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Autore: Red Saintia    10/10/2018    11 recensioni
Il destino incerto e difficile di Erika Blake, una ragazza molto speciale che cerca di sopravvivere in un mondo che non sente più suo. Presto o tardi dovrà fare i conti con ciò che ne sarà della sua vita e soprattutto decidere dalla parte di chi stare.
Bella, fatale e spietata una miscela che non lascia scampo a chi avesse la sfortuna d'incontrarla sul proprio cammino.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voleva restare ancora qualche attimo ad osservarla…quella luna che si stagliava nel cielo notturno così limpido e privo di nuvole.
Lo faceva sempre, o per lo meno da tanto, troppo tempo.
 
Si fermava ad osservarla mentre il traffico della città scorreva veloce nonostante l’ora tarda. Il bagliore lunare era tutto ciò che le era concesso vedere, e lei prima di ogni battaglia traeva quasi forza dalla visione di quell’astro così pallido e mutevole. Si fermò a pensare che quella fosse l’unica cosa che aveva in comune con i suoi nemici - la luna- faceva da scenario ad entrambi e una parte di lei lo detestava.
 
Non si poteva certo dire che Erika Blake amasse ciò che era diventata, eppure con il tempo, e con il passare dei secoli imparò ad accettarlo. D’altronde non si può cambiare il corso delle cose, se la vita ha deciso che devono andare in un certo modo. Non era una persona speciale da umana, si sarebbe definita quasi monotona e ordinaria, ma adesso… adesso era una delle migliori.
La chiamavano Death Blake perché dove passava lei rimaneva solo cenere e odore di zolfo. Già, quello zolfo infernale che presto o tardi avrebbe divorato ciò che restava della sua anima.
 
“Ti diverti Erika…” la presenza improvvisa alle sue spalle era come sempre guardinga e silenziosa.
 
“E’ uno spettacolo al quale sono abituata ormai.” Rispose con non curanza
 
“Eppure quelli che tu ti ostini a guardare con tanta invidia non sono altro che prede. Ricordalo.”
 
Lei sospirò… era un gesto che faceva meccanicamente pur sapendo che i suoi polmoni non potevano immagazzinare aria. Ma si sa le vecchie abitudini sono dure a morire.
 
“Per te sono solo prede, eppure… anche loro hanno delle vite, degli affetti una famiglia.”
 
“Anche tu possiedi tutte queste cose Erika, e in più hai me…”
 
Finalmente la ragazza si soffermò a guardarlo. Molte volte si era chiesta se Dorian Anderson era così affascinante, e soprattutto stronzo, anche da vivo.
 
“Mi lusinghi Dorian. Vuoi indorarmi la pillola perché mi mandi in battaglia anche stasera e temi che possa rimanerci secca?” chiese, legandosi i lunghi capelli biondi com’era sua consuetudine prima di scontrarsi con il nemico.
 
“Nessuno può batterti tesoro, tu sei la mia gemma più preziosa, e quando quella feccia sarà spazzata via definitivamente noi otterremo ciò per cui lottiamo da secoli. Cammineremo tra i vivi alla luce del sole e la razza umana tremerà dinanzi ad una nuova apocalisse.”
 
Erika sorrise sarcastica, spostando la mano di Dorian che avvicinandosi con i suoi soliti modi suadenti indugiava un po’ troppo insistentemente sui suoi fianchi.
 
“E’ questo che mi piace di te Dorian… tu guardi sempre lontano, guardi al futuro. Io invece cerco solo di sopravvivere e superare indenne un altro giorno.”
 
Spesso gli era incomprensibile il modo di fare di Erika, ma non l’avrebbe mai contraddetta. Quello che provava per lei era un misto di passione, odio e ammirazione.
Lei era una macchina di morte perfetta, addestrata per questo, e tra tutti i vampiri che sottostavano hai suoi ordini, lei era quella che temeva di più.
 
“Portami la testa di Adam Corvino e il ciondolo che tiene stretto al collo ed io ti prometto che ti concederò ciò che vuoi.” Le disse provando a blandirla con lusinghiere promesse.
 
Intanto qualcuno interruppe il loro discorso palesandosi leggermente tra le ombre della notte e porgendo un inchino in direzione di Dorian.
Erika osservò la ragazza in attesa che parlasse.
 
“Siamo pronti Death Blake. Questa notte con te ci saremo io Lauren e Xander, quando vuoi possiamo andare.”
 
“Molto bene Madison, partiamo subito, non diamogli il tempo di completare la trasformazione.”
 
“Agli ordini.” Rispose la ragazza scomparendo pochi secondi dopo.
 
Erika si diresse verso le scale lasciando la terrazza di quell’enorme palazzo.
 
“Ricorda ciò che ti ho detto e non avere nessuna pietà.”
 
“Vedi Dorian non c'è niente che io desideri e che tu possa darmi, ma grazie lo stesso. Sul fatto di non avere pietà puoi star tranquillo quello è un termine che non conosco.”
 
“Staremo a vedere…” le ultime parole del vampiro furono dette solo nella sua mente ma per Erika era come se le fossero state urlate nelle orecchie. Lei percepiva i pensieri di tutti anche di Dorian, il più potente tra di loro.
 
Lui sapeva che quando si trattava di scontrarsi con Adam Corvino le certezze e l’autocontrollo della famigerata Death Blake vacillavano e non poco.
Poche cose erano concesse a dei rinnegati come loro, esseri hai quali le carezze del sole erano state precluse. Solo delle tenebre e della luce crepuscolare potevano bearsi. L’amore poi cos’era? Un intralcio, un sentimento sopravvalutato e patetico per il quale gli umani erano disposti a morire.
 
Una debolezza che Dorian non poteva ammettere, per questo li definiva insulsi, il problema vero però era un altro. Già il solo fatto che un vampiro si innamorasse era una blasfemia ma quando ciò accadeva con un nemico giurato allora si rischiava grosso.
Il ‘duca’ come veniva spesso soprannominato Dorian, appellativo derivato dal suo portamento altero ed elegante, non lo avrebbe mai permesso.
Un vampiro giacere con un licantropo era ciò che più aboliva al mondo. Avrebbe personalmente scorticato vivo chiunque avesse osato contravvenire a tale regola.
 
Con Erika non aveva mai aperto il discorso in modo diretto ma in più occasioni aveva notato l’indulgenza della giovane vampira nei confronti di Adam. Ciò che cercava adesso erano solo conferme a sospetti che nutriva ormai da tempo, e le avrebbe avute quella stessa notte.
 
“Sei qui Marcos?” non ci fu bisogno di attendere la risposta, sapeva che era stato presente per tutto il tempo, fedele e discreto come un ombra.
 
“Sempre ai vostri ordini sommo Dorian.”
 
“Risparmiati i convenevoli, sai già cosa fare. Seguila, osserva ma senza intervenire. Poi torna e riferiscimi tutto nei particolari.”
 
“E se alla squadra dovesse servire aiuto signore?” chiese il vampiro smilzo.
 
“Marcos… mi sorprendi? Da quanto tempo mi conosci?”
 
“Due secoli e mezzo signore.”
 
“Allora sai come la penso. Tutti sono importanti e nessuno è indispensabile, a limite è sostituibile.”
 
Il vampiro tacque, non ci fu bisogno di chiedere altro. Lasciò il suo padrone seguendo Erika e gli altri.
 
 
Spavaldi e abili a confondersi con le ombre della notte i vampiri sapevano bene dove si nascondevano i loro nemici. Erano da giorni sulle loro tracce e avevano avuto conferma che si radunavano in alcuni capannoni nei pressi del molo.
I lycan erano in numero maggiore, ma la loro aggressività era compensata dall’agilità dei vampiri e dalla capacità innata che avevano di uccidere i nemici.
 
Erika si guardò intorno bloccando improvvisamente la sua avanzata. Annusò l’aria e un sorriso diabolico le illuminò il viso.
 
“Sento puzza di cane bagnato.” disse
 
“Allora che aspettiamo? Entriamo e cogliamoli di sorpresa.” disse Madison
 
“Io non capisco una cosa, perché siamo venuti solo noi quattro. Con la squadra al completo non avrebbero avuto scampo.” obbiettò Xander
 
La vampira bionda lo fulminò con lo sguardo.
 
“Abbi fede mio caro… se poi la tua è solo paura puoi sempre andartene, nessuno ti obbliga a stare qui. Spiegherò io a Dorian che te la sei fatta addosso.”
 
“Io non ho paura, quegli esseri sono solo dei volgari cani schifosi. Posso distruggerli ad occhi chiusi.”
 
“Credo che avrai presto modo di mettere in pratica le tue parole… guarda, sembra che i nostri nemici si siano accorti della nostra presenza.”
 
La porta di uno dei capannoni si spalancò con un frastuono enorme che riecheggiò nel silenzio della notte.
Erika lo riconobbe subito, era in prima linea come sempre, la sfidava con lo sguardo leccandosi le labbra come a pregustare il lato pasto che a breve avrebbe fatto con le sue carni.
 
“Ma tu guarda Erika Blake in persona seguita dai suoi scagnozzi. Dorian deve essere davvero disperato per mandare niente meno che la sua punta di diamante a contrastarci.”
 
“Risparmia il fiato Adam ne avrai bisogno, consegnami il monile che porti al collo e nessuno si farà male.” La vampira avanzò con una lentezza innaturale per lei.
 
“Come no? Aspettavo che me lo chiedessi con gentilezza per accontentarti. Scordatelo demone, dovrai staccarmi la testa se vuoi averlo.” Le disse intimandole di farsi avanti con un gesto della mano.
 
“Attento Corvino potrei esaudire il tuo desiderio.” Rispose, mentre con un balzo lo scaraventò letteralmente contro il capanno mandando in frantumi la porta e una parte del fabbricato.
 
“Stronza maledetta…” Adam si rimise in piedi afferrando un pezzo di legno da terra con il quale cercò di colpirla al petto più volte.
 
Intanto Madison, Lauren e Xander si gettarono nella mischia cercando di fare più vittime possibili. La luna ormai si stagliava alta e luminosa completando così la trasformazione dei licantropi presenti, rendendoli estremamente letali e feroci.
 
“Vi strapperò il cuore dal petto!” disse Riley, considerato il braccio destro di Adam, uno dei lycan più forti e spietati.
 
Se molti componenti della squadra di Erika non avevano potuto intervenire a quella battuta di caccia la colpa era soprattutto sua. Molti avevano riportato gravi ferite e lacerazioni su tutto il corpo, per non parlare di braccia spezzate e contusioni varie.
Caleb e Isabella non erano da meno, dotati di una forza fuori dal comune erano capaci di lasciare una fila interminabile di cadaveri dietro di loro.
 
Isabella in particolare sembrava nutrire un odio profondo nei confronti di Erika e il motivo non era ben chiaro agli altri, ma se ciò sarebbe servito ad eliminarla era sicuramente una cosa positiva.
La battaglia tra Adam e la vampira intanto continuava senza esclusione di colpi.
 
Finalmente Erika con un calcio ben assestato al polso fece perdere al licantropo l’arma di fortuna, che si era procurato.
Di certo lui non si perse d’animo attaccando la nemica con le mani dotate di artigli acuminati il cui graffio poteva essere letale.
 
“Arrenditi Erika avete osato troppo stavolta. Noi siamo in dodici voi solo quattro, siete spacciati.”
 
“Potreste essere anche in venti non cambierebbe nulla. Non ce la farete contro di noi. In quattro bastiamo e avanziamo per delle mezze seghe come voi.”
 
Adam esplose di rabbia gettandosi su Erika e colpendola ripetutamente, alzò per un attimo lo sguardo e vide che molti dei suoi compagni erano inspiegabilmente morti in brevissimo tempo. Si vide letteralmente rotolare una testa tra le gambe mentre sull’asfalto era un contorcersi di corpi mutilati e sangue che sgorgava copiosamente.
 
“Non è possibile, come hanno fatto? Riley, Caleb!” urlò mentre i due licantropi fendevano l’aria come per afferrare qualcosa che non riuscivano a vedere.
 
“Adam c’è qualcosa qui intorno non sono solo loro quattro. Qualcuno ci sta facendo a pezzi…” mentre parlava riuscì a percepire una presenza alle sue spalle.
Caleb l’afferrò spezzandole il collo con un semplice gesto della mano.
 
“E questo cosa sarebbe?” si chiese, guardando il cadavere di un minuscolo vampiro vestito completamente di nero al quale era caduta una strana maschera che ne copriva il volto.
 
“Chi diavolo sono? Parla!” Adam afferrò Erika per la gola.
 
“Erika no!” Xander si precipitò su di loro
 
“Dove vai damerino…” Isabella con una spallata lo scaraventò sul muro di fronte rompendo alcune casse di legno che si trovavano lì vicino.
 
Erano tutti bloccati, Riley teneva Madison puntata e Caleb era già sulla traiettoria di Lauren con le zanne spalancate pronte a mordere.
 
“Sto aspettando Death Blake, chi sono quei mezzi vampiri che hanno fatto fuori i miei?”
 
Erika sorrise nonostante la stretta di Adam le stesse facendo perdere sangue dalla bocca.
“Sono i phantom… vampiri ombra, sono addetti a coprirci le spalle ed intervengono in caso di evidente inferiorità numerica.”
 
Bastò un attimo di esitazione, uno sguardo di troppo agli occhi ambrati di lei e Adam fu colto in fallo.
Erika lo graffiò con entrambe le mani, e se non si fosse trattenuta gli avrebbe tranciato di netto le braccia. Il licantropo dovette mollare la presa su di lei.
Gli altri si mossero in direzione del loro capo ma i phantom uscirono allo scoperto tenendo tutti sotto tiro con delle balestre dalle frecce con la punta d’argento. Xander si rialzò stordito, scosse leggermente la testa e si apprestò a dare man forte a Madison e Lauren.
 
Riley invece nonostante fosse il più vicino ad Adam era comunque impossibilitato ad aiutarlo perché tenuto sotto tiro delle frecce dei vampiri ombra.
 
“Come va Erika tutto bene?” chiese Xander
 
“Certo che si…” rispose spingendo Corvino a terra e puntando il tacco del suo stivale sulla gola del licantropo.
 
La vampira lo guardò negli occhi, mentre i suoi sensi si inebriavano dell’odore del sangue che sgorgava dalle sue ferite. I suoi occhi divennero di un rosso vivo e famelico.
 
“Dammi ciò che mi appartiene e forse lascerò in vita te e i tuoi cani rognosi.” Si chinò su di lui, i loro volti erano pericolosamente vicini.
 
Adam tremava… ma non era paura la sua, era qualcosa di diverso che non doveva provare perché ciò avrebbe significato tradire la sua stessa razza.
 
“Non farlo Erika,  se gli consegni questo ciondolo Dorian avrà il pieno controllo su di voi.”
 
“Sta zitto, nessuno ha il potere di controllarmi. Io sono l’unica padrona del mio destino e prendo ciò che voglio.” Disse mostrando i canini
 
“Come puoi essere così bella e allo stesso tempo tanto spietata?” il potere ipnotico di lei lo teneva in scacco.
 
“Semplice tesoro, io non ho un anima… non scordarlo.” Si abbassò completamente adesso baciandolo sulle labbra sotto gli occhi dei presenti, che sorpresi e confusi da quella scena temevano qualche gesto inconsulto della bionda.
 
Erika approfittò di quell’attimo di smarrimento per afferrare con la mano la collana di Adam. Ce l’aveva fatta, era tra le sue mani doveva solo strappargliela, ma un urlo di dolore acuto e stridente la costrinsero ad indietreggiare tenendosi la mano destra completamente bruciata.
 
“Figlio di puttana, cosa mi hai fatto!” il suo volto era una maschera di dolore.
 
“Credevi che non avrei preso precauzioni? Semplice, ho bagnato la corda del ciondolo con dell’acqua santa. Ti ho arrostito la mano tesoro.”
 
L’aveva beffata nel modo più insulso possibile, come aveva osato. Lei che in più di un occasione gli aveva risparmiato la vita.
Adesso nessuno poteva toccare quel ciondolo, cosa avrebbe detto Dorian?
 
“Cos’è… la letale Death Blake ha perso la parola? Torna dal tuo padrone a leccarti le ferite e digli che questo monile non sarà mai suo.”
 
Erika strinse i denti, chiudendo a pugno la mano ferita.
 
“Questo è ancora tutto da vedere, non credere che me ne vada a mani vuote…” tra quelle parole e lo sguardo d’intesa che Erika lanciò in direzione di Xander trascorsero una manciata di secondi.
 
Il vampiro capì subito cosa doveva fare, ormai erano decenni che militava sotto il comando della Blake e non gli ci volle molto per eseguire l’ordine.
La vendetta per l’affronto di qualche minuto prima fu presto vendicata. Xander si mosse rapido e letale, a nulla valsero gli sforzi di Caleb per fermarlo.
Il licantropo ricevette un pugno talmente forte che gli dislocò la mascella.
 
Isabella non si accorse di nulla, il morso fu come una puntura terribilmente bruciante e dolorosa.
 
“Nooo…” la vampira cadde a terra tenendosi la spalla ferita.
 
Adam, Riley e Caleb scattarono come molle in direzione della giovane lycan ma una freccia partì dall’arco di uno dei phantom sfiorando il volto di Adam e andando a conficcarsi nel muro.
 
“Non muovetevi… non fate un solo passo.” Erika li osservava come un cacciatore che tiene ormai le ambite prede in pugno. “Adesso il gioco lo conduco io. Come ben sapete il morso di un vampiro è letale per voi licantropi, il nostro veleno scorre già nel suo corpo, tra tre giorni lei morirà.”
 
“Giuro che se ti prendo Erika Blake di te non rimarrà neanche la cenere.” Adam le sputò addosso, ma lei si scanso con una semplicità irritante.
 
“Oh su avanti… non prendertela, si vince e si perde mio caro. Solo che io cado sempre in piedi ricordalo.”
 
“Smettila con i tuoi giochetti e parla chiaro.” Se avesse potuto Adam l’avrebbe stretta a se con tutte le sue forze e le avrebbe cavato gli occhi dalle orbite per non dover sempre provare quell’insano brivido sulla pelle quando lei lo fissava.
 
“E’ semplice, portami il ciondolo che indossi al collo, debitamente pulito è ovvio, e io ti darò l’antidoto per la cagna bastarda.”
 
“Certo… così mi farai trovare i tuoi amichetti dagli occhi rossi che mi faranno a pezzi non appena volto le spalle.”
 
“Io non gioco sporco Adam… se tu non lo fai con me. Ci incontreremo da soli, io e te, un equo scambio tra nemici. So che ci tieni al tuo gruppo e so che non la lascerai morire, sai come trovarmi Corvino hai tre giorni di tempo, dopo di che lei morirà e tu avrai le ore contate.”
 
“Questo è un ricatto non è uno scambio?” le disse
 
“Non è affar mio, interpretalo come vuoi e scegli cosa conta davvero per te.” La vampira fece un gesto con la mano e nel giro di pochi secondi sia i phantom che Xander, Madison e Lauren scomparvero.
 
Solo lei uscì di scena semplicemente camminando come una qualunque essere umana. Sapeva che lui la stava guardando e la cosa la stuzzicava non poco. Una volta che fu ormai fuori dalla portata del suo sguardo Adam e gli altri sopravvissuti a quella notte, corsero da Isabella che si contorceva a terra in preda ad atroci dolori.
 
Cosa avrebbe dovuto fare? Erika non si sarebbe lasciata ingannare di nuovo, doveva trovare una scappatoia quanto prima.
 
“Portiamola via di qui ha bisogno di cure, e anche tu Caleb.” Disse rivolto al licantropo che si toccava dolorante la mascella.
Riley intanto non se lo fece ripetere prendendo la ragazza tra le braccia e correndo veloce nella notte.
 
Adam stava per raggiungerli quando si voltò di scatto sentendosi osservato da uno sguardo di cui non capiva la provenienza. Era ancora lei che lo scrutava nascosta tra le ombre della notte? Non poteva pensarci, non adesso. Ora Isabella era la sua priorità e soprattutto doveva rinsaldare la fiducia del suo gruppo, gravemente decimato.
 
Mentre anche i licantropi lasciavano quell’insolito campo di battaglia lo sguardo indagatore che aveva osservato tutto l’evolversi di quell’incontro si apprestava, come stabilito, a fare rapporto al suo padrone Dorian Anderson.
 
 


Ciao a tutti, ho voluto sperimentare un genere diverso dal solito ma che rientra comunque tra le mie preferenze. Potrebbe essere una buona base di partenza per qulcosa di più corposo... chissà vedremo. Spero vi piaccia, anche perchè ho lasciato facilmente intendere che possa esserci un continuo. Grazie a tutti coloro che hanno avuto piacere nel leggere.
   
 
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