Salve a
tutti. in questi giorni mi è venuta in mente questa storiella. Forse è un po’ assurda…tanto per cambiare.
È
divisa in tre capitoli che aggiornerò, connessione internet permettendo, domani e martedì.
Spero
che vi possa piacere.
Buona
lettura ^^
Ad ognuno il suo Naruto
Nel mondo ninja se ne vedono di tutti
i colori, ma mai avrei creduto di poter vivere tutto questo.
La giornata cominciò come al solito.
Mi svegliai e dopo essermi preparata, uscii di casa per recarmi al lavoro, dove
però non arrivai.
Quella mattina un uccello mi si
avvicinò e mi consegnò un messaggio da
parte dell’Hokage.
Dovevo recarmi da lei.
Non persi nemmeno un attimo.
Probabilmente aveva un nuovo compito da affidarmi.
Quando giunsi a destinazione, trovai
all’interno dell’ufficio della mia maestra, il mio compagno di squadra Naruto.
Non fui tanto sorpresa di vederlo già
li dentro.
La notizia di una probabile nuova
missione, lo aveva buttato giù dal letto per avere maggiori informazioni su
cosa gli aspettava. Ma dovevamo essere tutti presenti per venite a conoscenza
dei particolari.
Mancava solo uno di noi all’appello: Kakashi.
Ci saremmo meravigliati del
contrario, ma quella volta stava esagerando.
Addirittura dall’hokage
si faceva attendere?
Dopo l’ennesimo insulto al nostro maestro
da parte di Tsunade, qualcosa accadde.
Qualcosa di assolutamente
inaspettato.
Al centro della stanza un bagliore ci
accecò e quando potemmo nuovamente aprire gli occhi, davanti a noi apparve un
uomo di bell’aspetto, biondo e molto alto, con un bambino in fasce tra le
braccia.
L’uomo sembrava messo male, tanto che
da un momento all’altro sarebbe caduto a terra.
Infatti fu quello che accadde.
Per fortuna ebbi l’istinto di
togliere il piccolo di mano all’uomo, affichè
evitasse una brutta caduta.
Il piccolo piangeva disperatamente e
cercai di cullarlo un po’ per farlo calmare. Sembrava avere solo poche ore di
vita.
Mentre io mi occupavo del piccolo, la
mia maestra controllava le condizioni dell’uomo.
Naruto invece rimase fermo, come
paralizzato.
Lo guardai. Vidi che era diventato
pallido.
Cercai di chiamarlo, ma non feci in
tempo che lo vidi uscire dalla stanza di corsa.
Non capii cosa gli fosse preso.
Sembrava quasi conoscere quell’uomo apparso dal nulla.
Infondo anche a me non sembrava una
faccia nuova, ma mi resi conto che non potevo conoscerlo quando Tsunade lo chiamò per nome.
Sussultai. Non era possibile.
Quell’uomo steso a terra era Yondaime, l’hokage morto da 17 anni per salvare il villaggio.
Non riuscivo a capire da dove
sbucasse fuori, se fosse stato uno zombie o se alla fine la sua morte era solo
stata una menzogna.
Continuavo a stringere il bambino,
che non si era ancora calmato. Lo fissai
a lungo. Mi ricordava qualcuno, ma non riuscivo a collegarlo a nessuno
al momento eppure era così semplice. Ma la mia testa era affollata da mille
pensieri.
Sentii la porta aprirsi e entrare Kakashi, il quale rimase sconvolto alla scena che gli si
presentò davanti.
“Cosa sta succedendo? Yondaime?”
Tsunade a grandi linee raccontò cosa era
accaduto al nuovo arrivato.
Sembrava essersi arresa dal voler
curare quell’uomo.
Mi stupii di quel gesto.
Kakashi le chiese se c’era una speranza per
lui di sopravvivere, ma sentii la mia maestra dire qualcosa a proposito del
sigillo del diavolo, la tecnica che aveva usato il quarto per sigillare la
volpe a nove code. A quanto pare quella tecnica non lasciava nessuna speranza
di salvezza a chi la usava e quindi Yondaime aveva i
minuti contati.
Lentamente si spense, ma prima di
emettere il suo ultimo respiro, ci implorò di occuparci di suo figlio e di non
rimandarlo nel suo tempo perché lo avrebbero ucciso.
Un altro tempo? significava dunque
che il bambino che stringevo fra le braccia veniva dal passato?
Si sarebbe spiegato il fatto di
vedere Yondaime ancora vivo, anche se non la sua
inaspettata apparizione tra noi.
Yondaime scomparve.
Probabilmente il suo corpo era
ritornato nella sua epoca, ma ora cosa dovevamo fare con suo figlio? Un figlio
che non sapevo avesse avuto.
Forse anche il nostro Yondaime aveva portato suo figlio nel futuro, in modo da
proteggerlo da chissà quale minaccia. Forse era per questo che non avevo mai
sentito parlare del figlio del quarto. Se fosse stato tra noi, sarebbe stato
famoso. Insomma era figlio di un eroe…di certo non
poteva passare inosservato.
In quel momento mi girai e vidi con
la coda dell’occhio Naruto.
Era rientrato nella stanza. Aveva gli
occhi lucidi, come se avesse pianto.
Cosa gli stava succedendo?
“è…è
morto?” chiese con la voce tremante.
Tsunade annuì.
“Perché te ne sei andato?” gli
chiesi, senza fargli pressione. Se si era comportato in quel modo, un motivo
valido ci doveva essere. Non era dal mio compagno di squadra scappare davanti a
una persona in difficoltà.
“Non volevo vederlo morire.
Preferisco conservare il ricordo che ho di lui che mi sorride!” disse chiudendo
gli occhi e accennando a un sorriso. Credo che in quel momento stesse pensando
al Yondaime che voleva tanto ricordare.
Una domanda mi sorse nella mente.
Quando mai aveva incontrato Yondaime?
“Naruto…tu
sai chi era Yondaime?” chiese sorpreso Kakashi.
Naruto anuuì e
spiegò che durante la lotta con Pain, il quarto gli
era apparso nella mente e che gli aveva rivelato una verità a cui loro
avrebbero dovuto metterlo al corrente un po’ di tempo fa.
Inutile dire che non capivo il senso
dei loro discorsi.
Io intanto avevo le mani stanche a
furia di cullare il piccolo, che non sembrava volersi calmare.
Naruto mi si avvicinò e guardò il bimbo.
Ora che erano vicini…mi
accorsi che erano due gocce d’acqua.
Gli stessi occhi, capelli e segni
sulle braccia.
Sussultai.
“Non è possibile!”
Naruto mi sorrise accorgendosi che
cominciavo a capire. Mi prese il piccolo fra le braccia e provò a calmarlo lui
stesso.
“questo bambino sei tu?” chiesi
ancora incredula. Quindi facendo un ragionamento, Yondaime
era suo padre.
Lo guadai stupita come se fosse un
alieno.
Ora capivo il motivo del suo
comportamento. Non voleva perdere suo padre di nuovo.
La testa cominciò ad affollarsi di
pensieri, ma mi risvegliai, quando mi accorsi che il piccolo aveva smesso di
strillare.
“E bravo Naruto,
ci sai fare con i bambini!” disse Tsunade sorridendo.
“Basta capire il motivo per cui
piangono!” disse continuando a massaggiare il pancino del bimbo.
Gli chiesi cosa aveva e come aveva
fatto a capire la ragione per cui piangesse tanto.
“in fin dei conti sono sempre io con
qualche annetto in meno e poi guarda…”
Naruto scoprì la pancia del bambino, il
quale era ricoperto solo da un panno leggero, e vidi il sigillo.
L’avevo già visto sulla pancia di Naruto quando eravamo andati a pescare insieme, anche se
non fu visibile finchè non fece ricorso al chakra.
Era identico, solo un po’ più piccolo
e inoltre lampeggiava dal nero al rosso.
“Se Yondaime
è appena morto, vuol dire che gli è appena stata sigillata la volpe a nove code
dentro al corpo e credetemi, non è una passeggiata! Chi ricorre alla tecnica
del sigillo, perde la vita, ma non è indolore per la persona su cui viene
compiuta. Quando mio padre dovette rifarmi il sigillo qualche tempo fa, a causa
della liberazione quasi completa di Kyuubi, provai
una forte fitta allo stomaco che mi durò per qualche minuto e dovete tenere
conto che io sono abituato al chakra del Kyuubi. Provate a pensare cosa sta passando lui. è appena
nato e oltre ad aver perso i genitori, e credo che in qualche modo ne sia
cosciente, gli è appena stato inflitto questo sigillo dove ora il suo chakra e quello di Kyuubi stanno
combattendo per avere il controllo del corpo!”
Rimasi shoccata dalle parole di Naruto.
Sembrava ricordarsi quel giorno alla
perfezione e sapeva tutto quello che gli era accaduto quando era piccolo. Mi
chiedevo come facesse a sapere cosa aveva dovuto passare, dato che era solo un
neonato.
“non mi ricordo niente di quel
giorno, Sakura-chan, il fatto è che queste cose le
continuo a vivere tutti i giorni sulla mia pelle. Il chakra
mio e quello di kyuubi non si sono ancora
stabilizzati e lottano ancora per avere il primo posto sul controllo del mio
corpo. Per questo appena perdo la pazienza, rischio di perdere la ragione. Se
il mio chakra avesse vinto su quello di kyuubi, anche con la rabbia ai massimi livelli, non dovrei
assumere nessun aspetto volpesco e, al contrario, se
il chakra di kyuubi avesse
avuto la meglio sul mio chakra, a quest’ora Konoha sarebbe rasa al suolo”
Ci spiegò.
Kakashi e Tsunade
sussultarono. A quanto pare non sapevano di questo aspetto di Naruto.
Dato la nascita di questo imprevisto,
Tsunade non ci assegnò la missione che ci aspettava.
Ne fui sollevata, non volevo proprio
andarci.
L’hokage
prese il bambino e lo portò in ospedale, seguita da tutto il nostro gruppo.
Dato quello che aveva appena passato
il piccolo, doveva essere sottoposto a controllo, anche se sapevamo che sarebbe
arrivato ad almeno 17 anni.
La visita fu abbastanza veloce.
Il piccolo stava bene e dopo aver
bevuto il suo latte, tutto di un fiato, si addormentò nella stanzetta in cui era stato sistemato.
Era davvero un amore, ma mi trattenni
dal dirlo a Naruto.
Rimasi a osservarlo per diverso
tempo, mentre il mio compagno si era andato a sedere vicino alla culla.
Sembrava quasi che si volesse tenere
d’occhio.
“Tsunade-sama,
perché Yondaime ha detto che vogliono uccidere il
piccolo?” le chiesi curiosa.
Tsunade sospirò “Tu sai che Naruto è sempre stato odiato da tutto il villaggio. è stata
solo una fortuna che non sia morto per qualche strano incidente non del tutto
casuale. Gli abitanti del villaggio non volevano proprio accettare che il
bambino, con al suo interno il demone che distrusse il paese, vivesse a loro
stretto contatto. Ci furono varie richieste al terzo hokage
di eliminare Naruto. Queste richieste giunsero alle
orecchie di Yondaime, il quale non morì subito dopo
aver attuato la tecnica del sigillo, ma dopo qualche ora. La sua richiesta che Naruto fosse trattato come un eroe non venne accolta e a
quanto pare suo padre ha compiuto l’ultimo gesto disperato per mettere in salvo
il piccolo!”
Mi girai verso Naruto,
il quale aveva il volto coperto dalle mani.
“Sapevo che mi odiavano tanto.
Ricordo ancora i loro sguardi di ghiaccio, ma non pensavo che avessero
addirittura cercato di uccidermi!”
Tsunade gli si avvicinò e gli mise una mano
sulla spalla che portò Naruto ad alzare lo sguardo
verso di lei.
“Non rivangare il passato. Pensa che
ora non è più così. Sei riuscito a guadagnarti il rispetto di tutti!” disse.
Naruto sorrise lievemente “si, ci sono
riuscito!”
La sera Naruto
non volle lasciare il se stesso neonato da solo e chiese il permesso a Tsunade di rimanere con lui. La mia maestra acconsenti e
diede anche a me il permesso di rimanere quando gli chiesi la stessa cosa.
“Sakura? Cosa ci fai ancora in
ospedale?è tardi!” mi disse il mio compagno.
“ho deciso di restare qui! Ti servirà
una mano con lui no?” gli dissi e non
sembrò smentire la mia domanda.
Ci fu a lungo silenzio.
Naruto sembrava assorto in chissà quali
pensieri.
“Naruto?
che intenzioni hai con il piccolo se dovesse rimanere qui?”gli chiesi.
Il mio compagno mi guardò senza darmi
una risposta e dopo aver guardato il bimbo sospirò.
“Credo che…me
ne prenderò cura io!”
Mi sorpresi per quella risposta. Di
tutte le soluzioni che poteva trovare, di certo non mi aspettavo niente del
genere.
“Ma Naruto,
crescere un bambino non è cosa da poco! Come saprai prenderti cura di lui?”
chiesi
“in qualche modo farò, praticamente
mi sono cresciuto da solo già una volta, posso riuscirci di nuovo…almeno
questa volta non sarò veramente lasciato in balia di me stesso!” disse
abbassando la testa.
Che stupida che ero. Era logico che
avesse paura che quel bambino, così dolce che ora stingeva i pugnetti e che dormiva tranquillamente, fosse destinato ad avere la sua stessa
esistenza.
Non voleva che ciò accadesse e potevo
leggere nei suoi occhi, che niente avrebbe potuto destarlo dal suo proposito.
La mattina arrivò presto…troppo
in fretta dato che il piccolo Naruto quella notte si
era svegliato come minimo 5 volte per un motivo o per l’altro.
Sia io che Naruto
avevamo due occhiaie devastanti sul viso.
Quanto avremmo voluto farci una bella
dormita.
“Sakura-chan,
ricordami che non vorrò mai avere figli!” mi disse.
“Te lo ricorderò se tu lo ricorderai
a me” gli risposi.
Sorridemmo. Era bastata una sola
notte per metterci ko, ma come avevano fatto i nostri…cioè
i miei genitori?
Finalmente il piccolo si era
addormentato e ne approfittai per riposare un po’, cosa che però non mi fu
concessa.
Improvvisamente si aprii la porta da dove
entrò qualcuno non riconoscibile. Aveva il viso ricoperto da una montagna di
pannolini.
“Ma a chi servono tutti questi così?
Accidenti a Tsunade, avevo altro da fare che
sballottare pannolini da una parte all’altra!” disse la persona.
Riconobbi la voce, era la mia amica Ino.
“E voi due che ci fate qui?” disse a
voce alta tanto da far svegliare nuovamente Naruto,
il quale simise ad urlare.
“Fantastico, si era appena
addormentato!” si lamentò il mio compagno.
Ino si avvicinò alla culla e rimase
subito colpita dalla simpatia e dalla tenerezza del piccolo, tanto che volle
prenderlo in braccio.
Poi si rivolse a me guardandomi di
sottecchi.
“I miei complimenti Sakura. Sei in
forma per aver appena avuto un bambino. E tu Naruto…furbacchione!”
Io e il mio compagno arrossimmo di
botto.
“M-ma che dici…mica è nostro figlio!” disse scuotendo e braccia.
“Oh Naruto…sei
troppo buffo! Stavo scherzando! Comunque chi è questo bambino? Come ti chiami
piccino?” chiese direttamente al piccolo.
“Il suo nome è Naruto!”
le dissi
Ino mi guardò sorpresa “Ok che vi
somigliate molto, stessi occhi, capelli e segni sulle guancia, ma cosa ha fatto
di male per meritarsi lo stesso tuo nome?” chiese a Naruto,
il quale sbuffò.
Presi un po’ di coraggio e gli
raccontai i fatti accaduti. Feci fatica a convincerla che il bimbo che teneva
fra le mani era il nostro compagno, ma una volta visto il sigillo, anche lei
dovette accettare l’idea.
“è incredibile!” disse per poi
annusare l’aria “c-cos’è questa puzza?”
Il piccolo aveva bisogno di essere
cambiato.
Ino si avvicino al fasciatoio, ma Naruto gli prese il bambino.
“Ehi, fai piano! Non sai essere
delicato nemmeno con te stesso?”
“Naruto
cos’hai?” gli chiesi.
Esso aveva il volto rosso per
l’imbarazzo “Non avrete intenzione di cambiarlo voi due!”
“Siamo capaci a cambiare un
pannolino, lo abbiamo già fatto!” gli dissi, ma non era quello che lo
preoccupava.
“Ecco…io…io
non voglio che mi…bhe
ecco…mi vediate nudo!” disse diventando ancora più
rosso.
Ino e io ci guardammo per poi scoppiare
a ridere.
“Non è divertente. Uscite fuori! A
lui ci penso io!” ci disse spingendoci verso la porta, la quale si riaprì poco
dopo con il nostro compagno che ci supplicava di aiutarlo.
“Copritevi
gli occhi però!” mi disse Naruto beccandosi
un’occhiataccia.
Rispetto a lui ero decisamente più
capace, ma mi dimenticai di un vizietto che avevano i maschietti…mi
fece la pipì addosso.
Naruto non si trattenne dal ridere, ma io
subito mi vendicai stendendolo con un bel pugno. La mattina passò così.
Esattamente come la notte. Fra urli, pianti e la nostra disperazione, ma tutto
veniva ripagato dai sorrisi che il piccolo ci mandava. In fin dei conti…ne valeva la pena.