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Autore: PathosforaBeast    08/10/2018    4 recensioni
Tremi. Senti ancora l’irritazione farti vibrare le dita come se fossero legate a un filo invisibile.
Ma no, non c’è nulla che ti leghi. Sei libero, svincolato, autosufficiente.
Sistemi in fretta il collo del cappotto e affondi le mani nelle tasche.
Non t’importa.
Volevi solo accontentare John.
[Questa storia partecipa alla challenge del gruppo: "Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart".]
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disappear.
 
 
 

È l’unica cosa di cui hai bisogno stasera.
Le strade, gli alberi, le insegne. Londra che nella sua quiete accoglienza ti fa sentire benvenuto anche nel suo angolo più recondito. La telecamera di sicurezza continua a vegliare su ogni passo che fai. Da quando hai lasciato la festa sai che i controlli su di te sono raddoppiati notevolmente- forse triplicati. Non t’interessa. Non ora. Non dopo che…
Le gambe ti tradiscono lasciandoti cadere ed imprecare sulle ginocchia doloranti. Stringi un pugno contro le labbra, soffocando qualche gemito mente una mano si poggia leggera sulla tua schiena. Chini il capo e rispondi ad ogni domanda allarmata. Non riesci a riflettere. Non vuoi farlo.
Hai semplicemente camminato troppo, ecco tutto. Come biasimarti? Dovevi semplicemente farti lasciare un paio di chilometri prima, percorrerli a piedi e saresti arrivato lì. Invece quel maledetto tassista continuava a parlare della sua famiglia, di quanto fosse bella Londra, della retta scolastica di sua figlia maggiore e quanto sua moglie fosse una donna stupenda.
Dopo nemmeno dieci minuti gli hai chiesto di fermarsi e hai sbattuto la portiera ignorando i suoi insulti.
Tremi. Senti ancora l’irritazione farti vibrare le dita come se fossero legate a un filo invisibile.
Ma no, non c’è nulla che ti leghi. Sei libero, svincolato, autosufficiente.
Sistemi in fretta il collo del cappotto e affondi le mani nelle tasche.
Non t’importa.
 
Volevi solo accontentare John. Ti ha chiesto di esserci in questo giorno, di restare insieme a lui e Mary in qualità di best man, che sorridessi e facessi il tuo amabile discorso. Un educato e composto Sherlock Holmes che sapesse intrattenere gli ospiti. Almeno il tentato omicidio del maggiore Sholto ha distratto tutti.
Se solo Mycroft... è sempre colpa di Mycroft.
Lui che non perde occasione per deriderti, che ti lascia nel tuo palazzo mentale solo ed indifeso all’interno del suo ufficio facendoti sentire un piccolo idiota. Lui che sorride sardonico ai tuoi sforzi come se tu non fossi cambiato di una virgola da quando avevi cinque anni.
Hai superato Barbarossa.
Lui non ha idea di che inferno tu abbia dovuto affrontare. Non sa che cosa significhi legarsi a qualcuno in quel modo. Dubiti che lui sappia il significato della parola affezionarsi.
Tu ne hai constatato il peso ed hai voluto metterlo da parte.
Puro e semplice spirito pratico.
 
Fai un respiro profondo.
Ormai non ti mancano molti metri ma li percorri accelerando sempre di più il passo. Il cuore sembra scoppiarti nel petto.
Non hai nemmeno bisogno di chiudere la porta a chiave. Ti affacci e ritrovi la tua città così bella da spezzarti il cuore. Così grande da non farti sentire solo.
Afferri le due estremità della sciarpa ma fai fatica a scioglierla. Le mani continuano a tremare così tanto da renderti impossibili i movimenti. La getti alle tue spalle ma con la coda dell’occhio noti qualcosa.
È quasi oscurato del tutto e sei costretto ad avvicinarti alla parete per capire di che cosa si tratti. Il cuoio sotto il tuo tocco sembra caldo, come se avesse ancora vita. Apri la custodia.
Il tuo violino giace lì, in attesa di essere raccolto dalla sua prigione di velluto per essere stretto tra le tue mani. Ma la posizione morbosa con cui è stato riposto, il leggero dislivello che nasconderà sicuramente uno dei suoi stupidi biglietti ricchi di citazioni, ti fanno richiudere tutto. Sbatti la fronte contro il muro più volte.
 
Sapevi che sarebbe andata a finire così. Sin dal primo momento, dal primo sguardo condiviso.
Ma non fa meno male. Ti sta logorando dentro.
Dovresti imparare ad accettare, a sorridere e fingere che andrà tutto bene.
Dovresti, dovresti… magari domani.
Ora devi solo chiudere gli occhi.
Poi, sparire.





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prompt 24/26:    /memoria/ "Anche l'uomo con la più scarsa memoria ricorda tutto quello che vorrebbe dimenticare.”  .
   
 
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