I
personaggi sono di proprietà dell’autrice JK
Rowling e l’opera, di mia
invenzione è stata scritta senza scopo di lucro
UNA PLUFFA TUTTA
DA MANGIARE
Vacanze
di primavera, 1999
Ginny era stufa
di preparare i bagagli. Doveva partire
con Harry il giorno dopo per un tour della Gran Bretagna in sella alla
moto di
Sirius e non vedeva l’ora di partire.
Non di fare i bagagli.
Hermione la stava aiutando con tutta la sua buona
pazienza e le illustrava tutto quello che avrebbe dovuto preparare in
caso di
qualsiasi imprevisto. Sbuffò.
“Vado in cucina a bere” E la lasciò
lì, intenta a
contare quante piume e pergamene avrebbe dovuto portare via. Piume e
pergamene?
Non aveva intenzione di scrivere un romanzo. Aveva intenzione di fare
l’amore
con Harry tutte le sere! A cosa le sarebbero servite piume e pergamene?
“Dici che serviranno due boccetti di inchiostro? O ne
servirà uno solo?” chiese ancora Hermione, mentre
lei era sulla porta della camera.
Inchiostro?
“Oh, preparane due. E mettile nella borsettina nera
con l’incanto di estensione. Grazie” Hermione
annuì contenta.
Ma lei avrebbe lasciato a casa la borsettina nera. Se
ne sarebbe dimenticata. Sicuramente.
In cucina sua
madre stava dando la merenda a Teddy,
legato su un seggiolino di legno sul tavolo. Il bimbo sbatteva le
gambine e sua
madre sbuffava.
“Che succede?”
“Oh, Ginny. Teddy non vuole fare merenda. Andromeda
aveva una commissione al Ministero e l’ha lasciato
qui”. Ginny si sedette al
tavolo e provò a far mangiare Teddy.
Con la bacchetta incantò il cucchiaino e lo fece
volare. “Guarda Teddy, una scopa! Una scopa! Apri la bocca
che arriva una scopa
carica, carica di…” Ginny guardò
l’intruglio sul cucchiaino. Cos’era?
Teddy spalancò la bocca e agitò braccia e gambe,
contento. Quando riuscì a imboccarlo, però, lui
sputò tutto. Oh, Merlino!
Si pulì qualche schizzo sulla maglietta e guardò
il
piatto.
“Mamma, cosa gli stai dando?”
“Mela verde cotta e avena” Ginny, che aveva deciso
di
assaggiare la pappetta nel momento in cui sua madre le rispose,
sputò anche
lei.
“Ginny!”
Molly assunse la sua solita posa da ‘mamma
caporale’, la sua peggior espressione severa e con le mani
sui fianchi guardò
la figlia che si comportava come Teddy, che aveva un anno. E che rideva
sguaiatamente.
“Ma dai, mamma, ci credo che non lo mangia, fa schifo!
Non hai il budino?” Molly sbuffò. I bambini devono
mangiare la frutta! Non il
budino!
Vide Ginny alzarsi e avvicinarsi alla ghiacciaia, dove
Molly teneva i dolci.
Prese una tazza con il budino e un cucchiaino pulito e
disse al bambino: “Adesso Ginny ti fa mangiare qualcosa di
buono. Mica la mela
con l’avena!” Il bimbo agitò le braccia
e la scopa di pezza che teneva in mano
volò per la stanza.
Ginny rise e si sedette davanti a lui.
“Vediamo se ti piace il budino alla
vaniglia…” Molly
si girò e incantò i piatti che iniziarono a
strofinarsi nel lavello.
Se non avesse guardato, non avrebbe dovuto sgridare
Ginny per via del budino, giusto?
Teddy
mangiò contento tutto il budino. E ne voleva
ancora. “Basta adesso, piccolino. È finito.
Visto?” gli fece vedere la tazza
vuota e il cucchiaino.
Il bambino allungò un braccio e prese la posata per
portarsela alla bocca. Ginny rise, portò la tazza nel
lavandino e tornò a
sedersi davanti a Teddy.
“Avevi ragione. Fa schifo, l’avena. Meglio il
budino,
vero?” Lo pulì con il bavagliolo e raccolse da
terra la scopa di pezza, per
darla al bambino in cambio del cucchiaino. Ma lui non lo
lasciò. Sentì sua
madre avvicinarsi.
“Hai preparato tutto?”
“Sì mamma, mi sta aiutando Hermione”
Molly
annuì, pensierosa. La sua bambina stava
crescendo. Avrebbe passato le vacanze da sola con il suo fidanzato, per
la
prima volta.
Sarebbe andato tutto bene? E se fosse successo
qualcosa? E se loro avessero fatto qualcosa… Senza
rendersene conto, Molly
spalancò gli occhi. E se avessero fatto qualcosa?
Quella cosa? Ormai sua figlia aveva
diciassette anni. L’avrebbero fatto sicuramente. Lei con
Arthur… Scacciò quel
pensiero.
Si sedette vicino alla figlia, ancora seduta di fronte
al bambino. “Ehm… Ginny… Forse dovremmo
parlare di…”
Ginny si
voltò verso sua madre. Aveva una strana
espressione. OH SANTO MERLINO! SUA MADRE VOLEVA PARLARLE DI SESSO? In
cucina?
Davanti a Teddy? Ma poteva arrivare chiunque!
“Mamma… noi veramente…”
Sua madre sussurrò sorpresa
“Tu e Harry l’avete già
fatto?” gli occhi di sua madre erano spalancati come
quando le aveva visto fare il loop con la scopa.
“Mamma non voglio…”
“Ma avete usato pre…”
La interruppe: “Mamma non devi
preoccuparti, davvero. È tutto a posto”, ma vide
che sua madre aveva intenzione
di farle altre domande.
Prese una pesca dal portafrutta sul tavolo e le diede
un morso.
Teddy aveva
lasciato andare il cucchiaino. Una pluffa!
Ginny aveva preso una pluffa! E
l’aveva messa in bocca! E
nessuno l’aveva sgridata! Si potevano mettere in bocca le pluffe!
Agitò le braccia nella sua direzione e lei gli
sorrise. “Vuoi assaggiare una pesca?” Gli
avvicinò la pluffa al
viso e lui aprì la bocca. Gli piaceva mettere le cose in
bocca! Tanto!
Aprì e chiuse la bocca. Un po’ di pluffa
si staccò e la mangiò. Era strana.
Rabbrividì. Ma era buona.
Era una pluffa buona! Non come
quella
a casa della nonna che aveva un brutto sapore.
Ginny rise della
reazione del bambino, contenta di
spostare l’attenzione della madre.
Ma lei non demordeva. “Ginny…” In quel
momento entrò in
cucina Ron, seguito da Harry, che le sorrise e le mise una mano sulla
spalla,
guardando Teddy.
“Ciao piccolino...” Diede un buffetto sulla guancia
del
bambino e Teddy si agitò tantissimo, voleva essere preso in
braccio. Harry si
chinò per prenderlo. No no.
Doveva fare uscire Harry dalla cucina. Subito.
Altrimenti la mamma gli avrebbe fatto un terzo grado. Buttò
il nocciolo della
pesca finita nel bidone e bloccò il braccio di Harry.
“Hai fatto i bagagli, Harry?” lui sgranò
gli occhi
“Bagagli? Ma non ci serve molto, quando abbiamo preso
su…” Lei ammiccò e lo
prese a braccetto.
“No no. Bisogna fare i bagagli. Andiamo in camera!”
Vide Ron versarsi un bicchiere di succo di zucca.
“Sì sì, i bagagli… in
camera…” Ron ridacchiò
stupidamente. Troll.
“Ron, porterai la tua fidanzata alla cena
dell’Ordine
della Fenice?” La sua faccia sbiancò e Ginny rise.
Ben gli stava.
Teddy non vedeva
più la pluffa buona da
mangiare. Dov’era? Si guardò intorno. Tutti
parlavano. Era arrivato anche Harry. Voleva farsi prendere in braccio
da lui.
Ma lui non l’aveva preso.
Ma voleva anche un’altra pluffa.
Harry aveva le pluffe?
No. Ginny? Ne aveva una, prima, ma ora non c’era
più. Nonna Molly? No. Ron? No.
Uffa. Si agitò.
Dov’erano le pluffe?
Eccole! Proprio lì, vicino a lui, sul tavolo. Si
agitò un po’.
Di solito, se muoveva le gambe, riusciva a spostarsi.
Ma oggi non ci riusciva. Si agitò ancora un po’ e
provò di nuovo.
Voleva una pluffa.
Molly si
voltò verso il figlio e chiese “Hai una
fidanzata, Ron?” Che bello.
Ron aveva una fidanzata? Da quando Hermione si era
fidanzata con il nipote di Andromeda, lei aveva pensato che Ron sarebbe
rimasto
da solo, per la delusione. E invece…
Effettivamente non era sembrato troppo deluso, adesso
che ci pensava…
Ron
balbettò “Io…
Lei…” Sua madre tornò alla carica.
“La porterai alla cena? Venerdì prossimo? Me la
farai conoscere?”
Per Godric! Ron si girò verso Ginny che ghignava al
braccio di Harry. L’avrebbe uccisa. Frequentare Malfoy non le
faceva bene.
Arrivò anche Hermione in cucina.
Hermione non
aveva più visto tornare Ginny ed era
scesa a cercarla. “Ginny, ti davo per dispersa”.
“Scusa Hermione, ho aiutato la mamma a dare la merenda
a Teddy” disse, accarezzando i capelli azzurri del bambino.
Lui sorrise anche a
Hermione.
Hermione!
C’era anche Hermione. Teddy era contento. L’avrebbe
preso in braccio? Gli avrebbe dato una pluffa?
Niente. Hermione gli sorrise e basta. Ma non si avvicinò.
Uffa!
Ron
cercò la maniera per scappare dalla cucina. Non
voleva subire un terzo grado da sua madre.
“Ron!” Però lei non mollò. Si
voltò verso Molly.
“Quindi? Mi farai conoscere la tua fidanzata?”
“Ma Molly, lei conosce già la fidanzata di
Ron”
Merlino. Hermione taci!
“Hermione,” sperò che il suo tono fosse
seccato
abbastanza. “tu verrai alla cena dell’Ordine con
Malfoy?” Lei annuì con il
capo.
“Certo. Io e Draco verremo insieme.”
“Oh, davvero?” Sua madre si era incuriosita e aveva
spostato l’attenzione su di lei. Bene. Sorrise.
Però gli sarebbe piaciuto che lei
venisse alla cena. Anche se c’era sua madre.
Avrebbero dovuto iniziare a farsi vedere. Certo e
perché no?
“Comunque sì, l’hai conosciuta durante
le vacanze,
mamma” Tutti si girarono verso di lui. Cosa avevano? Solo
perché stavolta non
era scappato?
Molly
sgranò gli occhi. Ron si stava aprendo con lei!
Che bella cosa.
Sorrise al suo figlio maschio più giovane. Quello timido.
Quello insicuro. Era cresciuto anche lui.
“E chi è, tesoro?” disse con il suo tono
più dolce.
Poi, pensò di nuovo a quello che aveva pensato prima di
Ginny.
Anche Ron aveva iniziato ad avere rapporti con la sua
fidanzata? Merlino! E stavano attenti? Chi era lei? Vide il figlio
tentennare,
prima di aprire bocca.
Teddy non ce la
faceva più. Le pluffe
erano lì. Così vicine e così lontane.
Allungò le manine. Non
ci arrivava. Uffa, uffa. Si allungò ancora.
Ginny rise
quando Ron rispose a sua madre. Grande Ron.
Un mito. Per una volta coraggioso. Ma poi sua madre fece una faccia
strana e
chiese, rivolgendosi a tutti. “Ma prendete precauzioni quando
fate l’amore?” Il
gelo calò nella stanza, mentre sua madre spostava lo sguardo
da uno all’altro.
Anche Hermione rimase zitta.
OH SANTO GODRIC PORTACI VIA.
Teddy ci stava
riuscendo. La pluffa si stava
avvicinando. Cadde prima sul tavolo, lontano dalle
altre pluffe. Guardò gli
altri. Lo
avrebbero sgridato? Ma nessuno guardava lui. Bene. Tornò ad
allungare le manine
verso la pluffa, questa
rotolò e
arrivò vicino a dov’era lui. Ma ancora non ci
arrivava. Uffa! Si chinò un po’ e
poi la pluffa si alzò
verso le sue
manine. L’afferrò e la portò alla
bocca. Buonissima. Rise contento.
“Mamma,
guarda! Teddy ha avuto il primo attacco di
magia involontaria!” Ginny aveva visto Teddy far rotolare e
levitare la pesca,
prenderla in mano e dargli un morso. Lo indicò. Tutti si
girarono verso di lui.
Il piccolo si immobilizzò un attimo, pensando
probabilmente di aver fatto un danno.
Poi sua madre sorrise, finalmente distratta. Ginny si
avvicinò al bambino e lo slegò, prendendolo in
braccio.
Tutti si avvicinarono.
Teddy non capiva
molto di quello che stava succedendo.
Ma nessuno lo sgridò per aver messo la pluffa
in bocca. Anzi, furono tutti molto contenti e si
complimentarono con lui.
Hermione e Molly gli diedero un bacino sulla guancia e
Harry e Ron lo fecero saltare sulle braccia. Era bellissimo. Rise
ancora
contento.
Ma la sua pluffa?
Dov’era finita? Ce l’aveva Ginny. No.
L’avrebbe messa in bocca lei! La indicò
con la mano e Harry lo avvicinò alla ragazza.
Ginny gli diede la pluffa
e lui le diede un morso.
Poi anche lei gli diede un bacino e disse, vicino al
suo orecchio: “Sei stato grande Teddy. Non potevi scegliere
momento migliore!” Perché
qual era il momento migliore per mettere in bocca una pluffa?
E mentre sua
madre risistemava nel seggiolino Teddy e
la pesca, Ginny fece un cenno agli altri e sgattaiolarono tutti fuori
dalla
cucina.