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Autore: Will P    02/10/2018    1 recensioni
"Sicuro di non voler venire qui sul divano a riposare un pochino?"
"Dormirò quando sarò morto," sbotta Aizawa, stizzito e con il naso chiuso, e chiaramente in pieno delirio.
[sick!fic Erasermight]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: All Might, Shōta Aizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Non so neanche perché continuo a mettere i disclaimer, c'è qualcuno che ha aperto la storia pensando che BNHA sia mio?
Avvertimenti: fluff, sick!Aizawa, more fluff.
Note: Day #1 dell'inktober e posto già in ritardo, yay! I prompt sono invito (ma anche OTP) dal Writober @ fanwriter.it & controllo dal thINKtober @ landedifandom, per cui vi beccate anche una foto della mia splendida grafia. In realtà sono già stata messa KO dal primo raffreddore stagionale, così mi sono consolata col solito metodo: facendo star male i miei personaggi preferiti.



Il miglior rimedio per l’influenza



***

Aizawa è a metà della seconda scatola di fazzoletti e non sembra intenzionato a fermarsi.

Toshinori sarebbe anche colpito, se la situazione non fosse così ridicola.

"Sicuro di non voler venire qui sul divano a riposare un pochino?"

"Dormirò quando sarò morto," sbotta Aizawa, stizzito e con il naso chiuso, e chiaramente in pieno delirio. Qualche ora fa non aveva la febbre, ma potrebbe essergli salita nel frattempo; è difficile capirlo da sotto il piumone che si è stretto addosso fino alla testa.

Toshinori sospira, arrendendosi e chiudendo il libro che stava fissando da un’ora senza grandi risultati. Non è che la sinfonia di starnuti, soffiate di naso e colpi di tosse lo disturbi più di tanto, è che è difficile concentrarsi quando gli prudono le mani dalla voglia di trascinare Aizawa a letto con la forza.

Assolutamente tipico da parte sua insistere a lavorare nell’unico giorno in cui avrebbe tutto il diritto di non mettere un dito fuori dalle coperte.

Quella mattina era emerso dalla loro camera come uno spettro, gli occhi ancor più iniettati di sangue del solito e una mascherina a coprirgli metà del viso, e anziché mettersi buono a riposare come qualsiasi poveraccio che si svegli ammalato nel suo giorno libero, si era trascinato fino alla sua scrivania e si era messo a correggere i compiti e accumulare fazzoletti usati.

In un primo momento Toshinori aveva persino pensato che fosse uno scherzo, per poi realizzare con crescente orrore che no, Aizawa fa sempre sul serio.

E a nulla sono valsi i suoi inviti a fare una pausa, un pisolino, un aerosol. A nulla è valso ricordargli che lui è il primo a rimproverare gli altri quando vogliono andare al lavoro con qualcosa di rotto, perché non sto andando da nessuna parte, non dire sciocchezze.

In effetti non l'ha visto muovere un muscolo. Dev'essersi alzato almeno qualche volta, perché il mucchio di coperte che ha addosso è aumentato regolarmente nel corso della mattina, ma sempre quando Toshinori guardava da un’altra parte.

Probabilmente per paura che gli nascondesse il computer e tutte le penne.

"Davvero non posso darti una mano con - ?"

"È tutto sotto controllo. Mi faresti solo perdere tempo."

Ouch.

(È vero, ma non è divertente sentirselo dire.)

Parlare con un Aizawa in queste condizioni è inutile, perciò Toshinori si ritira in cucina a preparare il tè e a non prendere a testate l'anta più alta della credenza, nonostante ne abbia tantissima voglia.

Per essere una persona così logica, riesce davvero a impuntarsi sulle cose più irrazionali.

Quando il tè è pronto - verde per lui, una miscela diabolica di tè, miele, spezie, zenzero tritato e chissà cos'altro per Aizawa, secondo una ricetta che Gran Torino giura essere un toccasana per ogni malanno - e la voglia di soffocare Aizawa con il suo stesso piumone è passata, torna in salotto. Appoggia il proprio tè vicino al divano, lontano da starnuti volanti, poi si avvicina cautamente alla scrivania.

Aizawa è un disastro.

È sempre pallido e arruffato, ma ora sembra letteralmente uno straccio. Gli occhi lucidi, le ciocche di capelli appiccicate alla fronte sudata, la mascherina che si ostina a portare per non contagiarlo - ogni dettaglio va a creare un quadro piuttosto allarmante. Quando Aizawa alza lo sguardo su di lui, confuso e un pochino appannato, il bisogno di stringerlo e proteggerlo è così forte da togliergli il fiato.

Siccome sa che il gesto non sarebbe apprezzato, si limita a un sorriso forse un po’ melenso.

Aizawa resta giusto qualche secondo imbambolato a guardarlo, poi sbatte lentamente le palpebre e la metà di viso ancora visibile si rabbuia.

"All Might," dice. Viene fuori come All Bight. Toshinori cerca di frenare una risata, ma Aizawa lo vede comunque e alza gli occhi al cielo. "Yagi," riprova, e Toshinori si trova a mordersi le labbra per tutto un altro motivo. "Vattene prima che ti attacchi qualcosa."

"Ti ho preparato il tè," dice, a mo’ di scusa, poggiando la tazza in cima alla pila di libri dall'aria più stabile. È inutile ripetergli per l'ennesima volta che non ha mai preso un raffreddore in vita sua e che il suo sistema immunitario è l'unica cosa che funzioni ancora alla perfezione nel suo corpo, persino ora - se non l’ha ascoltato le prime mille volte, non gli darà retta nemmeno ora.

Aizawa tira su con il naso e gracchia un piccolo grazie, tirando fuori un braccio dal bozzolo di coperte per agguantare la tazza e stringersela al petto. Toshinori gli offre un sorriso brillante e poi si abbassa, ignorando le proteste su germi e sudore e chissà cos'altro è troppo vicino.

Quando gli bacia la fronte, la pelle sotto le sue labbra scotta.

Non troppo, niente di grave, ma più di quanto sarebbe normale con un semplice raffreddore.

Aizawa, deciso ormai a guadagnarsi il premio da peggior paziente del mondo, cerca di allontanarsi dondolandosi sulla sedia. "Vai via," insiste, dandogli una gomitata che, da sotto un palmo di coperte, perde molta della sua efficacia.

"Cerca di non stancarti troppo."

"Posso andare avanti tutto il pomeriggio."

Toshinori annuisce, poi torna al suo libro abbandonato sul divano.

Gli dà altri dieci minuti prima di addormentarsi a faccia avanti sopra il computer.

Almeno a quel punto potrà portarlo di peso a letto senza tante proteste.




Note: Il miglior rimedio per l'influenza è L'AMORE lavorare fino a stramazzare sul posto e poi sperare che qualcuno ti metta a letto e ti versi una manciata di tachipirina in bocca. (E quello è amore.)

   
 
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