I genitori di Courtney, nonostante tutto, vogliono molto bene alla figlia, ma proprio non capiscono i suoi gusti in fatto di uomini... fortunatamente si è lasciata con Duncan e in seguito con Scott... o almeno così credevano...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Nuovo Personaggio, Scott
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Quella mattina Alberta fu costretta a portare una camicia a maniche
lunghe e ad evitare i pantaloncini. Li aveva portati fino al giorno
prima, ma in poche ore l'aria era diventata notevolmente più
fredda. “Purtroppo l'autunno è già
arrivato!” pensò godendosi l'aria che passava
dalle narici senza intoppi a cui avrebbe presto detto addio, era
abbastanza sicura che avrebbe preso uno dei suoi lunghi raffreddori!
Non le importava quanto decantassero la bellezza dei colori autunnali e
la gradevolezza dei suoi frutti, per lei l'inizio del freddo non
portava assolutamente nulla di buono!
La ragazza vide il fratello uscire dalla sua stanza sbadigliando e con
una coperta appresso con cui si avvolse sedendosi sulla sedia dietro il
tavolo. Sembrava ancora assonnato avvicinò a se una scatola
di biscotti mentre la sorella si avvicinava. -Allora fratellino,
quand'è che ci farai conoscere la tua Courtney?-
domandò Alberta con una specie di ghigno. Scott
rischiò di strozzarsi con un biscotto, ci mancava poco e
sarebbe morto soffocato, il suo corpo sarebbe caduto miseramente sul
pavimento, che morte ridicola... sicuramente in paese ne avrebbero
parlato per anni!
Ma Alberta gli diede una manata ben assestata facendogli sputare il
piccolo omicida mancato.
Scott fece ancora qualche colpo di tosse.
-Pensavo che ti avesse fatto antipatie le volte che l'hai vista in tv.-
-Ovviamente! Ma se siete fidanzati rischia di entrare a far parte della
famiglia.- disse dando un leggero colpo di gomito al fratello. -Dovrai
pure presentarcela, no?- rise la giovane donna, il fratello la
guardò pensieroso.
-Eh... già...- l'idea lo innervosiva, però
sì, prima o poi sarebbe capitato. Grazie ad A tutto reality
la cattiva reputazione Courtney la precedeva in quella casa. I suoi
parenti sembravano già averla presa in antipatia e lo
rendevano più o meno esplicito davanti a Scott e il non aver
mai presentato nessuna delle sue ragazze alla sua famiglia con la
giustificazione che non si era mai trattato di nulla di serio poi non
migliorava le cose. Perchè sì, la versione
ufficiale era che Scott ci sapesse fare... che poi i familiari ci
avessero mai creduto e ci credessero ancora, sopratutto dopo la
dimostrazione che aveva dato con Courtney durante il reality, era un
altro paio di maniche.
-Tu, i suoi genitori li hai già conosciuti?-
-No.-
-Che strano... lei è una tipa così precisina...-
Scott si sentì a disagio.
-Che vorresti dire?- domandò cercando di mantenere un tono
freddo.
-Magari questo fidanzamento non è realmente importante per
lei o forse si vergogna di te.- lo punzecchiò con un
sorrisetto.
-D-Dici sul serio?- Alberta scoppiò a ridere.
-Scherzavo! Ma come puoi essere così ingenuo!?- era troppo
occupata a ridere per notare lo sguardo di disappunto del fratello.
Scott sbuffò e si allontanò.
-Aspetta!- lo bloccò la sorella che non aveva ancora smesso
di ridacchiare.
-Che vuoi ora?- domandò scontroso.
-Scenderesti in città?-
-Ma certo... è proprio un attimo!-
-Daaaai... c'è una pasticceria molto buona e vorrei un
vassoietto di dolci!-
-Prendilo da te.-
-Non posso, devo lavorare... ti prego, ti preeego... è per
consolarmi per l'arrivo del grande freddo!- disse utilizzando
appositamente un tono molto infantile.
-Okey!- si arrese dopo che le lamentele della sorella continuarono per
un po'. -Ma solamente perchè avevo già voglia di
scendere per incontrare la mia fidanzata... e i soldi me li dai tu...
sia per i tuoi che per i miei dolci!-
-Grazie mille, Scott!- rise Alberta.
Mentre era in macchina Scott telefonò a Courtney, la
conversazione non era cominciata particolarmente bene con la ragazza
che lo riprendeva perchè stava utilizzando il cellulare
mentre guidava, ma Scott aveva continuato a camminare comunque tentando
di mettersi d'accordo con la fidanzata per vedersi. -Quindi ci vediamo
quando esci dalla biblioteca, quindi? Comunque che ci fai
là? È sabato...-
-Forse devo studiare?- rispose con leggero disappunto. -Sai, farebbe
bene anche a te, so che non hai intenzione di continuare gli studi dopo
la scuola, ma intanto devi essere promosso per avere almeno il diploma,
no?- lo stuzzicò.
-Ma no, è tutto a posto. Fidati di me.- rispose
completamente rilassato. Courtney era abbastanza scettica, ma non c'era
molto che potesse fare per lui.
-Potresti raggiungermi in biblioteca visto che sei già qua.-
provò a proporre consapevole che fosse tempo perso.
-Non posso.- “Probabilmente non l'avrei fatto neanche se
fossi stato libero però...” non aveva mai messo
piede in biblioteca da quando era nato, sarebbe stato strano cominciare
quel giorno. -Devo prendere dei dolci per quella bambina viziata di mia
sorella maggiore...- rispose un po' nervoso ripensando a quella mattina.
-Qualcosa che non va?- domandò puntualmente la ragazza, un
po' sospettosa.
-Uno di questi giorni mi farai conoscere i tuoi genitori?- chiese
fingendo un tono scanzonato.
-Cos... come mai così all'improvviso?-
-Nessun motivo in particolare...- disse sminuendo il suo interesse.
-Non è che i tuoi non sanno nemmeno che ci siamo rimessi
insieme, vero Courtney?- domandò apparentemente divertito.
-Courtney?- la sua agrodolce metà ci stava mettendo un po' a
rispondere.
-Scusa, non si sentiva bene... cos'è che hai detto?- per
Scott era un po' sospetto, ma glielo ripetè.
-Ah... ma certo che lo sanno, perchè non dovrebbero?- questa
volta fu Scott a rimanere in silenzio, c'era qualcosa nel modo in cui
gli aveva risposto che non gli tornava... -Comunque ti saluto, adesso
dovrei continuare a studiare. Ciao, ciao!-
Courtney tirò un sospiro di sollievo, certo, l'idea
continuava a stare nella testa di Scott, ma era sicura che se avesse
temporeggiato avrebbe trovato un modo per sistemare le cose.
Lei non aveva omesso con i genitori di essersi rimessa con Scott
perchè se ne vergognava o qualcosa del genere... il problema
era proprio che i genitori non sapevano neanche che l'aveva cominciata
una relazione, non sapevano proprio che c'era stata una quinta stagione
di A tutto reality a cui lei aveva partecipato.
Non le andava che sapessero che avrebbe provato per l'ennesima volta a
vincere quel reality... perchè ovviamente l'unica
motivazione erano i soldi... non c'era nessun istinto masochistico che
l'aveva spinta a voler rivedere Gwen e Duncan... o forse sì?
Così un bel giorno diede un calcio alla vecchia tv a tubo
catodico che ancora possedevano e la ruppe, ai genitori
mentì dicendo che era inciampata. Tanto era abbastanza
sicura che non l'avrebbero rimpianta e ricomprata. Tanto lei non la
utilizzava più da un po', la madre aveva scoperto di poter
guardare soap opere in streaming su internet e al padre faceva comodo
guardare le partite di ragby a casa degli amici per evitare le tediose
cene in famiglia. Alla fine era andata come aveva previsto e
considerando che i suoi non avevano reso disponibili informazioni in
grado di rintracciarli per interviste si sentiva relativamente al
sicuro. Trovare una scusa per stare via il mese e mezzo che le serviva
non sarebbe stato difficile, era l'estate prima del suo ultimo anno di
scuola, era ancora più plausibile che chiedesse ai genitori
di potersi fare una vacanza in solitario per stemperare la pressione...
invece sarebbe andata ad accumulare stress sull'isola...
“Considerando che non ho nemmeno vinto avrei fatto meglio a
farmela sul serio la vacanza, se non fosse per Scott sarebbe stato
tutto un inutile spreco del mio tempo...”
Sì, quello che aveva attuato non era un piano perfetto, ma
in fondo più che una questione di vita o di morte era un
tentativo di evitarsi una seccatura.
Tornata dalla sua disastrosa eliminazione, dopo essersi presa qualche
giorno prima di tornare a casa per riprendersi, aveva potuto notare che
il piano aveva funzionato. I suoi genitori sembravano non aver scoperto
nulla... almeno si era risparmiata un ulteriore umiliazione davanti a
loro.
Scott, tornò in macchina e telefonò alla sorella.
-Alberta, guarda che la pasticceria è chiusa.- le
disse Scott con sospetto.
-Ah... che peccato...- rispose la sorella fintamente delusa. -Beh, puoi
sempre incontrare la tua ragazza in anticipo, no?-
-No... per ora è in biblioteca.-
-E allora potresti farle una sorpresa e aspettarla direttamente a
casa.- Scott sospirò, temeva di sapere dove volesse andare a
parare... -Così conoscerai anche i suoi genitori, visto che
non c'è alcun problema nel farlo, giusto?-
-Perchè oggi hai deciso di distruggermi?- voleva molto bene
alla sorella, ma c'erano delle volte in cui si sentiva preso in giro da
lei... come quando l'aveva aiutato a prepararsi per il compito
d'inglese in cui aveva miseramente fallito. Si chiedeva ancora se gli
avesse spiegato le cose male a posta per vedere se era tanto ingenuo da
crederle o se se ricordasse molto male anche lei alcune regole... gli
era rimasto questo dubbio dalle elementari...
-Guarda che lo faccio per te...- sospirò la ragazza. Forse
era diventata un'ottima attrice col tempo, ma a Scott sembrò
seria. -Devi farti forza e affrontare questo problema di petto! Prima
li conoscerai e prima ti toglierai questo pensiero, non ti mangeranno
mica!- Scott rise percependo la positività della sorella.
-Lo terrò a mente per quando verrà il momento.-
-Okey...- rispose delusa. -Ma in caso dovessi ripensarci e andare ad
incontrarli ricordati di mostrarti convinto e sicuro di te, d'accordo?
Non devi fargli sentire l'odore delle paura...-
-Va bene. Lo terrò a mente...- “Odore della paura?
Non sono dei segugi...” pensò mentre qualche
brutta idea cominciava a farsi strada nella sua testa...
Il signor Trevis posò il giornale e andò al
tavolo, la moglie aveva apparecchiato solo per due.
-Dov'è Courtney?- domandò a Camille, sua
consorte.
-Credo sia uscita col suo ragazzo o qualcosa del genere.- rispose con
un sorrisetto la biondina dagli occhi castani e la pelle chiara. L'uomo
inarcò le sopracciglia. -In realtà ha detto che
andava in biblioteca, ma il mio sesto senso mi suggerisce un'altra
cosa.- notò infastidita l'espressione scettica del marito.
-L'avrai notato anche tu lo strano comportamento della nostra
figlioletta, no? A volte sembra nervosa come se ci stesse nascondendo
qualcosa, altre molto felice senza un apparente motivo...
inequivocabile, no?-
-Si... come dici tu... ora mangiamo prima che si freddi.-
-Se avessi il mio intuito capiresti.- sospirò la donna
sedendosi.
L'uomo posò la forchetta con fare nervoso.
-In caso speriamo che non sia come quel delinquente, buono a nulla di
Duncan...- Camille sorrise vedendo che in fondo il marito aveva fiducia
nelle sue capacità deduttive. -Speravo che quel tipo fosse
solo un caso e invece dopo è finita con quell'imbecille di
Scott. Quel reality è stato proprio una disgrazia, speriamo
si disintossichi...-
-Disintossicarsi? Non esageriamo, non è mica caduta in una
dipendenza.- sospirò la donna osservando il fare infastidito
di Trevis. -Era solo una fase, molte ragazze in adolescenza hanno una
fase di ribellione e una specie di fascinazione per i cattivi ragazzi.
Poi l'inesperienza aiuta a passare sopra i problemi pratici di una
relazione con un tipo del genere.-
Trevis ripensò alla prima volta che la figlia aveva portato
la prima volta Duncan a casa...
Era allibito, aveva dato per scontato che quella che aveva visto in
televisione fosse una sceneggiata per il pubblico, invece...
-Tranquillo papà, ho tutto sotto controllo, gli
farò mettere la testa al posto.- gli aveva spiegato dopo,
molto sicura di sé. Era la prima volta che l'uomo si rendeva
conto che in fondo la figlia aveva probabilmente un lato ingenuo,
l'aveva sempre considerata superiore e adulta rispetto alle altre...
-Ma Courtney... cercare qualcuno che non devi cambiare invece? No?-
-Tu non puoi capire papà!- gli aveva risposto dura.
-Verissimo, non capisco! Perchè ti sei fissata con quel
macaco?!- disse alzando il tono. Non ricevette nessuna risposta, lei
aveva un'espressione ferita, ma durò solo qualche frazione
di secondo, in seguito riprese uno sguardo di sfida e se ne
andò come se volesse punirlo con il silenzio. -Non credere
che insista nel cercare di farti ragionare, sei abbastanza grande per
imparare a gestire le tue relazioni da sola.- “Tranne che non
trovi qualcosa per far spedire definitivamente in prigione questo
babbuino... Avere un compagno di liceo diventato detective privato mi
tornerà finalmente utile!”
Alla fine non era uscito niente che non si sapesse già.
Ma nonostante tutto non si sentì felice quando la ragazza
venne mollata da Duncan. Nè lui né Camille
avevano detto nulla di particolare alla figlia al suo ritorno dallo
show, ma Trevis, Duncan lo l'avrebbe voluto ammazzare. Era una buona
cosa che si fossero lasciati, ma nessuno poteva permettersi di umiliare
sua figlia in quel modo!
-E va bene Camille... probabilmente hai
ragione...-”Speriamo.” sentì il
campanello suonare “Bene... ora si scorda pure le chiavi,
è proprio distratta di questi tempi.”
Ma quella che si ritrovò davanti non era la figlia, ma
un'altra persona...
-Salve! Sei il padre di Courtney, vero?- l'uomo rimase a guardare quel
ragazzo alto e fulvo, con un mazzo di fiori, con gli occhi sbarrati.
-Oppure... ho sbagliato casa?- aggiunse osservando l'espressione
stralunata dell'uomo. -Però vi somigliate...- Su per
giù, padre e figlia avevano la stessa carnagione e lo stesso
colore di capelli, anche se la ragazza era un po' più chiara.
Camille si avvicinò incuriosita dalla voce familiare,
inizialmente non ebbe una reazione diversa da quella del marito. Scott
entrò e le offrì uno dei fiori.
-Per lei, bella signora.- disse con un sorriso nascondendo il suo umore
nervoso.
-G... grazie...- rispose diffidente con un sorriso falso. -Cosa ti
porta qui?-
-Ero nei paraggi, così ho pensato di fare una sorpresa alla
mia fidanzata e visto che c'ero di conoscere i miei suoceri.-
-Suoceri, eh?- commentò la donna inarcando un sopracciglio.
-...Futuri suoceri.- si corresse, era molto teso, ma decise di non
arrendersi.
-Comunque Courtney non c'è per ora, quindi...-
-Perfetto, la aspetterò qua!- rispose con apparente
esuberanza e si inoltrò oltre l'ingresso per prendere posto
su una poltrona.
-Ignoralo e fa finta che non sia qui... tanto non ce lo ritroveremo
come genero, quella che sta affrontando Courtney è solo una
fase... solo una fase...- ripetè la donna quasi come se
fosse una cantilena.
-A me sembri infastidita anche tu.- puntualizzò Trevis, le
labbra di Camille si assottigliarono in una smorfia. -E comunque... ma
non si erano lasciati?- bisbigliò l'uomo.
-Boh... forse si sono rimessi insieme...-
-O forse questo orango non capisce quando qualcuno gli dice di no.-
-Ma per te sono tutti delle scimmie?- commentò la donna.
-Comunque, suppongo che lo scopriremo quando Courtney sarà
tornata, per ora evitiamo di fare mosse azzardate.-
-Questa volta mi deve delle spiegazioni...- sospirò l'uomo
massaggiandosi le tempie. All'inizio dell'estate, mentre la figlia era
via, un figlio di un suo collega aveva fatto un commento sul programma
dicendo che era peggiorato, ma contemporaneamente le sfide si erano
fatte più sadiche e gli aveva chiesto cosa ne pensasse visto
che sua figlia a quanto pareva stava partecipando. Ciò
nonostante, lui e Camille, avevano fatto finta di non aver scoperto che
la figlia aveva partecipato a loro insaputa alla quinta stagione di A
tutto reality per evitare discussioni imbarazzanti sulla sua condotta e
la sua reputazione. Ai genitori era parso che avesse pagato a
sufficienza, ma quella visita imprevista di Scott stava mettendo
seriamente alla prova i suoi nervi.
I coniugi raggiunsero il ragazzo che li osservava nervosamente
dall'altra stanza.
“Forza, dimostrati calmo e sicuro di te, altrimenti con
cavolo che farai colpo su di loro!” disse cercando di
mettersi comodo. “Ma dovevo per forza venire qui? Dannazione,
Alberta!” cominciò a pentirsi di aver dato ascolto
al tarlo nella testa che glielo aveva suggerito, motivato dalla sua
amorevole sorellina da quella mattina.
-Tutto bene? Mi sembri un po' pallido.- domandò la donna
cercando di essere cortese.
-Eh, no... signora io sono pallido normalmente...-
-Sì, sì lo so che sei molto chiaro di
carnagione... quello che intendevo è che hai un aspetto
orribile, come se...-
-Sono sicurissimo di essermi pettinato e lavato prima di venire qui!-
rispose abbastanza risentito.
-No... quello che intendevo... va beh, lasciamo perdere!- si arrese la
donna mentre il marito si manteneva a distanza di sicurezza e fissava
Scott sotto quelle folte e minacciose sopracciglia scure.
-Ah!- si agitò improvvisamente il ragazzo. -S-sì,
sì, sto bene... pallido nel senso non in salute,
sì...- rise nervoso. -Beh... in effetti me lo avevi anche
chiesto, è che... che...- cercò di ignorare quei
quattro occhi, due neri, due castani, che sembravano non perdere
neanche il suo più piccolo movimento. “Che
ansia!” -Mi sentivo un po' sotto pressione e non ho afferrato
subito...- “Che ansia!”
-Vuoi un po' d'acqua?- gli propose rigido il signor Trevis. Scott in
quel momento si rese conto che probabilmente non doveva apparire tanto
diverso dal ragazzetto che sembrava stare per svenire durante gli esami
universitari che aveva visto accompagnando la sorella quando ancora
frequentava l'università... e dire che l'aveva pure preso in
giro...
“Questo è deprimente!”-Ma non
c'è bisogno, sto benissimo. È stato solo un
attimo.- annuì Scott cercando di riprendere un tono sicuro
di sé. -Poteva andare molto peggio, già vi
immaginavo mentre mi puntavate addosso un fucile!- scherzò.
Il signor Trevis non sembrava avere un grande senso dell'umorismo.
-Non sono mica un bifolco...- commentò con voce ferma.
“...Sono io il problema o questo è un uomo
dall'offesa facile?” -Ok...-
Scott si guardò intorno infastidito, non gli piaceva il
silenzio imbarazzante che si era creato.
-Allora... che cosa fa di bello lunedì prossimo? Le
previsioni dicono che ci sarà il sole...- disse rivolgendosi
al padre della fidanzata. “Sto davvero parlando del meteo...
davvero?”
-Lavoro.- rispose l'uomo sedendosi sulla poltrona davanti il posto che
era stato della tv e sfogliando il giornale. Decise di non finire il
pranzo, tanto ormai era di pessimo umore e quando gli capitava gli si
chiudeva lo stomaco...
-E lei, signora? Lavora pure?-
-Sì, io e mio marito lavoriamo entrambi all'ospedale...-
-Ah, quindi la vostra è stata tipo la tipica storia del
medico e dell'infermiera?- commentò sorridendo.
-No.- rispose la donna infastidita. -Siamo un primario e un otorino...
il primario sono io...- Scott sentì l'atmosfera raggelarsi.
-Ah però... non me lo aspettavo.- la situazione
sembrò peggiorare. “Oggi non ne azzecco davvero
una...” -Non che creda che le donne debbano fare solo lavori
leggeri o di poca importanza, ma pensavo fosse una cosa vista come
più normale dalle nuove generazioni e non dalle...- vide
l'espressione truce della donna e rettificò. -Non voglio
darle della vecchia Befana!- per un attimo gli sembrò di
udire una risata soffocata.
-Però stai dicendo che il lavoro svolto da infermiere e
infermieri è leggero e di poca importanza.- disse Trevis
incapace di togliersi un sorriso divertito dal viso.
“Meglio che mi sto zitto...”
Fortunatamente i coniugi non sembravano sentire il bisogno di non
ignorarlo se non era lui a cercare di fare conversazione.
“Forse dovrei trovare una scusa per andarmene...”
poi pensò a ciò che avrebbero detto i genitori a
Courtney se se ne fosse scappato con la cosa fra le gambe.
“Devo cercare di sopportare questa situazione per lei e poi
sono certo che tornerà a momenti! Cosa vuoi che sia questa
atmosfera ostile in confronto alla situazione di panico che
può provare un pollo con due volpi fuori dal
recinto?” poi osservò l'indifferenza che
ostentavano i genitori della sua ragazza. “Delle volpi che
ignorano il pollo perchè lo trovano decisamente poco
appetitoso...” pensò sempre più
infastidito.
-Senti... tanto per sapere...- gli disse calmo il signor Trevis
mettendolo sull'attenti. -Quand'è che tu e Courtney vi
sareste rimessi assieme? Mi era sembrato di capire che vi foste
lasciati.- la moglie lo guardò storto, l'uomo scosse
leggermente le spalle. Voleva capire se la figlia si era veramente
rimessa con quello scemunito e com'era possibile, per quanto rispetto a
Duncan quello fosse già un miglioramento per lui... Scott
appariva spaesato.
-...Cosa?- si sentì qualcuno girare le chiavi e l'attenzione
dei tre presenti si spostò sulla porta.
-Sono a casa...- disse Courtney con tono stanco, ma sembrò
riattivarsi vedendo Scott. -Ma cosa ci fai qui?!- esclamò.
Scott si alzò e le andò incontro con
atteggiamento scontroso.
-Gli avevi detto che ci siamo rimessi insieme, eh?-
-Eh... Scott, posso spiegarti...- Camille sospirò e diede
una leggera gomitata al marito.
-Ma certo che Courtney lo aveva detto, ricordi caro? Quella serata in
cui eri particolarmente assonnato...- gli diede un'altra gomitata. -Ora
ricordi caro?- Trevis diede un occhiata all'espressione
agitata della figlioletta.
-Ah, certo. Errore mio...-
-Ed ora vi lasciamo soli, avrete sicuramente molto di cui parlare.-
disse la donna ansiosa di tagliare la corda, trascinando con
sé anche il marito.
-...Credo che stiano cercando di fregarmi.- commentò Scott.
-Già...- sospirò Courtney. -Senti, dico sul
serio... non ho evitato di dirlo ai miei genitori perchè mi
vergogno di te, è che non sapevo come spiegargli come ci
siamo messi insieme, non gli ho detto nemmeno di aver partecipato ad
All stars!- Scott era molto perplesso.
-E come glielo avresti nascosto scusa?-
-Lascia perdere... è complicato...-
-Comunque non credo che abbia funzionato molto bene, a giudicare da
ciò che ha detto tuo padre sapeva che c'eravamo messi
insieme una volta quindi credo che l'abbia visto All stars... o
comunque l'avranno informato...-
-Cosa?!- esclamò stupita poi si calmò. -Per ora
lasciamo perdere... che hai da sorridere?- domando con le braccia
conserte.
-Niente... sono solo stupito che una come te non si vergogni di me, in
fondo veniamo da ambienti molto diversi quindi sarebbe stato anche
normale se...- Courtney lo interruppe impaziente.
-E allora perchè eri arrabbiato?-
-Beh, più per il fatto che mentissi sul vergognarti... o
almeno credevo così...- non era del tutto la
verità, l'idea che si vergognasse di lui non gli faceva fare
i salti di gioia ovviamente. -Però fammi capire, pensavi di
non rivelarglielo mai per evitare di spiegargli di aver partecipato ad
All stars di nascosto?-
-No, ovviamente prima o poi glielo avrei detto, il tempo di trovare una
scusa credibile... Comunque è andata meglio di quanto
pensassi, credo che tu possa piacergli.- disse sorridendogli.
-E... cosa te lo fa pensare?- in teoria era intelligente, avrebbe
dovuto avere un motivo valido. “E se c'è sono
anche io molto curioso di conoscerlo...”
-Beh, hanno provato a reggermi il gioco, no?-
-Non mi è sembrato che lo facessero perchè
muoiono dalla voglia di avermi come genero e padre dei loro
nipotini...-
-Lo so, lo so... ma è già un buon inizio.-
sembrava abbastanza fiduciosa. Scott sospirò e si rimise
seduto.
-Credo di sì.- in teoria sarebbe dovuta essere
un'affermazione per quanto non lo sembrasse. -Sono curioso, come hanno
reagito quando hai portato a casa Duncan?- domandò
accennando un ghigno divertito.
Le sopracciglia di Courtney apparvero più tese.”Ma
che tenerezza avere un ragazzo così inesperto, non sa
neanche che è meglio non nominare gli ex....”
-Visto che sei tu a chiedermelo non credo che ci siano problemi.-
sospirò.
-Problemi?- “Da queste parti sembrano strani, un po'
più di praticità non sarebbe male...”
-In realtà andò molto male...- le sue labbra si
distesero in un piccolo sorriso malinconico. -Ma inizialmente trovai
divertente il modo in cui i miei genitori rimasero sconvolti dalla
visita. Duncan non fece nulla per cercare di piacergli, ma io neanche
glielo chiesi. Avevo trovato insopportabile il modo in cui avevano
reagito a quel fidanzamento così facendoglielo conoscere di
persona era come se volessi punirli... sì, lo so. Non era un
comportamento particolarmente maturo da parte mia...- Scott rise.
-Allora che aspettavi a farmeli conoscere? Volendo potrei sconvolgerli
anche più di Duncan! Sapessi le figure che ho fatto in tua
assenza...- c'erano tracce di fastidio nell'ironia del ragazzo.
-Voglio che ti accettino e siano felici per me, non che ti trovino
ridicolo, terribilmente inappropriato o che ti credano poco
raccomandabile...- si accomodò sulle gambe del ragazzo e si
poggiò con la testa sulla sua spalla. Era stanca, aveva
studiato ininterrottamente per ore quella mattina ed ormai era arrivato
l'autunno, ricercare un po' di calore era legittimo. Il ragazzo sorrise
e la avvolse delicatamente con le braccia. “Anche quando ho
presentato Duncan ai miei sono rimasta soddisfatta del risultato solo
per poco...” ripensò la ragazza. “Io
invece ai genitori di Duncan piacevo?” si chiese scavando
nella memoria. “Sì... credo che suo padre sperasse
che lo raddrizzassi in qualche modo. Che ingenuo, come se fosse
possibile! Duncan comunque non sembrava molto contento che mi
compiacessi delle fiducia che suo padre aveva riposto in me per quel
compito... Quell'uomo sembrava trattarlo come un criminale ed anche se
ero un po' dispiaciuta per lui io come genitore mi sarei comportata
diversamente?” per un attimo il pensiero di essersi
comportata anche lei in modo immaturo la attraversò.
“Forse avrei dovuto prendere le sue difese e dire al padre
che in fondo suo figlio non era così male come
credeva...” ripensò più
perchè pensava che sarebbe stato un comportamento
più corretto che per rimasugli di sentimento che avrebbe
potuto provare per l'ex “Io ci credevo in qualche
modo?” si domandò. “E il tatuaggio che
avevo fatto sul braccio era per amor suo o per ribellarmi ai miei?
Ormai non lo ricordo più...” pensò
accucciandosi contro il corpo del fidanzato. “Ecco cosa mi
rimane di relazioni che in adolescenza ti apparivano fortissime e
indissolubili.” pensò cinica. “Ma ormai
sono cresciuta.” pensò fermamente una parte
più superficiale di lei, ma una più interna e
nascosta era di un altro avviso. “Sono realmente
cresciuta?” improvvisamente le tornò in mente il
motivo per cui i suoi genitori, o almeno questo era quello che pensava
poco prima, non sapevano nulla di Scott. Non era stato un comportamento
chissà quanto maturo...
-Preparati perchè presto arriverà il tuo turno di
essere presentata alla mia famiglia.- l'avvertì il ragazzo
con tono disteso.
-Perfetto...- sussurrò sarcastica.
-Tranquilla, ti proteggerò io da quella tana di serpi.-
provò a rassicurarla Scott a modo suo. -Così se
mai avrai bisogno di scappare di casa e con due genitori simili
potrebbe anche succedere...- scherzò il ragazzo, ma Courtney
lo guardò ugualmente contrariata. -...Avrai già
la mia casa pronta!-
-Eh... senza offesa ma no, grazie!- la ragazza si alzò e
tornò ai suoi pensieri. -Com'è possibile che i
miei genitori sapessero di All stars...- domandò ad alta
voce più a se stessa che a Scott, in realtà non
era così strano, lei per prima sapeva quanto quel piano
fosse fallace fin dall'inizio.
-Forse qualche fan ti ha spedito una lettera o l'ha spedita
direttamente ai tuoi, mentre eri via per il reality, in cui chiedevano
commenti su quello che stava accadendo nello show...-
suggerì Scott.
-Una lettera? Nell'era dell'informatica?- domandò cercando
di non risultare troppo pesante. -Inoltre non ho messo a disposizione
informazioni riguardanti il mio domicilio...-
-Non l'avevo fatto neppure io, eppure delle lettere dai fan mi sono
arrivate... non dovresti sottovalutarli, sanno essere inquietantemente
testardi...-
-Davvero?- disse incuriosita. -Lettere minatorie o qualcosa del
genere?- domandò mostrando un po' di apprensione,
considerando il ruolo che aveva avuto Scott nella quarta stagione lo
riteneva probabile e ancora ricordava di aver ricevuto e-mail molto
pesanti dopo la terza stagione “Ironico visto che ero io ad
aver ricevuto un torto!” ripensò con rabbia...
-Anche...- rispose tranquillo il ragazzo -C'è ne erano anche
diverse che parlavano di Dawn, sai, il pubblico era convinto che ci
dovessimo mettere insieme!- rise Scott, Courtney invece si
irrigidì. -Ne ho ricevuta anche una da Dawn...-
-E che diceva?!- esclamò Courtney fulminea, Scott sorrise.
-Niente di che... tipo che era dispiaciuta per aver riso in quel modo
vedendo come ero ridotto alla fine della stagione... e meno male che
era una santarellina!- si prese una pausa per sghignazzare, la
fidanzata sembrava impaziente. -E che era molto stupita del mio
comportamento nella quinta stagione, ha detto che la mia aura sembrava
più positiva o qualcosa del genere e che non le era chiaro
se la mia relazione con te potesse influenzarla positivamente o
negativamente quindi dovevo stare attento... insomma, i soliti scleri
da squilibrata, non hai motivo di essere gelosa. Non mi piace quella
ragazza-spettro inquietante.- disse sorridendole, lei evitò
il suo sguardo per un attimo.
-Ma non lo sono, perchè dovrei?- domandò
orgogliosa.
-Ho ricevuto anche un'altra lettera da un'ammiratrice... una certa
Amy...-
-Okey, ho capito...- aveva un volto arrabbiato pur non avendo chiaro in
mente neanche il volto dell'oggetto della sua rabbia. “E chi
diamine è 'sta Amy? Io di lettere da spasimanti sconosciuti
non ne ho ricevuta neanche mezza, com'è questa
storia?”
-Ma puoi stare tranquilla perchè ho già una
splendida fidanzata...- per quanto fosse un'uscita scontata Courtney
sorrise comunque. -Una splendida fidanzata che domenica prossima
verrà sicuramente a pranzare dalla mia famiglia!- il sorriso
di Courtney si rovesciò immediatamente. -Emh... prima o poi
dovrai conoscerli, no?- le ricordò Scott, in qualche modo
vederla più nervosa di lui lo divertiva e lo faceva sentire
più tranquillo. -Mia madre ti preparerà il tuo
dolce preferito, gelatina verde!- la ragazza per un attimo parve
atterrita poi lo incenerì con lo sguardo. -Scherzavo,
ricordo che ti spaventa.- precisò.
-Non mi spaventa, mi fa impressione, è diverso.-
specificò la ragazza.
-Sì... ma perchè?- domandò curioso, la
ragazza sbuffò. -Dai, sono curioso.- disse toccandole la
spalla -Prometto che anche se dovesse essere imbarazzante non mi
metterò a ridere.- la rassicurò.
-E' che non è chissà che grande trauma...-
cominciò a spiegare infastidita. -Semplicemente quando ero
all'asilo o alle elementari un bambino starnutì sopra la sua
gelatina verde e la mangiò, tutto qui, mi fa schifo per
questo.- Courtney diede un'occhiata a Scott. -Deluso?-
-No... Ma non è che da bambini si stia particolarmente
attenti all'igiene, sono sicuro di aver visto e forse anche fatto di
peggio.- Courtney si allontanò ancora schifata dall'immagine
che aveva ricordato.
-No, io sono sempre stata una bambina pulitissima.- commentò
sicura.
-Sì...- concordò riflettendoci su. -Immagino che
tu sia sempre stata una piccola regina anche lattante.- si era
categoricamente vietato di usare la parola principessa, nei fatti non
sapeva se le avrebbe dato fastidio o no, ma per sicurezza preferiva non
usarla.
“Regina suona molto meglio di principessa.”
Courtney sorrise, il ragazzo la guardò incuriosito. -Niente,
non farci caso... Gelatine o no, visite fuori programma o no, mi sento
di buon umore ora.-
Angolo dell'autrice:
Ci ho messo molti giorni per terminare questa one-shot(e ne ho lasciate
anche altre in sospeso...) nonostante anche la mia gatta volesse dare
il suo contributo salendo sulla tastiera e pigiando tasti a casaccio...
Credevo di potermi rilassare e approfittarne per scrivere un po' dopo
aver dato un'altra materia e invece non ho avuto un attimo di pace...
Comunque spero davvero che la storia vi piaccia e accoglierò
volentieri il vostro parere. Sinceramente una possibile interazione dei
genitori di Courtney con uno dei suoi fidanzati mi incuriosisce
abbastanza.
Non riesco a vedere bene insieme Dawn e Scott invece, sorry! Ma credo
che prima o poi potrebbe capitarmi di provare a scrivere qualcosa su di
loro visto che le coppie crack pairing e il provare a farle funzionare
mi interessa abbastanza.
A presto!