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Autore: Melanto    01/10/2018    7 recensioni
"A giocare col fuoco l’avevano sempre fatto, più o meno da che si conoscevano. Un passo avanti, tre indietro. Ognuno libero di vivere come meglio credeva, frequentare chi voleva, ma avere sempre tempo da dedicare all’altro. Trovarlo, anche a costo di raccontare una balla alla compagna della serata, alla ‘ragazza’. "
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki, Mamoru Izawa/Paul Diamond
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Yes&No'
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Why not?

Note Iniziali: indovinate chi ha deciso di partecipare al Writober di Fanwriter.it?! XD Come se avessi avuto bisogno di andarmi a impelagare anche in quest’altra follia!!! O/ Madò, ottobre sarà il mio mese di FUOCO!

Cmq, visto che le cose normali io mai, ho deciso che farò entrambe le tabelle unendo i prompt a coppia, quindi: Day 1 – Prompts: Invito/OTP.

Ci rileggiamo nelle note finali :3

 

Buona lettura!

 

 

Why not?

 

 

 

A giocare col fuoco l’avevano sempre fatto, più o meno da che si conoscevano. Un passo avanti, tre indietro. Ognuno libero di vivere come meglio credeva, frequentare chi voleva, ma avere sempre tempo da dedicare all’altro. Trovarlo, anche a costo di raccontare una balla alla compagna della serata, alla ‘ragazza’.

Cazzo se ne facevano di una ragazza se l’erano domandato spesso, soprattutto quando davano loro buca per vedersi da qualche parte e, alla fine, non fare niente di particolare se non due chiacchiere, bere qualcosa, parlare di calcio.

Si rispondevano sempre con un laconico ‘sesso’. Uno ammiccava, l’altro pure, e continuavano come al solito, balle annesse. Quella sera, però, era stato Mamoru a ricevere il due di picche dalla tipa con cui stava uscendo da un paio di settimane – e per la quale aveva organizzato la serata perfetta per portarsela a letto.

«Oh, eddai! Ma vuoi farti pregare?»

«No, affatto. Solo che non è tanto carino usarmi come ripiego, perché Maya ti ha fregato.»

Mamoru afflosciò le spalle con uno sbuffo: quando Yuzo ci si metteva, con i suoi puntigli, l’avrebbe preso a sberle.

Si poggiò contro lo spigolo finale della fila di armadietti e osservò il compagno infilare i pantaloni della divisa scolastica; lo conosceva da così tanto che sapeva benissimo stesse solo cercando di prendere tempo e portarlo dove voleva lui. Tanto buono e caro, Morisaki, lo dicevano tutti. Sì, sì, come no, sogghignò Mamoru: invece era uno stronzo di prima categoria quando ci si metteva.

«Ma ormai è già tutto preparato! I miei non ci sono, il cibo è ordinato, ho la casa piena di candele e dal fioraio mi aspettano fasci di rose gialle e arancioni, perché a Maya non piacciono quelle rosse», fece il verso alla ragazza. «Ho addirittura comprato il vino! Cazzo, mi sono svenato per questa serata!»

«Ha ragione, però. Neanche a me piacciono le rosse. A dire il vero, non piacciono proprio le rose. Si può avere qualcos’altro?»

«Un vaffanculo come lo vedi?»

Yuzo rise e alla fine si poggiò con il fianco contro il lavandino. Braccia conserte sul torso ancora nudo e dalla pelle liscia; gli allenamenti da un lato e la sua costituzione solida dall’altro gli stavano facendo mettere su dei muscoli non indifferenti che seguivano linee morbide, al momento, da guardare e toccare. Eppure non era il suo fisico, in prima battuta, ciò che faceva colpo sulle ragazze: a lui bastava sorridere e pam!, le stecchiva.

Un sorriso come quello che gli stava rivolgendo, un po’ meno orgoglioso.

«Mah, se fossi più convincente, magari...»

Mamoru strinse appena gli occhi scurissimi, in uno sguardo di sfida. «Vuoi forse che t’inviti?»

«E perché no?» Una stretta di spalle, l’aria innocente.

Che stronzo, sorrise Mamoru, nello scuotere il capo.

«Sta bene, allora», si diede una spinta dall’armadietto e avanzò di qualche passo, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni. Si fermò, poggiando la spalla contro le piastrelle bianche, accanto al lavandino. Quando sollevò lo sguardo, i capelli neri scivolarono sensuali da dietro l’orecchio, fermandosi lungo il contorno del viso. «Vieni a cena con me, Yuzo?»

Si scambiarono un’occhiata lunga e silenziosa, una diversa da quelle solite, ricche di complicità e battute sottintese. Questa era intensa, di non detti che erano sempre rimasti nell’aria e si potevano quasi annusare, nemmeno avessero un odore identificativo. E sarebbe stato odore di bruciato: quel pizzicore sottile al naso, il fumo. I loro non detti li rappresentavano pienamente nel loro giocare col fuoco, e fare un passo avanti e tre indietro.

«Solo se mi farai trovare candele accese e petali sparsi ovunque.»

«Non sei mica la mia ragazza.»

«Ma è lei che sto sostituendo, stasera. Voglio lo stesso trattamento», concluse il portiere, nel passargli accanto, spalla contro spalla.

Mamoru lo seguì con gli occhi, seguì la schiena che si stringeva verso i fianchi.

Lo stesso trattamento.

…già, perché no? Quando il solo motivo per cui frequentavano delle ragazze, che mollavano alla prima occasione per poter stare tra loro, era il sesso…

«E se non l’hai già preso, porto io il dolce», aggiunse Morisaki ripescando il deodorante dall’armadietto.

Mamoru sospirò, e regalò un sorriso al soffitto. Adesso, alle mattonelle aveva poggiato l’intera schiena.

«A dire il vero, quando ho saputo che Maya non sarebbe venuta ed era sicuro che avrei chiesto a te… be’, avevo bisogno di un incentivo per convincerti...»

Yuzo si affacciò dagli armadietti con occhi che luccicavano e un sorriso smagliante. Ecco, era proprio quello che stendeva le ragazze.

«Sei andato all’Ikea e mi hai preso le girelline alla cannella?!»

Mamoru lo guardò, fece spallucce. Era così prevedibile? Si chiese mentre lo raggiungeva di nuovo e si era già infilato una t-shirt e la giacca del gakuran, lasciata aperta.

«Allora, accetti?»

«Potrei dirti di no?» sbuffò Yuzo e la scia del suo deodorante gli girò attorno come una sciarpa di seta. «Non vale, mi conosci troppo bene e sai dove colpire. Però prima passo da casa a cambiarmi: se mi aspetta una cena galante, non posso essere da meno.»

«Lo sai solo tu come fai a mangiare quella merda, comunque.»

«Non ne ho idea! Hanno la droga, dentro! Droga svedese!»

Risero e il portiere lo precedette mentre uscivano, entrambi con i borsoni caricati in spalla. Yuzo spinse di schiena la porta e l’aria frizzante di aprile scivolò tra loro e sotto i capelli ancora umidi, facendoli rabbrividire per troppi motivi.

«Non dimenticarti le candele e i petali! Tanti, tanti petali di fiore sparsi ovunque! Ah, mio cavaliere!»

Mamoru sorrise nell’osservare il modo in cui Yuzo lo prendeva in giro e si passava il borsone da una spalla all’altra. Ora gli dava le spalle e lui si rese conto di seguire da sempre il suo profumo, senza essersene mai accorto. Lo seguiva e l’avrebbe riconosciuto ovunque.

Su quella consapevolezza si fermò.

«Sei proprio sicuro che vuoi lo stesso trattamento?» …proprio lo stesso, in tutto e per tutto. Fatto di fiori, di candele, di vino, di cibo, di dolci… di sesso?

Già, perché no?

E per un attimo pensò che Yuzo non avesse capito di cosa stessero parlando. Ma poi il portiere si volse, qualche passo avanti, e aveva di nuovo lo stesso sorriso di prima: un po’ più subdolo, che forse non era identico a quello che faceva colpo sulle ragazze, ma che faceva secco lui.

«Qualcosa mi dice che non me ne pentirò… e non te ne pentirai nemmeno tu.»


 

 

Fine

 

 

 

 

Note Finali: …e ritornano i miei figlioli adorati! *-*

Quando il prompt è OTP per me è impossibile non scrivere di loro. :3 la mia OTP per eccellenza!

Riecco tornare Yuzo e Mamoru in una storiellina breve e piena di sottintesi XD

Io metto già le mani avanti, perché temo che la richiesta arriverà (conosco certe mie pollastre): NO. NIENTE SEQUEL PORNO! XD

E ora andate in pace :*

 

Che il Dio del Fanwriting sia con tutti coloro che hanno deciso di partecipare al Writober di Fanwriter.it! :3

   
 
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