Falling inside the black
 
La sostanza era nera e densa come l’inchiostro. E lui ci stava sprofondando dentro, lentamente. Non riusciva a vedere niente se non quel Nero. Non riusciva a sentire niente all’infuori del battito del suo cuore e del suo respiro. Lentamente, anche lui stava perdendo i suoi colori; sentiva il Nero ricoprirlo a poco a poco, sentiva il suo respiro diminuire, sentiva i suoi occhi chiudersi e sentiva di non sapere più chi era.                                            
Il suo ultimo pensiero fu: È finita. E mentre una lacrima calda gli scorreva sulla guancia, si abbandonò a quella lenta caduta che cancellava ogni traccia di sé.
Ichi-kun.        
Improvvisamente, riusciva di nuovo a vedere e a sentire. Certo, vedeva sempre e solamente il Nero in cui era sprofondato, e gli unici suoni che recepiva erano il battito del suo cuore e il suo respiro, ma era qualcosa.
Ichi-kun!
Si concentrò sulle parole che aveva sentito. Erano familiari, estremamente familiari. E gli davano una sensazione di calore all’altezza del petto. Un ricordo lontano, trasportato dal vento.
Vento.
Le sue labbra formarono un nome. Kazemaru Ichiruota. Il suo nome. In alto, una luce bianca e accecante irruppe nel suo campo visivo. Kazemaru cercò di risalire, di raggiungere la Luce, mentre il Nero cercava di trascinarlo giù. Gridò, dimenando i piedi per salire in superficie, e la sua voce risuonò in quel vuoto.
Devo farcela.
Una brezza leggera gli solleticò il corpo, e cominciò a trascinarlo in su, verso la Luce. Attorno a lui, il Nero si era disperso, ora Kazemaru era immerso in un’acqua limpida e cristallina, e il Vento lo trascinava verso la Luce, e il suo corpo era di nuovo a colori. L’uniforme della Raimon, blu e gialla, si gonfiava attorno a lui.
Forza.
Dalla superficie, una mano si tese verso Kazemaru. Lui la afferrò, e venne trascinato fuori dall’acqua.Era tutto a colori, dei colori bellissimi e vivi.
Bellissimi come il sorriso di Endou Mamoru.