di poco prima? Cos’era successo a tutti i suoi buoni propositi e alla ferma decisione di tornare indietro sui propri passi ridiventando ciò che una volta era: Giusta?

Che fine aveva fatto il suo infallibile piano di fare la cosa giusta per sé, per Ron e per Draco?

 

Ah già, Draco! Ecco dove erano finiti i suoi buoni propositi, nella spazzatura, dove poco prima aveva gettato la Gazzetta del Profeta sulla cui prima pagina svettava a caratteri cubitali l’articolo del giorno:

 

“Lucius Malfoy collabora con la giustizia!”

Gli Auror votano la riduzione di pena per l’ex Mangiamorte, lo stesso giorno del matrimonio del figlio con l’eroina del Mondo Magico, Hermione Jane Granger.

 

Ma quali buoni propositi? Ma quale scelta giusta? Cosa significava giusto in questo mondo? Era giusto che un ex Mangiamorte godesse della riduzione di pena? Era giusto che potesse un giorno essere libero? Era giusto che un simile scellerato avesse il diritto di tornare un giorno in libertà? Era giusto che fosse ancora vivo, mentre i suoi non lo erano più? Era giusto che il suo erede vivesse una vita agiata e piena di spensieratezza e successi professionali?

 

La risposta era no, no a tutto: no ai buoni propositi, no alle cose giuste, no a questo mondo schifoso che lascia vivere dei mostri, no alla libertà di questi esseri e no...Draco Lucius Malfoy non aveva diritto alla pace, né alla serenità. Draco Lucius Malfoy doveva soffrire le pene dell’inferno per ciò che lui e la sua ignobile famiglia avevano fatto in passato e lei, proprio lei, l’eroina del mondo magico era li per fagliele pagare tutte, una ad una.

 

Tic-tac, tic-tac…

-Si Daphne ne sono assolutamente sicura. - rispose la mora ancora persa nei suoi pensieri.

-Amo Draco e non ha importanza quello che gli altri pensano. - aggiunse con più convinzione di prima.

 

-Sai non sembrerebbe. - fece la bionda avvicinandosi allo specchio.

 

-Che vuoi dire? -

 

-Che non sembri affatto innamorata. Ma sopratutto non sembri felice e se non lo sei nemmeno il giorno del tuo matrimonio, ufff non credo lo sarai mai, o per lo meno non al fianco di Draco. -

 

Tic-tac, Tic-tac… il suo tempo stava per scadere, era già stata scoperta?

Tic-tac, Tic-tac...no non era il suo tempo a scadere, ma quello di quel finto Mangiamorte pentito. Stavano per scadere i suoi momenti di pace, di gioia e di felicità, e se questo comportava il compromettere anche la propria che importanza poteva mai avere? Tanto erano anni che non sentiva più alcun brivido di quella cosa chiamata felicità, era una parola ormai priva di senso e logica per lei. Poi chi mai avrebbe potuto renderla nuovamente felice se lei era morta dentro. Morta insieme ai suoi su un freddo pavimento di un Cottage nelle campagne australiane.

 

Morta, ecco cos’era e per i morti non esiste alcun giusto o sbagliato. Per i morti non vi è felicità. Per i morti c’è solo buio, un velo di velluto nero a coprirgli gli occhi.

 

Tic-tac, Tic-tac...per i morti non vi è tempo, non vi è spazio. Da oggi iniziava il resto della sua vita, da oggi iniziava la fine di quella di Draco Lucius Malfoy.

 

-Hermione, sei ancora in tempo per tornare indietro e fare la cosa giusta. -

 

Tic-tac, Tic-tac...”tempo? Quale tempo? Non esiste il tempo.”

 

-E’ questa la cosa giusta Daphne! Io amo Draco Malfoy, lo sposerò e vivremo per sempre felici e contenti. -

 

Tic-Tac, Tic-tac...”per sempre, che grande parola, abbraccia tutto e niente. Per sempre...”

 

-Hermione, io non…

 

-Daphne vuoi anche tu elargirmi le tue opinioni in merito a quanto questo matrimonio sia sbagliato? Risparmiami, grazie, lo hanno già fatto i miei migliori amici, che come puoi vedere non sono nemmeno qui per assistere alla mia, cosiddetta, rovina. -

 

-E che non mi sembri felice, tutto qui. - rispose la bionda con un sospiro stanco.

 

-Felice? La felicità è un’utopia Greengrass, e tu più di altri dovresti saperlo. -

 

-Draco è felice – replicò lei guardandola dritto negli occhi.

 

“Buon per lui. Lo sarà per l’ultima volta”. Hermione abbandonò il proprio riflesso per puntare anche lei gli occhi sulla donna che la scrutava aspettando una valida replica al suo commento, che la donna trovava irritante e fuori luogo. Addolcì i tratti del viso e si abbandonò ad un flebile sospiro.

 

-Daphne sono felice, ma sono anche triste. E’ il giorno più importante della mia vita e io non ho nessuno dei miei cari vicino. Anche i miei amici mi hanno abbandonata. Sono felice, ma la mia è una felicità del tutto incompleta. -

 

-Scusa, mi dispiace. - si scusò la bionda facendosi vicina e afferrando le mani della riccia.

-Io non avevo capito. Devono mancarti tanto… -

 

“Si hai ragione tu non puoi capire. Nessuno può. Ed è proprio per questo che lo proverete, tutti, il dolore di perdere ciò che avete di più caro.”

 

Tic-tac, Tic-tac...Toc-Toc!

 

-Si, chi è? Arriviamo subito. - gridò Daphne spezzando quel momento di pura complicità e malinconia con la sua nuova amica. O per lo meno lei la vedeva così.

 

La maniglia girò e la porta si aprì con un cigolio stridulo facendo passare all’interno della stanza un ragazzo snello vestito di nero, capelli altrettanto neri ed arruffati e con occhi verdi vispi incorniciati da occhiali dalla montatura tonda. Hermione spalancò la bocca, colpita forse da una qualche parvenza di emozioni e corse ad abbracciare l’ex bambino sopravvissuto.

 

-Credevo non sareste venuti. - disse lei, stringendosi a lui come se fosse un’ancora di salvezza, più che il suo migliore amico.

 

-Infatti ci sono solo io – rispose Harry accarezzandole le spalle dolcemente. Hermione realizzò che se c’era ancora qualcuno che aveva ancora qualche potere su di lei e per cui ancora nutriva sentimenti genuini e profondi, quello era proprio Harry James Potter.

 

-Grazie Harry... -

 

-Qualcuno ti dovrà pur accompagnare all’altare no? E a proprosito… -

 

Tic-tac, Tic-Tac…

 

-Credo sia ora di andare. -

 

- Lo credo anche io – fece eco la Serpeverde avvicinandosi a loro -

 

Uscirono insieme, poi Daphne diede un bacio a Hermione e le consegnò il suo bouchet di rose blu alla sposa e la lasciò al braccio del cavaliere nero che avrebbe fatto del veci del padre per quell’importante occasione. Pian piano iniziarono la lenta camminata verso la navata della cattedrale dove si sarebbe svolto il matrimonio dell’anno.

 

-Ron è ancora convinto che scapperai con lui. Ti sta aspettando tra la Quinta e la Dodicesima di Diagonalley. -

 

-Non capisco da dove questa convinzione, Harry, sul serio. Ti assicuro che io non gli ho mai dato alcuna speranza vana, per lo meno non da quando mi sono resa conto di essere innamorata di Draco. - rispose lei fingendosi sorpresa.

 

-Ne sei proprio sicura Herm? Non hai mai detto o fatto qualcosa che potesse indurre Ron a pensare che tu sia in realtà innamorata ancora di lui e non di Malfoy? - chiese Potter in tono sospettoso sussurrando per no farsi sentire da nessuno se non da lei.

-Per Merlino, Harry ti assicuro che no. Ron è semplicemente ossessionato dal fatto che non può più avermi, tutto qui. -

 

Tic-tac, Tic-tac...il ragazzo sopravvissuto, le strinse una mano mentre di nascosto vi appoggiava sopra un oggetto appuntito. La mora trasalì.

 

-Ma che diavolo è? - chiese sorpresa, tastando l’oggetto che ad ogni tocco le sembrava sempre più familiare.

 

-Non lo riconosci? Davvero Hermione? Sai, penso di ricordare che un paio di mesi fa ti sei presentata a casa mia e di Ginevra con questo bel pettinino di diamanti tra i capelli dicendo che è un regalo di quello che oggi diventerà il tuo sposo. - la donna sorrise nervosa.

 

- Si, ora ricordo, non sai quanto l’ho cercato. E’ il primo regalo di Draco, sai ci tengo molto. -

 

-Non si direbbe. Vuoi sapere dove era? -

 

Tic-tac, Tic-tac… Hermione aveva la bocca asciutta e non voleva rispondere, ma sapeva che lui glielo avrebbe detto lo stesso.

 

-L’ha trovato Ginny. Ricordi che Ron non pulisce mai casa sua da solo, no? Era nel suo letto Herm e dubito te lo abbia rubato per pettinarsi i capelli. Non credo nemmeno sappia cos’è! -

 

-Quel ragazzo dovrebbe imparare a fare da solo le faccende di casa. - disse lei ormai smascherata.

 

-Hermione, non è ancora tardi se vuoi ti porto io da lui, sei ancora… -

 

-In tempo? No Harry, per me non c’è più tempo. Il mio tempo è finito con la guerra e si è fermato alla sua fine. Ora finirò anche quello dell’uomo che amo, Draco. -

 

-Tu non ami Herm, se amassi faresti la scelta giusta. -

 

-E qual’è questa scelta giusta Harry? Illuminani -

 

-Vivi e lascia vivere gli altri. - Hermione rise, cupamente, ma rise.

 

Tic-tac, Tic-tac…

 

-Puoi forse tu resuscitare i morti Harry? - il ragazzo strinse i denti prima di rispondere.

 

-Ovviamente no. -

 

-Allora non dire ad un morto di vivere. -

 

-Tu non sei morta, dannazione! - sibilò il moro.

 

Tic-tac, Tic-tac…

 

-Lo sono Harry, perciò non importa. Non importa più nulla, solo la vendetta quella è fuori dal tempo, è fuori dallo spazio. -

 

-Spero che non te ne pentirai di questa scelta. -

Tic-tac, Tic-tac…

 

“Io no, ma lui si e tanto anche.” pensò fissando il proprio riflesso negli occhi plumbei in tempesta di quello che sarebbe stato suo marito da ora e per sempre…

 

Tic-tac, Tic-tac...per sempre, gradi parole che vogliono dire tutto e niente…

 

-Sei bellissima... - Parole pronunciò perdendosi in lei, nel suo sguardo. Parole che volevano dire tutto e niente.

 

Tic-tac, Tic-Tac...

-Ti amo! - le sussurrò sfilandola dal braccio di Potter. Parole che avrebbero segnato la sua condanna per sempre, e per sempre avrebbero segnato anche quella della donna al suo fianco, solo che lei l’avrebbe scoperto più tardi.

 

Tic-tac, Tic-tac...


NOTE: Salve, volevo solo dire che questa One-Shot è collegata ad un'altra delle mie storie: Veleno vendetta.
            Spero che vi piaccia e che mi dia l'imput per finire quella già cominciata.
            Un bacio, DY:

 

  
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