Anime & Manga > Captain Tsubasa
Ricorda la storia  |      
Autore: Blackvirgo    01/10/2018    5 recensioni
In mano reggeva un biglietto con un indirizzo, una data e un orario. Nessun numero di telefono per chiedere dettagli o chiedere scusa. Solo un luogo e un tempo.
Serie 'What a Wonderful World'
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Gino Hernandez, Salvatore Gentile
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'What a Wonderful World'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Gino Hernandez rilesse il biglietto ancora una volta. Si morse il labbro, indeciso se dare un calcio alla razionalità, prepararsi e partire per l’ignoto oppure ascoltare la ragione e bruciare quel piccolo cartoncino rettangolare alla fiamma di una candela, alla stregua di un decadente eroe romantico.
Alzò gli occhi e si guardò allo specchio: aveva ventotto anni, un matrimonio fallito alle spalle e una carriera costellata da troppi infortuni per essere definita brillante. In mano reggeva un biglietto con un indirizzo, una data e un orario. Nessun numero di telefono per chiedere dettagli o chiedere scusa. Solo un luogo e un tempo.
 
Tutto era nato in nazionale, dopo due partite consecutive vinte e una qualificazione che stava perdendo i contorni sfumati del sogno per concretizzarsi in una più nitida realtà.
“Sei il capitano,” lo aveva minacciato Christian. “Non puoi tirarti indietro proprio adesso.”
Era salito sul taxi e si era lasciato portare in un locale dove i suoi compari avevano trovato ottima compagnia con cui divertirsi. Ma lui, che non era altrettanto capace di mettere la testa in folle, si era limitato a girovagare con un drink in mano, mentre il tempo veniva scandito dalla lenta e inesorabile conversione dei cubetti di ghiaccio in acqua sporca.
Era così che aveva notato Gentile intento a baciare una ragazza in abito nero, succinto. Sarebbe passato oltre se il difensore non l’avesse catturato con il suo sguardo magnetico: rimani. Pareva chiedergli. Avvicinati.
Gino si era cristallizzato, incapace di muoversi. L’aveva osservato mentre la baciava e le accarezzava la pelle nuda della schiena, quando le aveva mormorato qualcosa all’orecchio e le aveva strappato una risata. L’aveva guardata inginocchiarsi davanti a lui e non gli era servita troppa fantasia per capire cosa stesse facendo. Ma il portiere non era stato capace di staccare gli occhi dal viso del difensore.
Salvatore si era passato la lingua sulle labbra; i lineamenti si erano piegati in smorfie di puro piacere e le dita – con cui assecondava i movimenti del capo della ragazza – si erano contratte. Ma gli occhi grigi del difensore erano sempre stati piantati nei suoi finché, con un sorriso appagato, aveva abbandonato la testa all’indietro.
Gino si era allontanato velocemente, il fiato corto e il cuore al galoppo, e aveva scostato, senza tante cerimonie, tutte le persone che si erano parate tra lui e la toilette.
Aveva riempito le mani di acqua fredda e se l’era passata sul viso una, due, tre volte. Ma quando aveva alzato gli occhi allo specchio, Gentile era dietro a lui.
“Non sapevo fossi un voyeur,” lo aveva canzonato con un mezzo sorriso e l’ironia di chi aveva sempre tutto sotto controllo. Che fosse un avversario o un compagno poco importava.
Gino aveva pregato il suo cuore di rallentare nel petto per cambiare il verso della circolazione e mandare il sangue al cervello. Aveva afferrato con le mani i bordi del lavandino e preso un lungo respiro: “Io non stavo…”
“Avresti preferito essere lei?” Gentile si era avvicinato con il passo elegante e predatore del ghepardo; a Gino era sceso un brivido lungo la schiena quando aveva sentito le sue parole sul collo. “O essere me?”
Il portiere era rimasto di sale. Gentile gli aveva accarezzato con i polpastrelli la base del collo, lì dove i capelli terminavano con una v, per poi risalire lungo la nuca. Hernandez aveva sentito una scarica elettrica lungo ogni dannata terminazione nervosa del corpo.
“Dammi una sera,” aveva mormorato il difensore
“Per cosa?”
“Per scoparti come si deve.” Il sorriso si era allargato, i denti bianchi ben visibili sotto le labbra tirate.
“Romantico, non c’è che dire.”
“Non esco mai con nessuno che non sia bravo a letto.” Salvatore aveva cercato i suoi occhi nello specchio. Grigio nell’azzurro. “A te, però, potrei concedere anche una cena.”
“È una lusinga?”
 
La risposta era stata quel biglietto che ora teneva fra le dita.
Al diavolo, si disse. Non sarà l’ennesimo fallimento ad ammazzarmi.
 
 
Black-notes:
  • E sono cascata pure io nel Writober di Fanwriter.it…
  • Questa storia nella mia testa è una long, ma dato che il tempo è tiranno e non so se e quando troverò il tempo di scriverla, per ora si ferma qui. Vedremo, non poniamo limiti alla provvidenza!
  • Per chi conosce la mia serie Anteros (These are the days of our lives e I was born to love you), questa non ne fa parte. Avevo voglia di scrivere di loro più adulti, con l’adolescenza alle spalle e problemi diversi da affrontare. La caratterizzazione diversa è legata a un background diverso, tuttavia – semmai deciderò di proseguire questa linea temporale – probabilmente alcuni OC noti faranno qualche comparsata.
  • Un ringraziamento a tutti i lettor*!
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: Blackvirgo