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Autore: Melanyholland    12/07/2009    19 recensioni
Ran ha qualcosa da nascondere, e Conan è intenzionato a sapere cos’è; ma questa indagine sarà la più difficoltosa della sua carriera. Almeno sul piano emotivo.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Questions and Answers

 

Ran Mouri si fermò di fronte al cancello di casa Kudo, con un sospiro. Dopo la scuola era andata direttamente lì, senza nemmeno fare un salto a casa a posare la cartella, che ora teneva con entrambe le mani davanti a sé, contro la gonna a pieghe azzurra che svolazzava lievemente sotto la carezza del vento.

Avvertiva una sensazione strana sul cuore, dopo quello che era successo con Okai. Ciò era la causa della sua esitazione di fronte a quel cancello che conosceva così bene, che tante volte nella sua vita aveva attraversato con Shinichi, chiacchierando con lui, gridandogli spazientita che stavano facendo tardi, o anche da sola e in silenzio, ma con quel sorriso a fior di labbra e quella piacevole sensazione che la accompagnavano sempre quando sapeva che stava per incontrare Shinichi.

Piacevole sensazione che fino a quel momento le era sembrata così naturale da non porsi alcuna domanda al riguardo. Per Ran, essere contenta di vedere il suo amico d’infanzia, passare momenti indimenticabili con lui, momenti in cui non desiderava essere in nessun altro luogo e con nessun altro, era normale. In fondo, era sempre stato così, fin da quando entrambi sapevano a malapena contare e bisticciavano per chi dovesse mangiare l’ultima caramella del sacchetto (anche se alla fine era sempre lei, e quando la metteva in bocca sorridente il broncio di Shinichi non sembrava mai del tutto vero. Mai). Certo, c’erano sempre state le prese in giro degli altri, gli sghignazzi e le frasi del tipo: “A quando il matrimonio?” e “Dai, datevi un bacio!”, ma Ran, anche se sul momento poteva sentirsi imbarazzata, non aveva mai dato peso a quelle voci. Gli altri vedevano la cosa in modo superficiale, non capivano. Nessuno capiva.

Loro erano Ran e Shinichi.

Non c’era nient’altro da dire.

Almeno, così era stato fino a quel giorno. Fino alla dichiarazione di Okai, fino al bacio. Perché prima di allora, Ran non aveva mai considerato l’idea di passare il tempo con un ragazzo che non fosse Shinichi. E non perché aveva sempre voluto che il suo primo amore fosse lui, semplicemente non ci aveva mai pensato. Per lei, la vita andava bene così. Certo, ogni tanto si baloccava con l’idea di avere un giorno un ragazzo, ma era sempre un pensiero rarefatto che veniva presto dimenticato perché Shinichi arrivava sorridente a raccontarle dell’ultimo giallo che aveva letto e di come avesse scoperto chi era il colpevole almeno una trentina di pagine prima del detective della storia.

Ma quel giorno, quando la possibilità di avere un ragazzo si era concretizzata davanti ai suoi occhi, abbandonando le vesti di un remoto pensiero intangibile, la lineare semplicità della sua vita fino a quel momento era crollata sotto il peso di numerosi punti interrogativi.

 Cos’erano Ran e Shinichi? E soprattutto, cosa Ran avrebbe voluto che fossero?

Questa domanda le pesava sul cuore, perché apriva scenari che fino ad allora non aveva mai considerato. E più di tutto, la portava a chiedersi cosa ne pensasse lui.

Ran sospirò ancora una volta, ricacciando indietro l’ultima domanda, quella che non riusciva nemmeno a formulare nella mente. Non ancora. Era tutto così assurdo. Staccò la mano dal manico della cartella, accorgendosi con una smorfia che il palmo era tutto sudato, e suonò al citofono.

La voce nasale di Shinichi arrivò poco dopo:

Ce ne hai messo di tempo, Ran!

“C-Come?”, balbettò, imbarazzata e confusa. Shinichi l’aveva vista starsene lì impalata fino a quel momento? Probabilmente ora pensava che fosse matta o qualcosa del genere. Il pensiero le generò suo malgrado una fitta di sconforto.

Beh, era piuttosto prevedibile che, non vedendomi in classe, saresti passata dopo le lezioni”. Il tono era saccente, ma la combinazione di voce nasale e distorsione gracchiante del citofono la fece risultare piuttosto comica. Ran ridacchiò, e poté figurarsi il volto del suo amico d’infanzia che si corrugava in un’espressione d’incomprensione e fastidio.

“Fammi entrare, Grande Detective!”. Lo esortò e lui obbedì, sbuffando.

Mentre camminava per il viale di casa Kudo, Ran rifletté come per un attimo fosse riuscita a dimenticare i suoi crucci solo parlando con lui. E di come, nonostante tutto, fosse riuscita anche quel giorno ad attraversare il cancello con un lieve sorriso sulle labbra.

 

*

Ma che cavolo sto facendo!?

Fu il pensiero che attraversò fulmineo la mente brillante di Conan Edogawa non appena ebbe chiuso gli occhi. Certo, Shinichi ce l’aveva con Ran per aver dato un bacio a qualcun altro e averglielo per di più tenuto nascosto, certo, Haibara aveva toccato le corde giuste quando gli aveva proposto di renderle pan per focaccia, sfruttando abilmente il suo risentimento, ma aver considerato anche solo per un istante la possibilità di baciare la piccola scienziata per ripicca era assurdo e ingiusto.

Così, Conan aprì gli occhi e dischiuse le labbra per dire ad Haibara che non se ne faceva niente e tutto ciò che vide fu un getto d'acqua che gli finì in faccia e soprattutto in bocca, cosa che lo costrinse a  tossire, sputacchiando rivoli di liquido gelato sulla terra battuta del cortile. Con un angolo della mente considerò che, se non avesse avuto gli occhiali, anche gli occhi sarebbero stati annaffiati.

"Haibara! Accidenti a te!" Gridò furente quando la tosse gli diede tregua, mentre intorno a lui i bambini ridevano divertiti. Attraverso le goccioline che imperlavano le lenti degli occhiali la vide sorridere malignamente, la pistola ad acqua che aveva tirato fuori da chissà dove ancora fra le dita.

"Per essere lo Sherlock Holmes del nuovo millennio, ti fai fregare piuttosto facilmente, Kudo-kun." Lo pungolò in un sussurro. Lo sguardo che lui le rivolse in risposta avrebbe fatto venire gli incubi a molti dei bambini che in quel momento stavano giocando nel cortile, Ayumi, Genta e Mitsuhiko compresi. Fortunatamente se lo persero, ancora intenti a discutere di Masked Yaibar con il ragazzino che aveva tirato fuori l'Action Figure.

"Però mi hai sorpresa." Proseguì Haibara, atona. "Insomma, hai accettato così facilmente di-"

"Non è vero!" La interruppe Conan, ora paonazzo. "Stavo appunto per dirti che non se ne faceva niente quando mi hai sparato l'acqua addosso."

"Sì. Certo." Disse la piccola scienziata, così condiscendente da far intendere chiaro e tondo che non credeva a una parola. Poi si alzò e gli voltò le spalle, ignorando le sue proteste e allontanandosi.

Maledetta Haibara. Ci mancava solo lei a completare questa giornata MERAVIGLIOSA.

Shinichi Kudo sbuffò attraverso il corpo di Conan, poi sospirò. Doveva assolutamente scoprire cosa era accaduto esattamente il giorno del primo bacio di Ran. Insomma, la realtà non avrebbe mai potuto competere con tutte le scene orribili che la sua mente aveva cominciato a immaginare da quando lo aveva scoperto. Inoltre, non poteva lasciare in sospeso la faccenda: lui era un detective, e i detective che abbandonano un puzzle prima di aver messo tutti i tasselli al loro posto erano detective falliti. Chissà, forse, se l'adorabile, piccolo Conan-kun le avesse chiesto una spiegazione con l'adeguata dose di dolcezza, Ran lo avrebbe accontentato.

Per ora, rifletté amaramente Conan mentre si toglieva gli occhiali per asciugarli, risolvere quel puzzle era l'unica, minuscola consolazione che poteva avere da tutta quella storia.

 

*

 

"Te l'avevo detto che ti eri beccato il raffreddore, Shinichi." Non poté fare a meno di rimbeccarlo Ran non appena lo vide, gli occhi gonfi e lucidi, il naso e le guance arrossate, bivaccato sul letto con un libro aperto che non ebbe difficoltà a riconoscere come Il Segno dei Quattro, l'avventura di Sherlock Holmes preferita dal suo amico d'infanzia.

"Umpf", fu la risposta traboccante di retorica che ricevette. Apprezzò comunque che lui non le facesse notare chi era stato a trasmettergli l'influenza, un tocco di galanteria che non si sarebbe aspettata da Shinichi.

Decise di chiamare suo padre e dirgli che sarebbe rimasta lì, almeno per preparare la cena. Kogoro Mouri fu tutt'altro che entusiasta alla notizia, ma alla fine si arrese, non prima però di essersi fatto passare Shinichi e di avergli borbottato quelle che erano di sicuro minacce alla sua incolumità se le avesse fatto qualcosa.

"Che cos'hai, Ran?" Le chiese il suo amico d'infanzia mentre lei si sedeva sul bordo del letto, un vassoio fra le mani con una scodella di zuppa di miso fumante e una bottiglia di acqua minerale.

"Che vuoi dire?".

Shinichi la guardava con le palpebre leggermente socchiuse; attraverso le ciglia, i suoi occhi blu brillavano sotto la frangetta bruna arruffata. La sua febbre doveva essere peggiorata durante le ultime due ore che lei aveva passato lì.

"Lo sai. Sei taciturna e assorta. E' successo qualcosa a scuola?"

Come no... un ragazzo stupendo mi ha chiesto di uscire con lui, mi voleva baciare e per tutto il tempo io non ho fatto che pensare a te. E non so perché.

O forse lo so... ma è così...

"Niente. Davvero." Ma i suoi pensieri l'avevano fatta arrossire e aveva abbassato gli occhi; e malato o no, Shinichi non era certo stupido.

"Lo sai che puoi dirmi tutto, Ran." Insisté lui, ora visibilmente preoccupato.

"Posso chiederti una cosa, Shinichi?

"Che cosa faresti se ti accorgessi all'improvviso di poter cambiare la tua vita, tutto quello che è stata finora? Immagina di non poter prevedere se facendolo rovineresti ciò che hai sempre avuto e che per te è sempre stato bellissimo. Correresti il rischio di perdere qualcosa che per te è veramente importante?".

Okay, forse era stata un po' una carognata fare una domanda del genere a uno con la febbre alta. Shinichi aveva la fronte corrugata nello sforzo di concentrazione. Alla fine, si rilassò e la guardò con quegli occhi incredibilmente blu e, solo ora questo la colpiva, incredibilmente belli.

"Se consideri la possibilità di cambiare, immagino che il cambiamento abbia dei lati positivi, altrimenti lo accantoneresti a priori, giusto?"

Ran rifletté e dovette suo malgrado annuire.

"Allora probabilmente sì, Ran. Correrei il rischio."

Lei sorrise con una punta d'impertinenza. "Certo, perché tu sei il grande Shinichi Kudo, che non ha paura di niente."

Shinichi scosse la testa, rispondendo al suo sorriso con uno più genuino.

"No. In realtà lo farei perché, per quanto poi la scelta possa rivelarsi sbagliata, non comprometterebbe tutto ciò che ho sempre avuto. Perché ci sono cose che restano sempre, non importa cosa accada. E nel mio caso, quella cosa sei tu, Ran. La costante della mia vita." Ran arrossì, e lui abbassò gli occhi, con un sospiro. "O almeno lo spero."

Questo era Shinichi. Riusciva a stupirla e a fugare tutti i suoi dubbi in un istante. Forse era stata l'influenza a farlo parlare con tanta dolce franchezza, ma Ran sapeva che intendeva ogni parola che aveva detto. E all'improvviso, capì una cosa che forse il ragazzo davanti a lei aveva sempre saputo.

Che loro sarebbero rimasti Ran e Shinichi qualunque cosa fosse accaduta, non c'era nient'altro da dire.

E che la domanda che non aveva avuto il coraggio di formulare, a cui non aveva mai dato voce in tutti quegli anni, forse inconsciamente consapevole che l'avrebbe turbata, la domanda: Mi sono innamorata di Shinichi?, non faceva più così paura.

"Grazie". Sorrise riconoscente al suo amico d'infanzia, che per tutta risposta si soffiò il naso rumorosamente.

"Ora fammi mangiare, che la mia zuppa si raffredda." Borbottò, afferrando il cucchiaio.

Un'ora più tardi lui era beatamente addormentato e russava. Ran decise che era il momento di tornare a casa, prima che si facesse tardi e suo padre irrompesse a casa Kudo con intenti omicidi. Accarezzò con lo sguardo il suo profilo scostandogli una ciocca di capelli bruni dalla fronte con le dita.

"Buonanotte, Shinichi." Bisbigliò.

 Ora credo di aver capito qual è la risposta a quella domanda.

E tutto ciò che sentì nel cuore, fu emozione. Dopotutto, qualsiasi cosa avesse pensato lui al riguardo, non avrebbe potuto cambiare ciò che avevano costruito insieme in tutta la loro vita; quel rapporto così speciale da non poter essere spiegato a nessuno, nemmeno alla sua migliore amica, nemmeno a sua madre.

Un sorriso le affiorò alle labbra mentre attraversava il cancello e pensava a quanto era felice che Okai le si fosse dichiarato, quel giorno. A renderla felice era soprattutto l'aver rifiutato sia lui che il suo bacio.

 

*

 

"Ran-neechan?".

Conan era entrato nella sua stanza dopo aver bussato. Ran gli sorrise, distogliendo gli occhi dalle odiose equazioni di algebra. Era sempre contenta di vedere il suo 'fratellino', ma al momento lo era ancora di più, dato che le permetteva di fare una pausa dalla materia che odiava di più in assoluto.

"Volevo chiederti scusa per aver alzato la voce con te, per quella storia del bacio." Il bambino aveva la testa china e lei non poteva vedere gli occhi, nascosti dal riflesso della luce sugli occhiali. Comunque, sembrava davvero dispiaciuto.

"Non fa niente, Conan-kun. Tutto dimenticato." Disse, arruffandogli affettuosamente i capelli con la mano. "Ma in cambio del mio perdono, puoi dirmi perché ti sei accalorato tanto?". Insomma, se davvero il piccolo si era preso una cotta per lei, era meglio affrontare la questione subito. Conan arrossì, ma ancora non alzava gli occhi per guardarla.

"Io.. è solo che...ero sorpreso, tutto qui." Si giustificò. "E volevo chiederti, Ran-neechan... non è che potresti raccontarmi come sono andate le cose?"

"Perché ci tieni tanto a saperlo?"

"Beh, c'è questa ragazzina che mi piace a scuola... te ne avevo già parlato, no? E...ehm... non so come vanno queste cose di solito... e magari, se mi racconti la tua storia..."

Accidenti se erano precoci i bambini, ultimamente. Ma avrebbe dovuto aspettarselo da Conan. Insomma, lui sembrava un adulto in molti suoi atteggiamenti, non era mai infantile, se non in casi particolari che erano l'eccezione, più che la regola. Perciò immaginava che fosse naturale che si dimostrasse precoce anche in altre questioni.

E poi nel suo racconto non c'era niente di scabroso. Avrebbe detto tutto già ad Ayumi il giorno prima se Conan non avesse avuto quell'attacco di rabbia. Sospirò.

"Okay, Conan-kun. Ma devi promettermi che non dirai nulla a Shinichi. Promesso?".

Gli porse il mignolo, e per un attimo, quando lui la guardò, vide uno strano lampo nel blu dei suoi occhi -Dolore? Tristezza?- ma fu solo un istante, così fugace che fu portata a credere di averlo immaginato. Conan fece un sorriso largo e solare, stringendo il mignolo al suo.

"Promesso, Ran-neechan!"

"Solennemente?"

"Croce sul cuore." Disse lui, facendosi il segno di una X sul petto.

"Okay, mi fido di te." Ran sorrise nostalgica, perdendosi nei ricordi. "Quando è accaduto, avevo cinque anni più di te."

"Come?" Conan fece tanto d'occhi. "Vuoi dire dodici anni?"

"Sì, esatto. Eravamo in vacanza al mare, io, Sonoko e Shinichi. Io e Sonoko stavamo giocando a chi nuotava più veloce, e c'era una penitenza per la perdente. Le due volte che ha perso lei, io l'ho costretta a fare cento saltelli e a stare in verticale per cinque minuti sulla sabbia, cose innocenti, insomma, ma quando ho perso io..." arricciò le labbra infastidita al ricordo, "...quella peste mi ha sfidato a dare un bacio sulle labbra a Shinichi, che si era appisolato vicino all'ombrellone."

"E-E tu l'hai fatto?". Conan era stranamente paonazzo. Addirittura più rosso di lei.

"Beh, dovevo. Erano le regole, e Sonoko aveva fatto le sue penitenze."

"Ah."

Ran ricordava quanto era stata imbarazzata, quanto aveva pregato che Shinichi non si svegliasse nel momento clou per chiederle che cavolo stesse combinando, o che sua madre, che li aveva portati al mare, decidesse proprio in quel momento di alzare gli occhi dal suo libro per vedere che cosa stavano combinando i pargoli.

Fortunatamente, le sue preghiere erano state esaudite. Nessuno a parte quella streghetta di Sonoko si era accorta di nulla, e in seguito l'avrebbe minacciata di chiudere la loro amicizia per sempre se avesse spifferato qualcosa a chiunque. Inoltre, non era stata poi così terribile, come penitenza: le labbra di Shinichi erano lisce e calde di sole. Quando lei vi aveva posato le sue, aveva avvertito un leggero sapore salato, ma non sgradevole. Ovviamente era stato un bacio innocente, un mero sfiorarsi di labbra, ma era stato bello, davvero bello. Ran ne conservava il ricordo con dolcezza. 

E se Shinichi fosse venuto a saperlo in qualche modo non avrebbe più avuto il coraggio di guardarlo in faccia. Questo era sicuro. 

"La cosa più buffa di tutte è che Sonoko mi ha chiamato ieri per chiedermi della faccenda del bacio. All'inizio ho creduto che si fosse dimenticata di quella giornata al mare, ma poi ho capito: deve aver pensato che io abbia dato un altro... ehm... tipo di bacio a qualcuno senza dirglielo." Ran rise. "Solo a lei poteva venire in mente una cosa del genere. Vero, Conan?"

"He he he", rispose il piccolo. "Già".

"Comunque, mi sono presa una piccola rivincita e ho continuato a farglielo credere. Almeno per un po', poi le dirò la verità. Se può essere pestifera lei, posso esserlo anch'io, no?

"Qualcosa non va, Conan-kun?". Il piccolo sembrava decisamente più felice di quando era entrato nella stanza pochi minuti prima. Gli angoli della sua bocca continuavano a guizzare, come se volessero stirarsi in un sorriso e lui non glielo permettesse.

"Oh no, tutto okay, Ran-neechan. Grazie della bella storia. Io vado di là. Ci vediamo a cena!". E uscì quasi saltellando, come se gli avessero appena detto che Natale era arrivato con mesi e mesi di anticipo. Ran era un po' perplessa, ma alla fine scrollò le spalle. Se Conan era contento, lei era contenta. Tanto bastava.

Shinichi era davvero al settimo cielo, eppure non poteva evitare di darsi dello stupido. Come detective, in quel frangente, si era dimostrato davvero superficiale.

Perché aveva pensato che Ran avrebbe parlato ad Ayumi, una bambina di sette anni, di un bacio da adulti? Era ovvio che, dato il contesto, Ran non avesse pensato a un bacio con la lingua ma ad un innocente bacio sulle labbra o sulle guance, nel rispondere alla domanda della piccola.

Eh sì, avrebbe dovuto tenere conto di tutti i fattori. Che imbecille era stato.

Ma, per la prima volta, essersi dimostrato poco valido come detective non lo infastidiva. E, anche se si trattava di un bacetto fra ragazzini, era contento che Ran lo avesse dato proprio a lui e a nessun altro.

Cavolo, però! Ma perché stavo dormendo!? Accidenti!

 Anche se, rifletté, poteva sempre fare una gara a penitenze con Ran e Sonoko non appena avesse riacquistato il suo corpo di diciassettenne. Chissà che Sonoko non avesse altre idee brillanti.

Con questo pensiero, e senza più quel peso opprimente sul cuore che lo aveva accompagnato negli ultimi due giorni, Conan trotterellò in direzione della cucina per farsi un sandwich.

Improvvisamente, la giornata sembrava luminosa e fantastica.

 

 

The End

 

 

 

 

Omake (regalo)

 

"Allora, vediamo un po'..." Sonoko si prese il mento fra le dita e corrugò la fronte, pensierosa. 

Shinichi la osservava con un'espressione calma e lievemente infastidita, ma dentro di sé, sogghignava. Certo, aveva dovuto sacrificare il suo orgoglio per perdere di proposito quella sfida a nuoto, ma se le cose fossero andate come immaginava, ne sarebbe valsa la pena.

Scoccò un'occhiata in tralice a Ran, stupenda nel suo bikini blu fiorato, i capelli lunghi fradici le si appiccicavano al collo e alle spalle, le guance e il naso erano arrossati dal sole e le labbra leggermente dischiuse, umide d'acqua di mare.

Eh sì, ne sarebbe valsa decisamente la pena, pensò arrossendo.

"Ho trovato!" Esclamò Sonoko battendosi il pungo sul palmo della mano. Fece un sorriso perfido, guardando prima Shinichi, poi Ran, poi di nuovo Shinichi. "Dovrai..."

Ci siamo...  pensò raggiante il Detective dell'Est.

"...fare il bagno nudo."

"...EH!?"

 

FINE

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: so che merito il plotone d'esecuzione visto tutto il tempo che vi ho fatto aspettare, vi chiedo scusa, davvero. Metterci così tanto ad aggiornare è veramente uno scandalo, spero che almeno il finale di questa storia vi piaccia. Me lo auguro con tutto il cuore, perché farvi aspettare così tanto per poi darvi un bidone sarebbe davvero pessimo, da parte mia. E visto che l'attesa è stata lunga, ho aggiunto anche un piccolo regalo alla fine (da leggere rigorosamente dopo la storia, se no vi anticipa delle cose), sperando che sia di vostro gradimento e che vi faccia perdonare almeno in parte l'imperdonabile ritardo.

Ovviamente ringrazio tutti i lettori, che hanno aspettato pazientemente che il capitolo uscisse, tutti i recensori e chi ha messo la storia fra i preferiti. Siete adorabili, fantastici, impagabili (insomma, tutto il contrario di me. ^^") e soprattutto divini. A proposito, vi ricordate quella storia dell'errare è umano e perdonare divino? Appunto. ^^

totta1412: eh sì, sono proprio io. Grazie infinite dei complimenti, sono contenta che La Promessa di Shinichi ti sia piaciuta così tanto, è una storia a cui sono molto affezionata, dato che è stata la mia prima fanfic in assoluto. La tua recensione è stata davvero lusinghiera, grazie di cuore. Se tu sei felice di dirmi tutte quelle cose, io sono ancora più felice di sentirle, credimi! Sei carinissima. Spero che apprezzerai anche il finale di questa storia, mi piacerebbe sentire le tue impressioni. Un bacio!

akane_val:  scusami se ti costringo ogni volta a rileggere i capitoli passati perché aggiorno in tempi che si misurano in ere, sul serio, sorry.^^" La situazione in cui era rimasto Conan mette i brividi anche a lui, credimi. Per quanto riguarda le tue previsioni, non ti resta che leggere per scoprire se avevi ragione. E se l'hai già fatto, fammi sapere che cosa ne pensi di come si è sviluppata e conclusa la vicenda, okay? Mi farebbe piacere. Nel frattempo ti ringrazio per la recensione e le lodi. Un bacio!

Dany92: purtroppo ti ho fatto aspettare anche stavolta, mi dispiace. Spero che ne sia valsa la pena, almeno.^^" Grazie per i complimenti sullo scorso capitolo, sei stata davvero gentile. Conan geloso è sempre uno spasso, è vero; mi diverto anch'io a descriverlo così. Per quanto riguarda le tue previsioni, leggi e dimmi cosa ne pensi della mia versione dei fatti.^^ Baci!

feferica: GRAZIE! Le tue recensioni mi fanno sempre molto piacere. Eh sì, avevo lasciato Ran e Conan in due situazioni piuttosto scomode lo scorso capitolo, spero che ti sia piaciuto il modo in cui le ho fatte sviluppare. Chiedo scusa anche a te per la gigantesca attesa, mi auguro che questo capitolo conclusivo sia di tuo gusto come i precedenti. E ancora grazie per i complimenti. Un bacio.

_Diane_: ciao! Sono felice che lo scorso capitolo non ti abbia delusa, mi auguro che anche questo nuovo non sia da meno. Il tono della prima parte è un po' meno ironico, come hai potuto vedere, ma torna leggero a poco a poco. Spero solo di non aver esagerato col romance, ma dato l'argomento non ne ho potuto fare a meno.^^" Grazie comunque di tutte le tue osservazioni e le lodi. Lo sai, sono completamente d'accordo con te riguardo al fatto che il bello dello scrivere sia proprio non avere idea di come si svilupperà la propria storia. In un certo senso, si scopre il finale insieme agli stessi lettori. Anche se quando inizio ho una vaga idea di come devono andare le cose, lo sviluppo e il finale escono fuori sempre diversi da come me li immaginavo. Questa storia non fa eccezione. Ed è davvero la parte più divertente di tutta la faccenda. XD. Baci, a risentirci!

Ginny85: ciao carissima!^^ Che bello risentirti ogni volta! Non potrei mai rimproverarti per il ritardo nelle recensioni, uno perché avrei davvero una bella faccia tosta a farlo, dati i miei tempi di aggiornamento, due perché adoro le tue recensioni. Grazie infinite di dedicare un po' del tuo tempo a commentare le mie creazioni. Come ti sono sembrate le scene Shinichi/Ran di questo capitolo? Spero che non risultino troppo smielate, io ho fatto del mio meglio per mantenere un certo equilibrio (anche se ho usato la scusa della febbre per rendere il caro Shin-chan un po' più emotivo del solito^^). Scrivere di Ai è sempre divertente, in rapporto a Conan. Come lo tratta lei non lo tratta nessuno. Se hai già letto il capitolo capirai cosa intendo. Per quanto riguarda la tua ficcy, io continuo ad aspettarla, tu fai pure con calma, se sei impegnata. Appena comparirà sugli schermi di EFP ti assicuro che io sarò lì a leggere. Baci baci!

Ayumi Yoshida: ciao! Capita anche a me di perdere storie che sto seguendo, soprattutto in fandom sovraffollati (tipo Harry Potter). Perciò ti credo e, se sei un'imbranata, lo sono anch'io, a questo punto. XD Ti ringrazio di cuore per questo commento così dettagliato e per le lodi che mi fai, sei veramente adorabile. Mi fa piacere che la mia storia sia stata la prima su Detective Conan che tu abbia mai letto e che ti sia piaciuta così tanto. Anch'io adoro la coppia Shinichi/Ran e Conan geloso è davvero divertente. Mi auguro davvero di non deluderti con questo aggiornamento e che i personaggi continuino a risultare IC. Io ce la metto tutta in tal senso. Quanto all'alternanza presente/falshback, c'è anche in questo capitolo, spero di non aver creato confusione e che il tutto sia scorrevole; stavolta però ti ho risparmiato il To be continued e l'ho sostituito con un bel The End.^^ Grazie di cuore anche per la tua pazienza nell'aspettare l'aggiornamento, perché con me di pazienza ce ne vuole davvero un mucchio (una catasta). Sono lusingata che tu abbia messo la storia fra i preferiti, thanks. A risentirci! Un bacio.

Rinalamisteriosa: ciao! Ti ringrazio di aver recensito tutte le mie storie su Detective Conan, sei stata adorabile. Io sono un disastro, come ormai tu avrai capito, ma ora che sono in vacanza cercherò di tener fede a tutti i miei impegni (aggiornare questa fanfic era uno di questi). Sono contenta che la trama ti abbia appassionato, fammi sapere cosa ne pensi di questo finale, okay? E grazie ancora per essere così paziente con me, che me lo merito ben poco. Davvero, sei incredibile. A risentirci carissima, un bacio!

Roe: grazie del tuo commento, sono stata contenta di riceverlo, e che tu abbia trovato Conan/Shinichi in linea con il personaggio originale di Gosho. Aspetterò le tue impressioni su questo nuovo capitolo. Un abbraccio, e grazie ancora delle lodi.

Qualche nota conclusiva:

- La metafora del puzzle l'ho scritta di getto, ma poi mi sono accorta che è praticamente quello che dice Near nell'episodio 27 di Death Note (che ho rivisto da poco). Quindi do a lui tutti i diritti. E chissà, magari Conan legge Death Note, per questo gli è venuto in mente quel pensiero. xD

- In Detective Conan Ran si accorge di aver cominciato a vedere Shinichi con occhi diversi dopo che lui ha salvato la vita a lei e a un assassino a New York; però fino al volume 35 Ran non ricorda affatto ciò che è successo a NY, eppure sa di essere innamorata di Shinichi fin dal primo volume. Così ho pensato che potrebbe essersene ri-resa conto poco tempo dopo che erano tornati a Tokyo, e in questa fic ho immaginato come potevano essere andate le cose.

Con questo, ho concluso.

Ancora grazie per la vostra pazienza.

A risentirci,

Melany

 

 

 

 

 

  
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