Era una deliziosa giornata di sole, dalla fresca brezza che scuoteva le chiome degli alberi e dai fini raggi brillanti che tracciavano i loro spiragli tra il verde delle foglie.
Un uomo sfuggente come l'acqua camminava con le mani in tasca, alzando lo sguardo verso l'azzurro del cielo che, secondo il suo modesto parere, splendeva sin troppo di una felicità fittizia e bugiarda.
Quell'uomo camminò a lungo.
Quando si fermò, vi era una tomba. Lì, vicino la punta delle sue scarpe.
Un sorriso amaro curvò le sue labbra, una delle poche emozioni in cui l'acqua aveva imparato a plasmarsi senza mentire: la sofferenza mai dimenticata, la crudele ironia del destino.
Ginocchia rivestite da tessuto bianco toccarono il terreno, mentre due braccia avvolte da bende caddero penzoloni per dei minuti.
«Ciao, Odasaku.» Furono le prime parole che uscirono dalla sua bocca. «Da quanto tempo, vero?
Mi dispiace non aver potuto farti visita prima ma... per quanto può valere, sono tante le cose che potrei raccontarti.
Ricordi l'Agenzia dei Detective Armati? Te ne avevo già parlato tempo fa. Adesso vi sono volti nuovi, come quello della giovane Kyouka che come me prima era nella Port Mafia, oppure Atsushi.
Ecco, su di lui credo di dovermi fermare più a lungo. Sono stato io a portarlo all'agenzia.
...Immagino che sarebbe stato ciò che avresti fatto tu, d'altronde. Era un orfano che cercava il suo posto nel mondo, era disperato, confuso. Non che me ne importasse molto ma so che sarebbe importato a te. Tu lo avresti salvato, lo avresti guidato e protetto. E forse, in parte, anche io ho capito qualcosa, qualcosa in più su come funzionava il tuo cuore. E' stato solo per un attimo, sai, un secondo inacciuffabile... ma ho sentito un barlume di letizia nel veder parlare quel ragazzo con affetto nei riguardi della sua nuova casa e gli occhi pieni di determinazione.
Dici che ho fatto la cosa giusta? Beh, mi fido del tuo parere, Odasaku. Se è qualcosa che avresti fatto tu allora è sicuramente la cosa giusta. Lo era sempre...
...Uh, ho anche...rimediato, per così dire, al mio passato con il giovane Akutagawa. Ho compreso che era colpa mia  se stava impazzendo rischiando di autodistruggersi.
No, non dirmelo. So che detesti cosa gli ho fatto, che non hai mai approvato un simile comportamento. Ma io non sono te. Non potrei mai esserlo.
Tutto ciò che posso fare è farmi carico dei tuoi ultimi voleri e percorrere la via che secondo te era giusta per me. Anche se non la capisco gran parte delle volte; anche se mi sento alienato da tutto il resto.
...Dicevo. Ad Akutagawa ho detto ciò che ha sempre voluto che io dicessi. Che non era altro che la verità, in fin dei conti. Ha un'abilità incredibile e nonostante la sua giovane età è molto intelligente e in gamba. Farà grandi cose nella Port Mafia e ne farà altrettante con Atsushi. Sono un po' i miei discepoli, dopotutto. Sono una mia responsabilità.
Tuttavia mi chiedo perché credevi così tanto in me. Sapevi che eri l'unica cosa ad avere senso nella mia esistenza, l'unica cosa buona. Eri l'unico amico che avessi e che ero stato in grado di riconoscere ed apprezzare come tale. Perché se io sono sempre stato lontano dal concetto di umanità...tu ne eri la sua più profonda essenza. Eri tutto ciò che non capivo e a cui tenevo.
E tu, proprio tu che mi eri così opposto,e forse proprio per questa tua caratteristica ci sei arrivato, sapevi meglio di me che tutto ciò che cercavo al di là della dolce morte era uno scopo. Io non lo avevo mai capito, tu sì. Volevo avere anch'io, in un qualche malato modo, il diritto di vivere; così come lo cercavano disperatamente Atsushi e Akutagawa.
Ero e sono un'esistenza vuota che va colmata con qualcosa e poco importa se nel bene o nel male. Ma il bene lo hai scelto tu per me. Forse perché hai visto che il male non mi stava portando a niente, anzi stava solo aumentando l'oscurità sia dentro che all'infuori di me?
Ah! Com'è strano pensare che tu mi conoscessi così tanto mentre io di te non avevo mai capito nulla per davvero. Tutt'ora di quelle emozioni che sentivi tu io non ne percepisco che offuscati sentori. Io, semplicemente, non capisco. Sono come in una bolla, laddove non sento quasi niente.
Però, nonostante questo, adesso ho un obiettivo da seguire e per questo non posso ancora raggiungerti. Vorrei farlo, vorrei morire anche in questo preciso momento. Mi reggo in piedi solo in nome della promessa che ti feci e per quella cosa che credo si chiami senso del dovere.
Chuuya dipende da me, così Atsushi e l'esito di questa storia. Chuuya...sì anche lui. Alla fine, anche se non lo saprà mai, ho riconosciuto anche lui come...amico, quantomeno. Dici che anche lui rientra tra coloro con cui ho sbagliato più di una volta? Sì, Odasaku, hai ragione. L'ho capito, in parte, ma tante altre cose continuano a sfuggirmi.
Ora non ridere. Sai meglio di me che sono una causa disperata. Colpa tua che hai preferito andartene prima di me. Razza di stupido, sarei stato più felice io nella morte. Tu avevi ancora così tanti progetti, così tanti sogni e speranze. Non ti perdonerò mai per avermi lasciato da solo. Avremmo potuto andarcene entrambi dalla Port Mafia, Atsushi lo avresti salvato tu e il tuo libro sarebbe stato sulle vetrine di tutte le librerie.
Invece devo vedermela da solo con i miei peccati incompresi, con le colpe da redimere, i doveri da seguire. Un doloroso, lungo, estenuante processo di espiazione. Ma posso davvero espiare le mie colpe, io? E' possibile? E perché dovrei farlo?
Odasaku. In ogni caso, credo che non manchi poi così tanto alla mia fine. Quando non avrò più una parte in questo spettacolo, allora andrò a via. E' il finale perfetto per la tragedia perfetta.
Quando il demone portato sulla retta via cesserà la sua utilità, allora gli sarà concesso far ritorno nel regno dei morti.»
 
In quel momento Atsushi apparve alle sue spalle, totalmente ignaro delle sue parole. Dazai non lo guardò ma la sua mente elaborò altri due concetti.
Pensò che il passato sarebbe stato cancellato proprio quando i suoi discepoli fossero diventati autonomi e forti abbastanza. Focalizzò le loro immagini, li vide con gli occhi proiettati verso il futuro. Ma vide anche l'Agenzia, vide la Port Mafia, vide Chuuya.
Ma in quel futuro, lui non c'era.
 
Il demone non deve solo percorrere un processo di espiazione ma anche scontare una colpa, la seconda condizione da esaudire.
Quando il demone si sentirà irrimediabilmente legato a quelle esistenze umane che mai aveva compreso, in quel momento porrà lui stesso fine alla sua vita.


ANGOLO DELL'AUTRICE.

La mia seconda fanfic su Bungou Stray Dogs e la sfida per eccellenza. Questo è quel che ne è uscito del mio quarto giorno di WRITEOBER. 
La tematica era rating verde, io ho cercato di sfidarmi ulteriormente scrivendo di un personaggio incredibilmente complesso, tra l'altro in prima persona per la maggior parte.
Spero di esser riuscita a produrre qualcosa di quantomeno accettabile, in caso mi scuso con voi lettori e con Dazai, personaggio che personalmente amo moltissimo.