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Autore: lawlietismine    02/10/2018    2 recensioni
{ Klance – 777 parole – Hogwarts!AU scritta per il writober organizzato da Fanwriter.it }
È una sensazione fantastica, quella di poter raggiungere le nuvole. Di poterle toccare. Di potercisi abbandonare.
È liberatorio.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kogane Keith, McClain Lance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi purtroppo non mi appartengono 
e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Ehilàà! 
Dovrei aggiornare la long (una delle tante) invece che partecipare al writober. I know. Invece eccomi qui con la seconda roba schif che mi è uscita per la sfida. Eh vbb ormai l'ho scritta quindi la pubblico. L'unica consolazione è che mi sta per arrivare la parrucca per la versione fem del cosplay di Lance (una delle tante versioni del mio bimbo che devo preparare) e quindi niente, I'm happy. 
Spero che vi piaccia (?) Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va!
Alla prossima, 
Lawlietismine 


- Potete trovarmi su twitter per qualsiasi cosa
- Scusate, ho riletto solo una volta e velocemente, quindi spero non ci siano errori.



 

Clouds



 

Keith è sempre stato veloce.

La sensazione del vento tra i capelli l'ha sempre adorata, è la sua preferita in assoluto. Le mani strette al manico di scopa, lo sguardo fisso davanti a sé come se avesse un unico obiettivo nella vita. I pensieri inutili e assordanti abbandonati alle spalle, direttamente a terra, mentre lui sfreccia repentino senza ostacoli a trattenerlo. Sempre più in alto, come a volersi lasciare il mondo intero alle spalle.

È una sensazione fantastica, quella di poter raggiungere le nuvole. Di poterle toccare. Di potercisi abbandonare.

È liberatorio.

È il suo angolo di pace.
 

*

 

Poi arriva Lance nella sua vita.

E allora, a sferzare l'aria come frecce, a questo punto sono in due.

 

*

 

Lance è una sfida. Una di quelle elettrizzanti e piacevoli.

I due Grifondoro si rincorrono, si tagliano la strada, si spintonano. L'eco delle loro risate per un po' li insegue come a volersi trattenere il più a lungo possibile, prima di svanire definitivamente, portato via dal vento. Sono come due bambini ingenui e vivaci che giocano per strada. Come se non ci fosse nessuna preoccupazione capace di raggiungerli così in alto nel cielo.

Quella che è iniziata come una rivalità –offese sbottate in modo stizzito per colpire nel punto giusto con parole pungenti, volti solo a una mera distanza ed espressioni deformate dalla furia, sguardi arrabbiati fissi l'uno nell'altro– è tramutata lentamente in qualcosa di più, qualcosa di profondo e tanto radicato in loro da divenire ormai indistruttibile. Anche indispensabile.

Hanno impiegato del tempo per arrivare dove sono adesso. Non è stato semplice. Ma Keith, soffermandosi anche solo un istante a guardarsi indietro, non cambierebbe niente del loro percorso.

 

*

 

Se ne stanno sdraiati malamente sulla riva del Lago Nero, esausti. I respiri ansanti, le guance arrossate per il freddo tanto quanto per l'affanno, i manici di scopa abbandonati al loro fianco.

Il sole risplende nel cielo in modo un po' accecante, lontano all'orizzonte. Sta per calare il tramonto: le luci rossastre, quasi scarlatte, riflettono sullo specchio d'acqua fino a creare un panorama da togliere il fiato e i due ragazzi sembrano farne parte, come fossero uno dei numerosi dettagli di quel quadro surreale.

“Ho vinto– io– anche stavolta–” ansima Keith a fatica, una mano poggiata sul petto che si alza e abbassa freneticamente, la fronte imperlata di sudore, i capelli corvini totalmente scombinati.

Lance si volta a guardarlo con uno scatto repentino, trovando in quelle assurde parole la forza necessaria per tirarsi su almeno sui gomiti. “Ti piacerebbe!” Sbotta in risposta, esterrefatto per l'incredibile coraggio trovato dall'altro anche solo per poterla pensare una cosa del genere. “Ti ho stracciato!

Keith gli rivolge un sorrisetto derisorio, apparentemente senza il desiderio di ribattere, prima di tornare a guardare il cielo tempestato di colori.

“Credici” sbuffa poi però, ironicamente. E il verso strozzato che emette Lance di conseguenza basta a esprimere quanto sia indignato, il suo orgoglio ferito lo porterebbe a sfidarlo lì sul momento pur di dimostrare il contrario.

In qualsiasi altro momento lo farebbe. In qualsiasi altro momento, Lance si alzerebbe in piedi, prenderebbe di nuovo in mano la propria Nimbus nonostante i muscoli doloranti e lo sfiderebbe ancora.

Ma qualcosa gli impedisce di muoversi.

Le labbra di Keith sono piegate in un leggero sorriso, né sarcastico né derisorio, solo pacato, sereno. Come se non se ne rendesse nemmeno conto di stare sorridendo. Un braccio è piegato dietro la testa a mo' di cuscino, l'altro se ne sta ancora sul petto: sotto il palmo è percepibile il battito che rallenta sempre più, fino a stabilizzarsi pian piano, come fosse una melodia. Gli occhi sono fissi in alto, verso le nuvole macchiate d'arancio, le stesse in cui solo poco prima si stavano rincorrendo in un gioco segreto. Le iridi grige sono velate da un sentimento che pare affetto, un sentimento tanto sincero ed evidente che colpisce Lance dritto al cuore. Sembra quasi che nel guardarle, a Keith tornino in mente bei ricordi.

Ricordi di loro due, insieme, sospesi in aria come se nient'altro importasse, come se quello fosse il loro rifugio.

Lance gli si avvicina senza neanche accorgersene, il suo corpo si muove da solo sull'erba umida come alla ricerca di ciò che lo completa, attirato da quella figura tanto eterea sdraiata poco distante. E poi si sporge su di lui, attira la sua attenzione, la riporta bramoso su di sé e finalmente lo bacia.

Keith non ci mette un istante in più a ricambiare.

 

Le nuvole chiare e i ricordi piacevoli che esse racchiudono per adesso vengono lasciati momentaneamente da parte, così da assaporare il presente. Hanno tutto il tempo del mondo per crearne di nuovi.

  
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